Sabato 13 dicembre, in occasione della ricorrenza di Santa Lucia, l’ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha organizzato, come ogni anno, una celebrazione eucaristica che si annuncia molto sentita e che si prevede molto partecipata. A partire dalle 10,45, nella struttura complessa di Oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, a Ragusa, ci sarà un breve incontro sulla cura e la prevenzione di patologie dell’occhio e della vista. A relazionare il primario, dott. Salvatore Azzaro. Alle 11, la celebrazione eucaristica con il rito per la benedizione degli occhi presieduta da don Giorgio Occhipinti. Sarà ricordata l’infermiera Daniela Dinatale, prematuramente scomparsa nei giorni scorsi.
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SCICLI, LA SCOMPARSA DI BARTOLOMEO DONZELLA
Bartolomeo Donzella presidente del circolo Acli di Scicli riusciva sempre a vedere la luce anche se il tunnel era buio e lungo. Faceva le cose più semplici credendo sempre che la scelta era la più giusta per tutti. Il consiglio provinciale delle Acli iblee ha voluto ricordare un uomo straordinario che ha dedicato parte della propria vita, fino all’ultimo giorno, alle Acli. “Era doveroso ricordare una figura importante per la nostra realtà –spiega il presidente provinciale delle Acli, Simona Licitra – abbiamo voluto ringraziarlo perché siamo convinti che da lassù ci sappia dare, come sempre, i consigli utili. Bartolomeo non si lasciava fermare da alcun ostacolo, aveva entusiasmo e passione quando agiva; quello stesso entusiasmo e quella stessa passione che tutti i giovani che si accostano alla vita associativa dovrebbero ereditare e custodire come un dono. A Bartolomeo mille volte grazie per l’impegno e la dedizione che ha dedicato alla vita associativa. Alla sua famiglia, ai suoi cari, le nostre più sentite condoglianze”.
L’omicidio di Loris, assistenti sociali propongono un progetto in aiuto degli alunni della scuola di Santa Croce
Un’azione di sostegno per i bambini dell’Istituto “Falcone-Borsellino” di Santa Croce è stata proposta dall’’Ordine degli Assistenti Sociali della regione Sicilia che mette a disposizione le proprie metodologie e figure professionali a favore degli alunni della scuola del piccolo Loris. “La comunità di Santa Croce e in particolare la scuola elementare frequentata dal piccolo Loris Stival, sono stati travolti da una tragedia senza precedenti per cui è impossibile essere preparati- ha detto la Presidente dell’Ordine Bianca Lo Bianco-. Ci si trova di fronte a situazioni familiari e tragici eventi, che diventa arduo spiegare senza che la vicenda lasci strascichi psicologici e sociali tra i bambini e le loro famiglie”. « Queste tragedie non possono essere solo vissute, sviscerate, divulgate ed archiviate, ma devono condurre la nostra società ad una riflessione profonda e ad una rivisitazione e rimodulazione di tutto un sistema di prevenzione e contenimento dei disagi che non può essere né improvvisato, né sviluppato sull’onda dell’emergenza».L’ordine degli assistenti sociali è pronto a chiedere alla Regione Sicilia la condivisione di un progetto di sostegno e collaborazione con l’istituto scolastico per un piano d’intervento a sostegno degli alunni e delle loro famiglie.
Scicli, uomo scompare da casa: rintracciato dai Carabinieri
Vittoria, arrestato sorvegliato speciale
Si trovava tranquillamente alla guida della sua Alfa Romeo 166 privo della patente di guida che non aveva mai conseguito, quando i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Vittoria lo hanno riconosciuto e lo hanno fermato in contrada Pozzo Bollente: per Calin Vasile, 36enne pregiudicato rumeno, sottoposto alla sorveglianza speciale nel comune di residenza, sono scattate così le manette.
