21-12-2024
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Archivio della categoria: Cronaca

Traffico illecito di rifiuti, sequestro preventivo per i villaggi “Baia Samuele” e “Marsa Siclà”

Nella mattinata di sabato i militari della Compagnia Carabinieri di Modica e della Capitaneria di Porto di Pozzallo, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dei villaggi turistici “Baia Samuele” (riconducibile al gruppo “I Grandi Viaggi”) e “Marsa Siclà” di Scicli, nonché dei mezzi nella disponibilità della ditta di trasporto rifiuti “Buscema Giovanni Carmelo Servizi Ambientali” di Modica. Il decreto di sequestro è stato emesso dal Gip del Tribunale etneo sulla scorta delle indagini svolte da Carabinieri e Capitaneria di Porto che hanno tratto origine dai ripetuti episodi di inquinamento a mare riscontrati, soprattutto nella stagione estiva, nel tratto di costa in corrispondenza della spiaggia di Sampieri e della “Fornace Penna” che si affaccia sulla scogliera, resa famosa dalla fiction del Commissario Montalbano. L’ipotesi investigativa ha ad oggetto l’esistenza di un possibile traffico illecito di rifiuti – in special modo reflui fognari – che sarebbero prodotti dalle due strutture turistiche le quali, soprattutto nella stagione estiva, registrano un’affluenza di turisti con picchi ragguardevoli anche superiori alle 1000 unità giornaliere. L’attività in questione vedrebbe il coinvolgimento altresì della ditta “Buscema G.C.”, utilizzata per lo svuotamento delle fosse settiche che, verosimilmente a causa del sottodimensionamento dell’impianto, spesso traboccavano spargendo liquami nelle campagne circostanti. Giunti presso le strutture di depurazione, i reflui fognari, senza le previste autorizzazioni, venivano stoccati e smaltiti illecitamente in dispregio delle norme di legge in materia ambientale. Il sequestro preventivo disposto dal Gip è finalizzato specificamente ad evitare che l’attività criminosa ipotizzata, e che sarà fatta oggetto di più attento accertamento, possa ulteriormente protrarsi con i conseguenti danni all’ambiente circostante, peraltro riconosciuto quale meta privilegiata del turismo ibleo. Il predetto provvedimento colpisce infatti strutture turistiche tra le più grandi in Italia per estensione e valore, stimato attorno ai 30 milioni di euro complessivi e con un volume d’affari tra i più importanti nel settore. Marsa Siclà ha diramato una nota in cui “respinge fermamente le contestazioni di gestione e di smaltimento abusivo di rifiuti contenute nell’ordinanza di sequestro preventivo del Giudice per le Indagini Preliminari di Catania. Stigmatizza il gravissimo danno patito dalla struttura e da quanti vi lavorano o collaborano. Comunica di avere conferito incarico al legale per il riesame e la revoca del provvedimento”.

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ACATE, ARRESTATO RUMENO COLPITO DA MANDATO EUROPEO

COSTEAJon Gheorghe Costea, rumeno di 22 anni, residente ad Acate è stato arrestato dai Carabinieri della stazione locale. Destinatario di un mandato di arresto europeo, emesso dal tribunale di Valsui, Costea deve espiare una pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione per i reati di furto aggravato e violazione della proprietà privata, commessi nel 2009 in Romania. Durante la sua permanenza in Italia il cittadino rumeno era stato sorpreso in flagranza di reato dai carabinieri della Compagnia di Vittoria mentre tentava di rubare un ciclomotore. In questa occasione era stato condannato, pena sospesa, a 4 mesi di reclusione. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Ragusa, in attesa della pronuncia della corte d’Appello di Catania sulla sua estradizione.

