Gli uomini della Squadra Volanti della Questura di Ragusa, hanno arrestato due giovani residenti a Ragusa: O.M. nato in Romania di 17 anni, e Vito Giuseppe Cassisi, 26 anni, nato a Vittoria. I due sono accusati di furto su autovettura. E’ stata una telefonata a segnalare la presenza di persone sospette, in piena notte, in via Roma. I due sono stati sorpresi a smontare la ruota di un’auto.
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LADRI DI RAME, QUATTRO ARRESTI A VITTORIA
Una tonnellata e mezza di cavi elettrici bi e tripolari di varie sezioni. Quarantanove matasse, accatastate, pronte perchè si procedesse alla spellatura dei cavi al fine di ricavarne la treccia di rame. Un danno economico ingentissimo ai proprietari di quelle condutture per il loro valore intrinseco e per i danni agli impianti dai quali sono stati trafugati. Un buon affare anche per i ladri o ricettatori, visto che sul mercato del riciclaggio il metallo rosso è pagato tra i 3,5 ed i 4 euro al chilogrammo. Ed è per questo motivo che sempre più spesso imprenditori, agricoltori, o i gestori delle linee elettriche denunciano furti di chilometri di cavi di rame. La Polizia di Vittoria ha arrestato quattro rumeni per ricettazione. Nel casolare dove abitavano i quattro è stato ritrovato il materiale trafugato e gli arnesi utilizzati per il furto. Per i quattro l’accusa è anche di furto di energia elettrica: si erano allacciati con un cavo lungo trenta metri alla rete dell’Enel. In manette sono finiti: Gheorghe Oprea Bogdan, 29 anni, Mihai Ciocoiu, 57 anni, Viorel Sandu, 38 anni, e Marica Lupu, 39 anni.
FESTA DELLA POLIZIA, ENCOMIO PER DONZELLO
Nel corso della cerimonia del 161esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato, tenutasi presso la Questura di Ragusa, il Questore Giuseppe Gammino ha premiato con il riconoscimento dell’Encomio, l’Assistente Capo Michelangelo Donzello, che presta servizio presso il Commissariato di Modica. L’episodio che ha reso il poliziotto ispicese protagonista dell’alto riconoscimento, risale al mese di novembre 2011 quando l’Assistente Capo di Polizia, libero dal servizio, transitando con la sua auto per il centro cittadino di Ispica in compagnia del figlioletto, si accorgeva di un giovane, già noto per suoi i trascorsi penali, che con fare sospetto osservava alcuni negozi. Insospettito da tale comportamento il poliziotto, senza esitazione, decideva di lasciare il figlioletto ad un passante, suo conoscente, appostandosi per meglio seguire le movenze del giovane. Da li a poco il giovane metteva a segno i suoi propositi, avventandosi su un’anziana donna, strappandole la borsa che teneva al braccio e la collana in oro che portava al collo. Il tentativo del rapinatore di darsi alla fuga veniva impedito dal tempestivo intervento del poliziotto che immediatamente lo bloccava evitando di farlo scappare con la refurtiva e traendolo, quindi, in arresto.
Detenuto domiciliare torna in carcere
E’ tornato in carcere il pluripregiudicato Massimo Favata, 38 anni, vittoriese. Nel novembre scorso era stato ammesso alla misura alternativa alla detenzione ottenendo di continuare ad espiare la pena in regime di detenzione domiciliare per un anno e 4 mesi di reclusione. Una settimana fa, una volante del Commissariato lo ha notato in piena notte, alla guida di un’autovettura, in compagnia di un’altra persona. Alla vista degli agenti, approfittando di condizioni di traffico favorevoli ha evitato il controllo ed è riuscito a dileguarsi. Gli agenti immediatamente si sono recati presso la sua abitazione ed hanno constatato che non era in casa. Hanno ripetuto il controllo dopo tre ore ed è risultato ancora assente. Le indagini hanno consentito di risalire al proprietario dell’autoveicolo che si era dileguato, M.G. 39enne vittoriese, con precedenti di polizia, il quale ha riferito che effettivamente, all’ora contestata, transitava nei luoghi dove era stato visto dai poliziotti e che era in compagnia di un’altra persona di cui non ricordava l’identità. La reticenza di M.G. gli è costata una denuncia per favoreggiamento personale. Favata invece è stato denunciato in stato di libertà per il reato di evasione e guida senza patente, poi il magistrato ha revocato il beneficio della detenzione domiciliare.
