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09/06/2017 -

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Il sindaco Federico Piccitto diffida Aricò per il trasferimento di malattie infettive

piccitto-4-271x300“Ancora una volta, come già accaduto, si tenta l’ennesimo colpo di mano con lo strano meccanismo degli avvisi volanti. Un’assurdità, l’ultima di una lunga serie, che mi amareggia profondamente. Anche perché continuo a non comprendere quale sia l’obiettivo finale”. A dichiaralo è il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, in merito alla notizia dell’avviso riservato al personale infermieristico in servizio in Malattie Infettive di Ragusa per il trasferimento presso il reparto dell’Ospedale Maggiore di Modica. “Una scelta immotivata, senza né capo né coda, illogica. Come è possibile ignorare, infatti, quanto previsto dal decreto Regionale che prevede il mantenimento del reaparto nel nosocomio di Ragusa? Ho immediatamente diffidato la Direzione Generale dell’Asp 7, per la sospensione immediata di questo provvedimento e ricorrerò in tutte le sedi e con tutti i mezzi, contro quella che appare come l’ennesima prevaricazione a scapito della nostra città. Anche le motivazioni addotte – prosegue il primo cittadino – sono all’insegna del contrasto. Nell’interlocuzione immediata avuta con la Direzione Generale dell’Asp 7, mi è stato detto, infatti, che il provvedimento in questione è temporaneo, per motivi tecnici. Nell’avviso, di questa presunta temporaneità, non c’è però traccia. Il provvedimento infatti parla di un trasferimento motivato con la prossima apertura dell’ospedale Giovanni Paolo II. Una vicenda che assume connotati che oscillano tra farsa, tragedia e grottesco, in piena linea, peraltro, con quanto accade a Palermo. Evidentemente la logica dell’improvvisazione si propaga anche nelle realtà locali, e  la città di Ragusa, per ogni atto, è costretta a rivolgersi alla magistratura.  La sanità continua a navigare tra tentativi, smemoratezze, refusi e marce indietro, all’insegna del tentennamento continuo che governa una tematica così delicata ed importante. Il Comune di Ragusa, in questo senso, ha mostrato in pieno però di saper difendere le proprie posizioni, come già avvenuto in occasione della prima versione del piano di riordino sanitario regionale, a settembre 2015. Al termine dell’ennesima battaglia legale, il Tar, con sentenza del maggio scorso, ha dato ragione proprio al Comune su tutta la linea. Lo faremo anche questa volta a tutela del territorio e dei cittadini”.

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