“Le immagini parlano chiaro e quindi credo di più alla Procura che a lei”. Sono queste le parole che Davide Stival avrebbe detto al termine dell’incontro con la moglie, Veronica Panarello, all’uscita del carcere di Agrigento dove si trova reclusa con l’accusa di avere ucciso il figlio Loris di otto anni. L’incontro è avvenuto per il giorno dell’Epifania. Il primo in assoluto dal nove dicembre scorso, quando la donna è stata dichiarata in stato di fermo. Durante il colloquio, durato qualche ora, l’uomo ha chiesto alla moglie di ricostruire passo dopo passo la giornata del 29 novembre: “Non è cambiato nulla – ricostruisce l’avvocato di Davide, Daniele Scrofani, che ha parlato con il suo assistito dopo la visita in carcere – Veronica Panarello ha continuato a sostenere la sua versione, quella di aver accompagnato Loris a scuola quel giorno. Davide Stival le ha contestato che sulla base di quello che ha visto nelle immagini estrapolate dalle telecamere le due verità non coincidono. Questo incontro – aggiunge l’avvocato Scrofani – il mio assistito lo voleva da un po’, ma ha aspettato finora, anche alla luce della decisione del Tribunale del riesame”. Le distanze, però, sono rimaste sempre uguali. Tant’è che è da escludere che, almeno per il momento, ci possano essere altri incontri.
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OMICIDIO LORIS, VERTICE IN PROCURA
E’ tenuta sempre sotto stretto controllo, per evitare eventuali azioni autolesioniste, Veronica Panarello, la donna in carcere a Agrigento con la pesante accusa di avere ucciso il figlio Loris di otto anni. Rimane nel penitenziario agrigentino dopo il no alla scarcerazione arrivato dopo quasi 24 ore di camera di consiglio da parte del Tribunale del Riesame di Catania. Le motivazioni non ci sono ancora, ma è chiaro che il tribunale etneo ha ritenuto attendibili le risultanze dell’ordinanza del Gip di Ragusa. La giovane donna, però, continua a professarsi innocente. Era previsto per oggi, ma slitterà a mercoledì, un incontro in Procura a Ragusa, per “fare il punto della situazione” e valutare le “ulteriori iniziative da intraprendere“. Perche’, si sottolinea dal Palazzo di Giustizia, restano “episodi da chiarire e sviluppare“, per quelli che il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota chiamano “tutti gli scenari possibili“. Ma non solo, si osserva: “Un conto sono gli indizi di colpevolezza per un’udienza cautelare, un’altra cosa e’ portare prove in un eventuale processo“. E verifiche e indagini si accentrano su tre scenari: la donna ha agito da sola o ha avuto un complice che l’ha aiutata a compiere il delitto o nell’occultare il cadavere portando il corpo di Loris nel canalone di Mulino Vecchio. Tutte “ipotesi piene di criticita’“, per la difesa. Tutti indizi che, per il momento, per Procura e Gip di Ragusa e Tribunale del Riesame di Catania portano ad una sospettata: Veronica Panarello
Famiglia rapinata a Scicli
È successo domenica sera intorno alle 20, a Scicli, in Contrada Fallì, quattro malviventi hanno atteso davanti ad un’abitazione di campagna che rientrassero i proprietari per poi rapinarli. Una famiglia intera, marito e moglie con due figli, mentre stava per fare rientro nella propria abitazione dopo una giornata passata fuori, è stata accerchiata da quattro uomini non armati e col volto coperto. Uno ha colpito il capo famiglia con un pugno al volto. Dunque, dopo aver legato ed imbavagliato l’intera famiglia, i malviventi hanno iniziato a rovistare in tutte le camere e, una volta raccolto del denaro contante (circa 300 euro) e dell’oro, abbandonavano l’abitazione dandosi alla fuga per le campagne circostanti. Dopo essere riusciti a liberarsi, le vittime hanno immediatamente chiamato il 112 e, poco dopo, infatti, sul posto interveniva una pattuglia dei Carabinieri che, dopo aver accertato quanto accaduto, comunicava alla Centrale Operativa i primi elementi descrittivi raccolti, allertando tutte le pattuglie presenti sul territorio ed approntando dei posti di controllo in modo da chiudere le eventuali vie di fuga dei malviventi. Al momento, però, i malviventi non sono stati ancora identificati.
