22-12-2024
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Archivio della categoria: Cronaca

FURTI AREE RURALI 3 DENUNCIATI E 4 SEGNALATI

Ad Acate i Carabinieri hanno intensificato i servizi di controllo con 10 pattuglie e 20 uomini per reprimere e debellare i fenomeni delinquenziali che hanno depredato abitazioni e aziende agricole. Intercettato e deferito in stato di libertà: V.G., vittoriese cl. 89, residente ad Acate, nullafacente, pregiudicato, in atto sottoposto al regime degli arresti domiciliari, trovato in compagnia di altri pregiudicati in violazione del provvedimento del tribunale. Ed ancora C.A.G., rumeno cl. 91, residente ad Acate, bracciante agricolo, incensurato, trovato in possesso di un carrello per trasporto cassette, oggetto di furto; denunciato anche un terzetto composto da N.G.A., rumeno cl. 84, residente a Vittoria, nullafacente, pregiudicato, in atto affidato ai servizi sociali, B.G., rumeno cl. 80, residente ad Acate, disoccupato, pregiudicato e D.C., rumeno cl. 82, domiciliato ad Acate, bracciante agricolo, pregiudicato, sorpresi alla guida di un’Opel Astra, priva della copertura assicurativa, con 7 taniche con residui di carburante, 2 coltelli, 2 martelli e 2 forbici per il cui possesso non erano in grado di fornire alcuna giustificazione. Contestualmente venivano segnalati alla Prefettura di Ragusa 4 giovani vittoriesi poiché, seguito perquisizione personale e veicolare, venivano trovati in possesso di 1 grammo di marijuana.
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Ragusa, la Polizia sequestra dose di droga per uso personale

Durante la perquisizione di un gruppo di giovani che transitavano in via degli Abeti, a Ragusa, gli agenti della Squadra Volanti hanno rinvenuto una dose di marijuana destinata al consumo personale. Uno dei giovani fermati, un 22enne, l’aveva occultata nella tasca dei pantaloni. Il ragazzo è stato sanzionato con l’avvio dell’iter che prevede la sospensione della patente per un anno.
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INCIDENTE SULLA STRADA SANTA CROCE-RAGUSA: 3 FERITI

Sono tre i veicoli coinvolti nell’incidente che ha avuto luogo alle 6.25 di giovedì, al chilometro 10+950, sulla strada provinciale 60 che collega il capoluogo a Santa Croce. Una Nissan Terrano che proveniva da Santa Croce si è scontrata con una Lancia Y che marciava in direzione opposta: nello scontro anche una Ford Fiesta diretta a Santa Croce. Il bilancio dell’incidente è di tre feriti.
Polizia Stradale

Ladro truffa ladro, intera banda arrestata per furto in azienda agricola

arresti 6.2.14È di sei arresti in flagranza di reato il risultato del blitz operato dai militari della Stazione Carabinieri di Santa Croce Camerina collaborati da quelli del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Ragusa
per furto tentato pluriaggravato in concorso. I sei, cinque vittoriesi (uno minorenne) e un polacco, sono stati bloccati mentre tentavano di allontanarsi a bordo di due autocarri che già erano stati caricati della refurtiva, due trattori agricoli di un’azienda vittoriese proprietaria di alcune serre in Contrada Bosco Braccetto nell’agro di Santa Croce Camerina. Il polacco, imbrogliando i compari, è stato involontariamente la causa dell’arresto di tutti. Egli infatti aveva chiesto loro un pagamento di 60 euro per accompagnarli nell’autorimessa dell’azienda, dove lui aveva lavorato e che era stata chiusa, dov’erano conservati attrezzi, trattori e rottami ferrosi ritenuti un facile bottino. I sei però hanno lasciato la catena in terra all’ingresso, destando il sospetto di due militari di pattuglia che, verso le 11.00 di mercoledì, stavano percorrendo la strada 25 di Santa
Croce, in contrada Bosco Braccetto. I carabinieri, vista la catena appoggiata sul suolo e sapendo che l’azienda in questione era chiusa e in fase di compravendita, si sono addentrati tra le serre. Così hanno trovato i sei ladri che con l’ausilio di una piccola gru stavano caricando due piccoli trattori, di quelli utilizzati nel lavoro in serra, su due camion cassonati. Alla vista dei militari il polacco ha tentato di fuggire, ma è stato bloccato. Gli altri, tutti pregiudicati, non hanno nemmeno tentato la fuga, dal momento che i camion che stavano utilizzando erano di loro proprietà e, dunque, sarebbero stati facilmente rintracciati. In caserma, nel corso del fotosegnalamento, e fuori dalla caserma mentre venivano caricati in auto, i vittoriesi e i loro parenti se la
sono presa col polacco e lo hanno ingiuriato e minacciato. È emerso infatti che il polacco, vantando la conoscenza dei luoghi, aveva promesso ai vittoriesi di portarli a rubare merce “facile”.

