22-12-2024
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Archivio della categoria: Cronaca

VITTORIA, QUATTORDICENNI IN AFFARI DI DROGA

polizia vittoria 9Diverse segnalazioni dei residenti erano giunte alla Polizia di Vittoria lamentando una situazione di criticità venutasi a determinare sul piazzale Cesare De Bus dove termina la centralissima via Milano. Da un po’ di tempo divenuta, come è bene che sia, luogo di ritrovo e di aggregazione di giovani e giovanissimi, probabilmente sta soffrendo per la prevaricazione di alcuni adolescenti meno avvezzi alle regole del vivere civile. Le Volanti del Commissariato hanno intensificato i controlli e svolto opportuna attività preventiva e repressiva. E’ stato accertato il consumo di droghe tant’è che un minore è stato segnalato all’autorità amministrativa per uso personale. Ben più grave l’episodio che ha riguardato un ragazzo appena quattordicenne. Alla vista dei poliziotti ha cercato di allontanarsi ed ha lasciato cadere a terra un borsello. Immediatamente bloccato il ragazzo e recuperato il borsello, al suo interno sono stati rinvenuti ben 41 involucri di carta stagnola contenenti marijuana. Portato in Commissariato e fatto intervenire il padre, che peraltro ha minimizzato l’accaduto, il ragazzo ha riferito di averla ricevuta da un amico appena più grande di lui, con l’accordo di venderla e poi dividerne il ricavato. E’ stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania. Inoltre sono stati segnalati alla medesima Procura altri due minorenni che guidavano motocicli senza avere mai conseguito la patente di guida.

 

Ragusa, sequestrata casa a luci rosse in pieno centro

foto con logoEnnesimo sequestro, nel centro storico di Ragusa, di una casa adibita a luogo di prostituzione. La Polizia questa volta è intervenuta in via Michele Pennavaria. Sono state contestate diverse sanzioni al proprietario dell’immobile composto da due monolocali. I residenti erano esasperati, ed in settimana avevano segnalato il tutto al personale della Polizia di Stato. I loro racconti erano quasi inverosimili: “Mentre ci troviamo in casa e lasciamo la porta aperta entra qualcuno e chiede se può consumare un rapporto sessuale”… “mia figlia era da sola in casa ed ha sentito citofonare, si è affacciata ed un uomo anziano le ha chiesto se bastavano 30 euro perché di più non ne aveva”. Ed ancora: “Abbiamo paura di fare uscire i nostri figli, ormai non siamo più al sicuro nei luoghi dove io sono cresciuto e giocavo da bambino”. Lo sfogo dei residenti non è passato inosservato, il giorno dopo, predisposto il servizio, la casa aveva già i sigilli. Alle 18 di venerdì, la sezione Criminalità diffusa della Squadra Mobile si è fatta subito carico del problema ed è andata a valutare la veridicità di quanto segnalato dai residenti. L’attività di osservazione davanti l’abitazione è durata pochi minuti, difatti il primo cliente è arrivato pochi minuti dopo. Tra i clienti vi erano giovani ed anziani, insospettabili padri di famiglia o professionisti che temporaneamente si trovavano a Ragusa per lavoro. Tutti, nel comprensibile imbarazzo, hanno riferito negli uffici della Squadra Mobile di aver pagato anche 250.00 euro per prestazioni “particolari”, tanto che in casa sono stati trovati “accessori” di tutti i tipi, falli di gomma, vibratori, gel lubrificanti, unguenti afrodisiaci, fruste, cinghie e corpetti ai quali veniva applicato un fallo in plastica che le prostitute indossavano per sodomizzare i clienti dai gusti più hard. L’immobile è composto da due monolocali, abitati entrambi da prostitute di origini sud americane in regola sul territorio nazionale. Il proprietario dell’immobile ha confermato di essere a conoscenza del fatto che all’interno delle due abitazioni di sua proprietà si consumassero rapporti sessuali a pagamento. Lo dava in affitto perchè aveva bisogno di denaro. Gli investigatori hanno comunque appurato che l’uomo non ha stipulato alcun regolare contratto con le ospiti, e per questo verrà sanzionato dopo gli ulteriori accertamenti. Durante le indagini, l’uomo, che ha un regolare contratto di lavoro full time, ha confessato agli agenti di avere altri immobili, per tanto sono in corso ulteriori attività di Polizia giudiziaria per verificare eventuali elementi di reità a suo carico.