Loris, oggi l’udienza di convalida
E’ attesa per oggi, al carcere di piazza Lanza, a Catania, l’udienza di convalida del fermo di Veronica Panarello, la 26enne accusata dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere del figlio Loris di otto anni. La donna, difesa dall’avvocato Francesco Villardita, continua a professarsi innocente. In una cella d’isolamento nel braccio femminile del penitenziario catanese, è sorvegliata a vista per evitare eventuali atti di autolesionismo. La donna, secondo quanto riferisce il suo avvocato, chiede al marito Davide di non abbandonarla. Il giovane marito, però, non nasconde le proprie perplessità, e ha in queste ore ripete: “Chi è stato, è stato e deve pagare, anche se è stata mia moglie”. Davide, che nel primo momento l’ha difesa a spada tratta, accusa il colpo dopo il fermo.
Trovato un barboncino ancora in vita in un sacco di iuta a Ragusa
Sconvolgente ritrovamento in questi giorni, alla periferia di Ragusa, di un barboncino in pessime condizioni di salute, all’interno di un sacco di iuta. E’ stata una donna, mentre passeggiava, ad accorgersi della presenza a lato carreggiata, accanto un cassonetto per la raccolta dei rifiuti, di questo sacco all’interno del quale vi erano strani movimenti. Subito lo ha aperto, facendo la triste scoperta. All’interno il cagnolino, totalmente cieco, e visibilmente dolorante. Subito la signora lo ha portato all’anagrafe canina, i cui responsabili hanno investito del caso il nucleo provinciale delle guardie zoofile dell’Enpa. Fitte le indagini condotte, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Ragusa, che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di una persona, il proprietario, che dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamento di animali. Nel corso
dell’attività di indagine, le guardie zoofile hanno acquisito filmati di telecamere per ricostruire il percorso compiuto da chi ha materialmente abbandonato l’animale. Tra l’altro oltre al proprietario, sono stati sentiti anche alcuni componenti del nucleo familiare per tentare di capire e ricostruire l’accaduto. Il fiuto e la grande professionalità delle guardie zoofile dell’Enpa provinciale di Ragusa hanno consentito di risolvere in breve tempo il triste episodio, su cui sono in corso ulteriori indagini per meglio appurare modalità e responsabilità. L’animale si trova attualmente ricoverato nei locali dell’anagrafe canina. Ad appesantire la posizione dell’indagato, anche il fatto che lo stesso non abbia ritenuto di presentare alcuna denuncia di smarrimento.
TASSISTA RAPINATO E FERITO: ARRESTATI DUE RUMENI
Indagine lampo dei Carabinieri Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vittoria e della Stazione di Chiaramonte Gulfi che, nella giornata di martedì, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto due cittadini rumeni, Petrea Marius Viorel, 22 anni, e Pantiru Alexandru, 23 anni, ritenuti responsabili di aver rapinato e ferito gravemente domenica scorsa un tassista 61enne. I due avevano contattato un tassista gelese per effettuare un viaggio da Paternò a Vittoria, dandosi appuntamento per la mattina di domenica 7 dicembre. E’ iniziata così la terribile disavventura del tassista, che, dopo aver prelevato due cittadini rumeni a Paternò, ed essere quasi giunto a destinazione, è stato aggredito con violenza inaudita, accoltellato al torace e alle braccia e rapinato sulla SP 30 Chiaramonte Gulfi-Pedalino. Dopo l’aggressione, i due malviventi sono fuggiti per le campagne circostanti con l’intento di far perdere le proprie tracce, sottraendo al malcapitato circa 150 euro nonché le chiavi dell’autovettura. Una segnalazione di un passante, che ha trovato il gelese sanguinante ed in stato di shock, ha attivato i militari del Nucleo Operativo di Vittoria e della locale Stazione Carabinieri che, prontamente accorsi, hanno subito acquisito ogni elemento utile allo sviluppo delle indagini, grazie alle testimonianze di alcuni passanti che avevano assistito ad alcune fasi della rapina e alla dettagliata descrizione degli autori del reato fornita dalla vittima stessa: poiché il fatto si era verificato in una zona di campagna non è stato possibile acquisire filmati dei sistemi di videosorveglianza non presenti sui luoghi teatro del crimine. I due sono stati poi rintracciati a Licodia Eubea: messi alle strette hanno confessato. Ora si trovano in carcere.
