La Guardia di Finanza ha concluso due verifiche fiscali nei confronti di altrettante società vittoriesi operanti nel settore dell’edilizia. Le operazioni hanno riguardato la verifica sostanziale del pagamento delle imposte. Il sospetto di violazioni è nato dal riscontro tra le disponibilità dei soggetti controllati, il loro effettivo tenore di vita e le loro dichiarazioni. Una delle due società negli anni dal 2007 al 2010 non ha presentato alcuna dichiarazione fiscale, e nel 2011 pur ottemperando a tale obbligo ha presentato una dichiarazione infedele in quanto ha inserito dei costi non documentati. L’altra società nel 2010 ha presentato dichiarazioni fiscali infedeli e nel 2009 ha totalmente omesso la presentazione delle dichiarazioni stesse.
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Scassinano distributori automatici e colonnine dei parcheggi, denunciati tre ragusani
Tre giovani ragusani sono stati denunciati dalla Polizia per furto aggravato in concorso. Si tratta di D.G. Di 26 anni, e dei fratelli L.M. Di 26 anni 26 ed L.G. Di 24. Avevano preso di mira distributori automatici e colonnine per i parcheggi a pagamento e per questo motivo i servizi di controllo erano stati intensificati. Nei giorni scorsi sono stati notati da una delle Volanti in servizio di controllo del territorio. I tre giovani, identificati all’interno di un parcheggio a pagamento del centro di Ragusa, non hanno saputo fornire agli agenti alcuna giustificazione sulla loro presenza, dato il tardo orario (era quasi mezzanotte). Tra l’altro non avevano parcheggiato alcun veicolo. Gli operatori di Polizia, intuendo subito che qualcosa non andava, hanno effettuato un sopralluogo, costatando segni di effrazione nelle porte degli uffici che si occupano della gestione del parcheggio e manomissioni dei distributori automatici di bevande e snack. Al termine delle brevi indagini, dalla visione dei filmati degli impianti di videosorveglianza è stato possibile attribuire ai tre giovani, senza ombra di dubbio, la responsabilità dei fatti reato commessi. I giovani, già conosciuti dagli operatori di Polizia, sono stati denunciati per furto aggravato in concorso tra loro, per aver rubato l’incasso dei distributori e per tentato furto per aver provato ad entrare con effrazione all’interno degli uffici.
VENDEVA FALSI IPHONE, SEQUESTRATI 33 CELLULARI A MODICA
Ampio servizio di controllo del territorio da parte della Polizia di Modica. Numerose sono state le perquisizioni locali e personali eseguite nei confronti di soggetti malavitosi, gravitanti nell’ambiente dello spaccio di sostanze stupefacenti. Dette attività sono state poi estese anche nel centro storico della città della Contea con particolare attenzione anche alla zona commerciale. Complessivamente sono state identificate 86 persone, controllati 49 autoveicoli ed eseguite perquisizioni in 10 abitazioni. Un palermitano di 48 anni è stato denunciato perchè trovato intento a vendere numerosi telefoni cellulari. Il suo atteggiamento, e quello degli acquirenti che si dileguavano alla vista della polizia, ha destato sospetto negli operatori che hanno deciso di approfondire il controllo. I telefoni posti in vendita in maniera così inconsueta erano perfette imitazioni dei noti telefonini di marca Apple il cui prezzo di vendita si aggira intorno alle 400 euro. Ovviamente il palermitano li vendeva a prezzi notevolmente più bassi. I successivi approfondimenti svolti presso gli Uffici del Commissariato, in stretta collaborazione con il Personale della locale Tenenza della Guardia di Finanza, consentiva di accertare che anche le fatture esibite a sostegno della liceità del possesso, non escludevano in capo a quest’ultimo responsabilità penali in ordine alla vendita di apparecchi telefonici in violazione delle norme in materia di contraffazione. In effetti i telefoni erano identici al quelli originali Apple ed alcuni di essi recavano il noto marchio della Casa produttrice, mentre altri seppur sprovvisti di marchio, potevano essere marchiati con degli adesivi appositi che il denunciato custodiva unitamente ai telefonini. In totale sono stati sequestrati 33 telefoni cellulari contraffatti che sarebbero stati posti in vendita ingannando ignoti acquirenti.