 

Scicli, infiltrazioni mafiose: il Comune parte civile

comune scicliQuesta la dichiarazione del sindaco Franco Susino: “La notizia degli arresti ordinati dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catania per reati di criminalità organizzata di tipo mafioso ed eseguiti nei giorni scorsi ha turbato la comunità locale ed ha messo in evidenza ancora una volta il grave e drammatico problema della penetrazione della malavita organizzata nel tessuto economico e sociale della Città di Scicli. Il sodalizio criminale e mafioso, così come appare contestato agli indagati, ha operato nel territorio della Città di Scicli con grave nocumento alla civile convivenza ed allo svolgersi ordinato e legale delle attività economiche e degli stessi servizi pubblici. E’ quindi interesse del Comune di Scicli intervenire quale parte offesa dal reato e  costituirsi parte civile nell’instaurando processo. A tale scopo sono stati presi contatti con un legale professionista con comprovata esperienza nell’ambito penalistico perché possa assistere e rappresentare il Comune Scicli”.

Ragusa, per le affissioni in campagna elettorale si ipotizza l’associazione a delinquere

volante ragusaLa Polizia ha concluso le indagini a carico di 8 persone a cui è stato notificato  l’avviso per i reati di associazione a delinquere finalizzata al controllo dell’affissione abusiva di manifesti elettorali mediante violenze private ed estorsioni. L’indagine scaturisce dal grave episodio verificatosi nell’ottobre del 2012 per le elezioni regionali quando il pregiudicato Amedeo Scatà ferì l’attacchino modicano Angelo Pulino che rimase in coma al Cannizzaro di Catania per diversi giorni. Dalle indagini è emerso l’operato di  gruppo organizzato dedito all’affissione illecita dei manifesti con spartizione delle aree ed il controllo delle stesse, e l’uso di minacce e richieste estorsive su quanti intendessero violare le aeree provinciali interamente sotto il dominio del sodalizio. Il centro dell’organizzazione era Ragusa dove l’associazione cercava sempre di imporre la propria attività escludendo la concorrenza. A capo del gruppo un pregiudicato di origini palermitane che si occupava di dirigere, pianificare e coordinare i singoli associati, ricevendo personalmente le richieste di affissione da vari committenti facenti riferimento ai singoli candidati. Il promotore con una condotta spregiudicata (consolidatasi nel corso degli anni), garantiva una pronta, completa ed ampia diffusione dei manifesti rispetto ad eventuali altri concorrenti. Conseguentemente i committenti ritenevano di rivolgersi a tale organizzazione per ottenere una sorta di maggiore “funzionalità” di pubblicizzazione. Inoltre è stato appurato che a seguito di un contratto di appalto tra l’Ente Comunale ed una ditta specializzata nel settore delle defissioni, quest’ultima aveva ceduto in subappalto detta attività ad una società locale. Di fatto, questa società era gestita da alcuni degli indagati, che si occupavano legalmente di rimuovere i manifesti apposti in modo irregolare dai loro consociati. In definitiva alcuni membri dell’organizzazione criminale provvedevano ad affiggere i manifesti elettorali negli appositi spazi consentiti (su incarico dei committenti), ma anche di sovente al di fuori di questi; successivamente se venivano individuate le infrazioni, provvedevano, su disposizioni di un uomo (pochi mesi prima andato in pensione come dipendente comunale) collaboratore non regolarmente assunto presso la ditta aggiudicatrice dell’appalto a rimuovere tutti i manifesti affissi irregolarmente. Il reato è truffa e frode in contratto di forniture e opere ai danni del Comune di Ragusa.