Aeroporto di Comiso, arrestati due extracomunitari che tentavano la fuga

La Polizia di frontiera, impegnata allo scalo di Comiso per impedire espatri o immissioni illecite sul territorio nazionale, ha arrestato due uomini che con documenti falsi tentavano di espatriare. Erano in corso le operazioni di imbarco per Charleroi in Belgio quando il personale di polizia ha notato due somali pronti a partire. I documenti da loro esibiti agli agenti erano tutti falsi ed erano stati già utilizzati da altri stranieri per espatriare. I due sono stati arrestati e fotosegnalati, risultano sconosciuti e clandestini. Si tratta del quarto arresto effettuato a Comiso dalla polizia aeroportuale.
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PERMESSI DI SOGGIORNO CON DOCUMENTI FALSI AI CINESI DI TUTTA ITALIA

Operazione JiǎSGOMINATA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE A RAGUSA. Cittadini cinesi provenienti da tutta Italia venivano alla Questura di Ragusa per chiedere il permesso di soggiorno. Questi cinesi pagavano un’organizzazione a delinquere italo cinese operante nella provincia iblea, per ottenere il permesso di soggiorno, tramite documentazioni false. Dichiaravano falsamente di risiedere e lavorare nella provincia iblea, ma in realtà vivevano in altre città, come Prato, Torino, Milano, Roma, Ancona e Reggio Calabria. E’ stato il numero troppo elevato di domande di permessi di soggiorno presentate da cittadini cinesi alla Questura, ad insospettire la Polizia iblea e far partire l’indagine, inizialmente coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, e trasferita poi per competenza alla Direzione distrettuale Antimafia di Catania. L’inchiesta si è conclusa con gli arresti dei componenti e con lo smantellamento di questa organizzazione a delinquere. Dall’indagine è emerso che per ogni permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura, con la presentazione di documenti falsi, l’organizzazione percepiva dai 7 mila ai 9 mila euro. Uno dei promotori e organizzatori, il cinese Qiyin Zhu, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere (essendo già detenuto). Altre tre persone, il consulente ragusano Antonino Di Marco, 43 anni, il commerciante ambulante Salvatore Distefano, anche vice presidente del Comiso Calcio, 54 anni, residente a Comiso e il tecnico della prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, il dottor Giorgio Cappello (è stato assessore a Santa Croce Camerina nella giunta Schembari) sono ritenuti i promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere. Infine, i due imprenditori agricoli comisani, padre e figlio, Giovanni La Terra, 69 anni e Giuseppe La Terra, 45 anni, collaboravano con l’organizzazione occupandosi di redigere falsi contratti di affitto di loro immobili, così come di contratti di lavoro; inoltre falsificavano buste paga e si occupavano di ritirare i documenti e i nulla osta. Il cinese svolgeva uno dei ruoli principali: era lui il committente e l’intermediario tra i cittadini cinesi e i soggetti, privati e pubblici, che attestavano falsamente l’esistenza di requisiti per ottenere il rilascio del nulla osta al ricongiungimento. Durante un controllo di Polizia, Zhu ha tentato di distruggere degli appunti ingoiando fogli di carta, ma la prontezza degli agenti della Squadra Mobile ha impedito che si perdessero questi dati, fondamentali per le indagini. Il cinese non utilizzava telefoni cellulari per paura di essere intercettato, ma annotava tutte le pratiche da lui gestite. Il consulente Di Marco curava la registrazione dei contratti di locazione presso l’Agenzia delle Entrate e il ritiro dei nulla osta su delega, anch’essa falsa, degli istanti. Talvolta assumeva il ruolo di datore di lavoro, e per la sua amicizia e frequentazione con il medico Cappello, spesso, non produceva i prescritti documenti necessari a corredo