VITTORIA, SEQUESTRATO IMMOBILE ABUSIVO
Al termine di una prolungata attività d’indagine, i Carabinieri delle Stazione di Acate hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Ragusa sei soggetti per il reato di abusivismo edilizio in concorso. Si tratta della proprietaria del terreno (un 27enne acatese), del committente dei lavori (un 37enne, originario di Gela e residente ad Acate), di 4 operai e muratori (due di Vittoria e due di Acate). Nello specifico i 6 sono ritenuti responsabili di aver messo in opera, in un terreno sito contrada “Baucino” del Comune di Vittoria, ai confini con Acate, un’immobile di nuova costruzione della superficie di circa 150 metri quadrati ed un volume di circa 450 metri cubi. Una costruzione realizzata senza il prescritto permesso a costruire, senza un progetto esecutivo, nonché senza aver affidato la direzione dei lavori ad un tecnico qualificato e senza aver preventivamente denunziato l’inizio dei lavori in questione al competente ufficio del genio civile. Continua così l’attività di monitoraggio e di conseguente contrasto da parte dei Carabinieri della Compagnia di Vittoria del fenomeno dell’abusivismo edilizio nella giurisdizione di competenza, anche tramite l’ausilio del Nucleo Elicotteri di Catania.
S’impicca, e i due figlioletti rimangono soli in auto tutta la notte
Ha deciso di farla finita, impiccandosi ad un albero in piena campagna. Una tragedia nella tragedia, perchè con lui c’erano i figlioletti di due e sei anni, una femminuccia e un maschietto. L’episodio è avvenuto martedì sera, tra Marina di Modica e Sampieri. Il padre aveva passato la giornata con i due figlioletti. Era andati a prenderli a scuola, li aveva portati con sé. Un normale giro in auto fino a quando si è forata una gomma. L’uomo è sceso dall’auto, in contrada Sparaceno, ha chiesto il figlioletto di sei anni di occuparsi della sorellina e di non scendere dall’auto. “Vado a fare pipì e torno subito”. Si è allontanato un po’ e si è tolto la vita. A scoprire il cadavere è stato il bambino, insospettito dal fatto che il padre tardasse a tornare in auto. Il piccolo, dopo l’agghiacciante scoperta, è tornato in auto ed è stato accanto alla sorellina. I due bambini sono rimasti tutta la notte da soli, fino a quando alle 7,30 del mattino di mercoledì un agricoltore ha chiamato i carabinieri. Per fortuna, nonostante il grande shock, i due bambini stavano bene. Il cadavere è stato trovato dai carabinieri con le mani tra la corda: è il segno, sospettano i militari dell’Arma, che avesse cambiato idea, ma non è riuscito a salvarsi.
TRUFFE PER 360.000 EURO Sgominata a Ragusa banda di catanesi
Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale etneo nell’ambito di un’indagine condotta dalla polizia stradale di Ragusa e Catania iper presunte truffe. Vittime di falsi piloti d’aerei e di inesistenti dipendenti pubblici erano banche, uffici postali, società finanziarie e concessionarie di auto. Le truffe avvenivano grazie alla falsificazione di documenti di identità, dati anagrafici, buste paga, Cud e modelli unici. Tre persone sono finite in carcere. Si tratta di: Roberto Bellavia, 30 anni, Giuseppe Sant’Angelo, 65 anni e Giuseppe Biffi, 44 anni, tutti catanesi con precedenti. Due persone sono risultate irreperibili, mentre le altre cinque sono ai domiciliari. Sono tutti catanesi, alcuni dei quali con precedenti. Si parla di un giro di truffe per 360.000 euro nei confronti di Istituti bancari (accesi finanziamenti non restituiti per 43.000 euro), Finanziarie (accesi finanziamenti, non restituiti, per un importo di 58.000 euro) e di concessionarie di auto e moto per la rimanente parte. Avrebbero anche effettuato, con un 11 carte di credito straniere, transazioni fraudolente per 31.500 euro. L’indagine, condotta dalla Polizia Stradale di Ragusa, è stata avviata nel settembre del 2011, dopo che alcuni componenti della banda, fingendosi piloti ed assistenti di volo di una compagnia aerea, presentando falsa documentazione, avevano acquistato presso una concessionaria ragusana una Jeep del valore di 43.000 (attivando un finanziamento di cui pagavano solo le prime rate) rivendendola dopo pochi giorni ad altra persona, a prezzi molto più bassi di quelli di mercato. Nei giorni successivi al primo acquisto, altri componenti dell’associazione, presentatisi come colleghi del primo acquirente, erano andati presso la stessa concessionaria ragusana per comprare altre vetture (2 Jeep, 1 Freemont). Per fortuna, però, la vendita non era avvenuta per il blocco dei finanziamenti disposto a seguito delle indagini degli agenti. La Polizia Stradale di Ragusa, ipotizzando che si trattasse di una vera e propria organizzazione criminale, ha richiesto le intercettazioni telefoniche e l’indagine si è così allargata a Catania. Le indagini, particolarmente complesse in quanto i componenti utilizzavano falsi documenti, false identità e, durante le intercettazioni, soprannomi, grazie ad investigazioni tradizionali (acquisizione documentale e pedinamenti) effettuati da personale della stradale ragusana nel territorio catanese e ragusano, hanno consentito di identificare tutti i componenti della associazione.