Arrestati dalla Polizia di Stato due messinesi ed un rumeno per furto aggravato a Santa Maria del Focallo

Tre persone sono state arrestate dalla Polizia. Si tratta di Rosario Tamburello, pluripregiudicato messinese di 54 anni, Giovanni Aloisi, 25 anni, e di Ion Plopis, rumeno di 28 anni per furto aggravato in concorso perpetrato in una abitazione di Santa Maria del Focallo. E’ stata una pattuglia della Polizia di Messina a notare l’auto con a bordo Tamburello, già conosciuto dalle Forze dell’Ordine. Insieme a lui anche gli altri due arrestati. L’auto della Polizia ha iniziato a seguire il mezzo “sospetto” fino a quando è arrivato in territorio di Ispica. L’opera dei poliziotti ha dato i propri frutti, perchè gli agenti, con i colleghi di Ragusa, hanno poi appurato che il terzetto aveva svaligiato un appartamento a Santa Maria del Focallo. I tre avevano portato via monili in oro ed altri oggetti per un valore di 60.000 euro.
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“Operazione Boarding Pass”, eseguito un altro arresto

Un altro arresti nell’ambito dell’operazione che ha sgominato una banda dedita al traffico di esseri umani. In manette è finito Hassan Mohamed, 38 anni, somalo. Il giovane era sfuggito alla retata di martedì scorso. E’ stato trovato a Ferrara. L’operazione aveva smantellato una organizzazione criminale transazionale specializzata nell’immigrazione clandestina dall’Africa attraverso l’Italia.
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Modica, Guardia di Finanza scopre otto lavoratori in nero ed 800 mila euro occultati al fisco

Non presentava la dichiarazione dei redditi e non pagava le relative imposte dall’anno 2009. Ciononostante il titolare di una impresa edile di modica continuava ad emettere regolarmente fatture, che poi non registrava.I controlli delle fiamme gialle hanno consentito così di recuperare a tassazione gli oltre 800.000 euro che negli anni erano stati sottratti alla imposizione. La ricostruzione del reddito non è stata tuttavia agevole, tanto che i verificatori fiscali sono stati costretti a effettuare ricerche documentali anche nel domicilio e nella autovettura dell’imprenditore al fine di rinvenire fatture e altra documentazione utile. Sono stati inoltre compiuti numerosi controlli incrociati al fine di stabilire se vi fossero ulteriori lavori eseguiti e mai fatturati, rinvenendo ulteriori fatture per lavori effettuati che non erano state esibite né rinvenute dal controllo effettuato al titolare. Tra la documentazione rilevata anche diversi “appunti”, dai quali, oltre che il nome dei clienti erano indicati i nomi e le relative giornate lavorative di ben otto lavoratori in nero, per i quali non erano mai state effettuate ritenute delle imposte e versamento dei relativi contributi. Per questi motivi l’impresa edile modicana è risultata quale evasore totale negli anni 2009, 2010, 2011, considerando che per la sola IIva l’evasione ammonterebbe a 120.000 circa. Il legale rappresentante è stato inoltre denunciato alla Procura della Repubblica di Modica. I reati ipotizzati a suo carico riguardano l’omessa presentazione della dichiarazione annuale ai fini delle imposte dirette e dell’Iva.
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Si spacciava per medico e derubava le anziane: arrestata

Era stata già arrestata dai Carabinieri della Compagnia di Modica durante il mese di dicembre. La donna era accusata del furto in danno di un’anziana signora di Ispica alla cui porta si era presentata fingendo di essere un medico dell’Azienda Sanitaria locale incaricato delle verifiche per la domanda di accompagnamento che era stata accolta in suo favore. Con quella scusa Giuseppina Crescimone si era introdotta, unitamente ad una complice, all’interno dell’abitazione di una 81enne di Ispica alla quale, con abile raggiro, aveva sottratto 100 euro e 2 catenine in oro. A seguito della diramazione delle sue foto fatta subito dopo l’arresto, i Carabinieri della Stazione di Ispica sono riusciti ad individuare una ulteriore vittima dell’astuta ladra, una anziana donna sempre di Ispica, derubata della somma contante di 870 euro. Per la donna è scattato di nuovo l’arresto ai domiciliari.
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Auto contro albero a Monsovile, Ragusano in prognosi riservata

Un ragusano di 53 anni si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Civile del capoluogo a seguito di un incidente stradale autonomo avvenuto giovedì mattina. Il sinistro si è verificato lungo la strada provinciale 78, in contrada Monsovile, in territorio di Scicli. L’uomo era alla guida di una Bmw 318 quando, probabilmente per l’asfalto reso viscido dalla pioggia, è andato a sbattere contro un albero. Sul posto la Polizia provinciale.
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Rubava al centro commerciale, denunciato tunisino a Ragusa

 I Poliziotti di Quartiere hanno denunciato B.F., tunisino di 19 anni, in quanto responsabile di furto consumato ai danni di un noto negozio di un centro Commerciale di Ragusa. E’ accaduto mercoledì mattina. Gli agenti hanno sentito urlare una commessa che richiedeva aiuto, in quanto un giovane si era impossessato della merce esposta per poi darsi alla fuga. Il tunisino è stato fermato pochi minuti dopo: aveva con sé la merce rubata. Ultimati gli accertamenti di rito, il giovane è stato allontanato ed in quanto residente ad Acate gli sarà notificato il foglio di via con divieto di far ritorno nel Comune di Ragusa.