delle istanze indirizzate all’Asp. Inoltre, il consulente si occupava di redigere atti falsi, quali contratti d’affitto, contratti di lavoro, buste paga e dichiarazioni dei redditi, nonché del deposito e del ritiro presso gli uffici competenti. Il tecnico della Prevenzione presso l’Asp di Ragusa dottor Giorgio Cappello effettuava false attestazioni dell’idoneità igienico-sanitaria degli alloggi (dati in affitto ai cinesi). Attestava idoneità di alloggi ubicati al di fuori del territorio di sua competenza, anche in assenza di richieste dei rispettivi proprietari delle abitazioni ignari di quanto accadesse. In alcuni casi il funzionario dell’Azienda sanitaria non effettuava i prescritti sopralluoghi e in altri rilasciava l’idoneità per immobili risultati fatiscenti. Salvatore Di Stefano svolgeva il ruolo di finto datore di lavoro e si occupava del ritiro delle pratiche, in quanto i cittadini cinesi non venivano a Ragusa per le varie fasi istruttorie, presentandosi solo per ritirare il permesso di soggiorno. L’associazione falsificava di tutto, tranne il permesso di soggiorno. Zhu, 57 anni, da molti anni residente a Comiso, era diventato un punto di riferimento per i cinesi che entravano clandestinamente in Italia, oppure per chi voleva ricongiungersi ad un familiare: era lui che percepiva, come detto, la cifra che variava dai 7 mila ai 9 mila euro. E’ anche accaduto che i dichiarati datori di lavoro degli extracomunitari non sapessero di aver assunto lavoratori e si accorgevano di quanto fatto a loro insaputa quando l’Inps li convocava per pagare i contributi (in alcune occasioni gli stessi hanno denunciato il reato in Questura). L’indagine della Squadra Mobile non è conclusa: si stanno esaminando numerose altre istanze e valutando la posizione di centinaia di insospettabili cittadini che hanno dichiarato nel tempo di avere alle dipendenze extracomunitari e di avere loro affittato un immobile. A chi ha ottenuto indebitamente il permesso di soggiorno sarà revocato.

Tenta di rubare cavi elettrici GIOVANE MUORE FOLGORATO

Marius Grosu, rumeno di 24 anni, è morto nella notte tra lunedì e martedì, vittima di una scarica elettrica. Il giovane, insieme ad altri tre complici, stava compiendo un furto di cavi d’alta tensione nelle campagne tra Quaglio e Roccazzo, in territorio di Chiaramonte. Sul luogo dell’incidente i quattro avevano predisposto le scale in legno e un attrezzo che è dotato di una corda e viene utilizzato per mettere in corto circuito i cavi, in modo da far saltare la corrente elettrica. La corda non conduce energia elettrica, ma funziona, come mezzo di precauzione, solo se non è bagnata. Ma in questo caso probabilmente lo era o almeno era umida. Quando Grosu è rimasto folgorato i tre connazionali hanno tentato di rianimarlo per parecchi minuti, senza riuscire nell’intento. I tre uomini hanno così deciso di chiamare un altro connazionale, che aveva fatto da autista e che si era allontanato dal luogo del furto. L’autista, nonostante sia stato avvisato dell’incidente, non è tornato sul luogo doveva aveva accompagnato i quattro connazionali. A quel punto i tre hanno rintracciato un altro rumeno, che si è recato sul luogo dell’incidente e ha accompagnato il ferito e gli altri tre amici all’ospedale Regina Margherita. I medici hanno tentato di rianimare Grosu, ma per lui non c’era più nulla da fare. I sanitari hanno anche richiesto l’intervento della Polizia. Gli agenti hanno interrogato per tutta la notte i tre rumeni che, inizialmente avevano dichiarato agli inquirenti che il loro amico era rimasto folgorato in casa. Alla fine hanno dovuto ammettere che l’incidente era accaduto durante un tentativo di furto e hanno riferito della presenza di un quinto complice, l’autista. I quattro rumeni sono stati denunciati in stato di libertà per tentato furto aggravato.
GROSU MARIUS 28.09.1990

