I Carabinieri della Stazione di Monterosso Almo hanno tratto in arresto due pregiudicati di Niscemi, Vincenzo Blanco, 41 anni, attualmente sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e Gaetano Menzo, 22 anni, sorpresi mentre tentavano di svaligiare un’abitazione. I due malviventi, approfittando delle manifestazioni carnevalesche e della circostanza per cui numerosi cittadini avevano lasciato incustodite le loro abitazioni, hanno tentato di scardinare la porta d’ingresso della casa di una 50enne del luogo, facendo uso di un utensile multifunzione elettrico, smerigliatrice e da taglio, ma il rumore provocato dall’attrezzo veniva udito dai vicini di casa che immediatamente davano l’allarme richiamando sul posto altri cittadini ed allertando i militari della locale Stazione Carabinieri. I militari, informati di quanto appena accaduto ed acquisita la descrizione somatica degli autori del reato, sono riusciti a individuare e bloccare i due malviventi mentre tentavano una precipitosa fuga a piedi per i vicoli del centro storico della città.
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Arrestato Pozzallese, aveva tentato di bruciare la casa del rivale in amore
I Carabinieri hanno tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, Pietro Marino, 60 anni, pescatore, per atti persecutori. L’attività dei militari dell’Arma era partita nel maggio dello scorso anno, quando l’attuale convivente della ex coniuge dell’arrestato (ritenuto rivale in amore), aveva sporto le prime denunce per gravi minacce anche di morte che l’uomo gli aveva rivolto sia oralmente che a mezzo di Facebook. Peraltro, la storia già nel 2013 aveva avuto esito con la condanna del Marino per il medesimo reato. Ma, a differenza della maggior parte dei casi di stalking, oggetto dell’ossessione in questo caso è stato l’attuale convivente. Gli episodi, oltre alle minacce all’uomo, si sono susseguiti anche con diversi appostamenti sotto casa, e vere e proprie aggressioni verbali rivolte al rivale in amore. Lo stalker era arrivato a dormire nella propria auto sotto la casa della vittima e dei suoi figli, e, spesso, non esitava a tallonare l’auto dell’uomo e dei suoi figli. Lo scorso 3 gennaio lo stalker ha tentato di appiccare il fuoco alla casa della coppia, cospargendo tutto l’ingresso di benzina, gridando “ti ammazzo” all’indirizzo della vittima, prima di darsi alla fuga. I Carabinieri allora intervenuti, che ponevano particolare attenzione sull’uomo, lo trovarono poco dopo nella sua abitazione, con una tanica di benzina vuota, e lo segnalarono all’autorità giudiziaria. L’attività investigativa diretta dal Pubblico Ministero della Procura di Ragusa, Dott. Sodani, ha condotto i militari a rassegnare gravi e plurimi indizi di colpevolezza sull’uomo, determinando la richiesta di misura cautelare agli arresti domiciliari.
DENUNCIATO PER LESIONI E DANNEGGIAMENTO L’UOMO CHE AVEVA PICCHIATO UN AUTOMOBILISTA MODICANO
Il tamponamento a catena avvenuto a Modica il 2 febbraio scorso e rilevato da una pattuglia della Polizia di Stato del Commissariato, ha avuto anche conseguenze di natura penale per un automobilista albanese coinvolto nel sinistro il quale aveva perso le staffe ed aveva aggredito verbalmente e fisicamente un modicano, genitore di una ragazza coinvolta nel sinistro, che era intervenuto sul luogo poiché avvisato dell’accaduto dalla figlia. L’incidente si era verificato intorno alle 11,30 in via Modica Ispica e una volante del Commissariato era intervenuta a seguito di segnalazione di un utente della strada. Sul posto gli Agenti apprendevano dagli automobilisti coinvolti nel sinistro che poco prima c’era stato un tamponamento a catena a seguito del quale due persone erano già state accompagnate in ospedale con l’ambulanza del 118 mentre altri automobilisti e passeggeri avevano riportato ferite lievi. Nell’occorso, durante l’attesa dell’arrivo della volante, un automobilista di nazionalità albanese aveva perso le staffe picchiando un modicano. Per le conseguenze dell’aggressione la vittima ricorreva alle cure mediche del pronto soccorso mentre l’aggressore risaliva sul furgone allontanandosi dai luoghi prima dell’arrivo della Volante, speronando l’autovettura dell’uomo che aveva aggredito prima. Dopo una rapidissima indagine, la pattuglia del Commissariato di Modica iniziava le ricerche del mezzo e del suo conducente che si concludevano con l’identificazione di un cittadino di 29 anni di origini albanesi, residente da tempo a Modica assieme ad altri familiari. Lo straniero, consapevole di avere il mezzo sprovvisto di copertura assicurativa sin dal novembre 2017 e preoccupato di incorrere nelle contravvenzioni previste dal codice della strada, aveva abbandonato i luoghi prima dell’arrivo della Polizia, aggredendo chi ne ostacolava la fuga. Gli immediati accertamenti svolti dalla pattuglia del Commissariato intervenuta per i rilievi si concludevano con la sua identificazione e con la contestazione di contravvenzioni al codice della strada per un valore complessivo di circa 1.000 euro oltre al sequestro amministrativo del mezzo. La vittima dell’aggressione, che ha riportato un trauma contusivo al volto e trauma distorsivo al rachide cervicale con prognosi di 15 giorni, non appena è stato in grado di poter svolgere normalmente le proprie attività si è presentato presso gli uffici del Commissariato di Modica denunciando il suo aggressore. L’albanese, oltre a rispondere degli illeciti di natura amministrativa commessi in violazione del codice della strada, sarà denunciato all’Autorità Giudiziaria dalla Polizia di Stato del Commissariato di Modica, per i reati di lesioni e danneggiamento in danno del modicano.
