Le parrocchie ragusane di San Pietro apostolo e di San Paolo apostolo celebreranno assieme, anche quest’anno, i festeggiamenti. Quest’anno la festa comincerà prima nella parrocchia di via Lazio, quella di San Pietro apostolo, mentre il programma di San Paolo entrerà nel vivo da venerdì 24 giugno. “Ogni anno, per la festa dei santi apostoli Pietro e Paolo – affermano i due parroci, don Gino Ravalli e don Giuseppe Iacono – cerchiamo di lanciare messaggi spirituali molto intensi. Quest’anno, poi, le celebrazioni si inseriscono nel contesto del giubileo straordinario della Misericordia”. Sentire misericordia, questa parola cambia tutto: a spiegarlo è don Ravalli. “E’ il meglio – aggiunge – che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire la Misericordia di Dio, questo Padre che ha tanta pazienza”. Lunedì 20 giugno, nella parrocchia di via Lazio, alle 9 ci sarà la celebrazione della santa messa con una singolare preghiera per i dubbiosi. Nel pomeriggio, alle 17:30, la santa messa sarà partecipata dai malati. A presiedere la celebrazione don Giorgio Occhipinti, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute. Subito dopo, malati e anziani trascorreranno un’ora lieta con la comunità parrocchiale. Allieterà il pomeriggio Angelo Tidona con la sua fisarmonica. Martedì, invece, ci sarà la celebrazione del giubileo parrocchiale. Alle 9 la santa messa con la preghiera per chi sbaglia. Alle 18 accoglienza nella chiesa di San Francesco d’Assisi e pellegrinaggio verso la Cattedrale dove subito dopo ci sarà la preghiera per il passaggio della porta della misericordia. Alle 18:30 la preghiera del Rosario e alle 19 la santa messa in Cattedrale. Mercoledì 22 giugno, il programma, a San Pietro apostolo, prosegue con la santa messa delle 9 e la preghiera per chi ci offende. Alle 18 sarà celebrata la preghiera del Rosario mentre alle 18:30 la santa messa sarà presieduta da don Giuseppe Iacono, novello sacerdote.
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VENERDI’ POMERIGGIO A RAGUSA UNA CONFERENZA SULLE OPERE ASSISTENZIALI DELLA BEATA MARIA SCHININA’
Una conferenza promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute in collaborazione con la congregazione delle suore del Sacro Cuore. E’ quella in programma venerdì 10 giugno, a partire dalle 19, nel salone dell’istituto educatorio maschile in corso Italia 405. La conferenza, inserita nel contesto delle iniziative tuttora in fase di svolgimento, programmate in preparazione al giubileo dei malati in programma domenica 12 giugno in Cattedrale a Ragusa, avrà per tema: “Le opere assistenziali della beata Maria Schininà ieri e oggi per una rete territoriale a servizio delle fragilità”. Interverranno a relazionare la dottoressa Maria Concetta Noto, vice direttore della Pastorale della salute, e il dottor Antonio Lucenti, dirigente medico reparto Oncologia dell’Asp di Ragusa.
GIUBILEO DEI MALATI IL 12 GIUGNO A RAGUSA IN CONCOMITANZA CON LA RICORRENZA LITURGICA DELLA BEATA SCHININA’
“Anche la Chiesa diocesana di Ragusa sta vivendo la grazia del “Giubileo della misericordia” come momento prezioso per una revisione di vita e di fede, per ciascuno e per le comunità cristiane, per rinnovarci ed essere trasformati e toccati dall’amore di Dio”. E’ quanto afferma il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, il quale sottolinea come “è doveroso e bello far convenire dalle parrocchie, dalle case di riposo, dalle strutture, dalle associazioni, i malati, i diversamente abili e gli anziani perché anch’essi celebrino il Giubileo del malato. Si faccia ogni tipo di sforzo per uscire dalle proprie comunità perché possano i nostri fratelli infermi sentirsi soggetti attivi per incontrarsi, pregare, ascoltare, fraternizzare e vedere il volto di una Chiesa che si è resa sempre partecipe delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini di ogni tempo e ha costantemente accompagnato e sorretto l’umanità nella sua lotta contro il dolore e nel suo impegno per la promozione della salute”. Saranno interessati ospedali, case di cura, Rsa e case di riposo. Il 10 giugno, invece, è in programma una conferenza sulle “opere assistenziali della beata Maria Schininà ieri e oggi” in collaborazione con la congregazione delle suore del Sacro Cuore. L’inserimento della ricorrenza liturgica della Beata Maria Schininà il 12 giugno con il Giubileo dei malati, dei diversamente abili e degli operatori sanitari assume un significato profondo e un esempio attuale di servizio concreto. Per l’occasione il direttore dell’Ufficio diocesano, don Occhipinti, celebrerà il 25esimo anniversario di sacerdozio. A presiedere la funzione il vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta.