LORIS, IL LEGALE DELLA MAMMA: “VERONICA SI E’ PROFESSATA INNOCENTE”
All’uscita della Questura il legale della donna, Francesco Villardita, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti. “La mia assistita si è professata assolutamente innocente. Durante l’interrogatorio ha ribadito più volte il percorso effettuato. Ma ha anche ribadito che i due bambini, quella mattina, sono entrati nell’autovettura e li ha accompagnati a scuola. Nonostante qualche contestazione sia stata fatta in relazione alle telecamere che, in questa vicenda processuale, hanno assunto il ruolo di prima donna, questa difesa mostra qualche titubanza. L’attività di indagine c’è stata, però non so fino a che punto la stessa sia stata effettuata a 360 gradi. Io ho qualche titubanza, molto seria, in merito alla ricostruzione della vicenda e in merito alle responsabilità della mia assistita. Non ho grandi preoccupazioni, affronteremo la vicenda con grande scrupolo e professionalità”. Ha poi aggiunto: “processualmente è serena, se si può utilizzare questo termine, ma sono numerose le grandi crisi di sconforto da cui viene presa, è distrutta per la morte del figlio. Ha chiesto di vedere il marito ma ancora io non ho non ho avuto modo di parlare con la famiglia”. Un punto importante ha riguardato il fotogramma che ritrarrebbe Loris che rientra a casa. “Nel corso dell’interrogatorio – ha detto il legale – la mamma di Loris ha avuto modo di visionare il fotogramma che riprende il piccolo, quella mattina, mentre si allontana dall’auto e ritorna verso casa. La signora ha visto il fotogramma e ha detto: questo è Loris? Da dove lo avete individuato?”. Per l’avvocato il soggetto non è assolutamente individuabile. La certezza non potrà mai averla nessuno perché dalle telecamere non si potrà vedere mai se il bambino che rientra è Loris oppure un’altra persona”.
LORIS, LA MAMMA IN CELLA D’ISOLAMENTO A CATANIA
Ha trascorso la prima notte in una cella dell’ala femminile del carcere catanese di piazza Lanza la 26enne Veronica Panarello, accusata dell’omicidio del figlio Loris, di 8 anni. La donna, come prevede il protocollo, è stata sorvegliata per problemi di sicurezza. E’ stata accolta con pesanti invettive da parte dei detenuti che, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, avrebbero urlato contro di lei “assassina, devi morire”. Qualche insulto è volato anche all’uscita della questura di Ragusa, martedì pomeriggio, al termine dell’interrogatorio dinanzi al procuratore della Repubblica, Carmelo Petralia, e al sostituto Marco Rota. I magistrati che hanno firmato il decreto di fermo con pesanti accuse: omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Nelle 25 pagine del decreto di fermo, si legge che la donna “si è resa responsabile dell’omicidio del proprio figliolo con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo”. Le sue dichiarazioni e il suo racconto di quel che accadde quella mattina, si legge nel decreto riportato, per stralci, in un’agenzia Ansa, “confliggono palesemente con le risultanze delle registrazioni degli impianti di video sorveglianza installati lungo l’effettivo percorso seguito dalla Panarello”. Per questo è documentato, “oltre ogni ragionevole dubbio”, che quella mattina Loris di casa non uscì più, dopo esservi rientrato alle 8.32, un minuto dopo esser sceso con la mamma e il fratellino più piccolo. E non ci sono dubbi, secondo la procura, anche sul fatto che “nell’intervallo tra le 8.49 e le 9.23 di sabato” nessun’altra persona non conosciuta entrò nel condominio di via Garibaldi 52. La donna si è sempre professata innocente. Ora si attende l’udienza di convalida da parte del Gip.
