Manca un progetto organico, in materia di rifiuti, per la fascia costiera del territorio di Santa Croce. Così le borgate a “mare” di Casuzze e Caucana si trasformano in una mega discarica. Cumuli di rifiuti, con essenze arboree frutto della potatura dei giardini (rifiuti che andrebbero conferiti nelle apposite discariche a carico dei cittadini) disseminati lungo le arterie della fascia costiera. In viale della Libertà, delle Alpi, degli Appennini, accanto ai cassonetti una mega discarica con sterpaglie e essenze arboree. Secondo i cittadini, nelle borgate a mare mancano i più elementari servizi come la pulizia e il decoro. “Siamo in presenza di interi rioni che non vengono mai spazzati – spiegano – provate a percorrere le strade interne di casuzze o del villaggio Azzurro: i rifiuti sono ovunque. I cassonetti sono stracolmi e quasi mai vengono disinfettati”.
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Vittoria, incendiate due auto
Due auto sono state date alle fiamme nella notte tra sabato e domenica a Vittoria. E’accaduto in piena notte. Il primo intervento dei vigili del fuoco intorno alle 3 in via Brescia, per il rogo di una Clio. Poco prima delle sei di domenica l’atra chiamata, per l’incendio di una Punto in via Marangio. La pista del dolo è la più accreditata. Sui due episodi indagano i carabinieri della locale Compagnia.
LADRI IN AZIONE A POZZALLO, PRESO DI MIRA IL COMUNE
Nella notte tra sabato e domenica, ignoti si sono introdotti nel palazzo comunale di Pozzallo. Avrebbero portato via alcuni computer. Una volta dentro, hanno messo tutti gli uffici a soqquadro, forzando diverse serrature. Sul posto i carabinieri e gli agenti della Polizia municipale.
Carabinieri, un arresto e dieci denunce
Una persona arrestata, 10 denunciate e 35 contravvenzioni al Codice della strada elevate per un totale di oltre 2000 euro di multe. È questo, in sintesi, il risultato del recentissimo servizio di controllo straordinario del territorio eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Modica. In manette è finito un giovane di Pozzallo per spaccio di droga ad una coetanea. Otto i giovani denunciati per una rissa a Marina di Modica.
Droga, il liberiano resta in carcere
Resta rinchiuso in cella a Ragusa il liberiano privo di permesso di soggiorno, Youssef Abdelghaffar, 34 anni, arrestato dagli agenti della sezione Antidroga della Polizia, a Vittoria, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, Claudio Maggioni, che ha convalidato l’arresto così come richiesto dal Pm Claudia Maone.
Detenzione di armi, sotto processo Lorenzo Li Causi
Al via il processo davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Ragusa ai danni di Lorenzo Li Causi, 56 anni, vittoriese, ufficialmente residente a Comiso, arrestato nell’ottobre scorso dai carabineri del Nucleo Investigativo provinciale di Ragusa guidati dal capitano Carmine Gesualdo. L’uomo è accusato di trasporto e detenzione di armi. Il pubblico ministero Marco Rota, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna dell’uomo a 3 anni di reclusione con i benefici della scelta del rito abbreviato. La difesa, rappresentata dagli avvocati Enrico Platania e Gianluca Gulino, ha chiesto l’assoluzione con la formula più ampia ed in subordine la non utilizzabilità delle intercettazioni. Il Gup si è riservato di decidere chiedendo alla Procura di produrre i decreti di autorizzazione delle intercettazioni. Prossima udienza il 23 maggio.