LORIS, VERONICA RESTA IN CARCERE
Veronica Panarello resta in carcere. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale del Riesame di Catania al termine di quasi 24 ore di camera di consiglio. La donna è in carcere dal nove dicembre scorso con l’accusa di avere ucciso il figlioletto Loris di otto anni. La decisione è stata depositata in segreteria nel primo pomeriggio di sabato. “Abbiamo appreso della decisione dei giudici: è un primo passo, ma soltanto in sede cautelare. Aspettiamo di leggere le motivazioni per ricorrere eventualmente in Cassazione. Resto convinto dell’innocenza della mia cliente e lo dimostreremo nelle sedi competenti”. Questo il commento del legale della donna, l’avvocato Francesco Villardita. “Le indagini continuano, sia sull’indagata sia sugli scenari in cui il delitto è maturato. Per il resto le ordinanze non si commentano”, il commento a caldo del procuratore della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia.
Sgominata banda che gestiva a Ragusa quasi cinquanta prostitute
Le indagini della Polizia di Stato sono partite nel 2012 e terminate nel 2014 permettendo di denunciare per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ben 5 persone, 3 ragusani di 65, 53 e 45 anni ed una coppia di colombiani, lui di 40 anni 40 e lei di 34. Il giro d’affari era impressionante, migliaia di euro al mese sia per gli organizzatori che per le prostitute. I 5 denunciati, con la complicità di altri proprietari immobiliari insospettabili di Ragusa, avevano organizzato tutto. Ognuno di loro aveva dei compiti, chi procurava le case e faceva contratti d’affitto a proprio nome, chi aveva la disponibilità degli appartamenti ed era a conoscenza dell’attività di meretricio, chi curava l’aspetto degli annunci sui siti specializzati, chi invece andava a prendere le prostitute all’aeroporto di Catania per poi accompagnarle nelle case del piacere create ad hoc. Il ricambio era settimanale o bisettimanale. Durante le attività d’indagine sono stati identificati oltre 400 clienti e sequestrati centinaia di preservativi ed oggetti utilizzati per i rapporti sessuali più trasgressivi.
TRATTI IN SALVO CON UN BAMBINO IN FASCE, ERANO RIMASTI IN PANNE A BORDO DI UN PULLMAN A CAUSA DELLA NEVE
Particolarmente turbolenti le ore a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno a causa della copiosa quantità di neve caduta sull’intera provincia iblea. Numerosissime le chiamate al 113 che si sono susseguite con ritmo incalzante per l’intera nottata, appena scoccata la mezzanotte. Svariati gli interventi effettuati dagli operatori di Squadra Volante: dall’auto rimasta in panne alla richiesta di ausilio perché bloccati per ore in strada all’interno della vettura: sono state queste le richieste di aiuto giunte alla Polizia e svariati gli interventi effettuati, con ritmo frenetico e nonostante la neve, con le vetture di servizio appositamente allestite in considerazione dell’allerta meteo. Fra le tante, in particolare, intorno alle 4 del mattino giungeva una chiamata in Sala Operativa che segnalava la presenza di un pullman posizionatosi di traverso rispetto al doppio senso sensi di marcia sulle corsie di via Risorgimento, poco prima del curvone che conduce a Ibla. All’arrivo dei poliziotti, a bordo di due fuoristrada della Polizia di Stato, il conducente del mezzo tentava di ripartire ma il pullman slittava sul manto stradale reso viscido e scivoloso dal ghiaccio con la conseguenza che andava ad impattare con le altre autovetture, nel frattempo, fermatesi a causa dell’anomalia della manovra. Considerata la nevicata in atto e la impossibilità di uscire dall’impasse celermente – vista anche la presenza di un bebè e di alcune persone anziane – agli operatori non rimaneva altro da fare che svincolare il mezzo, con ausilio di altro fuoristrada, e – una volta agganciato al mezzo della Polizia – trainarlo fin sotto la pensilina della vicina stazione di servizio. Giunti sotto una copertura sicura, gli operatori in servizio trasbordavano le persone più bisognevoli di soccorso immediato (bebè ed anziani) provvedendo ad accompagnarli presso le loro abitazioni.