Sei ore di interrogatorio in Questura, la mamma di Loris continua a professarsi innocente
“Ma chi ha detto che Loris è tornato a casa? Da quel filmato visionato con la mia assistita non si riconosce nessuno. E abbiamo anche prove testimoniali che dimostrano che il bambino è stato accompagnato a scuola”. Lo ha detto il legale di Veronica Panarello, avvocato Francesco Villardita, all’uscita dall’interrogatorio durato oltre sei ore in Questura. La donna ha ribadito quanto detto sino ad ora, professandosi non innocente. E’ in stato di fermo dalla notte di lunedì, che poi ha trascorso in una cella di sicurezza in Questura. Martedì mattina l’hanno interrogata a lungo. Poi, poco dopo le 17,30, è stata condotta a Catania, nel carcere di piazza Lanza. A Ragusa, infatti, non c’è una sezione del carcere femminile. All’uscita dalla questura un gruppo di persone le ha rivolto pesanti invettive. Ora sarà il Gip a dover decidere sulla richiesta di convalida del fermo per omicidio e soppressione di cadavere. Grande sgomento a Santa Croce. Il marito, Davide, si è chiuso nel silenzio. Anche gli altri parenti non vogliono commentare, ma chiedono che il colpevole, chiunque esso sia, paghi per il terribile delitto commesso.
Loris, fermata la madre. Oggi nuovo interrogatorio
E’ stata sentita per oltre sei ore dal procuratore capo Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Lei non ha mai confessato, anzi avrebbe ripetuto: “Non sono stata io, era il mio bambino”. Ma i pm hanno firmato il decreto di fermo. Pesanti le accuse a carico di Veronica Passarello, la mamma del piccolo Loris Stival trovato morto sabato 29 novembre accanto al vecchio mulino, a poca distanza dal centro di Santa Croce. La decisione è arrivata dopo la mezzanotte di lunedì, in Procura. La donna, insieme al marito, era stata portata lì poco prima delle 18, per essere sentita un’altra volta. Dopo la decisione dei pm è stata portata in Questura dove verrà sentita nuovamente questa mattina, alle 10,30. E’ accusata di omicidio e occultamento di cadavere. Il suo avvocato, Francesco Villardita, ha dichiarato: “E’ indagata, ma è innocente”. Il marito, al termine dell’interrogatorio della donna, è stato riaccompagnato a casa. Agli inquirenti avrebbe dichiarato “Se è stata lei mi cade il mondo addosso”. Si è conclusa così una giornata intensa per gli investigatori che hanno messo insieme tutti i pezzi di questa vicenda. Fino alle 17,30 quando le auto di polizia e carabinieri hanno suonato in casa degli Stival, in via Garibaldi, a Santa Croce, per prelevare la mamma e il papà. Cordoni di forze di polizia hanno tenuto a distanza i giornalisti e anche alcuni curiosi. Anche a Ragusa, dal ponte vecchio, c’è chi non ha rinunciato, nonostante il freddo e l’umidità, a seguire cosa accadeva al Palazzo di Giustizia.
LA MAMMA DI LORIS IN PROCURA
Nuovo interrogatorio per la madre del piccolo Andrea Loris Stival. Veronica Panarello, lunedì pomeriggio, è stata prelevata dalla sua casa dal capo della Squadra Mobile di Ragusa e condotta nel capoluogo. Con lei c’era anche il marito. Molto probabilmente dovrà rispondere a una serie di domande sulle contraddizioni emerse a proposito della sua ricostruzione della mattinata in cui il figlio è scomparso.