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Ragusa, la sua ragazza nomina invano il nome di “Allah” e succede il finimondo

I carabinieri dell’aliquota radiomobile hanno arrestato un pakistano al termine di una nottata alquanto movimentata. In manette è finito il 23enne Amran Jhah Syed Ali, richiedente asilo. E’ stato arrestato e associato alla casa circondariale di Ragusa. A suo carico s’ipotizzano i reati di resistenza e violenza a un pubblico ufficiale, lesioni personali, minaccia aggravata e danneggiamento. Verso l’una di notte di mercoledì, una disperata richiesta d’aiuto è giunta sal 112. Una donna in lacrime chiedeva di essere salvata dal proprio fidanzato che voleva farle del male. Subito è intervenuta sul posto una pattuglia dei carabinieri di Ragusa. Entrati all’interno dell’abitazione, i militari hanno trovato la donna, una trentaduenne ragusana, in lacrime. I militari si sono resi conto che il mobilio era danneggiato. C’erano anche due stranieri, ubriachi e con le mani sporche di sangue. Uno del Pakistan, fidanzato della ragazza, e l’altro del Ciad. A far partire la furia del pakistano il fatto che la donna si fosse permessa a nominare il nome di Allah invano. Magari perchè era ubriaco, è scoppiato il finimondo. Ha rotto una bottiglia di vetro ed ha iniziato a minacciarla. Lui e l’amico, che nel frattempo aveva provato a calmarlo, sono stati portati in ospedale. Il pakistano è uscito dall’ospedale ed è andato a cercare la ragazza in casa di un’amica, dove la malcapitata si era rifugiata. I carabinieri lo hanno calmato e riportato nella casa famiglia dove l’uomo è ospite, essendo un richiedente asilo. Ma è riuscito di nuovo, ha sfondato la porta d’ingresso della casa dell’amica della fidanzata. I militari sono giunti di nuovo sul posto e lo hanno arrestato.AMRAN_JHAH_Syed_Ali_1989

CONTROLLI DELLA POLIZIA IN PROVINCIA DI RAGUSA

Continua l’attività di monitoraggio della Polizia di Stato nei confronti di soggetti con da precedenti di polizia. Dall’inizio del 2013 il Questore di Ragusa ha irrogato sei avvisi orali nei confronti di altrettanti soggetti residenti a Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ragusa, Scicli e Modica, già segnalati per reati inerenti sostanze stupefacenti e contro il patrimonio, con diffida a modificare la loro condotta di vita. Inoltre nell’ambito dell’attività concernente l’applicazione delle misure di prevenzione per otto persone, tutte con pregiudizi penali, è stato disposto il divieto di ritorno per anni tre nei seguenti comuni: due di questi, denunciati in stato di libertà per lesioni aggravate, non potranno recarsi nel territorio del comune di Santa Croce Camerina; un altro, denunciato per il furto di un consistente quantitativo di uva, non potrà fare recarsi nel territorio di Chiaramonte Gulfi; ad un catanese, con pregiudizi per reati contro il patrimonio, è stato imposto il divieto di ritorno nel comune di Modica; altri due di Comiso, denunciati per il furto di gasolio dai pullman di linea a Giarratana, non potranno recarsi in quest’ultimo comune per tre anni. Stesso divieto di ritorno nel comune di Monterosso è stato irrogato a due soggetti di nazionalità rumena, sorpresi mentre si apprestavano ad organizzare il furto di rame dalle condutture aeree di cavi elettrici.