DIECI ORE BLOCCATI ALL’AEROPORTO DI MALTA, INIZIO ANNO CON ODISSEA PER ALCUNI VIAGGIATORI DELL’AREA IBLEA
“Ritengo che la società di gestione dell’aeroporto di Comiso, la Soaco, prima di stringere accordi con i vettori, debba sincerarsi meglio dell’affidabilità di alcuni tra questi”. E’ quanto sottolinea il presidente dell’associazione Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, raccontando l’odissea che ha riguardato da vicino oltre un centinaio di passeggeri dell’area iblea, e non solo, che, dopo avere trascorso il Capodanno a Malta, intendevano fare rientro, venerdì mattina, con il volo delle 7,10 della FlyHermes, dall’isola dei cavalieri all’aeroporto di Comiso. “E invece – continua Chiavola – questo viaggio si è trasformato in una vicenda incresciosa perché soltanto alle 17,30 il volo ha finalmente preso il via. Cioè i passeggeri sono rimasti per dieci ore bloccati e per ben nove ore nessuno ha detto loro che cosa stava accadendo. Il volo era stato rinviato una prima volta alle 11,10, poi alle 12,10. Ma di fatto non si conosceva che cosa stava succedendo perché nello scalo aeroportuale maltese non c’era la possibilità di interagire con alcun rappresentante della compagnia. Alcuni passeggeri, inoltre, hanno informato di quanto stava accadendo l’ambasciata italiana a Malta. A quanto pare, a causa di un problema non meglio identificato, all’aereo della suddetta compagnia non è stato fornito il permesso di volare. Soltanto dopo una serie di tira e molla, e grazie all’intervento dell’ambasciata italiana, sarebbe stato dato l’ok per l’imbarco e permesso ai visitatori iblei di prendere l’aereo per ritornare finalmente in Italia. In ultimo, la ciliegina sulla torta. I passeggeri, dopo essere stati imbarcati, sono rimasti chiusi a bordo per circa mezz’ora perché, a causa dei voli dirottati su Comiso per l’emergenza Etna, il traffico aereo ha impedito al volo della FlyHermes di potersi dirigere in maniera immediata sul La Torre. Ora, capisco che non c’è alcuna responsabilità della Soaco. Però mi pare che non sia la prima volta che la FlyHermes stia facendo registrare delle situazioni improbabili. Non è certo di queste compagnie che la nostra terra ha bisogno per crescere e per puntare sullo sviluppo turistico”.
COMISO SPACCIAVA COMODAMENTE DA CASA MENTRE SCONTAVA I DOMICILIARI
Già da qualche giorno, uno strano via vai di gente, nei pressi dell’abitazione di un cittadino tunisino, agli arresti domiciliari, aveva insospettito i carabinieri, che avevano organizzato appositi servizi di osservazione. Così, nella serata di venerdì i militari della Stazione Carabinieri di Acate sono andati ad effettuare un controllo. L’uomo è apparso subito nervoso e particolarmente nervoso per la visita improvvisa dei militari. Tale atteggiamento incuriosiva i carabinieri che, notando il pregiudicato “piantonare” uno sportello della cucina, si rendevano conto di ciò che avrebbero trovato. Infatti, là dentro, c’erano ben 55 grammi di hashish, in parte già suddivisa in stecchette. A questo punto veniva perquisita anche il resto dell’abitazione ove veniva trovato anche materiale per il confezionamento dello stupefacente. Scoperto, Garbi Aimen, classe ’83, è stato accompagnato in caserma per le formalità di rito e nuovamente sottoposto agli arresti domiciliar. Garbi era stato arrestato dai Carabinieri per reati contro il patrimonio.