Ragusa, sfonda il portone e aggredisce con calci e pugni la sua ex convivente
La polizia ha tratto in arresto in flagranza per i reati dimaltrattamenti, lesioni personali e violazione di domicilio aggravata, Appiah Kubi Franklin, ghanese di 28 anni, di fatto ricorrente contro il diniego della sua richiesta di protezione internazionale. Lo straniero ha prima distrutto il portone dell’abitazione in cui si era rifugiata la sua ex compagna, una donna italiana di 40 anni, e poi l’ha colpita con calci e pugni ferendo anche un amico di lei che aveva cercato di difenderla. I poliziotti della Sezione Volanti di Ragusa lo hanno bloccato mentre picchiava la donna. I fatti sono avvenuti nella serata di ieri quando è pervenuta la richiesta della donna che riferiva di aver visto il suo ex fidanzato sotto casa che gridava il suo nome e che cercava di entrare in casa arrampicandosi da una finestra. L’uomo, accortosi che stava arrivando sul posto una pattuglia della Polizia di Stato, si era allontanato facendo perdere le proprie tracce. Dopo alcune ore l’uomo si è ripresentato sotto casa e ha divelto il protone d’ingresso dell’abitazione in cui si trovava la sua ex. Giunto all’interno ha travolto ogni suppellettile che trovava a tiro iniziando a picchiare la donna con calci e pugni al volto. All’interno un amico di lei ha cercato di difenderla rimanendo anch’egli ferito. Gli agenti, che erano ancora nella zona alla ricerca del soggetto, allertati dalla sala operativa sono piombati all’interno dell’abitazione riuscendo con fatica a bloccare il giovane. La donna è stata accompagnata al pronto soccorso dove gli è stato riscontrato un trauma facciale e agli arti superiori con una prognosi di 10 giorni. La donna ha riferito che si era quasi assuefatta al dolore con maltrattamenti subiti nel tempo anche tramite bruciature e attraverso una pinza. Il giorno prima, all’ennesima aggressione, aveva detto basta cercando aiuto presso un suo amico che gli aveva dato ospitalità. Ma anche in quel domicilio è stata raggiunta dalla furia dell’ex convivente.L’arrestato è stato condotto presso il carcere di Ragusa.
ESTORSIONE A MODICA, “O MI DAI I SOLDI O TI BRUCIO”
La Polizia del Commissariato di Modica ha tratto in arresto L. V., modicano di 25 anni, responsabile del reato di estorsione ai danni di un concittadino, titolare di una nota pizzeria del centro storico. Il giovane alcuni mesi addietro aveva lavorato in prova per due week end presso la citata attività di ristorazione, non continuando nel rapporto lavorativo per decisione del titolare. Pertanto quest’ultimo, dopo aver regolarmente retribuito a L. V. per le giornate lavorative svolte, lo informava della propria decisione di interrompere il periodo di prova, liquidandogli le spettanze dovute per i giorni di lavoro svolto. La decisione del ristoratore non veniva accettata dal giovane che ben presto per vendicarsi del torto subito lo contattava inviandogli messaggi estorsivi ed intimidatori. In particolare L. V. intimava all’ex datore di lavoro la consegna della somma di 500 euro a titolo di risarcimento dell’interruzione del rapporto di lavoro, sotto la minaccia di un male ingiusto in caso di rifiuto, fissando un appuntamento nei pressi dell’ospedale per la consegna del denaro richiesto illecitamente a titolo di “ristoro”. Intimorita dalle minacce subite, la vittima decideva di chiedere aiuto alla Polizia di Modica, recandosi presso gli uffici del Commissariato dove denunciava L. V. per l’illecita richiesta di denaro e le minacce subite. Nella giornata di ieri è stato effettuato l’arresto di L. V. , mentre riscuoteva dal ristoratore la somma stabilita. Tutte le fasi della cessione del denaro sono state seguite dagli Agenti del Commissariato. Il giovane, già noto alle Forze dell’ordine per i suoi pregiudizi di polizia per reati contro la persona ed il patrimonio, è stato posto in regime di detenzione domiciliare presso l’abitazione.