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Marina di Ragusa, sequestrato cantiere edile

Nell’ambito di servizi mirati alla repressione di abusi edilizi, il Comando della Polizia Municipale ha intensificato l’attività di controllo dei cantieri edili presenti nel territorio. Personale del nucleo di Polizia Edilizia, il 14 gennaio scorso, ha accertato in una zona centralissima di Marina di Ragusa, precisamente in un cantiere edile sito in via Bisani, opere in difformità totale alla concessione edilizia rilasciata ed al nulla osta della Soprintendenza. Le opere difformi riguardavano la realizzazione di corpi di fabbrica non previsti in progetto, realizzati con struttura intelaiata in cemento armato, per una superficie coperta di circa mq. 145. Considerato che in atto erano in corso i lavori, si è proceduto immediatamente al sequestro preventivo di P.G. del cantiere ed alla denuncia all’autorità giudiziaria dei proprietari, del tecnico direttore dei lavori e dell’impresa edile.Vigili_urbani_moto

VITTORIA, LA GDF DENUNCIA UN AGRICOLTORE PER IL POSSESSO DI UNA CARABINA

La Guardia di Finanza ha realizzato uno specifico servizio in materia di armi non denunziate. L’attività svolta nell’agro vittoriese, finalizzata alla ricerca di armi e munizioni detenute illegalmente, ha condotto al rinvenimento di una carabina abusivamente detenuta in un’azienda agricola in Contrada “Menta due”. I finanzieri, a seguito di perquisizione locale eseguita di iniziativa all’interno dei locali dell’azienda agricola, hanno proceduto al sequestro dell’arma. Il fucile, di fabbricazione tedesca, era stato occultato all’interno di un armadietto, tra l’altro inidoneo alla custodia dello stesso. Il responsabile è un bracciante agricolo quarantenne, C.G., residente a Vittoria. Essendo risultato il possessore della carabina, è stato denunciato a piede libero per detenzione abusiva di un’arma da fuoco.

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NON ERA UNO STUPRO …SEMPLICI CORNA

Sorpresa dal marito in flagrante al letto con l’amante, una giovane modicana residente a Scicli si è inventata uno stupro. L’incredibile episodio è accaduto a Scicli. Il marito tunisino torna a casa prima del previsto e trova la consorte impegnata in un rapporto sessuale con un altro tunisino, anche lui residente a Scicli. La donna si inventa la storia della violenza sessuale e il marito ci crede a tal punto, che insieme vanno all’ospedale Busacca per una visita di controllo. Nel frattempo i medici trasferiscono la signora all’ospedale Maggiore: ma le visite accurate dei ginecologi evidenziano l’assenza di lesioni e di qualunque altro segno di violenza sessuale. La donna replica ai medici sostenendo di avere avuto un rapporto orale e non un rapporto sessuale completo. La vicenda si complica perché la spiegazione della presunta vittima, non convince i medici e nemmeno gli inquirenti. Così i carabinieri mettono sotto torchio la giovane che alla fine confessa di avere inventato lo stupro per coprire il tradimento coniugale. La donna è stata denunciata per simulazione di reato e per calunnia, avendo presentato un esposto contro l’amante, peraltro ignaro di essersi trasformato da amante in stupratore.

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Rapina alla gioielleria di Santa Croce – ALTRI DUE ARRESTI

Un pregiudicato niscemese di 22 anni residente a Vittoria, Antonino Puzzo e un incensurato vittoriese, Marco Nuncibello, 25enne, sono stati arrestati con l’accusa di aver rapinato una gioielleria di S.Croce il 9 febbraio del 2012, insieme ad altri quattro soggetti già destinatari di un’ordinanza di custodia in carcere del 20 luglio scorso. Nella prima misura cautelare emessa dalla Procura della Repubblica di Ragusa erano stati ammanettati il pregiudicato vittoriese Emanuele Di Martino, di 39 anni, Fabiola Busacca di 26 anni e Salvatore Giacchi, 28enne, entrambi vittoriesi e il pregiudicato marocchino Soufiane Et Taoufiq. Tutti e quattro hanno ammesso la loro responsabilità nella rapina. Nei mesi successivi le indagini sono proseguite e il cerchio si è chiuso con questi due ulteriori fermi. I tre rapinatori che sono entrati nella gioielleria col volto travisato da un passamontagna erano stati il marocchino, il Giacchi e Nuncibello. Antonino Puzzo era invece alla guida del furgone Fiat Fiorino, che era stato precedentemente rubato, e attendeva l’uscita dei complici. Di Martino e la donna fungevano invece da palo.arresti 17