RAGUSA, CHIUSA UNA CASA A LUCI ROSSE IN CORSO ITALIA Gestita da coniugi brasiliani e da un corriere ragusano

Il centro storico di Ragusa pullula di case d’appuntamenti. Gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato, infatti, lunedì sera hanno apposto i sigilli in un’altra casa a luci rosse, non lontano da quella recentemente scoperta (e chiusa) in via Solferino. Nella casa di prostituzione di corso Italia lavoravano prostitute residenti in altre città. A gestire il “bordello”, due commercianti coniugi brasiliani, G.D.S. di 37 anni e B.D.S. di 35 anni, e un corriere ragusano, L.M., di 33 anni. I tre avevano creato un giro d’affari elevato. Il corriere si occupava di procurare gli immobili, contattando i proprietari dei palazzi o delle case sfitte. Ed era il ragusano che contattava, tramite siti internet specializzati, le squillo, offrendo loro la locazione settimanale di alcove, fra le quali, appunto, le stanze da letto dell’immobile di corso Italia. Il costo pattuito per una stanza da letto con bagno, nel palazzo di corso Italia era di 300 euro a settimana. Quando la polizia ha eseguito il blitz nel’immobile a luci rosse, tutti e cinque gli appartamenti (situati sui tre livelli del palazzo) erano occupati da prostitute: due brasiliane, una ecuadoriana e un transessuale brasiliano trovato in compagnia di un cliente vittoriese. Gli uomini e le donne che si prostituivano avevano un’età compresa fra i 35 e i 45 anni e il guadagno giornaliero procurato dall’attività di meretricio si aggirava intorno alle 1500 euro. Per ogni prestazione si guadagnava dalle 50 alle 150 euro. I coniugi brasiliani facevano anche i “mediatori”, offrendo assistenza linguistica ai loro connazionali. Inoltre, marito e moglie avevano le chiavi di ogni appartamento e andavano a riscuotere settimanalmente il canone anticipato: il tutto veniva annotato su un taccuino che è stato sequestrato dalla Polizia. Il ragusano aveva fornito un nome di fantasia al proprietario dell’immobile col quale aveva stipulato un contratto di locazione in nero. Aveva anche dato il nome del suo ex datore di lavoro (ignaro di tutto) per attivare vari contratti di fornitura di energia elettrica, in quanto era in possesso di una copia della carta d’identità: per questo reato è stato anche denunciato per falso e sostituzione di persona.
chiusura casa a luci rosse

ARRESTATO A SCOGLITTI DEVE SCONTARE UNA PENA DEFINITIVA DI PIU’ DI 5 ANNI

Domenica 2 febbraio la Polizia ha rintracciato Giuseppe La Terra, nato a Vittoria nel 1962 e residente a Milano, a carico del quale era stato emesso un dispositivo di esecuzione per la carcerazione in quanto la Cassazione aveva confermato senza rinvio, una sentenza emessa a carico di La Terra dalla Corte di Appello di Caltanissetta. La Terra è stato riconosciuto colpevole del reato di porto illegale di armi da guerra, per fatti commessi nel 1991 e per i quali era stato già condannato, ma a seguito di un ricorso per Cassazione la pena non era divenuta esecutiva. Ora la Suprema Corte ha sentenziato che l’uomo deve espiare 5 anni, 5 mesi e 6 giorni di reclusione. Si trova nel carcere di Ragusa.
LA TERRA Giuseppe