Cercano carte e documenti e trovano una bomba
Mezzo chilo di esplosivo è stato rinvenuto da militari della Guardia di Finanza durante l’apertura di una verifica fiscale presso gli uffici di una società vittoriese. La bomba era in una scatola contenente anche l’innesco, anch’esso con potenzialità esplodenti. La scoperta è avvenuta nel corso delle attività di ricerca documentazione in una società operante nel settore della commercializzazione di detersivi. L’esplosivo era conservato in una “strana” scatola in cartone, in un armadio di uno dei soci della società sottoposta a controllo. I finanzieri della Tenenza di Vittoria sono stati subito allarmati dalle fattezze dell’ordigno, di indubbia fabbricazione artigianale: materiale esplodente (non ancora classificato) raccolto in carta da giornale, legato da spago e nastro adesivo; il tutto raccolto in pellicola trasparente da cucina. Il manufatto, del peso di oltre 460 grammi, sarebbe stato in grado di causare gravi danni ad ogni oggetto investito dalla sua deflagrazione. All’interno della stessa scatola è stato poi trovato il detonatore che, per fortuna dei finanzieri, era posto a parte e non ancora inserito nel corpo della bomba. L’innesco, di tipo “fulminante”, è risultato simile a quelli tipicamente utilizzati per le mine da cava. Utilizzato da solo, ovvero senza neanche essere inserito nell’ordigno, esso ha già elevate capacità esplosive. I finanzieri, increduli per il rinvenimento, hanno dovuto attuare tutte le dovute cautele nella manipolazione della confezione esplodente. Il perfetto stato di conservazione dei reperti rinvenuti, attesta la reale efficacia laddove fossero stati innescati. Certamente di potenzialità distruttiva e mortale, il manufatto avrebbe travolto e polverizzato ogni cosa nel raggio di 10 metri, senza considerare le ulteriori conseguenze derivanti da un’esplosione. Sono in corso indagini per accertare la provenienza dell’esplosivo e soprattutto l’effettivo uso previsto. Le analisi chimiche sull’esatto contenuto dell’ordigno diranno il resto sulla sua dannosità.
RAGUSA, TENSIONE ALLA BAPR DI VIALE EUROPA
Momenti di tensione, martedì mattina, nella sede centrale della Banca agricola di Ragusa, in viale Europa. Sull’episodio vige il massimo riserbo da parte delle Forze dell’Ordine e dello stesso istituto di credito. Si sa, tuttavia, che un cliente, dopo avere discusso con i funzionari dell’ufficio legale in merito alle proprie esposizioni debitorie, è andato in escandescenze in quanto le risposte dei dipendenti della banca non erano conformi alle sue aspettative. A quel punto il cliente ha lanciato invettive nei confronti dei funzionari. Si sarebbe anche diretto verso la parte del palazzo dove hanno sede gli uffici dei vertici dell’Istituto di credito. Il cliente voleva a tutti i costi parlare con il massimo dirigente della banca. Sono intervenuti alcuni dipendenti, altri clienti e le Forze dell’ordine, proprio per bloccarlo prontamente.