NUMERI DA RECORD PER LA FESTA DI SAN GIORGIO
San Giorgio chiama, il popolo dei fedeli risponde. Tutti assieme hanno dato vita a una vera e propria grande festa. La prova più evidente di quanto la città di Ragusa sia legata al suo glorioso patrono. Il tutto condito, nel finale, prima del rientro dei simulacri, quello del santo cavaliere e dell’Arca santa all’interno del Duomo, da un magnificente spettacolo piromusicale eseguito dalla premiata ditta “F.lli Vaccalluzzo” di Belpasso e dal “Mapping 3D”, curato da Elisa Nieli, sulla facciata della Chiesa madre che ha immerso il prospetto pensato e realizzato dal Gagliardi in un’atmosfera futuribile. Decine di migliaia i fedeli e i ferventi sostenitori del santo martire che non hanno voluto mancare all’appuntamento clou delle celebrazioni. Il quartiere barocco per tutta la giornata di domenica è stato letteralmente invaso da un fiume di persone. Oltre quarantacinquemila, secondo le stime degli organizzatori. E’ stato il vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta a presiedere la santa messa solenne. Poi non sono mancati momenti scenograficamente suggestivi come quello dei petali di rosa o degli “’nzaireddi” di colore rosso che hanno coperto i due simulacri. Il corteo religioso snodatosi successivamente ha visto la presenza dei rappresentanti delle confraternite di Ibla con le loro vesti storiche, seguiti dal parroco del Duomo, don Pietro Floridia, da numerosi sacerdoti e dai vertici locali delle autorità civili e militari. Più volte, durante la processione, intonato dai portatori, con indosso le classiche magliette bianco e rosse che riprendono i colori caratteristici associati alla festa di San Giorgio, è risuonato il grido “Truonu viva”, enunciazione tesa ad esaltare tutta la passione nutrita dai devoti nei confronti del santo cavaliere. Tra i momenti più suggestivi, la sosta alla chiesa delle Anime sante del Purgatorio, caratterizzata dalla recita dei Vespri, alla presenza del parroco del tempio di piazza della Repubblica, don Gino Scrofani. Lungo tutto il tracciato della processione, numerosi i fedeli che, dai balconi delle proprie abitazioni, soprattutto in corso XXV Aprile ma anche altrove, hanno omaggiato il santo martire, come tradizione vuole, con il lancio di petali di rosa.
Festa a Ragusa Ibla in onore di San Giorgio – Domenica la processione, venerdì sera il primo corteo
Venerdì sera i portatori, a spalla, hanno fatto scendere per la ripida scalinata che si incastona nel prospetto creato dal Gagliardi i due simulacri (prima uno, poi l’altro) per animare il primo corteo processionale della festa. Per le viuzze del quartiere barocco è risuonato più volte il grido “Truonu Viva”, frutto di una identità e di una tradizione che si tramanda da secoli. Quindi i portatori hanno dato vita al rito dell’“abballariata”. All’arrivo nella chiesa delle Anime sante del Purgatorio, l’Arca Santa è stata ricoverata all’interno della chiesa, mentre è proseguita la processione del santo cavaliere sino alla chiesa di San Tommaso apostolo, accanto ai Giardini iblei. Domenica 5 giugno, dopo le sante messe delle 10,30 e delle 12, alle 17,15, al Duomo, ci sarà la recita del Santissimo Rosario e la coroncina della Divina misericordia. Alle 18,30, la solenne concelebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo della Diocesi di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta, e animata dalla schola cantorum parrocchiale diretta dal maestro Salvatore Tribastone, con all’organo il maestro Salvatore Guarrella. Alle 19,30, poi, prenderà il via la solenne processione con il simulacro di San Giorgio e l’Arca Santa. Queste le vie che saranno interessate dal corteo: piazza Duomo, via Conte Cabrera, Largo Camerina, via Orfanatrofio, via delle Suore, Ten. La Rocca, Giardini, piazza G.B. Odierna, corso XXV aprile, piazza Pola, corso XXV aprile, piazza Duomo, via Capitano Bocchieri, via Ten. Distefano, via XI febbraio, via del Mercato, piazza Repubblica, chiesa Anime sante del Purgatorio, dove saranno celebrati solennemente i Vespri. Quindi la processione proseguirà per piazza Repubblica, via del Mercato, via Orfanatrofio, piazza Pola, corso XXV Aprile, piazza Duomo, sino al rientro nella Chiesa Madre di San Giorgio. Sempre domenica alle 10,30 ci sarà l’esibizione del complesso bandistico “San Giorgio”, diretto dal maestro Giacomo Antonio Palermo, per le principali vie di Ibla. Quindi, alle 17, in piazza Duomo, la prima edizione del raduno bandistico “Ibla in musica”. Alle 21, sempre in piazza, sarà proposto lo spettacolo tratto da un’idea di Franco Battiato dal titolo “Opere Pupe” di e con Lucia Sardo. Al termine della processione gran finale artistico e fantasmagorico con mapping 3D eseguito da Elisa Nieli e spettacolo piromusicale eseguito dalla premiata ditta Fratelli Vaccalluzzo di Belpasso.