Ragusa, la Polizia interviene per sedare una lite in famiglia

Scoppia una lite fra due conviventi, separati in casa, che condividono da anni lo stesso menage familiare. Solo che, venerdì sera, nell’abitazione di via Marconi, a Ragusa, stava per finire male. La donna, infatti, invita il nuovo fidanzato a dormire nella casa, dove però, c’è anche il vecchio compagno. Questi si altera, inizia il litigio; assiste alla scena anche la figlia che la donna ha avuto in un precedente matrimonio con un uomo tunisino. La donna chiama la Polizia, sul posto giunge una Volante. I poliziotti sedano gli animi e ascoltano le dichiarazioni dei due litiganti. La donna riferisce agli inquirenti che il compagno gli aveva rivolto frasi minacciose e ingiuriose. L’uomo, a sua volta, riferisce ai poliziotti che madre, e figlia di lei, erano totalmente a suo carico, soprattutto economico, dal momento che lo stesso pagava l’affitto e manteneva tutti i bisogni di madre e figlia. A un certo punto i poliziotti hanno dovuto chiamare un’ambulanza perchè l’uomo ha accusato un malore ed è stato trasferito d’urgenza all’ospedale Civile. Alla fine, sono stati gli stessi agenti ad invitare la donna ad allontanarsi temporaneamente dall’abitazione di via Marconi, insieme alla figlia. E così è stato: madre, figlia e nuovo fidanzato si sono trasferiti in un’altra dimora.
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FURTO DI GASOLIO AGRICOLO Denunciato rumeno a Vittoria

Un cittadino rumeno residente a Vittoria, S. M. di 23 anni, è stato denunciato dai carabinieri della Compagnia di Vittoria perchè, durante una perquisizione del suo veicolo, è stato trovato in possesso di 5 taniche contenenti gasolio di dubbia provenienza. I militari hanno anche trovato 100 metri di cavetto elettrico, due timer, una torcia e una chiave giratubi.
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MALTEMPO, DANNI ALL’AGRICOLTURA

Centinaia di ettari di colture in serra sotto acqua. Danni ingenti per le produzioni di pomodoro e melenzana nella frazione di Punta Braccetto nel territorio di Santa Croce. Anche la viabilità, in più parti, è compromessa. Il territorio di Santa Croce fa la conta dei danni all’indomani del violento nubifragio. Il nucleo comunale di protezione civile ha provveduto alla chiusura di alcune strade di collegamento. Nella fattispecie la San Martino Piombo, nel tratto tra il consorzio di bonifica e la zona dell’ex discarica, a causa dell’esondazione del torrente Petraro, la Santa Croce Sughero, nella zona antistante il mulino vecchio per l’esondazione del torrente San Giovanni, la Casuzze via Colli Eugane per la presenza di detriti lungo la sede stradale. La strada che collega il centro abitato con Punta Secca risulta, in più parti, non percorribile.
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MALTEMPO, LA CONTA DEI DANNI

Dal tardo pomeriggio di sabato, quando cioè la pioggia si è fatta più intensa, il centralino dei vigili del fuoco di Ragusa ha cominciato a squillare ininterrottamente, per richieste di intervento. Inizialmente per scantinati allagati, rami di alberi sulla strada, pietrisco lungo la sede stradale. Nel corso della notte, intorno alle 22.45, da diversi punti della provincia sono giunte richieste per auto in panne con persone dentro. L’intervento dei pompieri è stato determinante per mettere in salvo gli occupanti e per tirar fuori le auto dai pantani. Un’auto è rimasta in panne lungo la provinciale Cento Pozzi, un’altra auto in c.da Genisi fra Ragusa Ibla e Modica, ed un’altra in prossimità della stazione di Modica. Alla due della notte la squadra operativa del comando provinciale è intervenuta a Pozzallo per mettere in sicurezza alcune bombole del locale Conte di Cabrera, che si trova nella piazza vicino al mare. Un’onda ha causato seri danni. A Ragusa il vento ha divelto la copertura di una mansarda. Tutte le squadre del Comando hanno operato anche per svuotare scantinati, in tutta la provincia. Numerose le richieste d’intervento proveniente da Ragusa e dal versante del Modicano. Notevole il supporto della protezione civile comunale di Ragusa e Modica e del personale del Dipartimento della Protezione civile regionale.
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INCIDENTE A VITTORIA