A uccidere Loris Stival potrebbero essere stati in due
Sulla scena dell’atroce delitto del 29 novembre entra l’ipotesi, in queste ore al vaglio degli inquirenti, che ad uccidere il bambino possano essere stati in due. Un’ipotesi sostenuta anche dagli esiti dell’esame autoptico che in questi giorni ha evidenziato tutta una serie di ferite e lesioni sul corpo di Loris, come se il bambino di 8 anni fosse stato, prima di essere strangolato, legato ai polsi con lo stesso tipo di fascetta elastica che lo avrebbe ucciso, stretta al collo e poi tagliata con una forbice. Gli inquirenti stanno passando al vaglio anche i tabulati telefonici della mamma di Loris. Quel sabato mattina, destinato ormai a segnare tragicamente la storia di una piccola comunità come quella di Santa Croce, Veronica fa e riceve una decina di telefonate, tutte all’interno della cerchia familiare. Scrive il giornale La Repubblica “Alle 9.23, riceve la chiamata del marito, due soli minuti. In quel momento – stando alla ricostruzione effettuata grazie ai video delle telecamere piazzate lungo le strade del paese – Veronica è a casa. E a casa dovrebbe essere anche Loris, rientrato alle 8.30 dopo essersi rifiutato di salire in macchina con la madre e il fratellino per andare a scuola. Da quell’ora fino a quando Veronica esce nuovamente da casa la telecamera piazzata sull’emporio di fronte che inquadra il portoncino di casa e la macchina non vede entrare ed uscire né Loris né altri. Quindi chi ha portato fuori il bambino, vivo o morto, non è passato da lì. E l’unico altro passaggio è la porta interna della palazzina che immette nel garage dove Veronica ha parcheggiato la macchina (cosa assolutamente insolita per lei) dopo aver lasciato il figlio piccolo alla ludoteca. Del possibile coinvolgimento di un altro uomo si sussurra in paese, voci alimentate da alcuni post pubblicati sul profilo Facebook di Antonella Stival, zia del piccolo Loris. Lei, che una settimana fa, proprio al Vecchio Mulino aveva parlato di una famiglia “non proprio da Mulino bianco”, ieri ha scritto “Infausto pensiero”, e poi “Bastardi, costituitevi”, al plurale: cosa che in molti leggono come un chiaro riferimento a qualcun altro”. Intanto, in queste ore, non appare più su Facebook il profilo della Stival, perchè rimosso. Continua il quotidiano nazionale La Repubblica “Ma ci sono altre due tessere importanti nella ricomposizione di questo complesso mosaico al quale gli inquirenti stanno lavorando senza sosta: la ricerca dello zainetto mancante di Loris (al quale viene attribuita grande importanza) e il mistero delle mutandine, quelle che il bambino non indossava sotto i jeans slacciati (indicatori di una possibile violenza sessuale) ma anche quelle fatte ritrovare due giorni dopo il delitto proprio davanti la scuola un possibile tentativo di depistaggio del quale deve ancora essere data una lettura chiara. Santa Croce Camerina, piena ieri di posti di blocco e sorvolata continuamente da elicotteri, attende con un misto di angosciata curiosità e di malcelata insofferenza per la pressione mediatica la soluzione del giallo che appare sempre più vicina”.
Loris, il vescovo: “Impegniamoci a essere difensori della vita”
Il vescovo, Paolo Urso, invita tutti a pregare per il piccolo Loris. L’appello nel corso della celebrazione per l’affidamento della città di Ragusa all’Immacolata. “Invito tutti voi – ha detto il vescovo – a pregare per un bambino, che si chiama Loris, e che noi affidiamo alla Vergine, affidiamo alla Madre, perché la Madre tenerissima lo possa accogliere nella serenità e nella gioia del cielo. Perché lei guardi i nostri bambini, lei protegga i nostri bambini; perché i nostri bambini possano essere sereni, perché possano crescere in un contesto di serenità. Perché la Vergine, protegga la nostra città da tuto quello che può costituire un’offesa non solo nei confronti de bambini, ma anche nei confronti di tutta la realtà umana, in ogni forma di dignità umana. Perché la Madre non può mai essere felice se vede i propri figli, e in particolare i propri bambini, colpiti e colpiti malamente. Ecco perché questo ritrovarci stasera qui per affidare la nostra città diventa per noi anche un impegno a essere difensori della vita, difensori di tutto quello che il Signore ci ha affidato”.