LA FESTA DI SAN GIORGIO A IBLA
Prima il buio. E poi squarci di luce colorata. Incastonati scenograficamente nel barocco. Era una novità, quest’anno, la cerimonia di inaugurazione dell’illuminazione artistica nel contesto dei solenni festeggiamenti di San Giorgio. E la scelta è stata premiata da una presenza consistente di cittadini, tra cui molti devoti al santo cavaliere, che hanno applaudito l’evento. Dalla chiesa di San Tommaso apostolo, dove ora si trova il simulacro, sabato a partire dalle 9, proprio qui, sarà celebrata la santa messa. Un’altra funzione religiosa, sempre allo stesso orario, si terrà, sempre sabato,nella chiesa Anime sante del Purgatorio, dove trascorrerà la notte l’Arca santa. E sempre sabato, alle 17,15, la recita del Rosario e la coroncina della Divina misericordia anticiperà la santa messa che sarà celebrata da padre Antonino Merlino nella chiesa di San Tommaso. Da qui, alle 19,15, prenderà il via la seconda processione con il simulacro di San Giorgio. Queste le iniziative ricreative in programma. Alle 14,30, in piazza Duomo, ci sarà la sfilata d’auto del XXXVI Giro di Sicilia “La Sicilia dei Florio”, con benedizione della prima auto. Alle 17 si terrà, invece, la tredicesima edizione del Palio dell’alloro, corsa podistica in salita in ricordo della raccolta dell’alloro per la festa di San Giorgio, a cura del circolo San Giorgio di Ragusa Ibla. Alle 22, in piazza Duomo, ci sarà poi il concerto di Simone Cristicchi. Da ricordare che il Comune di Ragusa ha messo a disposizione, nelle giornate di sabato e domenica, i bus navetta. I due capolinea saranno piazza Libertà e chiesa Santissimo Trovato, a Ibla. Gli orari: il sabato dalle 18 alle 2. La domenica dalle 16 all’1.
“Il fenomeno dei migranti? Siamo messi male perché gestito sempre più in termini economicistici”. Duro atto di accusa del vescovo di Noto Staglianò dal Duomo di Ibla
“Il fenomeno dei migranti viene gestito sempre di più in termini economicistici ma ha bisogno di un approccio più umano. Come comunità cristiane siamo interessati, in nome di Gesù, a dare risalto all’accoglienza, alla carità e quindi a guardare queste persone, nostri fratelli che vengono sulle nostre coste e hanno bisogno, come a esseri umani che devono essere aiutati e sostenuti. Un fenomeno che il mio territorio diocesano, è il caso di Pozzallo, vive quotidianamente”. Lo ha detto a chiare lettere il vescovo della diocesi di Noto, mons. Antonio Staglianò, lunedì sera al Duomo di Ibla dove ha presieduto la santa messa in occasione della Giornata diocesana del sollievo. A concelebrare la messa anche il parroco don Pietro Floridia, il vicario generale della Diocesi di Noto, mons. Angelo Giurdanella, e don Salvatore Giaquinta, cappellano ospedaliero al Maria Paternò Arezzo. L’iniziativa rientrava nel contesto dei solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio. “In questa giornata del sollievo – ha detto mons. Staglianò – abbiamo voluto parlare della possibilità da parte dei soggetti umani di incontrare altre persone che si trovano nello sconforto, nell’afflizione, perché in condizioni di dolore, di sofferenza, per malattie che sono a volte così gravi da essere chiamate terminali oppure malattie radicali che inchiodano le persone a letto. Di fronte a questa situazione che si fa? Il cristiano non può dire semplicemente prego per te. E’ bene che preghi ma la preghiera insegnataci da Gesù è sempre corporea, fatta con le labbra a Dio, che porta chi la fa come ad ascendere nel cuore stesso di Dio e poi dal cuore stesso di Dio guardare giù e vedere l’afflizione dei fratelli e ciò comporta uno spostamento fisico, corporeo, di vicinanza, di prossimità, di cura, nei confronti di chi soffre, come ha fatto il buon samaritano. Dobbiamo comprendere che occorre recuperare l’autenticità cristiana nella nostra fede cattolica. Se ci rinchiudiamo dentro le chiese a pregare, non abbiamo svolto al meglio il nostro essere cristiani. Quando andiamo a trovare l‘ammalato, ci facciamo carico della famiglia stessa. Pregare con le labbra e non fare esperienza di carità concreta nell’anno della Misericordia non ha senso, dobbiamo praticare le opere di misericordia corporale”. Al termine della funzione, è stato lo stesso vescovo Staglianò, sul sagrato del Duomo, a lasciare andare verso il cielo alcuni palloncini bianchi e rossi, questi ultimi a forma di croce, per mettere in evidenza, in maniera simbolica, l’attenzione che tutti devono avere nei confronti di chi sta peggio, di chi soffre.