QUANDO L’ORCO E’ IN FAMIGLIA, IN CARCERE TRE PERSONE CONDANNATE PER ABUSI SESSUALI SU MINORI
Una triste storia di abusi, sulla quale si fece luce nel 2005. Adesso le condanne sono diventate definitive, e per tre persone si sono aperte le porte del carcere. I carabinieri hanno dato esecuzione a tre condanne per un operaio di 53 anni, nato a Ragusa: dovrà scontare dieci anni di carcere per atti sessuali commessi nei confronti dei figli minorenni. In carcere anche un bracciante agricolo di 44 anni. Ha abusato della figlia dell’operaio, che gli era stata affidata per aiutarlo in una pizzeria. Dovrà scontare sei anni. Infine quattro anni ad un altro bracciante agricolo di 43 anni: anche lui ha commesso atti sessuali nei confronti della figli dell’operaio. Tutti e tre sono residenti a Santa Croce. La triste vicenda ebbe inizio nel febbraio del 2005 quando la madre dei due ragazzi, all’epoca minorenni, si presentò presso la caserma dei Carabinieri di Chiaramonti Gulfi per denunciare gli abusi sessuali subiti da suoi due figli da parte del marito, del padrino di cresima della ragazza e dal fratello di quest’ultimo. Quattro lunghi anni di abusi, dal 2000 al 2004. L’attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, che permise di appurare particolari agghiaccianti e che portò all’arresto in custodia cautelare, un mese dopo la denuncia, del padre dei ragazzi e del fratello del padrino di cresima della ragazza. Nel 2007 i tre erano stati condannati da parte del Tribunale di Ragusa, in quanto ritenuti a vario titolo responsabili del reato di abusi sessuali. Nei giorni scorsi Corte Suprema di Cassazione a Roma ha rigettato il ricorso degli imputati, confermando le pene a cui erano già stati condannati dai giudici di primo e secondo grado. Oltre alla pena detentiva, il padre dei ragazzi ha riportato anche le seguenti pene accessorie: decadenza della potestà genitoriale, esclusione dalla successione della persona offesa, interdizioni dai pubblici uffici perpetua, perdita del diritto agli alimenti, interdizione legale durante la pena, interdizione dall’esercizio di tutela e curatela perpetua.
ARRESTATI IN 4 SULLA RAGUSA – MARE
Gli uomini della Squadra Volanti della Questura di Ragusa, hanno arrestato 3 uomini ed una donna per “furto di tombini dell’illuminazione pubblica e danneggiamento con pericolo per la sicurezza delle opere”. In manette sono finiti Puiu, Luminita e Lucian Bonculescu, insieme a Florinel Dobrica. I tombini possono essere poi rivenduti, con un discreto guadagno.
COMISO, ATTENTATO INCENDIARIO ALLA MATERNA SENIA
Gravissimo attentato incendiario, nella serata di mercoledì, ai danni della scuola materna “Senia” di via Martin Luter King di Comiso. In un primo momento si era pensato ad un attentato con delle molotov, perchè erano state ritrovate delle bottiglie liquefatte. Con il passare delle ore si è fatta strada l’ipotesi che il gesto sia stato compiuto da una o più persone bruciando alcuni cumuli di carta ed altro materiale. Non sono state trovate tracce di liquido infiammabile, ma questo poco sta a significare. Perchè chiaramente chi è entrato nella scuola voleva appiccare il fuoco, magari con degli accendini. L’episodio si è verificato poco prima delle 20. E’ stato un passante a notare il fumo denso che usciva dalla scuola. Immediato l’allarme. I vigili del fuoco sono intervenuti sul posto. Hanno trovato la scuola messa a soqquadro e danni ingenti. In particolar modo l’impianto elettrico che è stato devastato. Alcune aule sono inservibili, la scuola rimane chiusa. Solo pochi giorni prima alla scuola elementare Senia altri gesti vandalici: per due volte, a tre giorni di distanza, qualcuno si è introdotto nella scuola, dando fuoco a qualche oggetto prima di scaricare sul pavimento il contenuto degli estintori.
DRAMMA A VITTORIA, LA MOGLIE DI GUARASCIO TRASFERITA A CATANIA
Si trova ricoverata all’ospedale “Cannizzaro” di Catania Giorgia Famà, la moglie di Giovanni Guarascio che martedì si è dato fuoco per impedire lo sfratto della sua casa messa all’asta. Le condizioni della donna si sono aggravate nel pomeriggio di mercoledì: per questo motivo è stata trasportata dal “Guzzardi” di Vittoria all’ospedale etneo dove si trovano sia il marito che l’agente di Polizia Antonino Terranova rimasto gravemente ferito nel tentativo di mettere in salvo Giovanni Guarascio. La donna ha ustioni di primo e secondo grado su tutto il corpo. Sono stazionarie le condizioni di Guarascio e di Terranova, ma per riprendersi ci vorrà del tempo. Il primo ha ustioni nel 50 per cento del corpo, soprattutto al viso, al torace e alle braccia. Dovrà essere sottoposto a delicati interventi per la ricostruzione della pelle ustionata. Ustioni di secondo e terzo grado per l’agente Terranova, anche se le sue condizioni sono migliori rispetto a quelle di Guarascio.