TRUFFE PER 360.000 EURO, SGOMINATA BANDA DI CATANESI
Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale etneo nell’ambito di un’indagine condotta dalla polizia stradale di Ragusa e Catania iper presunte truffe. Vittime di falsi piloti d’aerei e di inesistenti dipendenti pubblici erano banche, uffici postali, società finanziarie e concessionarie di auto. Le truffe avvenivano grazie alla falsificazione di documenti di identit, dati anagrafici, buste paga, Cud e modelli unici. Tre persone sono finite in carcere. Si tratta di: Roberto Bellavia, 30 anni, Giuseppe Sant’Angelo, 65 anni e Giuseppe Biffi, 44 anni, tutti catanesi con precedenti. Due persone sono risultate irreperibili, mentre le altre cinque sono ai domiciliari. Sono tutti catanesi, alcuni dei quali con precedenti. Si parla di un giro di truffe per 360.000 euro nei confronti Istituti bancari (accesi finanziamenti non restituiti per 43.000 euro), Finanziarie (accesi finanziamenti, non restituiti, per un importo di 58.000 euro) e di concessionarie di auto e moto per la rimanente parte. Avrebbero anche effettuato, con un 11 carte di credito straniere, transazioni fraudolente per 31.500 euro. L’indagine, condotta dalla Polizia Stradale di Ragusa, è stata avviata nel settembre del 2011, dopo che alcuni componenti della banda, fingendosi piloti ed assistenti di volo di una compagnia aerea, presentando falsa documentazione, avevano acquistato presso una concessionaria ragusana una Jeep del valore di 43.000 (attivando un finanziamento di cui pagavano solo le prime rate) rivendendola dopo pochi giorni ad altra persona, a prezzi molto più bassi di quelli di mercato. Nei giorni successivi al primo acquisto, altri componenti dell’associazione, presentatisi come colleghi del primo acquirente, erano andati presso la stessa concessionaria ragusana per comprare altre vetture (2 Jeep, 1 Freemont). Per fortuna, però, la vendita non era avvenuta per il blocco dei finanziamenti disposto a seguito delle indagini degli agenti. La Polizia Stradale di Ragusa, ipotizzando che si trattasse di una vera e propria organizzazione criminale, ha richiesto le intercettazioni telefoniche e l’indagine si è così allargata a Catania. Le indagini, particolarmente complesse in quanto i componenti utilizzavano falsi documenti, false identità e, durante le intercettazioni, soprannomi, grazie ad investigazioni tradizionali (acquisizione documentale e pedinamenti) effettuati da personale della stradale ragusana nel territorio catanese e ragusano, hanno consentito di identificare tutti i componenti della associazione.
Litiga con una donna e si scaglia contro il bancomat: denunciato
Al termine di una serie di indagini ed accertamenti i Carabinieri della Stazione di Chiaramonte Gulfi hanno denunciato in stato di libertà un pregiudicato chiaramontano di 32 anni per il reato di danneggiamento aggravato. E’ stato infatti individuato quale autore del danneggiamento di un apparecchio bancomat, di proprietà della Banca Agricola di Ragusa – Filiale di Chiaramonte Gulfi, posto all’esterno del Centro Commerciale “Villaggio Gulfi”. Il 27 novembre, il giovane avevacolpito ripetutamente con violenti pugni lo sportello bancomat causandone la frantumazione del vetro e rendendolo inservibile per un danno complessivo di 5.000 euro. La ricostruzione dell’accaduto è stata possibile grazie alle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi del centro commerciale, dalle quali si evidenzia come il giovane, nel corso di una discussione accesa con una donna, avesse scaricato la rabbia contro l’apparecchio.