Ragusa Ibla, partiti i solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio
Domenica mattina il quartiere barocco di Ibla si è risvegliato al suono degli zoccoli dei cavalli sulle basole. Hanno preso il via, con la prima edizione del raduno ippico San Giorgio, a cura del Csain, i festeggiamenti in onore di San Giorgio. Una tradizione che era andata perduta e che, per volontà di Sergio Donzella e Francesco Migliorisi, è stata adesso recuperata, con il supporto del comitato. Da Largo San Paolo sino a piazza Duomo e ritorno, trenta cavalieri e una carrozza hanno animato un corteo. “Abbiamo voluto – dicono Donzella e Migliorisi – dedicare il raduno alla memoria di don Peppino Firrincieli, storico portatore del santo cavaliere che è venuto a mancare tempo fa ma il cui ricordo rimane sempre vivo tra chi, come noi, cerca di portare avanti la tradizione dei solenni festeggiamenti in onore del patrono”. La giornata è stata caratterizzata anche dall’apertura della pesca di beneficenza nell’ex chiesa di Sant’Antonino, un altro appuntamento legato ai riti della tradizione, così come i disegni aventi per tema il santo cavaliere realizzati dagli studenti del plesso scolastico di Ibla dell’istituto comprensivo “Giovanni Pascoli”. Sino al 4 giugno è visitabile nell’androne di palazzo Arezzo di Trifiletti, lungo corso XXV Aprile, il concorso fotografico “Ibla Photo Festival” che raccoglie gli scatti più suggestivi legati ai festeggiamenti degli anni scorsi. Domenica mattina, al Duomo, si sono tenute le prime comunioni: undici ragazzini che hanno ricevuto il sacramento all’ombra del simulacro del santo cavaliere. “Un modo magnifico – ha detto il parroco del Duomo, don Pietro Floridia – di iniziare la settimana dei solenni festeggiamenti dedicati al glorioso patrono di Ragusa”.
LUNEDI’ AL DUOMO DI RAGUSA LA GIORNATA DIOCESANA DEL SOLLIEVO CON LA MESSA CELEBRATA DAL VESCOVO DI NOTO MONS. ANTONIO STAGLIANO
Un’occasione per affrontare un tema che sta particolarmente a cuore all’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute: l’umanizzazione delle cure. Si tratta della Giornata diocesana del sollievo che, inserita nel programma dei solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio martire, in programma lunedì 30 maggio alle 19 con la celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal vescovo della diocesi di Noto, monsignor Antonio Staglianò. L’obiettivo è di sensibilizzare gli ospedali, le parrocchie e il territorio sul tema del sollievo inteso non come negazione definitiva del dolore fisico ma come sostegno, nel dolore fisico, psicologico e spirituale al malato specie se cronico. La Giornata sarà celebrata in contemporanea nei giorni che vanno dal 25 al 31 maggio in tutte le Diocesi della Sicilia. A Ragusa è prevista la partecipazione dell’Asp e delle associazioni di volontariato Samot e Lilt operanti in ambito oncologico.
GIUBILEO DEI RAGAZZI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA
Domenica 22 maggio si svolgerà a Ragusa il Giubileo dei Ragazzi dell’Iniziazione Cristiana, cioè di coloro che si preparano a ricevere i Sacramenti, organizzato e coordinato dall’Ufficio Catechistico Diocesano. Secondo una prima previsione, saranno presenti circa 3000 ragazzi provenienti da tutte le parrocchie della Diocesi, distribuiti in dodici punti. Nella prima mezza giornata, dunque dall’arrivo sino al pranzo, i ragazzi saranno intrattenuti nelle dodici postazioni, presso le quali svilupperanno il tema “Crescere misericordiosi come il Padre”, attraverso giochi e momenti di riflessione. Le dodici postazioni saranno animate da catechisti, educatori dell’Oratorio dei Padri Salesiani e dell’ACR (Azione Cattolica Ragazzi) e Scout dell’AGESCI. Alle 14.30 tutti i ragazzi si ritroveranno in Piazza Cappuccini dalla quale partiranno insieme per dirigersi in Piazza San Giovanni, dove, dopo un momento di animazione, entreranno in Cattedrale per la Celebrazione Eucaristica del Vescovo, mons. Carmelo Cuttitta, che chiuderà la giornata.