SANTA CROCE, TRE RUMENI FERMATI MENTRE RUBAVANO UN FURGONE
I carabinieri di Ragusa hanno arrestato in flagranza tre giovanissimi ladri mentre rubavano un furgone presso un’azienda agricola di Santa Croce Camerina. Da un onesto cittadino santacrocese, poco prima delle tre di notte, è arrivata alla centrale operativa provinciale una telefonata. Venivano segnalati dei soggetti sospetti che sI aggiravano lungo una strada periferica del centro camarinense probabilmente per commettere qualche furto o peggio ancora una rapina. Poco dopo lo stesso cittadino riferiva che i tre stavano armeggiando sul finestrino di un grosso mezzo furgonato. Subito una pattuglia ha raggiunto il luogo e non ha fatto nemmeno in tempo ad arrivare che ha visto tre soggetti armeggiare intorno al furgone. I militari si sono subito buttati sui tre, peraltro aiutati dal cittadino che aveva chiamato, per cercare di bloccarli ma questi, tanto per cambiare, hanno tentato la fuga. Uno è stato preso subito, gli altri due sono riusciti a dileguarsi nel buio della campagna. Gli altri due sono stati individuati a Vittoria. I tre, tutti rumeni, sono Marius Crasmariu, 23enne, e Petre Rosu, 18enne, nullafacenti residenti a Vittoria, e Andrei Papuc, 22enne operaio residente a Santa Croce Camerina. Sono stati arrestati per furto aggravato in concorso.
Pozzallo: Perseguita la ex moglie, ora dovrà starle alla larga
Nella mattinata di martedì i Carabinieri della Stazione di Pozzallo, al termine di mirati accertamenti delegati dalla Procura modicana, hanno notificato a G.G. 48enne disoccupato pozzallese, una misura cautelare personale emessa nei giorni scorsi dal Tribunale di Modica con cui gli è stato fatto divieto di avvicinarsi all’abitazione della ex moglie 40enne. All’uomo è stato imposto, tra l’altro, il divieto di comunicare con la donna e di mantenere una distanza di almeno 100 metri. Il provvedimento cautelare eseguito dai Carabinieri è stato emesso a seguito di una lunga serie di azioni persecutorie da lui poste in essere nei confronti della ex moglie a partire dal 2011. Con ripetute condotte persecutorie e vessatorie, infatti, ha minacciato e molestato la donna con la quale aveva intrattenuto una relazione coniugale, conclusasi nell’aprile 2010 con la separazione. In alcune occasioni l’uomo ha seguito gli spostamenti della ex, talvolta appostandosi sotto la sua abitazione. In un’altra circostanza, verificatasi nel 2011, l’uomo si era addirittura recato presso l’abitazione della donna e, dopo averla minacciato, aveva colpito la porta con calci e pugni.
DRAMMA A VITTORIA: GRAVE UN AGENTE, GUARASCIO RICOVERATO A PALERMO
E’ ricoverato a Palermo il 64enne Giovanni Guarascio, l’uomo che, nella giornata di martedì si è dato fuoco davanti alla propria casa di via Brescia, a Vittoria. Al Cannizzaro di Catania, invece, si trova l’agente Antonio Terranova, il poliziotto che si è subito lanciato sull’uomo per cercare di spegnere le fiamme ma è rimasto ustionato anche lui. Meno gravi le ferite per un altro agente di Polizia, Gianmarco Di Raimondo, e per le la moglie ed una delle figlie di Guarascio. Un gesto disperato quello del muratore vittoriese. I fatti sono avvenuti nella tarda mattinata di martedì, poco dopo le 13, quando la famiglia vittoriese avrebbe dovuto lasciare l’abitazione, venduta all’asta. Durante la lunga trattativa, uno degli agenti della pattuglia ha visto eccessivamente taciturno il capofamiglia. Gli ha parlato, e pare che l’uomo si fosse rasserenato. Poi, però, è andato in garage, si è cosparso di benzina. L’agente non ha fatto in tempo ad impedirgli di darsi fuoco. La casa era stata venduta all’asta per 26.000 euro.