In Via Colajanni a Ragusa, spara con una pistola dal balcone a seguito di una lite familiare
La Polizia ha bloccato un giovane ragusano di 22 anni che nel pomeriggio di ieri ha creato notevole allarme a seguito dell’esplosione di alcuni colpi a salve con una pistola, dal balcone del suo appartamento. Sul balcone del suo appartamento i poliziotti hanno rinvenuto l’arma, una pistola in metallo, con caricatore inserito e cane armato, pronta per esplodere ulteriore colpi. Solo in una fase successiva i poliziotti hanno avuto contezza che si trattava di una pistola caricata con cartucce a salve, con il previsto tappo rosso. L’indagine condotta dai poliziotti della Sezione Volanti ha permesso di ricostruire i fatti, occorsi a seguito di una lite famigliare, che ha coinvolto diverse persone. Sul posto, si era portato l’ex convivente della fidanzata del giovane, accompagnato da un suo familiare, con il fine di prendere sua figlia, avuta con la precedente relazione con la donna, per passare del tempo insieme. Al rifiuto della donna di consegnare la minore ne nasceva una discussione violenta tra le parti, durante la quale il nuovo fidanzato della stessa, veniva colpito al viso da due schiaffi. A causa dell’alterco il giovane si allontanava dai luoghi e minacciando di morte i presenti si portava nella sua abitazione. Di lì a breve, a scopo di minaccia, lo stesso esplodeva dal balcone alcuni colpi con una pistola a salve. Tutti i protagonisti della vicenda sono stati accompagnati pressi gli Uffici della Questura al fine di chiarire la dinamica esatta dei fatti e all’esito di quanto emerso, G.M., ragusano di 22 anni, è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa per minacce gravi ed esplosioni pericolose. Al vaglio è altresì la posizione di tutte le persone che hanno partecipato alla lite.
Pozzallo, figlio spaccia e la madre lo aiuta ad eludere i controlli: tre arresti ed una denuncia
I Carabinieri hanno tratto in arresto in flagranza tre giovani pozzallesi gravati da precedenti penali ed hanno denunciato una donna per il medesimo reato e per resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale. L’operazione dell’Arma dei Carabinieri denominata “Pozzallo sicura” è scattata nella serata di ieri allorquando una pattuglia dei Carabinieri ha percepito uno strano movimento di giovani tra un’autovettura e la casa di uno di questi. La perquisizione personale e veicolare ha permesso di rinvenire addosso ai giovani circa 50 grammi di marijuana già suddivisa in dosi e pronta per essere immessa sul mercato, nonché la somma contante di circa 200 Euro. Successivamente i militari dell’Arma hanno esteso le operazioni di perquisizione presso l’abitazione di uno dei tre giovani arrestati e il ragazzo allertava della presenza della pattuglia la propria madre con un urlo. La donna si è quindi recata in cucina e, dopo aver preso un barattolo contenente marijuana evidentemente di pertinenza del proprio giovane figlio, lo apriva e ne gettava il contenuto all’interno di un tombino situato nel retro della casa. A seguito della contestazione del fatto, la donna nel corso delle operazioni di identificazione svolte nella caserma dell’Arma, ha proferito numerose grevi minacce nei confronti dei militari. I tre giovani, posti ai domiciliari in attesa di giudizio, sono i pozzallesi Vincenzo Aiello, 22 anni, Salvatore Caschetto, 20 anni, Giuseppe Farruggia, 19 anni. La donna denunciata, G. M., 53 anni, è pozzallese, casalinga ed incensurata.
Portava la droga da Palermo a Modica
I Carabinieri del Stazione di Modica e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Modica hanno tratto in arresto in flagranza Tiziano Cicciarella, 27 anni, modicano, già noto per precedenti specifici, per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L’attività dei militari dell’ Arma volta a prevenire l’ingresso in città degli stupefacenti si stava concentrando sul terminal bus di piazza Falcone e Borsellino, quando il giovane modicano, con uno zaino sulle spalle, stava scendendo dal bus di linea proveniente da Palermo. Il ragazzo è stato fermato e perquisito: all’interno dello zaino sono state trovate 9 confezioni di metadone per circa mezzo litro e un panetto da 50 grammi di hashish. Cicciarella è stato rinchiuso in carcere.
Spaccio nelle scuole di Ragusa durante la ricreazione
La Polizia ha tratto in arresto per traffico di sostanze stupefacenti Salvatore Spina, ragusano di 21 anni, S. G. ragusano di anni 18 e B. F. ragusano di anni 21. Dallo scorso anno la Squadra Mobile di Ragusa aveva effettuato servizi di controllo al fine di disarticolare il gruppo di giovani che spacciava a scuola e presso i luoghi di ritrovo dei più giovani effettuando alcuni arresti ed avviando un’attività d’intercettazione autorizzata dalla Procura della Repubblica di Ragusa che permetteva, da lì a poco, di raccogliere ulteriori elementi di prova a carico di altri soggetti italiani, uno di questi minorenne. Nonostante la giovanissima età degli indagati, tutti, ma in particolare il minore, avevano raggiunto una professionalità nel trafficare sostanze stupefacenti. L’attività di approvvigionamento e di spaccio dello stupefacente è stata posta in essere, sia individualmente che in concorso tra di essi. I membri del gruppo si aiutavano e sostenevano, di volta in volta, a vicenda a seconda delle esigenze, quindi se uno di loro aveva droga la cedeva ad altri per poi ricevere lo stesso favore quando era “scarico”. Le indagini hanno permesso di appurare che il minorenne così come gli altri indagati, cedevano droga prevalentemente a