Assunzioni al Consorzio di bonifica, prosegue il processo
Udienza favorevole agli imputati quella di venerdì nel processo ai danni del direttore del Consorzio di bonifica, Giovanni Cosentini, e dell’ex amministratore provvisorio all’epoca dei fatti, Gaetano D’Onufrio, per il reato ipotizzato di concorso in abuso d’ufficio aggravato per 23 assunzioni a tempo effettuate nel 2007 che avrebbero causato un danno patrimoniale all’Erario pari 22mila euro. Davanti al Tribunale collegiale (presidente Andrea Reale, a latere Rosanna Scollo ed Ivano Infarinato) sono stati sentiti due dei tre testi citati dal Pm Federica Messina (al terzo l’accusa ha rinunciato), mentre il 15 giugno saranno sentiti, quattro dei sette testi citati dai difensori degli imputati, gli avvocati Carmelo Di Paola ed Agatino Cariola), oltre all’esame degli imputati. Il primo ad essere sentito è stato Domenico Romano, all’epoca capo servizio vigilanza consorzi di bonifica, il quale ha confermato che il Consorzio di Bonifica 8 non era in deficit visto che ha chiuso i consuntivi con piccole perdite, 4.500 euro nel 2007 e 5.700 euro nel 2008. È stata quindi la volta di Dario Cartabellotta, direttore generale del Dipartimento Infastrutture dell’assessorato regionale all’Agricoltura, il quale ha chiarito che le assunzioni nei Consorzi sono state vietate con la legge 45 del 1995, ma la legge 76 dello stesso anno permette la deroga per esigenze funzionali. Da allora in Sicilia queste assunzioni sono state fatte sempre per chiamata diretta. La Regione deve solo autorizzare le assunzioni per la copertura finanziaria, in caso contrario gli oneri sono a carico del Consorzio che per legge, su direttiva comunitaria, in ogni caso deve intervenire col almeno il 5% nel bilancio con fondi privati. Sulle assunzioni allora è intervenuto l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni La Via che, con le direttive 108723 del 20 dicembre 2007 e 100113 del 21 novembre 2007 ribadiva nella prima l’illegittimità delle assunzioni effettuate da amministratori provvisori e nella seconda la diretta responsabilità degli stessi amministratori per l’assunzione di atti non legittimi.
Tentò la fuga dal carcere di Ragusa Condannato l’uomo accusato delle bombe piazzate ad Agrigento
Nel settembre del 2006 la Cassazione ha confermato la sua condanna a sedici anni di reclusione per i reati di strage, danneggiamento e porto abusivo di armi da guerra. Lui si è sempre detto innocente e l’11 marzo ha tentato la fuga dalla casa circondariale di contrada Pendente. Venerdì è stato processato e condannato dal Tribunale per tenta evasione. Si tratta di Domenico Quaranta, favarese di 38 anni, accusato di essere il “bombarolo” che il 5 novembre del 2001 terrorizzò gli agrigentini piazzando un ordigno rudimentale ai piedi del tempio della Concordia. Quaranta, difeso dall’avvocato Nicola Belgiorno, è stato condannato a sei mesi di reclusione dopo il processo col rito abbreviato. Il Pm Concetta Vindigni aveva chiesto la condanna dell’uomo ad un anno di reclusione.
IL MAXIPROCESSO VENTICINQUE ANNI DOPO
Venerdì 27 aprile 2012, alle ore 16.30, presso l’Aula “Firrincieli” del Tribunale di Ragusa, il dott. Michele Palazzolo, Magistrato del Tribunale, presenterà il libro di Alfonso Giordano “Il Maxiprocesso venticinque anni dopo”, editore Mauro Bonanno, AcirealeRoma, 2011. Interverranno: il dott. Andrea Reale, Magistrato della Sezione Penale del Tribunale di Ragusa e Responsabile ANM della sottosezione Ragusa-Modica; il dott. Salvatore Barracca, Presidente della Sezione Penale e Presidente f.f. del Tribunale di Ragusa; l’avv. Gaetano Barone del Foro di Ragusa. Seguirà il dibattito e le conclusioni affidate all’Autore, Presidente prof. Alfonso Giordano. Ad organizzare l’evento sono anche il Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati e l’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
STRAGE DI MINEO Pm chiede condanne per 28 anni
Ventotto anni e quattro mesi complessivi di carcere sono stati chiesti dall’accusa per l’incidente sul lavoro che, l’11 giugno del 2008, all’interno del depuratore comunale di Mineo, provocò la morte di sei persone. Si è conclusa nella serata di mercoledì, davanti al Tribunale di Caltagirone, la requisitoria del pubblico ministero Sabrina Gambino, che alla fine ha chiesto la condanna a otto mesi per il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, ritenuto colpevole in misura minore rispetto ad altri sei imputati. Pene più severe, con l’ipotesi di concorso in omicidio plurimo, sono state invece chieste per il titolare dell’omonima azienda di espurgo di Ragusa, Salvatore Carfì, e per il capo cantiere della ditta, Salvatore La Cognata: per ciascuno dei due sono stati invocati sei anni (per Carfì anche la confisca della società che, per responsabilità civile, è stata chiamata a versare in solido mille quote, infine l’incompatibilità a contrarre rapporti di lavoro con altri enti pubblici). Quattro anni sono stati chiesti per l’allora assessore comunale ai Lavori pubblici, Giuseppe Mirata; quattro anni e otto mesi per il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Marcello Zampino; quattro anni per l’addetto al servizio del depuratore, Antonino Catalano; tre anni per il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Virzì.