PolstradaNel centro abitato del comune ipparino si è verificato alle 6 di sabato uno scontro tra due auto, una Fiat Panda condotta dal ventisettenne R.M., e una Ford Focus guidata dal quarantatreenne C.L.. I due uomini, entrambi vittoriesi, hanno riportato ferite guaribili in cinque giorni.

LA POLIZIA SVENTA UN FURTO IN ABITAZIONE A RAGUSA

plastica duraVerso le 10.00 di venerdì 31 gennaio diverse telefonate al 113 segnalavano la presenza di due giovani donne che si aggiravano con fare sospetto tra le abitazioni ubicate in via Paestum. La Polizia ha individuato le due donne che, alla vista dell’auto della Polizia, tentavano in un primo momento di nascondersi tra le auto in sosta e, subito dopo, di dileguarsi, tentando anche di disfarsi di un pezzo di plastica dura notoriamente utilizzato per forzare le serrature. I poliziotti sono riusciti a bloccare le due donne che venivano identificate per J. C. di anni 19 e di N. S., minorenne, partite dal campo nomadi di Catania e arrivate a Ragusa in autobus nelle prime ore del giorno. Le due donne sono state denunciate in stato di libertà per il reato di possesso ingiustificato di strumenti atti ad aprire o a forzare serrature.

Chiusa una casa a luci rosse in centro storico a Ragusa

Denaro preservativi prostituzioneL’attività fruttava 2.500 euro al giorno a trans e prostitute,
denaro proveniente da giovani clienti e da insospettabili professionisti.