PERSEGUITAVA L’EX COMPAGNA: DENUNCIATO  62ENNE  RAGUSANO

volante_poliziaUna telefonata giunta al 113 nel pomeriggio di mercoledi: una donna chiede aiuto e l’intervento della Polizia segnalando di essere stata percossa ed ingiuriata dal suo ex fidanzato nei pressi del luogo di lavoro, in via G. Carducci, a Ragusa. Sono le 16.30 circa, infatti, quando F.A. 46enne ragusana viene avvicinata da G.G., 62enne ragusano, incensurato, col quale aveva intrattenuto una storia durata circa 8 anni che ha avuto termine già a far data dal 2010. L’uomo si appostava nei pressi del luogo di lavoro, aspettava che la donna uscisse dal sito, la avvicinava, le chiedeva ancora di tornare insieme, lei rifiutava ma l’uomo stavolta la strattonava , la schiaffeggiava e la minacciava gravemente. Stavolta la donna ha deciso di chiedere aiuto e chiama la Polizia. Subito accorsi, i poliziotti hanno fermato l’uomo mentre tentava di allontanarsi da via Carducci. La donna  ha sporto querela presso l’Ufficio Denunce della Questura: ai poliziotti  ha raccontato di essere stata anche minacciata di morte, gravemente ingiuriata e diffamata, oltre che percossa davanti ad alcune persone.

RAGUSA, LA PROTEZIONE CIVILE COMUNALE PRESTA SOCCORSO A DUE VELISTI IN DIFFICOLTA’

velisti in mare in tempestaGiuseppe Schembari e Giuseppe Diara della Protezione Civile comunale, in servizio presso la postazione fissa  del Porto turistico di Marina di Ragusa, hanno effettuato giovedì mattina a bordo del gommone “Prestige” un soccorso in  mare ad un natante. Una deriva con due uomini a bordo in navigazione a circa duecento metri dal Lungomare Andrea Doria scuffiava e sbalzava in mare l’equipaggio che in evidente difficoltà non riusciva a raddrizzare l’imbarcazione. Prontamente intervenuti  con il gommone, Schembari e Diara riuscivano a prestare soccorso ai due velisti mettendoli nelle condizioni  di riprendere la navigazione e rientrare incolumi a terra.

ARRESTATO RAPINATORE SERIALE

GRASSO Filippo - CT 28.05 defLa Polizia ha nuovamente arrestato Filippo Grasso, nato a Catania nel 1973, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere poichè ritenuto responsabile di aver commesso ben 3 rapine nelle province di Catania e Siracusa per un totale di quasi 30.000 euro oltre a quelle per  le quali era stato arrestato pochi mesi prima. Gli vengono attribuite le  rapine commesse utilizzando un taglierino per minacciare dipendenti e clienti delle diverse filiali della Banca Popolare di Ragusa il 18 marzo scorso a  San Michele di Ganzaria (CT), il 2 aprile a  Mirabella Imbaccari (CT), il 7 aprile ad Avola (SR). Le indagini che portano al nuovo arresto di Grasso, nascono dall’operazione nella quale era stato arrestato ad aprile che era stata denominata “Abituè”, in quanto il rapinatore aveva scelto come unico obiettivo la Banca Popolare di Ragusa, senza mai “tradire” la sua scelta iniziale in ogni provincia dove si recava.  Le indagini precedenti avevano permesso di appurare che Grasso era l’autore di tre rapine (Modica Alta, Comiso e Palazzolo Acreide) dalle quali aveva ricavato oltre 30.000.  Il rapinatore ha sempre agito a volto semi scoperto, e questo errore per lui è stato fatale perché ha permesso di comparare le immagini a volto scoperto con quelle quando era quasi del tutto travisato. Grasso, esattamente come per altre rapine per le quali era stato arrestato, agiva sempre in pochi secondi; faceva ingresso in banca, si avvicinava alle casse ed estraeva il taglierino; dopo aver rassicurato i dipendenti li incitava a mettere tutto il denaro in cassa e li minacciava qualora avessero avvisato la Polizia; quando aveva difficoltà logistiche per accorciare i tempi scavalcava il bancone delle casse per poi allontanarsi velocemente. Gli investigatori della Squadra Mobile ragusana dopo averlo arrestato ad aprile erano ormai certi della sua identità e per questo analizzavano i fotogrammi con comparazione mediante l’uso di speciali software e dopo giorni e giorni di analisi ottenevano il risultato sperato richiedendo alla Procura della Repubblica di Ragusa una nuova misura cautelare.