Vilipendio delle tombe a Scassale Il magistrato interroga i 4 ragazzi
Sono comparsi davanti al gip del Tribunale dei Minori, Alessandra Chierego, i quattro ragazzi coinvolti nell’inchiesta per vilipendio delle tombe. Gli imputati, probabilmente per farsi belli con i compagni, sono entrati di notte all’interno del cimitero di contrada Scassale ed hanno scattato delle foto, in varie pose, accanto ai sepolcri. Per fare “vedere” a tutti la loro impresa hanno caricato le foto sui loro profili di Facebook. Due dei quattro ragusani, di età compresa tra i 15 ed i 17 anni, hanno beneficiato del perdono giudiziario visto che il loro comportamento fuori dalla legge è stato ritenuto occasionale, gli altri due, invece, dato che hanno altre pendenze di diversa natura, ricompariranno davanti al Giudice il 17 ottobre per definire la loro posizione. Il Pm Silvia Vassalli ha chiesto per loro il rinvio a giudizio. Il perdono giudiziale non è un’assoluzione, visto che presuppone la colpevolezza e purchè la pena in concreto da irrogare sia nei limiti dei 2 anni, tenendo conto della diminuente della minore età e di tutte le altre circostanze eventualmente presenti. Con il perdono si rinuncia ad una sentenza di condanna, ma si vuole ammonire il minore al fine di trattenerlo dal delinquere nuovamente. Tale istituto si differenzia dalla sospensione della pena, la quale necessita invece di una sentenza di condanna con rinuncia all’esecuzione della pena stessa. Oltre ai quattro minori nel registro degli indagati ci sono anche due maggiorenni. Particolare che fa scattare per tutti e sei i ragazzi, l’aggravante di avere agito in numero superiore a cinque. I fatti risalgono al 17 giugno scorso ma sono venuti alla luce solo adesso a conclusione delle indagini. Tra i visitatori di Facebook, oltre agli amici della baby gang, anche i parenti di qualcuno dei defunti.