Per la scomparsa della disabile ragusana Maria Dimartino rinviato a giudizio il genero

tribunale ragusaA distanza di otto anni il giallo sulla scomparsa di Maria Dimartino, 79 anni, disabile,di cui non si hanno notizie dal 22 febbraio 2005, è diventato un processo penale. Mercoledì mattina il giudice delle indagini preliminari del Tribunale ha rinviato a giudizio davanti alla Corte d’Assise per il prossimo 6 giugno, uno dei due generi della donna: Giuseppe Maurici, 49 anni, nato a Santo Cono (Catania), difeso dall’avvocato Giovanni Ioppolo, con l’accusa di omicidio con l’aggravante della premeditazione e per il reato di sequestro di persona. Il Gup Claudio Maggioni ha dichiarato prescritti gli altri due reati di cui era accusato l’uomo: appropriazione indebita (avrebbe sottratto 46 mila euro alla donna il giorno prima della scomparsa) e distruzione e soppressione di cadavere. Della prescrizione ha beneficiato anche Massimiliano Maurici, 34 anni, nato a Caltagirone, difeso dall’avvocato Ioppolo e dall’avvocato Marta Bellissima,accusato solo della distruzione e soppressione di cadavere in concorso con il fratello Giuseppe. A chiedere il rinvio a giudizio è stato il Pm Federica Messina. Le indagini svolte dagli agenti della Squadra Mobile della Polizia sono state coordinate dal procura-tore Carmelo Petralia. Il marito della donna, Giorgio Dimartino, 93 anni e la figlia Rosalia, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Enzo Trantino, Enrico Trantino e Fabrizio Cavallo. Da quel martedì pomeriggio del 2005 la donna, che abitava col marito in via Belle all’angolo con la via Filippo Turati, nel quartiere “Russia” sembra volatilizzata nel nulla. L’ultima a vederla è stata la figlia Rosalia che, come ogni mattina, era andata a trovarla e che non notò nulla di strano nell’atteggiamento della mamma. Dopo essersi rivolti anche alla trasmissione tv “Chi l’ha visto”, il marito della donna scomparsa e la figlia si sono rivolti ai legali. La pensionata, tra l’altro, soffriva di artrosi e, dunque, non usciva mai da sola di casa. E questo fece pensare subito che qualcuno l’avesse prelevata dalla sua abitazione. Per molto tempo c’erano stati appelli e ricerche per cercare di trovare la donna, sino a quando, facendosi strada la terribile ipotesi che la povera donna potesse essere stata fatta sparire, è stata formulata l’ipotesi dell’omicidio.