SOLIDARIETA’ AL GIORNALISTA ANTONIO DI RAIMONDO

libertà-di-stampa-2L’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e l’Associazione Siciliana della Stampa esprimono piena e incondizionata solidarietà al collega Antonio Di Raimondo, che ha subito una perquisizione domiciliare e il sequestro del computer portatile su ordine della Procura di Ragusa. Di Raimondo, direttore di una  testata on line,  ha pubblicato una notizia da cui emerge che tra gli indagati nell’operazione ‘Guido Tersilli’, condotta dalla Guardia di Finanza e riguardante i falsi invalidi, vi è pure un finanziere. “Sfugge la ‘ratio’ del provvedimento punitivo nei confronti del giornalista, che ha dato notizie non più coperte da segreto, dato che a tutti gli indagati era stato notificato il provvedimento di chiusura delle indagini. Al di là del sistema e del metodo seguiti, che in provincia di Ragusa inaugurano una stagione preoccupante e conflittuale tra magistratura e stampa, mai vissuta precedentemente, e al di là dell’evidente contrasto con le normative europee e con le pronunce della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, sfugge infatti quale possa essere il senso del sequestro del computer, della perquisizione della redazione e dell’abitazione di un cronista che si è limitato a dare la notizia che purtroppo coinvolge un rappresentante delle Fiamme Gialle. Il provvedimento è inammissibile e risulta un attacco alla libertà di stampa e al diritto-dovere del giornalista di informare la collettività” – conclude la nota del sindacato e dell’ordine dei giornalisti. 

Droga, arrestato vittoriese

SORTINOAncora una volta il prezioso fiuto di Ivan, il cane dell’unità cinofila dei Carabinieri di Nicolosi, ha permesso di scovare la droga. Questa volta lo stupefacente era nascosto in un pozzetto luce sul terrazzo di casa di Alfredo Sortino, 27 anni, di Vittoria. I militari hanno trovato 130 grammi di marijuana. Per il giovane è scattato l’arresto ai domiciliari.

 

La ritiene l’amante del marito, e la perseguita

stalkingSospetta che il marito la tradisca con lei, ed inizia a perseguitarla. La vicenda riguarda una 53enne ragusana, a cui adesso è stata notificata una “misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa”, ed una 30enne. Secondo le indagini svolte dai carabinieri, la donna più anziana avrebbe minacciato e molestato la 30enne, in modo da cagionarle un perdurante stato di ansia e di paura ed un fondato timore per la propria incolumità. Vere e proprie azioni di stalking. I Carabinieri della Stazione di Vittoria hanno appurato che l’indagata ha messo in atto una serie di comportamenti pressanti finalizzati ad interferire nella vita privata della trentenne, destinataria di innumerevoli minacce ed ingiurie, mediante telefonate e messaggi ricevuti sul cellulare, sull’utenza fissa della propria abitazione e della struttura dove lavorava a Vittoria. Telefonate di natura diffamatoria o anche “mute”. Non solo telefonate, si recava spesso anche sul posto di lavoro per chiedere notizie della donna che riteneva avesse una relazione con suo marito. Il contenuto di alcuni messaggi era chiaramente offensivo e particolarmente minaccioso. I carabinieri della Stazione hanno ascoltato tutti i testimoni della vicenda, riscontrando la presenza di innumerevoli telefonate a tutte le ore del giorno e della notte sul cellulare della persona offesa. Adesso non potrà avvicinarsi più alla trentenne e, ovviamente, non potrà più chiamarla né contattarla in alcun modo.