Protesta operatori ecologici in otto Comuni su dodici
In provincia di Ragusa le società ecologiche attendono da moltissimi mesi i mandati di pagamento delle fatture dei Comuni. Il ritardo dei pagamenti da parte delle amministrazioni locali crea un circolo vizioso che si ripercuote sui lavoratori, che attendono per mesi gli stipendi e sui cittadini, che devono convivere con i disservizi e le inevitabili disfunzioni. “Per non parlare poi, dei fornitori, che non vanno dimenticati – afferma il segretario provinciale della Funzione pubblica Cgil, Giovanni Lattuca – che vantano crediti dalle imprese per centinaia e centinaia di migliaia di euro. Oltre ai cittadini, ovviamente, che pur pagando le tasse, si ritrovano con i rifiuti sotto casa”. Nulla da stupirsi dunque se in otto Comuni, su dodici in provincia, gli operatori ecologici sono in stato di agitazione. Una protesta che dilaga a macchia d’olio. A Pozzallo, Acate e Giarratana gli operatori ecologici attendono il pagamento delle mensilità di febbraio e marzo, mentre negli altri cinque Comuni dove il personale viene pagato in ritardo, Ispica, Scicli, Santa Croce Camerina, Modica e Comiso, gli operatori aspettano gli emolumenti del mese di marzo. Il segretario di categoria Lattuca ha infatti richiesto al prefetto di Ragusa, Giovanna Cagliostro, la convocazione dei sindaci degli otto Comuni coinvolti in questa vertenza, riunione alla quale prenderanno parte i liquidatori di Ato ambiente e i rappresentanti delle imprese ecologiche che gestiscono i servizi di nettezza urbana nelle otto città iblee. Intanto, il Comune di Modica fa sapere che sono state sbloccate le somme necessarie per il pagamento delle somme dovute per il servizio di igiene ambientale e consentire il trasferimento e il deposito dei rifiuti in discarica e per il pagamento degli emolumenti ai dipendenti dei Servizi per Modica. La notizia è arrivata dopo l’incontro tenutosi giovedì mattina fra il sindaco di Modica, l’assessore al Bilancio e il dirigente della Banca tesoriera. “Abbiamo anche programmato il pagamento degli stipendi ai comunali e a quanti mantengono un rapporto di lavoro con l’Ente – hanno spiegato il sindaco e l’assessore – e le somme necessarie per onorare le transazioni con i grandi crediti”
Ruba un ciclomotore a Ragusa Denunciato un giovane rumeno
Lo ha incastrato il quadro di accensione danneggiato. Un giovane rumeno è stato denunciato mercoledì a Ragusa da una pattuglia delle Volanti della Polizia di Stato, che lo aveva fermato in via Archimede, mentre era alla guida di una Malaguti F10. Gli agenti si sono insospettiti per la rottura del quadro del motore e hanno fatto un controllo tramite la banca dati interforze. Così si è scoperto che il ciclomotore era stato rubato al suo proprietario, il quale aveva presentato la denuncia ai carabinieri del capoluogo l’11 aprile. Prima del controllo, il ragazzo aveva tentato di eludere la verifica, cambiando repentinamente direzione. Ma la manovra ha insospettito ancora di più i poliziotti che lo hanno poi fermato in via Archimede. Il veicolo è stato restituito al proprietario e il rumeno denunciato alla Procura presso il Tribunale dei Minori di Catania.
Furto di rame, in manette quattro operai
Un’auto e un furgoncino carichi di rame appena rubato. E’ andata male a quattro operai, tre acatesi ed un marocchino, che avevano tranciato 350 metri di cavo dalle linee della Telecom. La Polizia è stata allertata da una telefonata al 113. I quattro viaggiavano lungo la Frigintini – San Giacomo quando sono stati fermati, anche se il furgonncino ha provato a forzare il posto di blocco. Il danno arrecato alla rete ammonta a diecimila euro. In manette sono finiti Francesco Farruggia, 35 anni, Fabrizio Gagliano, 34 anni, Martino Nicaso, 26 anni, e Abdelali Arif, 25 anni. Per i quattro l’accusa è di furto aggravato e interruzione di pubblico servizio.
Scaricava gli scarti del frantoio in un terreno, denunciato
Accogliendo la richiesta del procuratore della Repubblica di Modica Francesco Puleio, il Giudice delle indagini preliminari ha emesso il decreto di sequestro preventivo di un terrapieno contenente circa 40 mc di sansa umida, materiale di rifiuto non pericoloso, sito a Modica in contrada Montesano di proprietà di un modicano di 62 anni. L’accusa è di abbandono incontrollato di rifiuti. L’uomo, titolare di un frantoio oleario, utilizzava il fondo per scaricare gli scarti di lavorazione, senza avere alcuna autorizzazione. Le indagini sono state svolte dal Comando Corpo Forestale – Distaccamento di Scicli.
Evade dai domiciliari, arrestato
Era ai domiciliari, ma evidentemente il rispetto delle imposizioni del giudice, per lui, era un optional. E’ stato trovato in giro per Vittoria ed arrestato. Si tratta di Abdecharif Belgacem, 47 anni, tunisino. Era stato arrestato nel giugno 2010 per spaccio di hascisc in concorso con un connazionale.
