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14/10/2017 -

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Crescita boom del turismo nell’area iblea: +48% di presenze in due anni

occhipinti (2)

L’area iblea è protagonista negli ultimi anni di un fenomeno di progressiva scoperta da parte del turismo nazionale e soprattutto internazionale. In attesa dei dati ufficiali sulla ricettività di quest’anno, i numeri del sistema aeroportuale del sud-est Sicilia lo confermano: nei primi 8 mesi dell’anno i passeggeri di Catania e Comiso sono passati dai 5 milioni del 2014 ai 6,4 milioni del 2017 (+28%). Nel 2016 nella provincia di Ragusa si sono registrate più di 1,2 milioni di presenze (notti trascorse dai turisti nelle strutture alberghiere ed extralberghiere), secondo i dati provvisori della Regione Sicilia. Si tratta di un picco storico straordinario, se si considera che nel 2014 le presenze si attestavano sulle 829.000. In due anni si è registrato quindi un balzo del 48%. Dietro questo boom c’è un significativo cambiamento della composizione dei flussi. Se nel 2014 le presenze di italiani e stranieri si equivalevano (414.000 contro 415.000), nel 2016 il turismo internazionale è salito a 726.000 presenze, arrivando a rappresentare il 59% del totale. Fino al recente passato, a causa del posizionamento geografico periferico e delle carenze infrastrutturali, questa parte dell’isola era ancora poco conosciuta rispetto ad altre mete classiche della Sicilia. Oggi questo handicap è in parte superato, grazie all’«effetto Montalbano», da un lato, e all’inserimento dell’area tra i siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. L’apertura dell’aeroporto di Comiso ha ridotto le criticità dell’accessibilità. E ad aiutare la crescita turistica concorre anche l’instabilità politica di alcune aree del mondo e il rischio terrorismo, che stanno determinando una complessiva riarticolazione dei flussi turistici che premia l’Italia. Ma c’è anche altro. Stiamo assistendo a una progressiva evoluzione della domanda: oggi il turista cerca un mix di esperienze, combinando il mare con la scoperta del territorio e delle sue eccellenze. La forza del territorio ibleo risiede proprio nella varietà dell’offerta: un mare incontaminato (ben 3 delle 7 bandiere blu della Sicilia), uno straordinario patrimonio storico-artistico, una enogastronomia d’eccellenza (Ragusa è il capoluogo con più ristoranti stellati in rapporto alla dimensione della popolazione). Il Presidente del Distretto Turistico degli Iblei, Giovanni Occhipinti, presente in questi giorni al Ttg di Rimini 2017, sta lavorando per superare la carenza dell’organizzazione territoriale, la frammentazione delle iniziative, l’assenza di una immagine e una offerta unitarie. Il Distretto con il progetto della Carta di Valorizzazione del Territorio, coadiuvato dal Censis e da Asset, persegue l’obiettivo di mettere in rete enti locali e operatori dell’area iblea (19 comuni, compreso quello di Ragusa) per costruire un quadro di orientamento a beneficio del visitatore. Sul piano operativo si sta lavorando a realizzare un sistema informatico unitario digitale, facile nell’uso e a disposizione del turista (sito e app), che integri in una mappa interattiva tutti i dati utili per valorizzare i fattori di eccellenza: un sistema unitario che indichi le cose da fare e da vedere, i servizi di base (come spostarsi, dove trovare un bancomat, un pronto soccorso, gli orari dei musei, ecc.) e segnali i servizi della filiera turistica di eccellenza (dove dormire, dove mangiare, ecc). In questo sistema saranno presenti e valorizzate, tramite un processo di adesione a uno specifico marchio, le realtà del territorio che operano secondo alti livelli di qualità.

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