 

Comiso, individuati i responsabili di una rissa

foto repertorio Ufficio 009Aveva fatto scaturire un enorme allarme sociale la rissa avvenuta in piazza Fonte Diana lo scorso maggio allorquando anche alcuni passanti erano stati involontariamente coinvolti in una rissa scaturita per futili motivi tra due gruppi. Dalle prime indagini di Polizia si scoprì che un gruppo proveniva da Vittoria e vantava la presenza dei fratelli V. nello specifico di J.V. (pluripregiudicato). Dalle indagini si è potuta pertanto ricostruire la dinamica degli eventi che la notte del 18 maggio avevano scombussolato la vita notturna di Comiso. Una lite nata in un locale che si estese a macchia d’olio coinvolgendo più persone come i  comisani C. L. e I. S. pregiudicati.

Furti, due arresti a Modica

due arresti modicaI Carabinieri della Stazione di Modica hanno arrestato i presunti
responsabili dei diversi furti, verificatisi nelle ultime settimane, in alcuni negozi della Contea, in particolare in attività di parrucchieri. La scorsa notte erano stati perpetrati due furti a Modica bassa, uno all’interno di un ufficio comunale e l’altro in un negozio di parrucchieri. Accusati dei furti sono due giovani marocchini, da anni residenti a Modica: Mohamed Taouli, 22 anni, e Addiou Aissa, 20 anni. Ad incastrare i due giovani le riprese di alcune telecamere a circuito chiuso. I due sono stati trovati in possesso di cellulari rubati poco prima.  Adesso sono ai domiciliari.

Disabili “sequestrati” nel peschereccio

Secondo l’accusa avrebbe costretto sette disabili, alcuni dei qualiSBARCO 2 erano in carrozzina, a stare sotto coperta, tenendoli chiusi e impedendo loro di muoversi all’interno del peschereccio. E’ l’accusa, aggiuntiva, contestata dalla polizia giudiziaria di Ragusa a un presunto scafista tunisino fermato anche per sequestro di persona su disposizione della Procura di Ragusa. L’uomo sarebbe stato il “comandante” del natante con 275 migranti a bordo soccorso da nave Sirio, che è arrivata martedì nel porto di Pozzallo.

 

Controlli nella zona di Acate, scattano cinque denunce

I carabinieri hanno dato vita all’operazione “Freeland” che nellecarabinieri modica ultime 24 ore ha interessato il comune di Acate, dove era stata riscontrata una recrudescenza di furti ai danni di abitazioni ed aziende agricole. Cinque le persone denunciate per reati che vanno dalla ricettazione di un motorino rubato alla guida senza patente.

 

INSEGUIMENTO PER LE VIE DI VITTORIA, ARRESTATI DUE SPACCIATORI

arresti 18.6Gli agenti del Commissariato di Vittoria li hanno incrociati in piazza
del Popolo. Li hanno bloccati e stavano per procedere al controllo quando il passeggero del veicolo, aperto lo sportello, è scappato a piedi per via Garibaldi. Immediatamente è iniziato l’inseguimento. Via Garibaldi, poi a destra via Castelfidardo, a sinistra via IV Aprile ed ancora a destra via Gaeta, verso il dirupo. Forse pensava di averla fatta franca. Forse pensava che il dirupo, le canne ed i rovi fermassero il poliziotto. Non è stato così. L’agente gli si è lanciato dietro ed ha bloccato il fuggitivo. Subito perquisito è stato trovato in possesso di due grammi marijuana nascosta dentro il calzino. Si tratta di Faras Hadj Ali, nato a Vittoria, 30 anni, con precedenti. Nel frattempo è stato identificato il conducente dell’autovettura, Salvatore Fidone, vittoriese 24enne. Sotto il tappetino dell’auto sono stati trovati due involucri contenenti marijuana. Il primo pesava 35 grammi, il secondo 10 grammi. In casa di Hadj Ali sono stati trovati altri 20 grammi di marijuana.

 

Un etto di droga nell’auto, arrestato trentunenne

Un operaio di 31 anni, Nicola Palumbo, è stato arrestato daiPALUMBO carabinieri in contrada Canicarao, in territorio di Comiso. A seguito di un controllo nella sua auto, infatti, i militari hanno trovato 110 grammi di marijuana. Sono trenta le persone arrestate dall’inizio dell’anno dai carabinieri della compagnia di Vittoria nell’ambito della lotta alla droga.

