Le indagini della Polizia sono scaturite a seguito della denuncia dell’uomo per l’allontanamento da casa della figlia minore, di 16 anni, probabilmente a causa di un litigio scaturito con la madre per futili motivi. Gli agenti di Polizia hanno rintracciato la ragazza che si stava regolarmente recando a scuola con una amica, con la quale aveva anche trascorso la notte senza dare notizia i genitori. Sentendo tra l’altro anche i professori della ragazza, la Polizia ha appurato che la ragazza manifestava la sua riluttanza a fidanzarsi con un ragazzo tunisino di 23 anni, benestante, di conoscenza del padre e residente in Tunisia. La giovane sentita anche con l’ausilio di una psicologa dell’associazione gruppo D più, che gestisce il centro antiviolenza donne di Comiso, ha raccontato di essere impaurita dal comportamento che il padre assume nei suoi confronti e nei confronti della madre; considerate le informazioni acquisite e d’accordo con il Tribunale per i minorenni di Catania, non ritenendosi opportuno che la ragazza fosse riportata a casa, in attesa delle determinazioni dell’AG nei confronti dell’uomo, la stessa era stata affidata temporaneamente ad una famiglia di Comiso. Qualche giorno dopo l’accaduto, mentre la figlia era ancora con la famiglia affidataria, il tunisino ha urlato contro la figlia che l’avrebbe uccisa. Il GIP del Tribunale ha emesso nei confronti dell’uomo una misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare nonché il divieto per l’uomo di avvicinarsi alla scuola frequentata dalla figlia o a meno di 200 metri dalla stessa.