La Polizia di Stato ha chiuso una casa a “luci rosse” in via Solferino a Ragusa, dove era stata segnalata la presenza di un edificio su quattro piani, tutti adibiti ad attività di prostituzione. I Poliziotti di Quartiere avevano appreso da alcuni residenti del centro storico che da circa un mese vi era un gran via vai di uomini in uno stabile di Via Solferino. Ufficiali ed Agenti di Polizia nei giorni scorsi avevano effettuato un’attività di osservazione dell’intero immobile e delle vie limitrofe con l’uso di telecamere ad infrarossi, verificando inoltre al catasto chi fossero i proprietari. Numerosissimi sono stati i clienti fermati all’esterno della casa dopo aver consumato rapporti sessuali. Gli stessi clienti, sistematicamente accompagnati negli uffici della Squadra Mobile, riferivano che all’interno vi erano transessuali e donne che si prostituivano ed i prezzi variavano da 50 a 150 euro. Venerdì sera, intorno alle 20.00, gli agenti in borghese si appostavano nei pressi del portoncino d’ingresso dello stabile ed appena un cliente è uscito, veniva dato avvio al blitz. In pochi istanti 4 Volanti e 6 unità della Squadra Mobile facevano ingresso identificando tutti i presenti, al fine di verificare se vi fossero condizioni di sfruttamento e/o favoreggiamento della prostituzione reato punito gravemente dalla legge italiana. Dal controllo emergeva che 4 dei 5 mini appartamenti di 20 metri quadri erano occupati da transessuali e prostitute che ammettevano di vendere il proprio corpo per denaro, ma di non essere sfruttate da nessuno, anche se pagavano per l’affitto del piccolo locale da 900 a 1.400 euro al mese. All’interno dei miniappartamenti in scarse condizioni igieniche vi erano computer portatili per aggiornare gli annunci su siti specializzati e fissare appuntamenti con i clienti, tre o quattro telefoni cellulari per ciascuno dei presenti che suonavano di continuo per un appuntamento dopo cena, con richieste anche via sms di questo tipo: “ho poco tempo perché devo inventare una scusa a casa, se mi puoi ricevere subito vengo se no, lasciamo stare” oppure “ho voglia di provare qualcosa di nuovo, mi dicono tu sia il nuovo trans di Ragusa che sta facendo impazzire i miei amici, se ti accontenti di 30 euro passo a trovarti”. Tra i presenti veniva identificato un transessuale brasiliano regolare con le norme sul permesso di soggiorno, trovato in possesso di 3.000 euro, una donna di Milano in possesso di 1.200 euro ed una donna del Paraguay clandestina in Italia proveniente dalla Spagna, anch’essa in possesso di 2.000 euro. Le donne ed il trans ammettevano di fare questa attività da anni e di voler lasciare subito Ragusa in quanto ormai non avrebbero più potuto “lavorare” in quella casa. Al termine dell’attività di Polizia Giudiziaria, venivano tutti allontanati dalla città di Ragusa, e la donna del Paraguay veniva espulsa con provvedimento del Prefetto eseguito per ordine del Questore. Quasi 500 i preservativi rivenuti, così come sostanze oleose afrodisiache ed unguenti vari, oltre ad oggetti per “giochi erotici”. Il cliente fermato all’uscita asseriva di essere lì per motivi di lavoro ed era fortemente preoccupato in quanto padre di famiglia. Rincuorato dal fatto che a casa nessuno avrebbe comunicato dei suoi gusti sessuali (aveva appena consumato un rapporto sessuale con il trans), terminata la verbalizzazione delle sue dichiarazioni e tornava a Comiso, sua città di residenza. Il proprietario di casa, fuori città al momento del controllo, verrà convocato presso gli uffici della Squadra Mobile per le sanzioni a suo carico, avendo dato ospitalità ad un clandestino e per non aver comunicato al Questore, Autorità di Pubblica Sicurezza, la presenza di extracomunitari come affittuari. Inoltre se le risultanze investigative lo permetteranno, l’immobile potrà essere sequestrato ai fini della confisca così come previsto per legge.

Dopo 24 ore dall’arresto nuovamente presi dai Carabinieri

tab albanesi arrestati 30.1.14Giovedì pomeriggio i Carabinieri di Scicli hanno proceduto nuovamente all’arresto dei due cugini albanesi già arrestati il giorno prima per possesso di marijuana. Tabaku Endrion, del 1994, e Tabaku Viktor, del 1990, dovranno rispondere del reato di evasione. Infatti, i due cugini, a seguito dell’arresto del 29 gennaio, erano stati posti agli arresti domiciliari ma non hanno resistito alla tentazione di uscire dalle abitazione ove erano ristretti e hanno deciso di fare un giro per Scicli per poi prendere un caffè al bar. Non hanno però fatto i conti con i Carabinieri che, proprio in quel momento, stavano transitando di pattuglia davanti al bar scelto dai giovani albanesi. Ora i due sono in carcere.