Pozzallo, sorpresi e denunciati pescatori di frodo
A conclusione di accertamenti eseguiti nei giorni scorsi all’interno del mercato ittico di Pozzallo e finalizzati al contrasto della pesca e vendita ambulante illecita di prodotti ittici, i Carabinieri della Motovedetta d’altura hanno elevato una pesante sanzione amministrativa di 4.000 euro a carico di un 42enne operaio pozzallese. Sottoposto a controllo, è stato sorpreso a vendere 21 chilogrammi di telline nonostante fosse sprovvisto della prevista licenza e, cosa ancor più grave, il pescato fosse privo della necessaria certificazione sanitaria attestante, tra l’altro, la tracciabilità della relativa filiera. Il prodotto ittico è stato, quindi, posto sotto sequestro per la successiva confisca e distruzione. Nella tarda nottata di martedì, invece, gli stessi Carabinieri della Motovedetta “di Bonaventura” sono intervenuti all’interno del porto di Pozzallo dove hanno sorpreso due pregiudicati catanesi che erano intenti a praticare, in maniera illecita, pesca sportiva in area portuale interdetta. Bloccati in compagnia di altri due cittadini catanesi che gli stavano garantendo il necessario supporto logistico, sono stati trovati in possesso di 1300 ricci di mare, un quantitativo ben superiore al massimo consentito dalla vigente normativa di settore. I ricci, al momento dell’arrivo dei Carabinieri, erano già stati riposti all’interno del bagagliaio di un’auto. Oltre ad essere denunciati in sede penale, i pescatori sono stati anche sanzionati in via amministrativa per infrazioni al codice della navigazione per un importo di 8.000 euro.
Vittoria, Lo sfrattano e si dá fuoco, Quattro persone rimangono ustionate
Per salvare la propria casa, messa all’asta per 26 mila euro, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco; le fiamme hanno raggiunto anche la moglie e due agenti di polizia che erano intervenuti per calmare l’uomo e hanno lievemente ferito la figlia. L’episodio è avvenuto poco prima delle 14 di martedì in via Brescia, a Vittoria. Era in corso la trattativa tra gli avvocati della famiglia e quelli dell’acquirente. La discussione è degenerata. Qualcuno ha chiamato la polizia. Per disperazione il capofamiglia si è dato fuoco e le fiamme, come detto, hanno coinvolto anche gli stava attorno.
Villaggio turistico Marispica, la Procura di Modica acquisisce documenti alla Provincia
La Procura di Modica ha inviato gli uomini del Nucleo di Polizia Giudiziaria alla Provincia per acquisire documenti nell’ambito dell’inchiesta relativa al villaggio turistico Marispica. In particolar modo, gli inquirenti hanno prelevato carte del terreno adiacente al villaggio, terreno che fa parte della lottizzazione in cui la Provincia ha realizzato un impianto polivalente. L’acquisizione delle carte si è resa necessaria “perché – dichiara l’avvocato Salvatore Mezzasalma dell’ente di viale del Fante – in un angolo del terreno dove la Provincia ha realizzato l’impianto polivalente insistono le pompe e le vasche per la raccolta dei reflui che poi vengono convogliati nell’impianto di depurazione di Rio Favara”.