SPACCIO DI DROGA ARRESTATO LIBERIANO
Si aggirava a piedi nel piazzale della stazione dei bus di Vittoria. Quando ha visto gli agenti di Polizia ha tentato la fuga, ma è stato prontamente bloccato. Youssef Abdelgharrif, 34 anni, liberiano, in Italia senza permesso di soggiorno, probabilmente era lì per cedere qualche dose di droga. Addosso, la Polizia gli ha trovato dodici ovuli di eroina, per un peso complessivo di 150 grammi. Una conferma di come, nonostante da tempo si preferiscano altri tipi di stupefacenti, l’eroina è ancora ricercata dai tossicodipendenti. Ad eseguire gli arresti sono stati gli agenti della sezione antidroga della Squadra Mobile diretta da Francesco Marino.
Vittoria, si scaglia contro la “suocera” e la manda in ospedale: arrestato
Calci e pugni alla madre della convivente. Un’aggressione in piena regola, che ha causato alla donna traumi al cranio e a tutto il volto. Una prognosi, per lei, di 40 giorni. L’aggressore, Salvatore Savio, 23 anni, operaio pregiudicato, è finito in carcere con l’accusa di lesioni personali aggravate. Quando i militari sono giunti in casa sua, lunedì sera, Savio era ancora con le mani e le scarpe sporche di sangue.
Forte scossa avvertita a Palermo. Paura, gente scesa in strada.
Una scossa di magnitudo 4.3 è stata registrata nel Palermitano alle 8.21 di stamattina. L’evento è stato avvertito dalla popolazione e a Palermo numerose persone sono scese in strada. L’ipocentro è stato localizzato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma a 30 chilometri dalla costa, tra Ustica e Palermo, a una profondità di circa 15 chilometri. Rilevate anche ulteriori scosse di assestamento. Secondo i primi rilievi non ci sarebbero danni rilevanti a cose o persone. La scossa è stata avvertita anche a Ragusa
La Cassazione condanna Dino Scarnato
Confermata dalla quinta Sezione della Corte di Cassazione la sentenza di condanna ai danni di Dino Scarnato, 47 anni, netino, all’epoca dei fatti residente a Modica, accusato di aver ucciso il 19 dicembre 2004 il ragusano Luca Firrincieli, 31 anni, a causa di un banale alterco avvenuto all’uscita della discoteca Itaparica di Marina di Modica. La Corte di Assise di Siracusa aveva condannato in primo grado lo Scarnato alla pena di tredici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, negandogli le circostanze attenuanti generiche. La Corte di Assise di appello di Catania aveva invece accolto il motivo di appello subordinato, relativo alla concessione delle attenuanti, ed aveva ridotto la pena ad otto anni di reclusione, confermando nel resto la sentenza di primo grado, incluse le provvisonali ai familiari della vittima. Il difensore dell’imputato, Carmelo Peluso del foro di Catania, aveva proposto ricorso per Cassazione. Mercoledì l’udienza dinnanzi alla quinta sezione della Corte suprema. Presente anche l’avvocato Gianluca Gulino, difensore delle parti civili, che ovviamente ha concluso per la conferma della sentenza. Dopo diverse ore di camera di consiglio la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso dello imputato, confermando la sentenza di condanna di secondo grado e condannando l’imputato al risarcimento delle ulteriori spese di lite. “Provo soddisfazione per la decisione – afferma l’avvocato Gianluca Gulino – era un processo delicatissimo, esclusivamente indiziario. Sono contento per i familiari del povero Luca, che finalmente, dopo molti anni, possono vedere finalmente suturata la ferita che il processo ha aggiunto alla perdita del loro caro. L’esito favorevole non ridarà loro l’affetto perduto, nessun processo può farlo, ma avrà dato giustizia”. Scarnato, odontotecnico netino fu arrestato il 27 dicembre 2004 dalla Squadra Mobile di Ragusa che, per le indagini, si avvalse della “Scientifica” di Roma. L’uomo raccontò al giudice, nel corso dell’interrogatorio, di non avere mai conosciuto e di non avere avuto mai discussioni con la vittima. Fu successivamente scarcerato. Adesso la sentenza definitiva.