AVEVA DENUNCIATO DI ESSERE STATO GAMBIZZATO, MA ERA FALSO: DENUNCIATO

I carabinieri della stazione di Santa Croce Camerina, collaborati dai commilitoni dalla Compagnia di Ragusa, hanno denunciato il tunisino che affermava d’esser stato vittima di “gambizzazione” il 3 gennaio scorso. Il cittadino tunisino D.B., trentenne disoccupato senza fissa dimora, ospite di un conoscente a Punta Braccetto, il pomeriggio del 3 gennaio scorso ha chiamato al 112 riferendo che, trovandosi davanti all’abitazione dove vive, era stato attinto a una gamba da un proiettile esploso dalla pistola di uno sconosciuto. Due persone erano transitate in auto e il passeggero, affacciatosi dal finestrino, gli aveva sparato, colpendolo alla gamba. Accorsi i carabinieri in forze, organizzati posti di controllo finalizzati ad intercettare l’auto degli aggressori, il ferito è stato soccorso dall’autoambulanza e trasportato all’ospedale di Ragusa. I militari, pochi minuti dopo avevano fermato un’auto quasi uguale a quella indicata dal tunisino con tre giovani ragusani a bordo che, sospettati dell’attentato, erano stati fermati, perquisiti e interrogati a lungo. Infine erano stati rilasciati poiché avevano fornito un alibi plausibile e perché il ferito non li aveva riconosciuti. Nel frattempo i militari del Nucleo operativo e radiomobile addetti alle investigazioni scientifiche avevano svolto accurati rilievi sul luogo del “delitto” alla ricerca dell’ogiva di un proiettile, di tracce di sangue o residui dello sparo. Nulla. Non solo nel punto dove il denunciante aveva dichiarato d’esser stato ferito non c’era traccia del proiettile o di parti di piombo o di rame componenti l’ogiva. Ma alcuni aspetti del racconto avevano insospettito i militari poiché non apparivano chiari. La svolta all’intricato mistero è venuta dalla professionalità, capacità ed esperienza del medico del pronto soccorso che, ricevute le dichiarazioni del tunisino, suturata la ferita, si rendeva conto che non poteva essere compatibile con la lesività di un proiettile, anche se colpito solo di striscio. Così i militari messi insieme tutti gli elementi in possesso, sentito il sanitario dell’ospedale ibleo, hanno denunciato il tunisino per procurato allarme e simulazione di reato, facendo chiarezza – infine – su un caso che aveva fortemente contribuito ad infiammare l’opinione pubblica santacrocese. “La situazione a Santa Croce Camerina – si legge in una nota dell’Arma – è sicuramente molto meno allarmistica di quanto si sia voluto far credere nelle ultime due settimane, vero è che c’è un triste fenomeno di furti nelle aziende (concimi, germogli e fitofarmaci sono moneta corrente di questi tempi) al quale l’Arma sta rispondendo con un incremento dei servizi di prevenzione e repressione, anche con auto di copertura, in orari serali e notturni. Ma Santa Croce Camerina non è il Bronx e l’andamento dei reati è compatibile con quello su scala nazionale se non addirittura inferiore (a gennaio 2013 sono la metà rispetto a gennaio 2012)”.

 

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CONTROLLI A SANTA CROCE, SCATTA UNA DENUNCIA

In questi ultimi giorni sono stati intensificati i servizi di controllo del territorio a Santa Croce Camerina. L’attività di prevenzione generale ha interessato sia il centro storico della città che le zone periferiche in cui si trovano le principali aziende di Santa Croce Camerina. Le pattuglie della Sezione Volanti hanno effettuato un ampio monitoraggio finalizzato alla prevenzione dei reati in genere e, in particolar modo, dei reati contro il patrimonio. Numerose le perquisizioni e i posti di controllo effettuati. Nella giornata di martedì, durante un posto di controllo attuato all’ingresso del paese, C.G. cinquantenne vittoriese è stato denunciato in stato di libertà per il reato di violazione di sigilli. L’uomo, verso alle le 13, è stato trovato alla guida di una Rover alla quale in precedenza erano stati apposti i sigilli per un fermo amministrativo. All’uomo è stata ritirata la patente di guida e sono state applicate le previste sanzioni amministrative che superano i 2.500 euro. Nel corso degli accertamenti, si è riscontrato che l’auto aveva percorso più di 6000 km da quando erano stati apposti i sigilli.

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DUE ARRESTATI PER L’OMICIDIO DI SEVASTIAN ANDRITOIU

I colpi d’ascia al quarantaduenne romeno trovato morto lunedì notte in un casolare del borgo rurale di Granieri, a Caltagirone, sarebbero stati inferti dal venticinquenne Tomita Vlad, connazionale della vittima, mentre un trentatreenne di Giarratana, Salvatore Impeduglia, avrebbe accompagnato l’omicida sulla scena del delitto con la sua auta, una Ford Fiesta. Gli investigatori hanno rivolto le attenzioni verso una comunità di romeni che vive in contrada Costa Baira, vicino al luogo dell’omicidio, ascoltando come persone informate sui fatti diversi soggetti, tra cui la romena, M.R.S. di 37 anni, trovata assieme alla figlia minore in un’abitazione di Monterosso Almo in uso a Vlad. Nel corso della perquisizione domiciliare sarebbero stati rinvenuti alcuni indumenti, già lavati, ma con ancora tracce di sangue. Alla polizia il romeno ha confessato l’omicidio ed il movente: un credito di denaro vantato nei confronti della vittima. Salvatore Impeduglia è stato incastrato dopo il riscontro, da parte della Polizia Scientifica, di tracce di sangue su un paio di scarpe trovate nella sua abitazione di Giarratana. Sulla Ford Fiesta utilizzata per la spedizione punitiva, invece, sono state rinvenute macchie di sangue sul sedile anteriore per il passeggero. Anche il complice, messo alle strette, ha confessato. Il procuratore capo di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano, ha chiesto la convalida dei due fermi al Gip. Andritoiu-Sevastian-335x175