Accoltella connazionale a Santa Croce e fugge, arrestato a Palermo un tunisino
Un venticinquenne tunisino è stato fermato nei pressi della stazione ferroviaria di “Palermo Centrale” dai Carabinieri della Compagnia di Piazza Verdi, dopo che i commilitoni di Ragusa lo avevano inseguito per tutta la Sicilia. Lo straniero, in Italia clandestino e domiciliato a Santa Croce Camerina presso il fratello, poco prima della mezzanotte di lunedì, per motivi ancora ignoti, ma probabilmente connessi al troppo alcol bevuto, ha accoltellato un connazionale suo coetaneo. Braccato dai carabinieri che in poche ore si sono messi sulle sue tracce, è rocambolescamente riuscito a salire sul pullman per Palermo con due ore circa di vantaggio sugli “inseguitori” che, per recuperare il distacco, hanno chiamato i colleghi palermitani e così il fuggiasco è finito in manette. I fatti hanno avuto inizio poco prima della mezzanotte, quando dall’ospedale di Vittoria è giunta al 112 una segnalazione per una persona in fin di vita per una profonda ferita da punta e taglio sul lato destro del torace. Subito i carabinieri di Vittoria hanno informato la centrale operativa provinciale di Ragusa che ha mandato sul posto la pattuglia della Stazione di Santa Croce Camerina. Gli operatori dell’emergenza medica erano infatti intervenuti a raccogliere il ferito in strada, a Torre di Mezz. Sul posto c’era sangue. Qualcuno aveva assistito all’episodio: ha raccontato della violenta lite che pochi minuti prima era scoppiata. L’accoltellatore è un certo Walid, che peraltro i militari non conoscono. Il testimone ha raccontato che il 25enne, dopo aver sferrato il colpo di lama, è scappato dal fratello. Questi è noto ai militari, avendo precedenti per droga. I carabinieri fanno irruzione in casa sua, ma non c’era nessuno. I carabinieri hanno quindi saputo che la vittima aveva colpito il suo aggressore con un bastone alla testa. All’ospedale di Comiso il riscontro, un giovane, Mohamed Grami, 27 anni, si era fatto medicare ma poi era fuggito. A quel punto i carabinieri si sono recati alla fermata dell’autobus, ma il pullman per Palermo era già partito. Grazie al prezioso contributo di un operatore dell’Azienda Siciliana Trasporti i militari sono riusciti a rintracciare l’autista del mezzo che, chiamato sul telefonino, ha detto di essere già a Caltanissetta a di avere quattro giovani nordafricani a bordo. Che fare? Fermare il pullman a Caltanissetta potrebbe creare un grave pericolo per i passeggeri, non sapendo se il tunisino abbia ancora il coltello. È meglio far andare regolarmente il mezzo, tanto l’unica fermata prevista è la stazione ferroviaria di Palermo centrale. Ed è proprio qui che una squadra di militari in borghese lo ha aspettato pazientemente. Arrivato il pullman i militari della Compagnia di Palermo Piazza Verdi sono intervenuti in forze e hanno bloccato e portato in caserma quattro tunisini, di cui uno con una vistosa medicazione in testa. Tra di loro il fratello dell’accoltellatore, due amici e l’arrestato, identificato in Walid Grami, 25 anni, clandestino in Italia. In ospedale, evidentemente, aveva dato false generalità. La vittima ha riportato una profonda ferita al polmone. L’uomo è stato operato d’urgenza dai medici dell’ospedale di Vittoria, ma poi trasportato con un elicottero del 118 al Papardo di Messina dove è ricoverato con prognosi riservata nel reparto di chirurgia toracica.
CONTROLLI LUNGO LE STRADE IBLEE, QUATTRO DENUNCE
Quattro persone denunciate e 19 contravvenzioni al Codice della strada elevate per un totale di quasi 3000 euro. A ciò si aggiungano sei documenti di guida ritirati e due veicoli sottoposti a sequestro, uno dei quali finalizzato alla confisca. È questo il risultato del controllo straordinario del territorio eseguito nell’ultimo week end dai Carabinieri della Compagnia di Modica. Nella notte a cavallo tra sabato e domenica, 18 militari dell’Arma modicana hanno attuato posti di blocco sulle principali arterie stradali del litorale compreso tra le frazioni rivierasche di Ispica e Scicli sottoponendo a controllo 93 automezzi. In particolare i militari, nel corso del posto di controllo attuato sul lungomare Pietre Nere di Pozzallo alle prime ore dell’alba di domenica hanno sottoposto a controllo due autovetture su cui stavano viaggiando altrettante comitive di giovani che avevano trascorso il sabato sera in uno dei principali locali notturni pozzallesi. Durante il controllo con etilometro cui sono stati sottoposti entrambi gli autisti, uno pozzallese e l’altro originario di Avola, è emerso come entrambi stessero guidando nonostante avessero un tasso alcolemico ben superiore a quello consentito dalla legge. I due sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza. Il giovane avolese è stato, inoltre, denunciato per resistenza a pubblico ufficiale: temendo di essere controllato ha, infatti, forzato il posto di controllo eseguito dai militari e, rischiando di investire due militari che gli avevano intimato l’alt vedendolo sopraggiungere a velocità sostenuta dal centro cittadino di Pozzallo, aveva provato a fuggire in direzione di Ispica – marina Marza. Ripensando allo sbaglio e alle conseguenze del suo insano gesto, su sollecitazione di alcuni amici che lo seguivano con altra macchina sottoposta a controllo dai militari, è poi tornato indietro dai Carabinieri. In un altro posto di blocco un rumeno è stato denunciato per guida senza patente. La quarta denuncia nello Sciclitano: un giovane guidava in stato di ebbrezza.