DOMENICA A MARINA DI RAGUSA UNA SANTA MESSA SPECIALE PER SENSIBILIZZARE TUTTI SULLA CELIACHIA
Domenica 22 maggio l’ufficio diocesano per la Pastorale della Salute di Ragusa, in collaborazione con Aic Sicilia onlus, in occasione della “Settimana nazionale della Celiachia”, che si tiene dal 16 al 22 maggio, ha organizzato un momento celebrativo di sensibilizzazione e condivisione con i fedeli che saranno presenti alle 19 durante la santa messa presso la parrocchia di Santa Maria di Portosalvo, a Marina di Ragusa. In occasione della celebrazione eucaristica, infatti, i fedeli potranno ricevere la Santa comunione con le particole consacrate senza glutine. Dopo la santa messa presieduta da don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio per la Pastorale della salute, seguirà un momento informativo aperto ai fedeli, riguardante l’intolleranza alimentare al glutine; ciò permetterà di diffondere una maggiore conoscenza della celiachia, affinché il celiaco cristiano possa vivere la sua condizione in un clima di condivisione e accoglienza della propria diversità alimentare. Vale la pena di ricordare che cosa è la malattia celiaca o celiachia, vale a dire una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, kamut, triticale). La celiachia è caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, quali anemia, astenia, amenorrea, infertilità, aborti ricorrenti, bassa statura, ulcere del cavo orale, osteoporosi, dolori articolari, dermatiti, edemi, alopecia, alla associazione con altre malattie autoimmuni, fino a complicanze molto gravi quali l’epilessia con calcificazioni cerebrali o il linfoma intestinale. Le persone celiache devono modificare la loro dieta per tutta la vita, escludendo rigorosamente tutti gli alimenti che contengono glutine ed evitando ogni trasgressione. Inoltre è necessario ridurre il più possibile le contaminazioni, i rischi di “assunzione nascosta” di glutine a causa di comportamenti errati. A incidere sulla vita delle persone, oltre alla modifica permanente del regime alimentare, è la relazione con gli altri in contesti che prevedono pasti fuori casa: dalla scuola al lavoro, dal viaggio ai momenti di svago con gli amici. Dal 2005 la celiachia è riconosciuta “malattia sociale”.
SPECIALE ACCOGLIENZA ALL’OSPEDALE CIVILE DI RAGUSA PER LA MADONNA DELLA MEDAGLIA
L’accoglienza al simulacro di Maria Santissima della Medaglia nella giornata dedicata a tutte le mamme ha assunto un significato speciale.Dalla cattedrale, infatti, è arrivato in processione il simulacro della Vergine. Ad accoglierlo i componenti della cappellania ospedaliera e i volontari dell’Avo. E’ stato predisposto uno speciale omaggio floreale in onore alla Madonna, curato dai volontari. Subito dopo, è stato declamato l’inno alla Virgo fidelis. L’Arma dei carabinieri, la cui sede del comando provinciale insiste proprio in piazza Caduti di Nassirya dove l’accoglienza è stata concretizzata, ha voluto in questo modo partecipare allo speciale momento. Ma la fase più emozionante e carica di significati è stata quella della preghiera rivolta agli ammalati. Il simulacro è stato collocato nel giardino dell’ospedale. Qui sono stati lanciati in cielo dei palloncini di colore bianco e di colore azzurro, distintivi della Madonna. Poi, il momento di preghiera a favore degli ammalati animato dalla cappellania ospedaliera, dai volontari dell’Avo e dell’Unitalsi. Molti degenti si sono affacciati dalle finestre per rendere onore alla Vergine e per raccomandarvisi ai fini di una pronta guarigione. A guidare la processione il parroco della Cattedrale, don Gino Alessi. Medaglia miracolosa (o medaglia della Madonna delle Grazie, o medaglia dell’Immacolata) è il nome che la tradizione devozionale cattolica ha dato alla medaglia realizzata in seguito ai fatti del 1830 in rue du Bac,140, a Parigi, che ebbero per protagonista santa Caterina Labouré, novizia nel convento delle figlie della carità di San Vincenzo de ‘Paoli, la quale riferì di aver avuto delle apparizioni della Madonna.
MADONNA DELLA MEDAGLIA
Domenica 8 maggio, in occasione della processione esterna di Maria Santissima della Medaglia, l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha predisposto una speciale accoglienza. Dalla cattedrale, infatti, il simulacro arriverà in piazza Caduti di Nassirya, dinanzi all’ospedale Civile, intorno alle 19. “All’arrivo in piazza – dice don Giorgio Occhipinti, direttore dell’Ufficio diocesano – predisporremo uno speciale omaggio floreale in onore alla Madonna. Ad occuparsene saranno, in particolare, i volontari dell’Avo. Subito dopo sarà declamato l’inno alla Virgo fidelis per onorare l’Arma dei carabinieri di Ragusa il cui comando provinciale è sito proprio nella stessa piazza”. A seguire, il simulacro della Madonna sarà collocato nel giardino dell’ospedale per uno speciale momento di preghiera a favore degli ammalati guidato dai componenti della cappellania ospedalieria, dai volontari dell’Avo e dell’Unitalsi. “Medaglia miracolosa – spiega don Giorgio – è il nome che la tradizione devozionale cattolica ha dato alla medaglia realizzata in seguito ai fatti del 1830 in rue du Bac,140, a Parigi, che ebbero per protagonista santa Caterina Labouré, novizia nel convento delle figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli, la quale riferì di aver avuto delle apparizioni della Madonna. Secondo quanto riferito da suor Labouré, la medaglia sarebbe stata coniata dietro ordine esplicito della Madonna, dato durante la seconda apparizione (27 novembre 1830), come segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazia. Senza numero sono i miracoli che si sarebbero ottenuti attraverso la medaglia: la maggioranza, ovviamente, quasi senza possibilità di controllo.