LA SCOMPARSA DI PEPPINO DIPASQUALE
“E’ con grande mestizia che annunciamo la scomparsa di Giuseppe Dipasquale, dopo una malattia devastante che nel giro di pochi mesi lo ha consumato. Giuseppe, per noi tutti Peppino, o meglio ancora federale, resterà per sempre nel nostro cuore”. E’ quanto dice il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, ricordando che Giuseppe Dipasquale ha da sempre rappresentato un punto di riferimento storico per la Destra a Ragusa tanto da ricoprire ruoli di primo piano prima nell’Msi, poi in Alleanza nazionale quindi sino all’ultimo come commissario cittadino de “La Destra”. “Io, assieme a tutti gli altri che siamo stati avviati alla passione per la politica dalla sua grande determinazione – aggiunge Chiavola – piangiamo la mancanza di un personaggio di grande statura, un amico, una guida, una persona che ci ha spiegato che cos’è la Politica, quella con la P maiuscola. La politica intesa come sacerdozio laico, la politica per passione. Ecco perché salutiamo Peppino con la consapevolezza che la sua testimonianza sarà comunque portata avanti da me e da altre persone che lo hanno seguito nel percorso per fare in modo che il nostro piccolo mondo potesse diventare un poco migliore. Lui, grazie agli insegnamenti che ci ha dato, c’è di certo riuscito”. I funerali si terranno sabato 3 gennaio alle 15,30 nella chiesa Sacra Famiglia di via Archimede a Ragusa.
LORYS, GIUDICI IN CAMERA DI CONSIGLIO
E’ terminata poco dopo le 15,30 l’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Catania che deve decidere sull’istanza di scarcerazione avanzata dall’avvocato Francesco Villardita, legale di Veronica Panarello. La giovane donna è accusata di avere ucciso il figlio Lorys, lo scorso 29 novembre, e di averne occultato il cadavere nell’immediata periferia di Santa Croce. Un’udienza fiume che era iniziata il 31 dicembre, al mattino, ed era stata poi sospesa dopo circa dodici ore. Questa mattina, intorno alle dieci, alla presenza dall’accusa, rappresentata dal Procuratore capo Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota, i giudici hanno ripreso l’udienza. Presente anche Veronica Panarello, arrivata su un blindato della Polizia penitenziaria dal carcere di Agrigento dove si trova da diversi giorni. I giudici sono in camera di consiglio: la decisione verrà presa nelle prossime ore, in ogni caso prima di mezzogiorno di domani, termine ultimo. “Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni – ha detto il legale della Panarello -, saranno i giudici in piena serenità a decidere”.
RAGUSA DITTA BUSSO, PARTECIPIAMO CHIEDE SPIEGAZIONI
Dopo la denuncia dell’Unione Sindacale di Base -CUB-USB relativamente ad assunzioni extra dotazione organica dell’impresa che attualmente gestisce, in regime di proroga e con contratto scaduto, il servizio di raccolta dei rifiuti a Ragusa il movimento Partecipiamo invita l’Amministrazione Comunale e le Autorità competenti ad accertare la veridicità dei gravissimi fatti denunciati. “Non possono esserci discriminazioni sindacali in nessun luogo di lavoro ed ancora meno nelle imprese che erogano servizi per il Comune di Ragusa. Intendiamo ribadire, in maniera chiara e senza equivoci interpretativi, un concetto generale che prescinde da fatti specifici. Non deve più essere possibile che il privato che ha rapporti con un ente pubblico assuma persone senza alcun criterio di accesso, se non quello parentale e clientelare, per poi creare una sorta di ‘automatismo’ in cui l’ente pubblico, quindi la collettività, si prenda in carico tale personale. Per eventuali impieghi pubblici si devono seguire le procedure normativamente previste senza ‘scorciatoie’ e furberie . Noi opporremo ogni legittima azione tesa ad impedire qualsiasi tentativo di trasformare assunzioni private, a discapito della stragrande maggioranza di persone senza lavoro e senza ‘raccomandazioni’, in obblighi e ‘diritti aquisiti’ , con costi ed oneri, a carico del bilancio del Comune di Ragusa”.