CATTURAVA CARDELLINI, ALGERINO NEI GUAI
Un trentacinquenne straniero è stato fermato, domenica pomeriggio, dai militari della Stazione di Marina di Ragusa poiché trovato in possesso di un Cardellino, specie di cui è vietata la detenzione e la caccia. Una pattuglia dei carabinieri di Marina di Ragusa stava controllando le zone più isolate e periferiche del centro, in area di aperta campagna, dove sovente gli spacciatori di stupefacenti si appartano per nascondere la droga e tagliarla o suddividerla in dosi o incontrarsi con gli acquirenti lontano da occhi curiosi. La zona, vicina al fiume Irminio, è anche stata in passato utilizzata per la coltivazione clandestina di cannabis indica, grazie alla notevole presenza d’acqua. I due carabinieri hanno notato uno straniero fermo in attesa tra un campo coltivato e un area boschiva. Avvicinatisi di soppiatto l’hanno bloccato ma, stupiti, anziché trovarlo in possesso di droga, l’hanno trovato con una gabbia contenente un uccellino. Il volatile è stato presto riconosciuto appartenere alla specie “Carduelis carduelis” ovvero un cardellino, volatile di cui è vietata la cattura e la detenzione. Purtroppo, per le sue straordinarie qualità canore, è apprezzatissimo dagli appassionati del genere. Negli alberi vicini alla gabbietta i militari hanno trovato rami d’ulivo intrisi di colla che serviva ad attaccare le zampette degli uccellini appena si fossero appoggiati. L’uomo, l’uccellino e le “trappole” sono stati portati in caserma. Poco dopo, informato il pubblico ministero, l’uccellino è stato rimesso in libertà. Il bracconiere, N.M. un 35enne algerino che lavora come bracciante agricolo presso un’azienda limitrofa, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per aver commesso una sfilza di reati che vanno dalla ricettazione al tentato furto aggravato passando da diverse violazioni del testo unico sulla protezione della fauna e sulla caccia.
Sorpreso a vendere merce taroccata – Denunciato a Ispica un maghrebino
Dopo i vari sequestri eseguiti nelle settimane scorse all’interno di negozi gestiti da cittadini cinesi al cui interno erano posti in vendita giocattoli ed articoli per l’infanzia e per la casa privi della prevista marchiatura comunitaria di sicurezza, prosegue l’azione di contrasto e prevenzione svolta dai carabinieri della Compagnia di Modica nei settori commerciali maggiormente interessati dal fenomeno della contraffazione e della frode in commercio. Venerdì i Carabinieri della Stazione di Ispica hanno individuato in un mercato rionale un africano proveniente da Rosolini intento a vendere una quarantina di borse, cinture ed abbigliamento recanti simboli e marchi di note griffes internazionali palesemente contraffatti che il commerciante aveva esposto in bella vista sulla sua bancarella. La merce, del valore stimato di 750 euro circa, è stata posta sotto sequestro e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il commerciante magrebino è accusato di introduzione in Italia di prodotti con segni falsi, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione. Il sequestro operato dai carabinieri conferma che il fenomeno è in continua evoluzione, anche in seguito alla crescente crisi economica che favorisce lo sviluppo e la crescita del commercio illecito.