minori, anche all’interno degli spazi della scuola adibiti alle fasi ricreative. Durante l’intervallo gli spacciatori contattavano, nel cortile della scuola ed in luoghi un po’ più isolati, lontani dagli occhi dei professori, gli studenti/acquirenti che fumavano direttamente sul posto oppure la portavano a casa. Diversi sono stati i giovani acquirenti, ascoltati negli uffici della Squadra Mobile unitamente ai genitori che hanno ammesso di aver acquistato decine di volte lo stupefacente dai denunciati. Dalle indagini e dalle testimonianze acquisite è emerso in modo inconfutabile che gli spacciatori dopo aver effettuato un viaggio a Catania per prelevare la droga (solitamente almeno 500 grammi), contattavano telefonicamente o tramite socialnetwork i giovani clienti chiedendo di incontrarsi. Quello che apparentemente sembrava un incontro tra amici, era invece una cessione di droga così come provato dagli uomini della Sezione Narcotici della Squadra Mobile di Ragusa. Gli scambi di droga avvenivano sempre a scuola o nelle piazze di Ragusa luogo di ritrovo dei più giovani. L’attività investigativa è proseguita anche con intercettazioni dei colloqui tra i familiari degli spacciatori ed i genitori. Quest’ultimi anziché punire severamente i figli, si occupavano di nascondere la droga o di disfarsene per evitare altri problemi in famiglia. Gli odierni arrestati, a vario titolo, erano già destinatari di misure cautelari considerato che non avevano mai smesso di delinquere e pertanto sono stati molteplici gli arresti degli stessi negli ultimi mesi. Nonostante tutto, hanno continuato a trafficare sostanze stupefacenti pertanto sono stati nuovamente sottoposti alla misura cautelare coercitiva della privazione della libertà personale. Ieri mattina all’alba, gli uomini della Squadra Mobile, per disposizione delle due Procure, si sono recati presso le abitazioni dei destinatari del provvedimento. Tutti sono stati condotti presso gli Uffici della Polizia di Stato per essere sottoposti agli accertamenti sull’identità mediante fotosegnalamento da parte della Polizia Scientifica. Successivamente il minore è stato condotto presso una comunità fuori dalla provincia di Ragusa. L’arresto di Salvatore Spina è avvenuto in territorio di Siracusa grazie alla collaborazione della Squadra Mobile di quel capoluogo.
Flipper di spaccio, 32 arrestati a Ragusa e provincia
Da questa notte oltre 90 Carabinieri della Compagnia di Ragusa, supportati dai Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”, dalle unità cinofile e dal Nucleo Elicotteri, hanno portato a termine un’operazione di polizia giudiziaria che ha permesso di ricostruire la rete e gli intrecci della criminalità iblea nel settore della vendita di sostanze stupefacenti. 18 le persone arrestate (ragusani, albanesi e tunisini, rumeni) di un’età compresa tra i 20 e 40 anni, destinatarie del provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura della Repubblica. L’indagine da cui deriva l’operazione, denominata “Flipper”, trae origine dagli arresti in flagranza di reato operato dai Carabinieri nelle varie fasi delle investigazioni nelle vie del centro città degli spacciatori di origini albanesi Dragan Hasanaj, Elvis Maloku, Erald Bushi e Leonard Jahaj e dei pregiudicati ragusani Alessandro Avola, Marco Marante e Ciro Chillano, nonché da tutta una serie di segnalazioni di assuntori inoltrate alla Prefettura di Ragusa. Sono stati accertati numerosissimi episodi di spaccio, come quelli messi in atto all’interno della villetta di via Zancle, a seguito dei quali venivano segnalati e denunciati a piede libero diversi giovani, e localizzati dei veri e propri “laboratori di spaccio”, realizzati in cantine e garage, ove veniva custodita la merce e dove spesso si realizzavano gli scambi. Successivi periodi di osservazione e pedinamenti hanno consentito di individuare altri ragazzi coinvolti nell’illegale commercio sulla piazza di Ragusa, come i pregiudicati, Daniele Vasquez e Enrico Scenna (quest’ultimo fiancheggiato dal figlio Vincenzo, inteso “Vincenzo U’ Palermitanu”), tutti arrestati in flagranza di reato nel corso delle indagini poiché trovati in possesso di rilevanti quantitativi di cocaina e marijuana pronte per essere immesse sul mercato. L’azione dei Carabinieri è stata connotata anche da un elevato indice di rischio connesso alla pericolosità sociale degli indagati, i quali hanno dato dimostrazione di essere disposti a tutto pur di assicurarsi l’impunità, come nel caso del pregiudicato Daniele Vasquez che, durante un controllo, per non consentire ai Carabinieri di trovarlo in possesso della droga che nascondeva nelle parti intime, ha investito un militare col motociclo sul quale viaggiava, venendo deferito in stato di libertà per violenza e resistenza a P.U. Parallelamente all’attività d’indagine sul fronte del centro storico cittadino, veniva condotta una metodica azione di prevenzione e repressione anche nei confronti di un’altra cerchia di giovanissimi spacciatori, tra i quali due fratelli italiani deferiti in stato di libertà, ed i fratelli albanesi Elvis e Alandro Maloku, strettamente collegati ad Alessandro Avola, ragusano gravato da numerosi precedenti. L’attività di monitoraggio dei cinque conduceva all’arresto in flagranza di Alandro Maloku e Avola mentre tornavano da Catania trasportando oltre mezzo chilogrammo di marijuana. L’azione di contrasto dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Ragusa è proseguita a Comiso ove, attraverso i continui contatti con gli spacciatori ragusani, si risaliva al pregiudicato casmeneo