Oltre le trivelle, quale sviluppo per il nostro Sud?
Pubblichiamo la nota del Vescovo di Noto Antonio Staglianò sul referendum di domenica prossima. “Come Chiesa non abbiamo nostre soluzioni per i problemi concreti, partecipiamo piuttosto alla comune ricerca di giustizia e di pace insieme a tutti gli uomini di buona volontà. I Vescovi italiani, a proposito del prossimo referendum voluto per abolire – con il “sì” – la continuità di licenze per estrazioni petrolifere nei mari, hanno chiesto che sia occasione di confronto onesto e lungimirante. Resta peraltro il fatto che il referendum è una significativa forma di democrazia con cui esercitare la sovranità popolare. E, al di là degli esiti, sono importanti tre questioni che come Chiesa e come Vescovo condividiamo in quanto partecipi delle tensioni per il bene comune. La prima questione riguarda i nostri territori: quale sviluppo vogliamo? Sembra chiara la vocazione del nostro Sud e del nostro Paese ad un turismo che sempre più si caratterizzerà come turismo sostenibile e che, per questo, avrà bisogno di territori liberi da qualsiasi forma di inquinamento, da qui un doveroso e improcrastinabile rispetto per il creato. La seconda questione riguarda: quali attenzione a salvaguardare ecosistemi e salute? Il papa nella “Laudato sì” invita ad un’attenzione agli ecosistemi, ai loro equilibri, che non dovrebbe lasciarci indifferenti. Diventa importante allora la ricerca di energie alternative, caratterizzate da sostenibilità ambientale, senza sottovalutare, in pari tempo, i gravi rischi per la salute che molte forme estrattive comportano. La terza questione riguarda quella che Papa Francesco chiama un’ecologia integrale: diventa ormai chiaro che rispettiamo l’uomo se rispettiamo l’ambiente e che il rispetto si coniuga con il custodire, logica opposta al profitto, all’appropriarsi, allo sfruttare le risorse della terra senza attenta valutazione delle conseguenze. Mi pare allora importante che dal referendum del 17 aprile prossimo scaturisca una più ampia e continuativa presa di coscienza della nostra responsabilità sulla custodia della casa comune e verso le nuove generazioni, senza trascurare le conseguenze riguardanti il mondo, già difficile, del lavoro. Come Chiesa non mancheremo di sollecitare, educare, promuovere testimonianze credibili. L’incontro con un testimone, come don Maurizio Patriciello, che si terrà nei prossimi giorni per tutta la diocesi (18 aprile alle 18,30 all’Oratorio S. Domenico Savio di Rosolini), aperto a tutti gli uomini di buona volontà, rientra in questo impegno per il bene comune che si traduce in scelte concrete e quotidiane a favore dell’uomo e del creato. Esorto, pertanto, ad una partecipazione responsabile, in sintonia con il Magistero della Chiesa, al servizio del bene del Paese e delle future generazioni”.