Overdose da eroina, morto un 40enne
Nella tarda serata di sabato, i Carabinieri della Compagnia di Modica sono intervenuti presso l’Ospedale “Maggiore” dove era stato trasportato con ambulanza un uomo in stato di incoscienza a seguito di overdose da eroina che successivamente decedeva. Infatti, l’uomo, un 40enne modicano, disoccupato, mentre si trovava nella propria abitazione con i genitori, nel corso della serata, si recava nella propria camera da letto dove, poco dopo, veniva rinvenuto a terra privo di sensi dal proprio padre. Immediatamente interveniva un’ambulanza del 118 che trasportava l’uomo presso il Pronto Soccorso dove ne veniva constatato il decesso per overdose da stupefacenti. I Carabinieri, dunque, si sono recati presso l’abitazione dell’uomo e, a seguito di perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto, all’interno della camera da letto, la siringa utilizzata poco prima dal 40enne, circa 1,2 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina ed un cucchiaino in metallo, il tutto sottoposto a sequestro per i successivi accertamenti di laboratorio. A seguito del decesso sono state avviate le indagini da parte dei Carabinieri al fine di fare luce sull’evento ed anche risalire a chi potrebbe aver ceduto la sostanza stupefacente all’uomo. Intanto, la salma è a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per successivi ed eventuali accertamenti.
Loris, coi polsi legati? Indagini a ritmo serrato. Il cacciatore: “Momenti pesanti, ma stanno finendo”
Emergono nuovi dettagli dalle indagini in corso nel Ragusano per la scomparsa e la morte di Loris Stival. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa, “quando è stato ucciso, o poco prima, al bimbo sono stati legati i polsi, in modo da tenergli le mani attaccate l’una all’altra. Gli esami autoptici hanno accertato segni evidenti, provocati probabilmente dalle stesse fascette utilizzate per ucciderlo, solo sulla parte superiore di entrambi i polsi. Due telecamere inoltre riprendono l’auto della madre di Loris, la mattina di sabato 29 novembre, impiegare 9 minuti per percorrere un tratto di strada vicino al Mulino Vecchio, che invece si percorre in 3 minuti. Lo hanno accertato gli investigatori che ora vogliono capire cosa sia accaduto in quei 6 minuti di troppo. Elicotteri di polizia e carabinieri hanno sorvolato le campagne attorno a Santa Croce Camerina nella speranza di individuare dall’alto il punto dove potrebbe essere stato gettato lo zainetto di Loris Stival, il bambino ucciso il 29 novembre scorso e ritrovato in un fosso in contrada Mulino Vecchio. L’ipotesi degli investigatori è infatti che lo zainetto blu con le cinghie gialle sia stato gettato da qualche parte o dall’assassino o da qualcuno che potrebbe averlo aiutato”. Sabato mattina il cacciatore che ha ritrovato il corpo del bambino, Orazio Fidone, insieme al suo avvocato, Pietro Savà, ha tenuto una conferenza stampa nella piazza del paese. “Non è stato facile e semplice, soprattutto per la mia famiglia che sta soffrendo maledettamente, ma per fortuna le cose stanno finendo”, ha detto Orazio Fidone. “Chiedo ai giornalisti – ha aggiunto – di non andare nelle scuole per non fare subire questo shock tremendo ai bambini creato da questa condizione mediatica. Agli investigatori auguro di venire a capo di tutto nel più breve tempo possibile”. “Diverse persone – ha detto il suo legale – possono testimoniare che al momento del delitto era in un altro posto, e lui non ha il bene dell’ubiquità. Fidone non è andato a cercare il bambino direttamente al mulino vecchio, e non lo ha trovato subito, ma dopo diversi giri. Se qualcuno vuole criminalizzare l’intuito lo faccia, ma è sbagliato”. Il legale, a nome di Fidone, ha ringraziato la Procura per la “delicatezza” con cui ha condotto l’indagine e anche le Forze dell’Ordine per il rispetto avuto, nonostante i necessari accertamenti, verso la famiglia del cacciatore.