Ayman Sokmani, già tratto in arresto in flagranza di reato dai militari dell’Arma per spaccio di stupefacenti. Tramite Sokmani si acclarava l’esistenza di altri soggetti operanti in Comiso, che approvvigionavano di hashish e marijuana ragazzi giovanissimi anche in trasferta da Ragusa. Tra di essi rientravano i pregiudicati Francesco Cilenti e il rumeno Marian Lucianche Condreanu che vendevano stupefacenti anche ad adolescenti. La fascia costiera era, invece, appannaggio di altri pregiudicati come Mario Dinicola, che aveva messo in atto una fiorente e sistematica attività di smercio di tutti i tipi di droga, per lo più hashish e cocaina, di cui approvvigionava svariati individui, tra cui i magrebini Fathi Grami e Ouadhah Hassen, oltre a cittadini italiani arrestati in flagranza di reato, deferiti in stato di libertà o segnalati come assuntori. Il commercio fruttava a Dinicola oltre 2.500 euro settimanali. Dinicola a sua volta si riforniva di stupefacente tramite il pluripregiudicato mazzaronese Vito Lo Magno, soggetto in grado di smuovere cospicui quantitativi di hashish (anche superiori ai 3 – 4 kg), intessendo trattative con trafficanti del quartiere Brancaccio di Palermo, dal quale derivavano le principali forniture di stupefacenti. L’azione di contrasto dei Carabinieri raggiungeva il momento di maggiore significato operativo nei giorni del 27 e 28 agosto 2017, allorquando, avvalendosi di unità del Nucleo Cinofili di Nicolosi, venivano tratti in arresto diversi pregiudicati e sequestrato un ingente quantitativo di droga. Infatti, a seguito delle perquisizioni domiciliari, veniva arrestato a Santa Croce Camerina lo stesso Dinicola sorpreso con ben1,7 Kg di hashish e con la somma contante di circa 1.000 euro, provento del reato, nonché materiale vario per il confezionamento, pesatura e taglio dello stupefacente. A Scoglitti, invece, veniva arrestato in flagranza di reato nella medesima giornata Carmelo Leone, trovato in possesso di circa grammi 100 tra hashish e marijuana e, infine, a Mazzarrone venivano trovati, all’interno dell’abitazione di Vito Lo Magno, ulteriori 1,3 Kg di hashish, che sancivano definitivamente il castello accusatorio nei confronti degli indagati. In definitiva le indagini hanno consentito di portare alla luce l’esistenza di molteplici cerchie di soggetti dedite all’attività di cessione di stupefacente, ossia: un operante nella zona alta di Ragusa, attorno alla via Pio La Torre, facente capo ai fratelli Andrea e Mirko Ferrera ai quali si riferivano i fratelli Elvis e Alandro Maloku, Alessandro Avola, Enrico Scenna e Vincenzo e Daniele Vasquez; quello operante nella zona del centro storico e riconducibile ai fratelli albanesi Elvis e Alandro Maloku e ad Alessandro Avola, cui si riferivano soggetti come Alessio Garozzo; un altro riferito a Ayman Sokmani, di cui facevano parte Francesco Cilenti e Marian Lucian Codreanu, operante sul versante Comisano; quello operante a Santa Croce Camerina, al cui vertice vi erano Mario Dinicola e Carmelo Leone, ai quali si indirizzavano Fathi Grami, Ouadhahb Hassen, Vito Lo Magno e Giovanni Zisa. Le indagini così espletate e sfociate nell’operazione di p.g. “Flipper”, hanno consentito di trarre in arresto, complessivamente, tra flagranza e misure cautelari 32 persone. La denominazione dell’operazione di PG “Flipper” trae origine dalla circostanza che vedeva i militari operanti “rimbalzare” spasmodicamente da un capo all’altro della città di Ragusa ed in seguito di Comiso e Santa Croce Camerina, al fine di riscontrare efficacemente gli innumerevoli spacci di stupefacenti attuati dai prevenuti.
VITTORIA, SCOPERTO L’AUTORE DELLA SPARATORIA DI VIA SENIA
I Carabinieri della Compagnia di Vittoria hanno individuato l’autore della sparatoria avvenuta lo scorso martedì pomeriggio ai danni di un centro ricreativo, in quel momento frequentato da diverse persone, e che sarebbe potuta finire in tragedia. E’ stato deferito in stato di libertà un giovane incensurato 27enne del luogo, G.B., con disturbi depressivi, che aveva esploso alcuni colpi con una pistola calibro 9×21, regolarmente detenuta in quanto lo stesso titolare di porto di fucile per uso sportivo, e che si era subito dopo dileguato con una Renault Megane. Grazie all’analisi di numerosi filmati dei sistemi di videosorveglianza, pubblica e privata, ed alle testimonianze rese da alcune persone presenti al momento della sparatoria, gli inquirenti hanno individuato l’autovettura utilizzata dall’uomo. A seguito di perquisizione del veicolo, è stato rinvenuto un bossolo cal. 9×21 e, presso l’abitazione del ventisettenne, altri due bossoli del medesimo calibro e la pistola usata, una semiautomatica marca Feg.
Auto finisce fuori strada alla periferia di Modica
Una distrazione alla base dell’incidente autonomo verificatosi ieri pomeriggio in Contrada Musebbi Calincantone. Avrebbe potuto avere risvolti tragici per un automobilista di Rosolini, G.T., 48 anni, che, dopo avere effettuato una curva, nell’immettersi su un lungo rettilineo, per cause da stabilire, ha perso il controllo della sua autovettura Citroen finendo dall’altra parte della carreggiata, scavalcando un muretto e capotando nel terreno circostante. Sono stati alcuni automobilisti in transito a lanciare l’allarme e a prestare i primi soccorsi. Sul posto è intervenuto il Nucleo di Pronto Intervento della Polizia Locale e l’ambulanza del 118. Il rosolinese è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, dove i medici gli hanno riscontrato, per fortuna, solo un lieve trauma cranico. Il veicolo ha subito seri danni.