Rapinò una donna ad inizio anno Nuovo arresto per Giuseppe Sciortino

SCIORTINO gEra stato tratto in arresto lo scorso 18 gennaio nell’operazione “The Brothers” unitamente al fratello, poiché ritenuto responsabile di tentata estorsione, rapina, danneggiamento, minaccia e ingiuria commesse ai danni di 14 sacerdoti di altrettante parrocchie di Vittoria nel biennio 2012-2013. Venerdì mattino i Carabinieri della Stazione di Acate hanno notificato, presso la Casa Circondariale di Ragusa, a Giuseppe Sciortino, vittoriese cl. 82, un’ulteriore ordinanza di custodia perchè responsabile di essere l’autore di una rapina consumata in data 2 gennaio 2014 ai danni di una signora 55enne di Acate. La donna si trovava in Viale Mazzini ed era stata avvicinata da un giovane a volto scoperto a bordo di un vecchio ciclomotore che l’aveva afferrata per il braccio, strattonandola e spingendola, facendola infine rovinare a terra riuscendo a strapparle la borsa dalle mani da cui aveva poi asportato le 250 euro ivi contenute, prelevati dalla donna poco prima presso la Banca di Credito Cooperativo dei Castelli. Immediatamente i Carabinieri della Stazione di Acate erano intervenuti sul posto e, a seguito della precisa e dettagliata descrizione fornita dalla vittima, avevano individuato l’autore del reato traendolo in arresto, anche grazie al riconoscimento fotografico effettuato dalla vittima. Il giorno seguente, però, – era il 3 gennaio – la signora con una memoria scritta dichiarava di essersi sbagliata sul riconoscimento effettuato, giustificando il tutto con lo spavento, la confusione e il dolore avvertito per la caduta. Il Pubblico Ministero, seppur disponendo la liberazione immediata dello Sciortino, aveva immediatamente ritenuto sospetta la ritrattazione, anche a fronte della sicurezza manifestata dalla donna in sede di ricognizione fotografica con l’aggiunta di particolari caratteristici come ad esempio un orecchino a forma di stella. A seguito di ulteriori accertamenti venivano raccolti ulteriori gravi indizi di colpevolezza a carico dello Sciortino tale da convalidare le risultanze investigative iniziali. E infatti la donna e la sua famiglia erano state minacciate. Giuseppe Sciortino ora è in carcere a Ragusa.

Arrestato a Vittoria spacciatore

FIDONE SalvatoreSalvatore Fidone, 24 anni, vittoriese, incensurato è stato arrestato per detenzione di droga. Nella sua abitazione i poliziotti hanno trovato quasi 200 grammi di marijuana. Dal quantitativo di droga si sarebbero potute trarre 800 dosi. Alcuni cittadini avevano segnalato alla polizia un continuo via vai di giovani clienti nella casa del Fidone. Sono stati sufficienti pochi giorni di appostamenti nei pressi dell’abitazione dell’arrestato, situata nella zona residenziale di Vittoria, per appurare la veridicità di quanto denunciato dai residenti. Con l’ausilio della Squadra Cinofili dei Servizi speciali della Polizia di Stato gli agenti hanno eseguito la perquisizione e, grazie al fiuto di 2 cani antidroga hanno rinvenuto un pacco occultato dietro un cassetto della stanza da letto di Fidone. E’ stato anche trovato il kit per il confezionamento.

SEQUESTRO DI PERSONA, ESTORSIONE E MINACCE ARRESTATO PAKISTANO AL CENTRO SPRAR DI COMISO

volanteBisHa sequestrato una dipendente del centro Sprar di Comiso la struttura che, per sei mesi, lo ha ospitato. Ha anche impedito agli altri dipendenti del centro San Giovanni Battista di contrada Serra Carcara, di uscire dagli uffici. L’inquietante episodio è accaduto giovedì mattina quando, il pakistano di 31 anni Awais Muhamad, si è barricato nel Centro, minacciando gli astanti: la Polizia è intervenuta e lo ha arrestato per sequestro di persona a scopo di estorsione e minacce. Awais aveva soggiornato per sei mesi nella struttura ma, alla scadenza del periodo di accoglienza, cioè al 31 dicembre del 2013, si era rifiutato di andarsene e, con la complicità di altri ospiti, continuava a restarci abusivamente. Nel corso dell’ultima discussione avuta con i responsabili del Centro, avvenuta appunto giovedì, Awais aveva preteso, per lasciare la struttura, il compenso economico a cui aveva rinunciato a dicembre, e un’ulteriore quantità di denaro, chiedendo “molti soldi” e affermando che non sarebbe andato via, e non avrebbe liberato i dipendenti, se non avesse ottenuto quanto preteso. Inoltre, ha minacciato i presenti che se non lo avessero accontentato avrebbe fatto peggio di quanto accaduto a dicembre (un ospite incendiò la struttura).

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