STRAORDINARIA PASQUA A MODICA CON LA FESTA DELLA MADONNA VASA VASA
La festa della Madonna Vasa Vasa a Modica, che celebra la resurrezione di Gesù Cristo e al tempo stesso la felicità della Madre nel ritrovare il proprio Figlio risorto, è stata quest’anno veramente indimenticabile. La novità del 2016 sono stati i baci serali, affiancati a quelli tradizionali della mattina che ripetono un rito che affonda le sue radici nei secoli. Una prima stima parla di oltre 50 mila persone che complessivamente hanno partecipato ai riti programmati per la Santa Pasqua a Modica. A mezzogiorno in punto il primo dei tre baci della tradizione. La Madonna Vasa Vasa, che prima era andata in giro tra i vicoli della città, ricoperta da un manto nero in segno di lutto, improvvisamente vede da lontano il figlio risorto. Si libera velocemente del manto, esplode la gioia mentre in aria volano le colombe bianche. Poco più avanti, in piazza Municipio, i due simulacri si avvicinano e avviene il bacio tra gli applausi festanti di un vero e proprio tappeto di persone che riempiono buona parte di corso Umberto, come le vie laterali. Il secondo bacio avviene dinnanzi la chiesa di San Pietro; terzo ed ultimo dei baci esterni della mattina, quello avvenuto dinnanzi la chiesa di Santa Maria di Betlem. Al rientro, ancora due baci al centro della navata della chiesa. In serata, dopo la messa presieduta da mons. Angelo Giurdanella, vicario generale della diocesi di Noto, in occasione del Giubileo della Misericordia si è svolta l’inedita processione con altri baci tra i due simulacri, accolti ancora una volta da una folla entusiasta. Anche in questo caso la Madonna Vasa Vasa, manovrata dai portatori, si è avvicinata al Cristo risorto e, inclinandosi, l’ha baciato sul petto. Pochi istanti dopo, l’atteso e suggestivo spettacolo pirotecnico. Il secondo bacio notturno è avvenuto invece nella piazza antistante il santuario della Madonna delle Grazie a cui è seguito il passaggio dalla porta santa e un altro bacio all’interno della chiesa. Terzo bacio serale esterno al centro di piazza Matteotti. La gioia dei portatori e dei fedeli ha poi portato ad un quarto bacio serale esterno, dinnanzi la chiesa di Santa Maria di Betlem ed infine ad un ulteriore bacio all’interno della chiesa, dinnanzi l’altare, prima di riporre definitivamente i due simulacri.
MARIA SANTISSIMA DI GULFI, VENERDI’ IL RITO DELLA SVELATA DARA’ IL VIA UFFICIALE AI FESTEGGIAMENTI
Passata la Pasqua, a Chiaramonte l’attenzione è tutta incentrata sulla domenica in Albis. Stanno per prendere il via, infatti, le giornate dedicate a Maria Santissima di Gulfi. Sarà l’intera cittadina a stringersi attorno alla “Patrona principale e Regina”. Già a partire da venerdì 1 aprile quando, alle 13,30, nel santuario che ospita il venerato simulacro, sarà animato il rito della “Svelata”. E’ il caratteristico momento della preparazione che anticipa l’uscita della domenica successiva alla Pasqua, che cade quest’anno il 3 aprile, quando la statua della Madonna lascerà il Santuario per raggiungere la Chiesa madre, dove resterà per nove giorni. Un rito che si ripete da più di quattro secoli e che è caratterizzato dall’accoglienza che il centro montano, a seguito della tradizionale “salita”, riserva alla sua Patrona. Sempre venerdì, alle 12,15, ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta da padre Antonino Catalfamo. Lunedì 4 aprile alle 20,30 si terrà il concerto “Lode a Maria” eseguito dal coro polifonico ibleo diretto dal maestro Nello Cavallo e venerdì 8 aprile alle 21,30 gran concerto di musica a Maria Ss. di Gulfi con il corpo bandistico “Alessandro Scarlatti” di Chiaramonte Gulfi, diretto dal maestro Sebastiano Gurrieri, con la partecipazione del soprano Emanuela Sgarlata. L’appuntamento più atteso è sempre quello di domenica 3 aprile quando, alle 10 in punto al Santuario di Gulfi, prenderà il via la tradizionale “Assumata”.
“Scinnuta” e “abballariata” al Duomo di S. Giorgio
“Truonu viva”. E’ bastato che questa acclamazione di giubilo, speciale e particolarmente sentita, riecheggiasse più volte, domenica sera, all’interno del Duomo di Ibla, per dare una dimensione compiuta al tradizionale rito della “Scinnuta”. I solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio martire hanno quindi preso il via. Erano centinaia i fedeli presenti che hanno assistito alla cerimonia della traslazione del simulacro del santo cavaliere dalla nicchia in cui viene ospitato tutto l’anno sino all’abside del Duomo. Effettuata la “Scinnuta”, i componenti del comitato che cura i festeggiamenti hanno proceduto a sistemare la lancia d’argento che colpisce il drago (quest’ultima fu regalata nel 1896 dai “sangiovannari” al loro celeste patrono, San Giorgio, proprio qualche mese prima che San Giovanni venisse proclamato patrono di Ragusa superiore) e le staffe del santo cavaliere. Qualche minuto prima, stessa procedura era stata effettuata per la traslazione dell’Arca santa (contiene oltre 100 reliquie di santi, le ultime delle quali sono state collocate dall’attuale parroco del Duomo, don Pietro Floridia: si tratta di quelle della beata Madre Candida dell’Eucaristia e di Santa Teresina di Gesù bambino), anche in questo caso utilizzando un sistema di argani molto ingegnoso ed efficiente, utilizzato da un centinaio d’anni circa a questa parte. Al suono della marcia di San Giorgio, eseguita con l’organo maximum del Duomo, il simulacro, sistemato sulle spalle dei portatori, ha dato vita alla caratteristica “abballariata” per rappresentare la caratteristica andatura del cavaliere in sella al proprio destriero. Più volte, inoltre, il simulacro è stato fatto affacciare, a porte del Duomo aperte, sulla soglia del sagrato, un altro gesto simbolico, con il santo cavaliere che ha voluto rendere omaggio, in un saluto che si ripete ogni anno, alla città e alla comunità dei fedeli. Anche l’Arca santa era stata collocata dai portatori nel transetto accanto all’altare. Il prossimo appuntamento, adesso, è per il 23 aprile quando sarà festeggiata la solennità liturgica di San Giorgio martire.