Operazione Verdura e devozione: 4 arresti a Scicli per spaccio
I Carabinieri hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso a carico di Mimmo Mormina, classe ‘74, Antonello Ingallinesi, classe ’71, Guglielmo Inì, classe ’61, Giuseppe Mililli, classe ’88, tutti residenti a Scicli e gravati da precedenti specifici. L’indagine prendeva avvio da notizie apprese nel mese di settembre 2016 che indicavano un noto bar in una piazza centrale come un attivo luogo di spaccio di sostanze stupefacenti. In detto locale, utilizzando la “copertura” fornita dall’attività commerciale, veniva gestita in primis dal titolare con il sostegno di altri soggetti suoi collaboratori, una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina, reperita tramite diversi canali che veniva poi venduta o addirittura consumata all’interno dello stesso bar, punto di ritrovo di molti assuntori. La scelta di indicare le investigazioni con il nome di “Verdura e devozione” consegue dall’attività di uno degli indagati principali, venditore ambulante di frutta e verdura, che ha utilizzato nelle conversazioni con gli acquirenti nomi di frutta e verdura per indicare in realtà le dosi di cocaina e dal termine “devozione” con il quale lo stesso indica la disponibilità a pagare lo stupefacente (“sei devoto a Santa Venera?” per chiedere se l’interlocutore avesse disponibilità di denaro). Gli inquirenti hanno potuto accertare oltre 150 episodi di spaccio che si svolgevano principalmente nel bar ove il titolare coadiuvato da un suo operaio mettevano nelle migliori condizioni gli assuntori. L’operazione ha condotto a segnalare alla Prefettura di Ragusa oltre 20 soggetti quali assuntori di stupefacente.
DANNI ERARIALI PER 200 MILA EURO, SEQUESTRATA LUSSUOSA VILLA A ISPICA
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ragusa, su disposizione della Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro conservativo nei confronti di una società ispicese, operante nel settore ricettivo. Il provvedimento cautelare è l’atto conclusivo di una lunga attività di polizia tributaria e giudiziaria condotta dai finanzieri della Tenenza di Pozzallo che hanno smascherato un abile tentativo di truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea, afferente la riqualificazione di un immobile di pregio, sito in Contrada Marina Marza. Le indagini, condotte attraverso l’adozione delle tecniche investigative di polizia giudiziaria più tradizionali e l’esame di documentazione contabile e bancaria, hanno permesso di dimostrare come due soggetti residenti in Emilia Romagna, proprietari di un rudere abbiano eseguito un’ampia ristrutturazione dello stabile, gravando illecitamente sul bilancio dell’Unione Europea. In particolare, è risultato che la ristrutturazione dell’immobile è stata realizzata grazie ad un finanziamento europeo di 200.000 euro stanziato dal Programma Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013 della Regione Siciliana,finalizzato alla creazione di una struttura ricettiva per la valorizzazione del turismo nelle riserve ad alto interesse naturalistico. Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di constatare che, sebbene il soggetto giuridico richiedente il finanziamento e riconducibile ai proprietari dell’immobile, avesse percepito già parte del contributo europeo pari ad euro 160.000 ed avesse ultimato i lavori di ristrutturazione nel 2015, l’attività di “bed and breakfast” non è mai stata avviata. La struttura, già ritenuta idonea dagli uffici preposti del Comune di Ispica per esercitare l’attività commerciale è stata invece utilizzata dai proprietari come dimora per le vacanze estive. Inoltre, la società beneficiaria del finanziamento, rappresentata legalmente da un soggetto prestanome, è risultata essere priva di patrimonio e di mezzi, creata al solo scopo di rendere inefficace l’atto di revoca della Regione Sicilia ed inapplicabili eventuali pignoramenti, finalizzati al risarcimento del contributo illecitamente percepito. Secondo i due imprenditori, sarebbe bastato un valido schermo societario, ovvero l’intestazione fittizia della società ad un soggetto terzo, per evitare conseguenze, ma così non è stato. Infatti, la Corte dei Conti,condividendo in pieno gli elementi probatori raccolti dagli investigatori delle Fiamme Gialle, ha delegato questi ultimi all’esecuzione del sequestro conservativo sull’immobile, finalizzato al recupero del finanziamento illecitamente percepito.
VITTORIA, ARRESTATI MENTRE RUBAVANO ACCIAIO DALLA RETE FERROVIARIA
Volevano rubare all’interno dell’area della stazione ferroviaria di Vittoria ma i Carabinieri hanno notato, nei pressi di via Cavalieri della Libertà la presenza di un furgone carico di materiale. Appostatisi per qualche minuto hanno capito che due uomini stavano asportando alcune pesanti piastre in acciaio: li hanno subito bloccati e tratti in arresto in flagranza di reato. Condotti nella caserma di via Garibaldi e concluse le formalità di rito, i due giovani, con alcuni precedenti penali, Giacchi Giovanni, classe 89, e Scafidi Salvatore, classe 79, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni, a disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, dott. Andrea Sodani: entrambi dovranno rispondere del reato di furto aggravato in concorso. La refurtiva, costituita da oltre 1.500 chilogrammi di piastre in acciaio, utilizzate per la messa in opera della linea ferroviaria, è stata restituite a Ferrovie dello Stato.