Controlli dei carabinieri nell’Ipparino, quattro denunce
Quattro denunce, nel fine settimana, nel territorio ipparino. In quattro circostanze diverse, i militari dell’Arma hanno trovato conducenti di mezzi non in regola. Un vittoriese di 56 anni aveva un tasso alcolico nel sangue di molto superiore alla norma, un uomo della stessa età guidava un’auto senza mai avere conseguito la patente. A Scoglitti un egiziano di 32 anni guidava un motorino rubato, mentre un albanese di 30 anni era alla guida della sua auto nonostante fosse sotto sequestro amministrativo.
Ragusa: arrestato dalla Squadra Mobile un latitante polacco
Era ricercato dal giugno del 2010 per un ordine di arresto emesso dalla corte d’appello di Catania. La Squadra Mobile lo ha individuato ed arrestato. Si tratta del polacco Dominik Sierakowski, 33 anni. Il giovane era ricercato dalle autorità polacche in esecuzione di un provvedimento restrittivo emesso dal tribunale di Radom nel febbraio del 2007 per il reato di rapina aggravata. Il giovane abitava ad Ibla, ma non era censito nella popolazione residente.
CONFISCATI BENI PER 400.000 EURO A DAVIDE AVOLA
Nella giornata di lunedì, personale della Divisione Anticrimine – Ufficio Misure Patrimoniali della Questura, in collaborazione con i militari della compagnia della Guardia di Finanza di Ragusa, hanno dato esecuzione al provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Ragusa nei confronti di Davide Avola, 37 anni, con precedenti, ritenuto vicino agli ambienti della criminalità organizzata ipparina. Il provvedimento di sequestro era stato amesso nell’aprile dello scorso anno. Nel dettaglio sono stati confiscati: quote sociali della “Green House service srl” con sede a Vittoria in contrada Drillo, operante nella vendita di fitofarmaci, due abitazioni ubicate a Vittoria e un terreno con annessi due fabbricati a Scoglitti, quattro conti correnti bancari, tre autocarri, due autovetture, un motociclo, un acquascooter, il tutto quantificabile in circa 400.000,00 euro. Al termine della procedura, l’amministratore giudiziale designato dal Tribunale di Ragusa provvederà a conferire l’amministrazione dei beni all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Ragusa, l’ultimo saluto a Bruno Bufardeci
Chiesa affollata e tanta gente fuori per l’ultimo saluto a Bruno Bufardeci, il sub 53enne che era scomparso in mare nel giorno di Natale. Il suo corpo è stato ritrovato domenica, a Sampieri, a una ventina di chilometri da dove si era immerso per l’ultima volta. Il rito funebre si è tenuto nella chiesa della Sacra Famiglia, parrocchia affidata ai padri francescani. A presiedere la celebrazione liturgica è stato il parroco, fra’ Pietro Giarracca. Commentando la prima lettura, una lettera di San Paolo, ha parlato della “natura che aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio”. “Quella stessa natura che Bruno amava – ha detto il sacerdote -. Quella natura che Bruno scrutava, nella profondità del mare. La natura che attende una nuova creazione”. Un messaggio di speranza, perchè. Ha scandito il religioso: “Bruno è vivo. E’ in mezzo a coloro che lo amano, anche se in modo diverso. Ma Bruno è vivo”. Tanta gente alle esequie. Molti colleghi di lavoro: Bufardeci faceva parte del Corpo Forestale dello Stato. Tra i mazzi di fiori quelli dei colleghi della “Torretta Bussello”. E poi gli amanti del mare, dei circoli nautici e tanti amici. Al termine della celebrazione eucaristica, dopo l’ultimo saluto e la benedizione, la salma è stata portata al cimitero di Marina dove verrà tumulata.