Modica dichiara lo stato di calamità per la nevicata del 31
La richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale, a seguito delle eccezionali condizioni meteo verificatesi nel territorio comunale nella notte tra il 31 dicembre 2014 e il 1 gennaio 2015, è stata adottata dalla giunta municipale. La giunta, nell’atto approvato, ha chiesto al Consiglio dei Ministri di deliberare lo stato di emergenza così come disposto dall’art. 5 della legge 225/92 e al Presidente della Regione siciliana la dichiarazione dell’esistenza di eccezionale calamità o avversità atmosferica, ivi compresa la individuazione dei territori danneggiati e le provvidenze previste. “Chi ha subito un danno deve, commenta il sindaco, Ignazio Abbate, predisporre la documentazione di rito corredata da foto e da qualsiasi altro atto che attesti il danno patito. Ciò sarà necessario per la presentazione di eventuali e future istanze per chiedere il riconoscimento economico rispetto alle perdite subite”. Chiarimenti per la predisposizione delle pratiche possono richiedersi all’Ufficio di Protezione Civile al Palazasi. Tra i danni rientrano, oltre quelli subiti dalle aziende agricole e zootecniche, anche quelli relativi al patrimonio infrastrutturale pubblico.
CIMITERO RAGUSA, I PARENTI DEL DEFUNTO FANNO LUCE CON LE TORCE ELETTRICHE
La denuncia arriva dal consigliere comunale Chiavola: “I parenti di un defunto sono stati costretti a fare luce con le torce durante una tumulazione nel colombario del cimitero di Ragusa superiore. Quello che hanno subito queste persone – aggiunge Chiavola – è davvero il colmo. Basti pensare che i lavoratori della cooperativa che gestisce il servizio hanno dovuto faticare non poco per issare il carrello che fa da supporto alla bara per raggiungere la quarta fila del colombario dove la bara in questione doveva essere collocata. La cornice indecorosa, resa problematica ancora di più dall’assenza di luce, si è aggravata con il crollo, dal soffitto, di alcune parti d’intonaco mentre è stato possibile notare che alcune lampade, sempre dal soffitto, si reggono soltanto con il filo elettrico visto che i tasselli di ancoraggio risultano staccati. Per tutta questa serie di motivi, presenterò una interrogazione all’Amministrazione comunale e, in particolare, all’assessore che si occupa dei Servizi cimiteriali”.
Ragusa, palestra di Via Aldo Moro senza riscaldamento
“Condizioni impietose per le squadre che si allenano nella palestra comunale Pappalardo di via Aldo Moro”. La denuncia arriva dal consigliere comunale del Movimento Civico Ibleo, Gianluca Morando, che ha raccolto le lamentele di numerosi atleti a causa del mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento. “In questi giorni in cui le temperature si sono abbassate – dice Morando – l’impianto è off limits perché il freddo impedisce alle squadre di potere esercitare regolarmente la propria attività. In più, visto che l’acqua resta praticamente ghiacciata, gli atleti non hanno la possibilità di fare le docce a conclusione di ogni seduta. In molti, perdurando questa situazione di disagio, hanno preferito non allenarsi”. Ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere posto sotto attenzione. “Nonostante sia stato effettuato il previsto intervento che avrebbe dovuto risolvere la questione – aggiunge Morando – in realtà non c’è stato alcun passo in avanti, nel senso che si registrano copiose infiltrazioni d’acqua e continua a piovere all’interno della palestra. Una situazione a dir poco incresciosa perché si pensava che il problema potesse essere risolto. E, invece, non è così. Pioveva prima all’interno e continua a piovere anche adesso nonostante la riparazione sia stata effettuata. Viene naturale chiedersi in che modo si sia intervenuto. La questione, naturalmente, sarà posta da me in aula per ottenere risposte appropriate da parte dell’assessore comunale all’Edilizia sportiva”.