Violenta rissa nel ragusano nella notte dell’Epifania, arrestate sei persone
Una violenta rissa ha scosso, nella notte tra il 6 e il 7 gennaio, una discoteca del ragusano. Grazie al pronto ed immediato intervento dei Carabinieri, la rissa è stata sedata e sono stati individuati i responsabili. Sei di loro sono stati arrestati e sottoposti ai domiciliari. Si tratta di 2 gelesi e 4 albanesi tutti dell’età compresa tra i 19 e i 28 anni. I protagonisti, tra i quali alcuni con precedenti di polizia, si sono affrontati con tirapugni e coltelli. Al momento i Carabinieri ipotizzano che all’origine della rissa ci possa essere stato un apprezzamento nei confronti di una ragazza, a seguito del quale, è nata un’accesa discussione degenerata rapidamente. I giovani sono stati medicati presso gli ospedali di Ragusa e Vittoria. Ad avere la peggio un giovane che ha subito la perforazione a seguito di arma da taglio di un polmone. E’ stato lui a riportare le conseguenze peggiori, anche se per fortuna non è in pericolo di vita. Anche gli altri giovani sono rimasti feriti nella rissa riportando ferite al volto e alla testa. I responsabili, dunque, al termine delle formalità, venivano tratti in arresto e posti ai domiciliari in attesa di giudizio.
Ladro di biciclette arrestato a Modica
I Carabinieri hanno arrestato in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Parma, Orazio Caruso, modicano di 44 anni. L’uomo nel 2010 aveva rubato diverse biciclette lasciate nei parchi della città di Verdi, ed i Carabinieri del posto lo avevano pizzicato. A seguito di condanna, la Procura parmense aveva spiccato l’ordinanza cui l’uomo si sottraeva da diversi mesi. L’impegno dei militari dell’Arma ha condotto a scovare l’uomo mentre sorbiva un caffè al bar. Al termine delle formalità è stato tradotto presso la casa circondariale di Ragusa dove sconterà 1 mese e 10 giorni.
Arrestato ragusano venticinquenne maniaco sessuale seriale
La Polizia ha tratto in arresto Sergio Firrincieli per aver compiuto atti sessuali (mastrurbazione) in presenza di minori degli anni 14, con l’aggravante di aver compiuto i fatti in orario notturno ed in luoghi isolati. Le indagini hanno avuto inizio ad agosto a seguito di una denuncia presentata da parte di alcune ragazze (le vittime dei comportamenti del maniaco sono state più di 15). Grazie alle vittime ed al lavoro degli investigatori della Squadra Mobile è stato possibile tracciare un primo identikit elaborato con l’ausilio della Polizia Scientifica. Già dalle prime descrizioni una donna in servizio alla sezione reati contro la persona aveva ipotizzato potesse essere lui in quanto in passato era stato denunciato per atti osceni. Per questi fatti il soggetto era stato colpito dall’avviso orale del Questore di Ragusa. Tra le prescrizioni non doveva commettere ulteriori reati e mantenere una condotta irreprensibile. Nonostante tutto due giorni fa veniva nuovamente denunciato da personale della Squadra Volanti in quanto aveva seguito due donne, in questo caso maggiorenni, al fine sempre di masturbarsi. Una volta individuato il maniaco seriale, è stato possibile far riconoscere il delinquente da oltre una decina di ragazze di ogni età. Il caso più grave è stato commesso ai danni di due minori di anni 14, pertanto la normativa ha permesso l’applicazione di una misura cautelare nei suoi confronti. In quella occasione il maniaco aveva “puntato” le due prede in pieno centro storico a Ragusa. Percorrendo Via Roma dopo una breve sosta in Piazza San Giovanni, Firrincieli ha seguito le due bambine fino a raggiungerle. Non appena si è accorto di essere osservato dalle minori si è messo in posizione tale da farle assistere al proprio atto di autoerotismo. La condotta criminale del Firrincieli è stata messa in atto decine di volte ed il modus operandi era sempre lo stesso: frequentare luoghi di ritrovo di giovanissimi, puntare due o più ragazze molto giovani, seguirle fino a quando le vittime si trovavano in luoghi meno affollati, abbassare i pantaloni e iniziare la masturbazione al fine di fare assistere le vittime. In alcuni casi il Firrincieli, per non far scappare le vittime, le ha costrette con forza all’interno di veicoli a loro in uso, proprio ai danni di tre ragazzine che si erano rifugiate all’interno di una minicar. In un’altra occasione, all’interno di un fast food si sedeva di fronte ad alcune bambine intente a mangiare un panino e si masturbava fissandole. Nonostante la giovane età il Firrincieli ha raggiunto elevati livelli di perversione che potevano mettere in pericoli ancora più gravi le potenziali vittime. Le indagini sono durate alcuni mesi fino a quando sono state raccolte tutte le fonti di prova a carico dell’indagato. Le vittime hanno riconosciuto il pervertito senza alcun ombra di dubbio. Non appena condotto negli uffici della Squadra Mobile l’indagato ha ammesso le proprie responsabilità: “credo di dovermi fare assistere da un medico perché sento di avere qualche problema”. Il soggetto è stato poi fotosegnalato dalla Polizia Scientifica e sottoposto agli arresti domiciliari da parte degli investigatori della Squadra Mobile.