CONTRABBANDO DI SIGARETTE, SEQUESTRATI 784 PACCHETTI
Operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri di Vittoria contro il contrabbando di sigarette. I militari dell’Arma hanno proceduto ad effettuare una perquisizione domiciliare nei confronti di Bousrih Anour, cittadino tunisino di 51 anni, domiciliato a Vittoria, bracciante agricolo, il quale è stato trovato in possesso di 784 pacchetti di sigarette di varie marche (Marlboro, Minute Classic, American Legend), per un totale complessivo di 21,800 chilogrammi, contenute all’interno di due sacchi neri in plastica per la spazzatura, tutti privi del contrassegno dei Monopoli di Stato. Per il tunisino è scattato l’arresto. I tabacchi, verosimilmente proveniente dal Magreb, sono stati sottoposti a sequestro, e all’arrestato è stata elevata una multa di 112.488 euro, pari a 5,16 euro a grammo. Contestualmente a questa operazione, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Vittoria hanno intercettato e fermato una Fiat Punto in Contrada Macconi, nei pressi di Marina di Acate, condotta da un cittadino di nazionalità anch’egli tunisina, il quale a seguito di un controllo più approfondito veniva trovato in possesso di 107 pacchetti di sigarette marca “American Legend”, verosimilmente di provenienza magrebina, per un peso complessivo di 1,740 chili. Per lui una multa di quasi novemila euro.
STRAGE DI SAN BASILIO: ARRESTATE CINQUE PERSONE
A distanza di quattordici anni dalla Strage di San Basilio, altri arresti. Il Gip del Tribunale di Catania Laura Benanti, su richiesta della Dda etnea, ha emesso cinque misure cautelari in carcere nei confronti di Giuseppe Selvaggio, 41 anni di Mazzarino, Alfonso Scozzari, 57 anni di Vallelunga Pratameno, Claudio Calogero Cinardo 34 anni di Mazzarino, Orazio Buonprincipio, 44 anni di Riesi, e Salvatore Siciliano, 48 anni, di Mazzarino, questi ultimi attualmente detenuti rispettivamente a Caltanissetta e a Novara. Per loro l’accusa è di avere partecipato direttamente alla strage del 2 gennaio del 1999 in cui persero la vita cinque persone: Angelo Mirabella (ritenuto in quel momento referente del clan della Stidda di Vittoria), Rosario Nobile e Claudio Motta, ritenuti affiliati al clan Dominante e due giovani avventori del bar, Rosario Salerno e Salvatore Ottone, che nulla c’entravano con quella “spedizione punitiva”. Mandanti della strage, a suo tempo identificati, arrestati e già condannati, sono stati i fratelli Giovanni e Alessandro Piscopo, il loro cugino Alessandro Piscopo, ed Enzo Mangione, ritenuto il basista dell’agguato, tutti affiliati agli Emmanuello di Gela. A dare l’ordine di uccidere Mirabella sarebbe stato il gelese Alessandro Emmanuello, fratello del boss Daniele, che aveva deciso di eliminare i potenti vertici della Stidda vittoriese per poter estendere la sua egemonia su Vittoria, Ragusa e sull’intera Sicilia sud-orientale. Le indagini si sono avvalse del contributo fornito da numerosi collaboratori di giustizia. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Caltanissetta.
Vittoria, arrestato sorvegliato speciale
E’ stato sorpreso alla guida di un’auto nonostante la sua patente fosse stata revocata. Per Salvatore Giudice, 38 anni, residente a Vittoria, è scattato l’arresto. Essendo sorvegliato speciale, doveva rispettare le disposizioni del giudice. I militari dell’Arma hanno anche denunciato altre due persone per reati simili.
Vittoria, minorenne arrestato con dieci grammi di hascisc
Un sedicenne tunisino è stato tratto in arresto dai carabinieri per spaccio di droga. Nella tarda serata di domenica, il ragazzo, con precedenti, è stato fermato in via Vincenzo Bellini, nei pressi di una villetta comunale. Addosso aveva dieci grammi di hascisc confezionata in cinque stecchette di carta stagnola. Aveva pure un coltello intriso della stessa sostanza stupefacente. Si trova adesso al Centro di Prima Accoglienza di Catania a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per minorenni etnea davanti la quale dovrà rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Randello, vetrata di un fotografo crivellata di colpi di fucile
Almeno dodici forti sono stati riscontrati nella vetrata di un laboratorio fotografico di Randello in territorio di Ragusa. E’ stato un passante, nella giornata di domenica, a chiamare i carabinieri. Si tratterebbe di colpi partiti da un fucile da caccia. Il fotografo, che al momento si trova all’estero, avrebbe detto ai militari di non sapersi spiegare il perchè di questo episodio.