AGGREDISCE LA CONVIVENTE INCINTA, ARRESTATO
E’ successo nella notte di Capodanno: non erano ancora passate le dieci che Mustafà Nicolae, 36enne romeno, ha pensato bene di alzare il gomito e reiterare i maltrattamenti nei confronti della propria convivente A.L., sua coetanea e connazionale, comportamenti questi che già gli erano costati il carcere nel 2011. In casa, alla presenza del figlioletto di nove anni, la donna – al quinto mese di gravidanza – veniva insultata e strattonata; successivamente, mentre cercava di sottrarsi alle furiose ire del marito e nonostante l’intervento in aiuto della sorella di lei, Nicolae Mustafà colpiva ripetutamente la propria compagna sferrandole un pugno in volto. A quel punto, la donna atterrita riusciva a svincolarsi e a comporre il 113: nel più breve tempo possibile i poliziotti raggiungevano il sito indicato Dove scorgevano, sulla via antistante l’abitazione, la donna e il figlioletto che cercava di allontanarsi dall’uomo visibilmente alterato. Anche alla presenza degli operatori intervenuti, il Mustafà, senza alcuna remora, continuava a profferire ingiurie e minacce di morte nei confronti della propria compagna e nonostante la Squadra Volante intervenuta cercasse di bloccarlo e fermarlo quando tentava di scagliarsi ancora contro la donna in preda al panico, per tutta risposta il romeno recidivo insultava gravemente i poliziotti, si scagliava contro uno di essi (procurandogli lesioni lievi) e li minacciava di morte. L’uomo è stato arrestato.
Arrestati dai Carabinieri dopo aver rubato un ciclomotore
Avevano tentato la fuga ma sono stati raggiunti e catturati dai militari dell’Arma. È successo intorno alle 03.30 della notte tra giovedì e venerdì a Scicli lungo la SP 39. Due pattuglie della Tenenza dei Carabinieri di Scicli e della Stazione di Donnalucata, impegnate in un apposito servizio per la prevenzione e repressione dei reati predatori e, in particolare, dei furti in abitazione, nel percorre la SP 39 – Donnalucata-Scicli, hanno notato un veicolo che, con fare sospetto, procedeva lungo la strada a fari spenti e, alla vista delle pattuglie, accelerava la marcia. I militari dell’Arma, insospettiti dalla strana manovra compiuta dall’auto, cercavano di raggiungerla per un controllo ma, improvvisamente, accelerando bruscamente, tentava la fuga. Dopo un inseguimento per tutta la SP 39, i Carabinieri riuscivano a bloccare la corsa dell’auto in fuga e a controllarne gli occupanti. A bordo venivano identificati Smida Oualid, tunisino di 33 anni, bracciante agricolo e Amor Yousr, 24enne, nullafacente, entrambi già noti alle forze dell’ordine. I due venivano sorpresi in possesso di diversi arnesi atti allo scasso nonché, nascosto nel bagagliaio del veicolo, di un ciclomotore rubato poco prima. I due sono ai domiciliari.
Neve a Scicli, donna in procinto di parto soccorsa – Ingenti danni in agricoltura
A memoria d’uomo non si ricorda la neve a Scicli. Tantomeno a Sampieri, sul mare. L’ufficio comunale di protezione civile, in collaborazione con Dipartimento regionale di protezione civile e con i carabinieri della Tenenza di Scicli, ha messo in moto la macchina dei soccorsi. Una donna al nono mese di gravidanza, in preda al panico, è stata soccorsa in contrada Spana, alla immediata periferia della città, sulla strada per Modica, e accompagnata a casa. Una ventina gli automobilisti bloccati sulla Scicli-Modica via Fiumelato sono stati soccorsi. Ingenti i danni alle colture in pieno campo e alle serre in legno. Giovedì mattinata è stato chiuso per impraticabilità il cimitero di contrada Mendolilli.