VENERDI’ SANTO A RAGUSA IBLA
A partire dalle 20, dalla chiesa Madre di San Giorgio, il momento più atteso: la solenne processione. Tra due ali di devoti, ciascuno con in mano i ceri votivi, accompagnati dal suono immerso nella mestizia della banda musicale “San Giorgio”, il Cristo morto e l’Addolorata, l’uno dinanzi all’altra, procederanno lungo le vie del quartiere. “Questa – dice lo studioso Gianni Giannone – è la processione più antica della città di Ragusa. Il Venerdì santo, la processione col simulacro del Cristo morto partiva dalla chiesa Madre della città, che fino al 1896, nonostante la divisione amministrativa perdurasse da trent’anni, risulta essere l’attuale Duomo di San Giorgio. Solo dopo il 1896, quando la chiesa di S. Giovanni divenne chiesa Madre del quartiere superiore, la processione dei misteri che nel quartiere alto si svolgeva il Giovedì santo, passò al Venerdì santo. La prima notizia storica riguardante il Venerdì santo risale al 14 aprile 1713. Così da quell’anno, ininterrottamente, tale processione ha avuto luogo. Nel 1928, venne realizzata dalla ditta Eugenio Brogli di Milano un’artistica urna in argento. L’iniziativa fu del camerlengo Ignazio Nifosì che, collaborato dalle Dame di Carità, riuscì a raccogliere ben 85 kg di frammenti di antichi monili in disuso presso le famiglie di Ragusa. Si costruì così l’urna, decorata da otto cristalli incisi dalla ditta Luigi Fontana di Milano, rappresentanti i simboli della passione: il sudario, la corona di spine, il martello, la tenaglia, la lancia e la spugna da un lato; il gallo, l’alabarda, i flagelli dall’altro; il tutto circondato da rami di spine. Le aste di faggio per il trasporto furono donate da Vincenzo Diquattro; il pittore Antonino Cannì dipinse a nuovo il Cristo Morto, le sorelle signorine Lo Presti Solarino ricamarono la sacra Sindone in lino; il materassino e il cuscino in velluto bianco furono ricamati dalle suore benedettine. Alla fine del XVIII secolo il canonico Croce Tumino commissionò a Napoli un prezioso simulacro della Madre Addolorata, con il volto e le mani di cera. Ancora oggi gli eredi del canonico Tumino provvedono per la Veglia mariana detta “visito” nella notte del Venerdì santo. Nel 1832 il palermitano Bagnasco, padre dello scultore del simulacro equestre di S. Giorgio, realizzò una statua processionale della Madre Addolorata. Nel 2007 lo scultore maltese Camilleri realizzò l’attuale simulacro della Madonna che viene portato con l’urna del Cristo morto, in silente scalpitio, attraverso le vie di Ragusa antica”.
IBLA, DOMENICA INIZIA LA FESTA DI SAN GIORGIO
Domenica al Duomo di Ibla la traslazione del simulacro darà il via ai solenni festeggiamenti in onore di S.Giorgio Chiuse le celebrazioni della Pasqua, saranno aperti, in via ufficiale, i festeggiamenti patronali in onore di San Giorgio martire. Da oltre 1.500 anni, da quando, cioè, il culto si è diffuso nella città di Ragusa, ancora una volta i fedeli si stringeranno attorno al santo cavaliere. Dopo la santa messa delle 19, all’interno del Duomo di Ibla sarà perpetuato un rito molto antico: la traslazione del simulacro del santo dalla nicchia in cui viene ospitato tutto l’anno sino all’abside accanto all’altare, dove rimarrà per tutto il periodo dei festeggiamenti. Prima, però, la traslazione sarà effettuata anche per l’Arca santa. Come sempre, i fedeli accoglieranno questo singolare momento, quello della “scinnuta”, con grida di giubilo, manifestando la propria devozione nei confronti del glorioso patrono di Ragusa. Tra le navate, dunque, i primi momenti di festa mentre la caratteristica “abballariata” renderà il rito ancora più coinvolgente. Quest’anno ricorre il 373esimo anniversario da quando il martire è stato insignito del titolo di patrono della città di Ragusa. Tutto ciò in preparazione della festa esterna che si terrà il 3, 4 e 5 giugno.