ARRESTATO CON 120 GRAMMI DI COCAINA
I Carabinieri, nel corso di una serie di servizi per di contrasto al traffico di stupefacenti, hanno fermato Giovanni Sortino, 56 anni, incensurato che, alla guida della sua autovettura, transitava lungo la s.p.5 in direzione di Vittoria. Nel cruscotto dell’auto, Sortino custodiva 120 grammi di cocaina, chiusi in due involucri termosaldati, mentre nel portafogli aveva la somma di 755 euro, che veniva sequestrata poiché ritenuta provento dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Oltre allo stupefacente, veniva sequestrata anche l’autovettura.
Omicidio Loris Stival, l’auto della madre ripresa vicino al luogo dove è stato trovato il piccolo
La Polo nera della mamma di Veronica Panarello il giorno della scomparsa del figlio non ha mai raggiunto la scuola, ma è ripresa mentre passa a 50 metri dalla strada che porta al Mulino Vecchio, dove è stato trovato il cadavere del bimbo. Le telecamere sparse nel territorio di Santa Croce Camerina “racconterebbero” che il bambino non arriva a scuola, ma torna a casa alle 8.32. Trascorsi 17 minuti, alle 8.49, rientra anche la madre, che esce nuovamente 36 minuti dopo, alle 9.25. La donna ha raccontato di essere transitata da via Giacomo Matteotti, nei pressi della scuola e di aver lasciato il figlio a poche decine di metri dall’ingresso. Ma nessuna telecamera la riprende, mentre la vettura è visibile in immagini vicino alla ludoteca dove Veronica Panarello lascia il bambino più piccolo. La mamma di Loris quindi ritornerebbe a casa, dove resta 36 minuti. Poi uscirebbe per andare a Donnafugata per partecipare a un corso di cucina, e l’auto è nuovamente ripresa dalle telecamere mentre transita a 50 metri dalla strada che porta a Mulino Vecchio, ma non si vede che direzione imbocca. A riprenderla è una telecamera di una stazione di carburanti: si vede l’auto “completare il curvone sulla sinistra, scomparendo dal campo visivo della telecamera”. Una telecamera in ‘controcampo’ di un’azienda privata riprende una vettura scura che si avvicina al Mulino Vecchio, ma la visione è sfocata e non permette alcuna identificazione. Dalla visione delle videoriprese emergerebbe quello che secondo gli investigatori sarebbe un ‘buco’ di 15 minuti. Una telecamera ha stabilito che la donna è uscita di casa alle 9.25. Per raggiungere la tenuta, hanno ricostruito gli investigatori, a un’andatura normale si impiegano circa 15 minuti. La donna, secondo questa stima, sarebbe dovuta arrivare al corso, che cominciava alle 9.30, non più tardi delle 9.40. La mamma di Loris, secondo un testimone, si presenta invece alle 9.55. E quando arriva fornisce una giustificazione che investigatori e magistrati definiscono ‘non richiesta’: “scusate il ritardo – avrebbe detto la donna – ho avuto dei problemi”. Gli investigatori stanno inoltre studiando le fascette di plastica che Veronica Panarello due giorni dopo consegna alle due maestre del bambino che la vanno a trovare per farle le condoglianze: sarebbero infatti compatibili con quella utilizzata per strangolare il piccolo.
Loris, il “caso” delle fascette
“Secondo quanto mi hanno raccontato le maestre, la mamma di Loris – spiega la presidente della scuola Falcone – Borsellino, Giovanna Campo – quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze, ha consegnato loro delle fascette”. Avrebbero fatto parte di un progetto scolastico. Ma la preside precisa: “Sono oggetti pericolosi e nessuno ne ha portate in aula, se non di nascosto”. Nessun legame ci sarebbe tra quelle fascette e l’arma del delitto. Tuttavia quel tipo di fascette sarebbe compatibile con l’arma che ha ucciso il piccolo Loris. Pare che le maestre abbiano raccontato l’accaduto ai carabinieri.