ARRESTATO A COMISO MENTRE SCONTAVA I DOMICILIARI
Fin dalle prime ore della mattinata odierna, in tutto il territorio della giurisdizione della Compagnia Carabinieri di Vittoria, sono state eseguite una serie di perquisizioni antidroga, in abitazioni urbane così come in quelle di campagna. Nel comune di Comiso i Carabinieri hanno posto la loro attenzione su un pregiudicato che stava già scontando una pena agli arresti domiciliari come conseguenza dell’operazione “Intercapedine”, svolta dal Comando Provinciale di Ragusa lo scorso Ottobre 2014. Si tratta di Gianluca Palumbo di 25 anni. Durante una perquisizione domiciliare, operata dai militari di Comiso unitamente al Nucleo Cinofili dei Carabinieri di Nicolosi. “Ivan”, si chiama così il cane antidroga dal fiuto infallibile, ha consentito ai carabinieri di rinvenire, nell’abitazione del Palumbo, 10 grammi circa di “cocaina” e “marijuana”, già suddivisa in dosi e pronta per essere immessa sul mercato. Il soggetto è stato condotto in caserma per le formalità di rito e successivamente presso il Carcere di Ragusa, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, Dott.ssa La Placa dinanzi al quale dovrà rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Eccezionale nevicata a capodanno: in strada i carabinieri del comando provinciale ibleo
L’eccezionale nevicata che ha investito la provincia iblea – dai monti fino a tutta la linea costiera – la scorsa notte ha visto impegnati tutti i carabinieri del comando provinciale di Ragusa. La nevicata è iniziata intorno alla mezzanotte e mezza e, dopi i primi 30-45 minuti, è partito il piano emergenza neve dell’Arma iblea. I militari hanno montato le catene sui veicoli di pattuglia e hanno iniziato a perlustrare le vie principali tra Castiglione e Ragusa, di qui a Modica e da Modica al mare. Altri militari sono stati fatti rientrare urgentemente in servizio in tutti i comandi dotati di automezzi a quattro ruote motrici. Le zone più colpite sono state i tre comuni montani (Monterosso soprattutto e Giarratana, un po’ meno Chiaramonte), Ragusa fino al mare e Santa Croce, ma soprattutto la zona ad est dell’Irminio, da Frigintini fino al mare, passando da Modica e fino a Ispica. I carabinieri, date le previsioni della mattina antecedente, avevano già approntato il necessario nel corso della giornata. Sale e badili per l’ingresso della caserma, i veicoli necessari parcheggiati al coperto con le catene già nei portabagagli. Certo, non poche difficoltà hanno avuto, specie a Monterosso e Giarratana, poiché hanno dovuto liberare dalla neve l’area davanti ai garage. I carabinieri sono dovuti intervenire per diversi sinistri stradali autonomi, sempre per autovetture finite fuori dalla sede stradale dopo essere scivolate sulla neve, per prestare ausilio agli automobilisti che hanno a lungo dovuto aspettare i carri attrezzi. Decine le auto in panne, sulla strada provinciale 25, sulla strada statale 514, in viale delle Americhe, sulla strada provinciale 10 per Chiaramonte (ad ora ancora difficilmente percorribile), e soprattutto a Modica, sulla strada per Pozzallo e per Marina di Modica. Molte persone erano in difficoltà con le catene, che non sapevano come installare sebbene le avessero al seguito. Altri automobilisti hanno bloccato le auto ma, spento il motore, in poche decine di minuti hanno esaurito la batteria e si sono trovati al freddo, a volte anche con bimbi piccoli in auto. Attualmente la neve, che si sta sciogliendo sulle strade o è stata spazzata via, è stata sostituita da un forte vento da nord con raffiche fino a 40 km/h. E’ stato segnalato un palo della luce a terra e l’Enel è già stata allertata. I carabinieri raccomandano di rimanere in casa e uscire solo in assoluto caso di necessità e urgenza. In caso di emergenza chiamare il numero 112.
Loris, la parola al Riesame
È attesa entro il tre gennaio la decisione del Tribunale dei Riesame sull’istanza di scarcerazione di Veronica Panarello, accusata dell’omicidio del figlio Loris. Mercoledì mattina, a Catania, si è tenuta l’udienza alla presenza del Procuratore della Repubblica, Carmelo Petralia, e dell’avvocato Francesco Villardita che ha presentato l’istanza. I giudici, come detto, avranno tempo per decidere entro il tre gennaio.