 

Abusi sessuali su giovani detenuti nel carcere di Modica, arrestati due agenti di polizia penitenziaria

Alle prime luci dell’alba di mercoledì, i Carabinieri della Compagniacarcere di Modica hanno dato esecuzione a due provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura iblea, a carico di altrettanti agenti della Polizia penitenziaria ritenuti responsabili dei reati di violenza sessuale aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti. Le ordinanze sono il frutto di prolungata attività investigativa, eseguita tra maggio 2012 e marzo 2014, scaturita da alcune dichiarazioni rese da un detenuto al personale in servizio presso la Casa circondariale di Ragusa e successivamente trasmesse dalla locale Amministrazione penitenziaria all’Autorità giudiziaria iblea che ne conduceva direttamente le indagini, delegandole in parte ai Carabinieri di Modica. Dalle dichiarazioni rese dai detenuti coinvolti nella vicenda sono emerse le dinamiche mediante le quali due agenti di custodia, A.L. e F.C., entrambi 45enni, riuscivano ad ottenere prestazioni sessuali da diversi detenuti uomini ristretti presso il carcere di Modica, dove prestavano servizio. E’ emerso infatti che i due arrestati, forti del loro status di agenti di custodia, facendo leva sulla condizione di soggetti limitati nella libertà personale delle loro vittime, ottenevano prestazioni sessuali ripetute nel tempo. Inoltre, i due agenti di custodia introducevano all’interno dell’istituto di pena dosi di hascisc che venivano regalate ai detenuti che si sottomettevano alle loro richieste insieme con altri beni che non avrebbero altrimenti potuto ottenere facilmente (cibo, scorte di sigarette, tabacco). Altre volte i due agenti si servivano dell’hascisc come “arma” nei confronti di quei detenuti che non intendevano soddisfare le loro richieste, minacciando di nascondere la droga tra i loro effetti personali e di farli poi perquisire dai loro superiori che, rinvenendo lo stupefacente, avrebbero comminato gravi sanzioni a loro carico. I due agenti si “spartivano” letteralmente i detenuti uomini scegliendoli tra quelli virilmente più dotati, preferibilmente di nazionalità straniera e, sfruttando momenti particolari in cui erano da soli, li palpeggiavano e li costringevano a rapporti sessuali di varia natura, anche completi. Gli episodi, documentati meticolosamente dai Carabinieri che hanno sentito molteplici soggetti informati su tali fatti, si sono rivelati numerosi. I due appartenenti alla Polizia penitenziaria sono stati collocati agli arresti domiciliari, presso le rispettive abitazioni, in attesa dell’interrogatorio di garanzia del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ragusa.

 

 