Appicca il fuoco a pompa di benzina vicino l’Ospedale di Vittoria, un video lo incastra
Poteva avere conseguenze inimmaginabili e gravissime l’atto incendiario di un vittoriese di 40 anni con svariati pregiudizi di Polizia che la notte scorsa, per futili motivi, ha appiccato le fiamme alla colonnina di un distributore di carburanti sito nell’immediata periferia cittadina. L’allarme è stato dato al Commissariato di Polizia di Vittoria dai Vigili del Fuoco intervenuti presso una grande stazione di servizio sita in via Cavalieri di Vittorio Veneto, all’uscita della città per Comiso, in linea d’aria a 50 metri dall’ala nuova dell’Ospedale Guzzardi. Le pattuglie di Polizia si sono recate immediatamente sul posto e con l’ausilio del personale della “scientifica” hanno estrapolato e visionato le immagini registrate dall’impianto interno di videosorveglianza. Raccapriccianti le scene registrate all’una circa della notte. Un uomo proveniente dalla campagna scavalca il muro di recinzione, si avvicina all’accettatore di banconote per il funzionamento automatico delle pompe di benzina, introduce una banconota, seleziona la pompa da utilizzare, si avvia verso di essa, estrae la pistola ed “irrora” l’area circostante con la benzina, poi si allontana ed estrae un accendino dalla tasca ed appicca il fuoco. Il lampo è violentissimo e tutto brucia, lui si allontana di corsa. Le fiamme consumano il combustibile sparso a terra, si vedono alcuni ragazzi che si avvicinano ed evidentemente chiamano i Vigili del Fuoco che arrivano poco dopo e domano l’incendio. Si è andati molto vicini alla tragedia, i cinque piani dell’Ospedale nuovo sono lì a poche decine di metri, di fronte insiste una zona residenziale ad altissima densità abitativa e gli ettolitri di carburanti nelle cisterne sotterranee sono tantissimi. La Polizia avvia le indagini. La qualità delle immagini è scadente ma alcuni particolari non sfuggono agli Agenti, quelli che la sera prima erano stati chiamati ad intervenire proprio in quell’area di servizio a richiesta del gestore che continuava ad avere problemi con un cliente. L’uomo che appicca le fiamme è proprio quello della discussione della sera prima. I poliziotti riescono ad individuarlo, identificarlo e rintracciarlo. Lo trovano a casa dove ad aprire è la moglie, lui è a letto ancora annebbiato dai fumi dell’alcool. Gli Agenti perquisiscono la casa e trovano nella lavatrice gli indumenti corrispondenti a quelli indossati dal piromane nelle immagini viste poco prime, puzzano di benzina, e fuori casa, in un locale di servizio rinvengono anche il giubbotto. L’uomo appare collaborativo, dice di volere raccontare la storia, si assume le proprie responsabilità, dice di essersi pentito. La sera prima era andato alla stazione di servizio per reclamare col gestore la circostanza che il giorno prima aveva cercato di rifornirsi al distributore di sigarette attiguo al bar; aveva inserito la somma di 4,30 euro ma non aveva ricevuto il prodotto. Il gestore mostrandogli lo scontrino che gli era stato emesso per la mancata erogazione, che segnava la somma di 2,30 euro si mostrava disposto a restituirgli quella minore somma, sostenendo che la macchinetta non si sbaglia. L’incendiario non voleva sentire ragioni e pretendeva 4,30 euro. Per quel motivo erano giunti alle mani ed era stato richiesto l’intervento della Volante per sedare gli animi, cosa che sembrava essere riuscita. Invece l’uomo, per due euro di differenza, ha raccontato di avere serbato un profondo rancore, di essere tornato a casa ad ingollarsi di alcolici ed in preda ai fumi dell’alcol, in piena notte di essere uscito per compiere il misfatto. Dopo avere introdotto una banconota da 20 euro alla macchinetta ha iniziato a versare il carburante, anche se è “sicuro di non avere consumato tutti i 20 euro” e dopo ha appiccato il fuoco, rischiando di rimanere bruciato dato che le fiamme gli avevano lambito un piede. Poi il rapido ritorno a casa ed il tentativo di cancellare le prove inserendo in lavatrice gli indumenti e gettando prima dell’arrivo a casa il giaccone. G. A. è stato fotosegnalato dalla polizia Scientifica e denunciato all’Autorità Giudiziaria del capoluogo per incendio aggravato poiché applicato ad un deposito di materiale infiammabile o esplodente.
Trovata a Modica la grotta della droga
I Carabinieri hanno tratto in arresto in flagranza di reato nel pomeriggio di ieri un modicano di 53 anni, Francesco Puma, gravato da precedenti, per coltivazione di stupefacenti. L’operazione dei militari dell’Arma nel quartiere Catena di Modica era volta ad approfondire uno strano movimento legato all’uomo. Ed il blitz ha condotto i Carabinieri a scoprire, vicino all’abitazione dell’uomo, una grotta dove erano coltivate circa 30 piante di canapa indiana arrivate già all’altezza di oltre un metro e mezzo. Inoltre erano già presenti infiorescenze. I militari hanno estirpato e sequestrato la droga e posto in sequestro l’aggrottato che l’uomo aveva attrezzato con veli di carta riflettente e concimato con prodotti specifici per far germogliare lo stupefacente destinato al mercato modicano. L’uomo è stato sottoposto ai domiciliari in attesa di giudizio.