TRAFFICO DI ESSERE UMANI, 55 ARRESTI IN TUTTA ITALIA

volante poliziaSmantellata un’organizzazione somala nell’ambito dell’operazione “Boarding Pass”. Le indagini sono iniziate nel 2009, durate un anno e mezzo, e sono state avviate dalla Squadra Mobile della Polizia dopo uno sbarco di 244 immigrati avvenuto a Pozzallo. L’operazione ha smantellato un traffico di migranti somali confermando che l’Italia è un territorio di transito. In un primo momento l’inchiesta degli agenti diretti dal vice questore Francesco Marino è stata avviata dalla Procura di Modica, quindi, è approdata alla Dda di Catania. I risultati sono stati resi noti martedì mattina a Roma dalla Dna. Le indagini hanno evidenziato almeno dieci trasferimenti di immigrati dal nostro Paese verso quelli del nord Europa, ma anche verso la Francia. La procura distrettuale di Catania ha individuato le responsabilità di 48 cittadini somali, mentre quella di Firenze ne ha incastrato altri sette. Le attività sul territorio, culminate con gli arresti in corso di esecuzione, sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di stato, dalla Squadra Mobile di Ragusa, dal Gico della Guardia di Finanza e dal Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme gialle di Firenze. Nel corso della conferenza stampa, Maria Luisa Pellizzari, direttore dello Sco della Polizia ha detto che “Vi sono delle cellule operative in Kenia, Somalia, Libia. Da qui i migranti arrivano in Italia, dove hanno interesse a stare il minor tempo possibile e a non essere identificati. A questo riguardo – ha detto ancora il direttore dello Sco della Polizia – si appoggiano a delle basi logistiche individuate in diverse città – Napoli, Bergamo, Milano, Firenze, Prato, Torino, Cuneo – da dove poi partire, soprattutto in aereo, ma non solo, per la meta finale. L’intero viaggio comporta per l’organizzazione lucrosi guadagni – ha detto ancora il direttore dello Sco della Polizia -, stimati in 1516 mila euro per ciascun migrante”. Secondo il procuratore nazionale antimafia facente funzioni, Giusto Sciacchitano, l’inchiesta ha portato a “risultati importanti partendo da diversi spunti investigativi – uno sbarco di migranti da un lato, un traffico di rifiuti dall’altro”.

Sequestro dell’imprenditore modicano, scatta un altro arresto

Un altro arresto nell’ambito dell’indagine per il sequestro di un imprenditore modicano avvenuta nel maggio scorso. In manette è finito Nunzio Alabiso, 34 anni, originario di Gela, ma residente in provincia di Parma. Già il 7 dicembre scorso, un imprenditore di Città di Castello (Perugia), Angelo Pauselli, di 51 anni, la moglie Alida Cecconi, di 45, erano stati arrestati per sequestro di persona e tentativo di estorsione perché ritenuti i mandanti di una “spedizione punitiva” nei confronti dell’ imprenditore di Modica e di un suo dipendente che nel maggio scorso furono sequestrati e malmenati per convincerli a pagare 8.500 euro per una carotatrice commissionata nel 2002 alla ditta umbra. Insieme a Pauselli e Cecconi, posti agli arresti domiciliari, il 7 dicembre erano stati arrestati, con la stessa accusa, due persone di Gela, Vincenzo Cannizzo, di 34 anni, e Angelo Daniele Faldelli, di 47, che avrebbero fatto parte del gruppo di persone che portò a termine la “spedizione punitiva”. L’imprenditore modicano e il suo dipendente denunciarono di essere stati aggrediti, malmenati e per costringerli a pagare la somma di denaro per l’acquisto del macchinario. Le vittime riportarono ferite e una di esse subì la frattura del setto nasale. L’imprenditore modicano raccontò agli agenti che i quattro lo avevano messo in contatto telefonico in vivavoce con Pauselle e la moglie e che quest’ultima, alla richiesta di conoscere i motivi dell’aggressione e del sequestro aveva fatto riferimento alla fattura del macchinario. L’operazione è stata condotta dalla Polizia. volante polizia

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