A sostegno della marcia europea dei migranti

sbarchill 26 e 27 giugno prossimi il Consiglio europeo si riunirà a Bruxelless per discutere di frontiere, pattugliamenti e nuove regole operative. Negli stessi giorni arriverà nella capitale belga la “Marcia dei rifugiati” a cui parteciperanno migranti ed attivisti da tutta Europa. Poco dopo, l’11 luglio, a Torino, i leaders dei paesi europei si ritroveranno a discutere invece di (dis)occupazione giovanile. In Sicilia dal 6 al 12 agosto Campeggio Resistente NoMuos con manifestazione il 9 agosto. Il Movimento No Muos scrive: “Questa agenda è anche l’occasione per i movimenti di costruire insieme un’ agenda programmatica di lotte e conflitti, di battaglie e percorsi di condivisione, per continuare a tessere le fila di un movimento euro-mediterraneo di trasformazione. La Sicilia è sempre più trasformata in un’avamposto di guerra per la presenza di basi militari Usa-Nato (Sigonella,  Niscemi, Trapani-Birgi ,Augusta…), ed è anche diventata una prigione-ghetto per i migranti e richiedenti asilo che fuggono dai loro paesi anche a causa dei criminali interventi “umanitari”che avrebbero dovuto” esportare la democrazia” in Irak, Afghanistan, Libia, Siria, Yemen, Corno d’Africa Il Mediterraneo, il mare che storicamente è stato luogo di incontro e condivisione di popoli e culture, è ormai diventato – scrivono i  NO Muos – un immenso cimitero marino: sono decine di migliaia le vite sparite nel nulla che gridano rispetto dei loro diritti negati, verità e giustizia. Con quale dignità i rappresentanti istituzionali parlano di politiche migratorie, quando dalla strage del 3 ottobre a Lampedusa nulla si è fatto per modificare vergognose legislazioni liberticide che tante tragedie e vittime innocenti hanno causato ed invece hanno ingrassato le mafie mediterranee. Sono le politiche governative ed europee le principali responsabili: se si fosse riconosciuta la protezione umanitaria di 1 anno a tutti coloro che fuggono dalle guerre (come è avvenuto per gli irakeni ed afghani ), in poche settimane migliaia di richiedenti asilo avrebbero potuto ricongiungersi ai propri familiari in altri paesi europei. In base all’ottusa applicazione della convenzione di Dublino, – scrivono i No Muos – i  richiedenti asilo, una volta iniziata la procedura in Italia, devono attendere oltre un anno per vedere esaminata la propria richiesta, con sempre più frequenti responsi negativi. L’anno scorso numerose associazioni antirazziste e reti di movimento, dopo il naufragio del 10 agosto e la morte di 6 migranti nella Plaia di Catania, lanciarono la campagna nazionale per il diritto d’asilo europeo, per iniziare la procedura nel luogo dello sbarco e concluderla nel paese europeo prescelto; se il diritto d’asilo europeo ed i canali umanitari fossero stati riconosciuti, tante tragedie (fra cui il naufragio del 12 maggio scorso) sarebbero state evitate”. Il 19 giugno a Pozzallo alle  ore 17 conferenza stampa dei movimenti nel piazzale antistante il CPSA (ex-dogana); alle ore 18,30 in piazza Cesare Battisti assemblea cittadina.

DENUNCIATI DUE PREGIUDICATI PER PROCURATO ALLARME E GETTO PERICOLOSO DI COSE 

volante-poliziaNel corso di un  controllo di polizia sul territorio  è stato deferito in stato di libertà un pregiudicato ragusano per procurato allarme. Si tratta di un  ventenne,  C.F., pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, che sul balcone della propria abitazione in via F. Rossitto, a Ragusa, esplodeva dei colpi di arma da fuoco. Una vicina di casa iniziava a gridare, ma il giovane continuava a sparare. La successiva perquisizione domiciliare consentiva di rinvenire una pistola giocattolo del modello in uso alle Forze di Polizia, munita di tappo rosso, poi sequestrata. C.F. si è giustificato dicendo che era un’arma inoffensiva e che la stava mostrando alla sorella minorenne. Solo qualche ora prima, analoga segnalazione al 113. In viale Europa un  ragusano 19enne, C.C aveva posizionato alcune lattine vuote e con una mitragliatrice ad aria compressa esplodeva dei colpi per diletto. Il giovane – pregiudicato per reati contro il patrimonio ed in compagnia di altri soggetti con precedenti specifici – veniva denunciato in stato di libertà  per getto pericoloso di cose.

Acate, controllo in casolari: due segnalati

ESTERNOI Carabinieri delle Stazione di Acate, al termine di un’ attività di controllo all’interno di alcuni casolari di un ex agriturismo, oggi in liquidazione, in Contrada Piano Colla, hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Ragusa: il proprietario della struttura, originario di Palermo, incensurato, ritenuto responsabile di aver dato ospitalità a 63 cittadini rumeni, di cui 18 minorenni,  omettendo di darne comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza e percependo in nero circa 1.000,00 euro mensili, senza alcune registrazione di regolare contratto di affitto. Denunciato anche   un rumeno residente ad Acate, poiché individuato come il “caporale” dei propri connazionali.Nel corso del controllo, i militari hanno proceduto all’identificazione di tutti i presenti suddivisi per gruppi familiari, tra cui donne e bambini. La situazione igenico-sanitaria dei luoghi era pessima.

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