RINVENUTO IL CORPO DEL SUB BRUNO BUFARDECI
Domenica alle ore 9.15 un escursionista ha segnalato al 113 che sulla costa rocciosa tra Sampieri e Cava D’Aliga, in c.da Costa del Carro, che vi era qualcosa di strano, forse un uomo con una muta da sub. Immediatamente, è stata inviata sul posto la Squadra Volanti ed il personale del Commissariato di Polizia di Modica della Questura di Ragusa. I primi operatori intervenuti hanno rinvenuto, adagiato supino sulle rocce, il corpo di un uomo privo di vita e dai primi elementi raccolti pare si trattasse del sub Bruno Bufardeci, scomparso il giorno di Natale nelle acque di Punta Secca durante una battuta di pesca in apnea. Sul posto sono giunti nel contempo gli operatori della Polizia Scientifica ed il medico legale. La Polizia fa sapere che con molta probabilità, dalle indagini effettuate, si possa ritenere che il corpo del sub sia stato trascinato dalla corrente che lo ha fatto incastrare in qualche roccia sott’acqua e successivamente la stessa corrente lo abbia liberato facendolo riemergere in zona distante parecchie miglia marine dal luogo dell’immersione. Il Funzionario della Polizia di Stato, che si occupava dal 25 dicembre di coordinare le ricerche di Bufardeci, ha individuato sin da subito alcuni elementi (caratteristiche somatiche e descrizione dell’attrezzatura subacquea ancora indossata ed integra) che facevano ritenere quasi certo che si trattasse del sub scomparso. E’ stato effettuato il riconoscimento da parte dei familiari, che, assistiti dagli uomini della Questura, sono stati accompagnati fin sulla costa rocciosa. Dopo il sopralluogo, terminate le operazioni di Polizia Giudiziaria previste dalle norme vigenti, sono iniziate le fasi di recupero del corpo. Le operazioni, particolarmente complicate per la tipologia del terreno roccioso e fangoso, hanno visto alternarsi gli uomini della Polizia di Stato e i Vigili del Fuoco, nel tratto della costa tra il mare e la strada provinciale. Scalando tutta la costa rocciosa, con un passaggio di mano in mano, seppur con grande difficoltà, è stato possibile effettuare il recupero, così da affidare alla famiglia Bufardeci il corpo del loro familiare. Ad assistere alle operazioni di recupero di Bufardeci sono giunti i familiari del sub, appena appresa la notizia, così come numerosissimi amici. Le ricerche del sub non sono mai state interrotte dal 25 dicembre, giorno in cui i familiari avevano denunciato la scomparsa del loro congiunto presso gli uffici della Questura di Ragusa. L’impiego delle unità navali, aeree, dei sommozzatori fino a domenica non avevano dato alcun risultato, nonostante gli immensi sforzi profusi dalle persone coinvolte nelle ricerche. I familiari, accompagnati a bordo delle Volanti della Polizia di Stato, sono stati assistiti fino al cimitero e successivamente presso gli uffici della Questura per gli adempimenti di legge.
Operazione Boarding Pass, gli arresti continuano
Nella tarda serata di venerdì, la Polizia Ferroviaria di Torino Porta Nuova, che ha operato in sinergia con la Squadra Mobile di Ragusa, ha tratto in arresto Gueze Omar, somalo di 31 anni, raggiunto da Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Catania, Sebastiano Di Giacomo Barbagallo su richiesta del Procuratore capo Giovanni Salvi e del sostituto procuratore Lucio Setola a carico di 48 soggetti tutti facenti parte di una organizzazione criminale transazionale specializzata nell’immigrazione clandestina. L’arrestato, svolgeva il compito specifico di “accompagnare” i clandestini sino a destinazione.
FURTO DI AGRUMI, ARRESTATI QUATTRO RUMENI
Nella tarda serata di venerdì i Carabinieri della Stazione di Acate, nel corso di un servizio di controllo del territorio disposto dalla Compagnia di Vittoria per rafforzare la sicurezza nel corso del fine settimana, hanno tratto in arresto due coppie di coniugi. Si tratta di Costei Doru Ciobanitei, 42 anni, e della moglie, Michaela Carmen Orsache, 34 anni, residenti ad Acate, e di Cristian Laur Craciun, 22 anni e della compagna Violeta Cadinoiu, 25 anni, residenti a Vittoria. Tutti e quattro sono rumeni, incensurati. Sono stati arrestati per aver rubato 600 chili di arance in un agrumeto di contrada “Fossa del Lupo”, in territorio di Vittoria. Il valore è di circa 600 euro.