Hanno visto un’anziana donna, non autosufficiente e costantemente assistita dai parenti, che stava uscendo di casa accompagnata dal nipote (dovevano recarsi a Ragusa per partecipare ai funerali di un parente deceduto),d hanno letteralmente abbattuto la porta di ingresso della casa a pianterreno e si sono impossessati di un televisore a led da 32 pollici. I rumori ed il tafferuglio è stato notato da un vicino che ha chiamato la Polizia. I poliziotti si sono messi alla ricerca dei malviventi, coadiuvati dalla collaborazione di alcuni cittadini che avevano visto tre ragazzi allontanarsi da via Roma trasportando un voluminoso televisore. Gli agenti sulla scorta delle prime informazioni acquisite concentravano i loro sospetti su un noto pregiudicato locale ed avevano conferma di ciò quando, dalle telecamere della videosorveglianza cittadina riuscivano a vedere le immagini che per un tratto avevano ripreso il sospettato in compagnia di altri due, al momento in corso di identificazione, proprio mentre trasportavano il televisore. Non essendoci dubbi sulla identità del soggetto riconosciuto, gli agenti si recavano presso la sua abitazione dove, alla presenza del padre, eseguivano una perquisizione domiciliare, rinvenendo in camera da letto il televisore trafugato pochi minuti prima. A quel punto Giuseppe Di Modica, vittoriese di 20 anni, con precedenti penali per reati contro il patrimonio, è stato arrestato e tradotto presso il carcere di Ragusa a diSposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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Arrestati spacciatori a Marina di Ragusa
La Polizia ha tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di marijuana, hashish e cocaina, Marco Aiello, 20 anni, nato a Catania e residente a Ragusa, e Luciano Alessandro Gatto, catanese di 24 anni. I due per spacciare droga in centro a Marina di Ragusa nei luoghi della “movida”, tra via Tindari e il lungo mare, avevano preso in affitto una casa nei pressi di Via Tindari. La loro strategia era quella di ricevere l’ordinazione, andare a prelevare la quantità richiesta di pochi grammi e poi tornare dal cliente. I due in passato erano stati controlatti ma, l’avevano fatta franca in quanto trovati con una “stecchetta” di hashish. Dopo il controllo andato a vuoto i due si spostavano prendendo in affitto una casa da un giovane ragusano di fronte un noto punto di ritrovo della “movida” ragusana al Villaggio Gesuiti. Il controllo della Squadra Mobile è iniziato alle 16 di domenica, quando due agenti in borghese si sedevano al bar per consumare un drink, proprio davanti casa dei due. Alle 20.30, quando il via vai degli spacciatori era sempre più frenetico, i due poliziotti di “vedetta”, davano avviso alle altre pattuglie che hanno bloccato i due ragazzi davanti l’ingresso di casa. Un altro gruppo di agenti di Polizia bloccava la porta di casa e con le chiavi di uno dei fermati si entravano nell’abitazione. In casa c’era solo uno dei fratelli segnalati dalle famiglie dei giovani ragusani, quindi la perquisizione riguardava due sospettati ed un assuntore. Il giovane acquirente si discolpava dicendo di essere li per una cena tra amici, mentre Aiello e Gatto sembravano molto tranquilli, offrendo la massima disponibilità nel controllare casa. Credevano di farla franca perché avevano occultato la droga in ogni posto possibile, ma non avevano fatto in conti con la Squadra Mobile che aveva predisposto un controllo con le Unità Cinofile Antidroga di Catania. Durante la perquisizione gli operatori rinvenivano della cocaina e uno dei due rappresentava di farne uso personale. Il cane “Jagus” però non ha impiegato neanche 5 minuti per trovare dietro un comodino dell’hashish, poi nel forno (che è stato smontato) della marijuana, poi ancora nello stipite delle porte ed ancora altra droga dietro un mobile. Al termine della perquisizione domiciliare, sono state rivenute 25 confezioni di hashish, 20 di marijuana e della cocaina. Gli uomini della Squadra Mobile rivenivano inoltre quasi 800 euro in banconote di piccolo taglio occultate nella credenza. Al termine della perquisizione Marco Aiello e Luciano Gartto, che per altro ha diversi precedenti specifici, sono stati arrestati e messi a disposizione della Procura della Repubblica.
LAVORO NERO NELLE CAMPAGNE DEL VITTORIESE
La Polizia coadiuvata da esperti funzionari della Direzione Territoriale del Lavoro, dell’INPS e dell’INAIL di Ragusa, ha controllato tre aziende agricole di contrada Gaspanella e Alcerito, con impianti serricoli dove sono stati trovati lavoratori intenti nei lavori di preparazione della nuova annata agraria. Nella prima azienda controllata, titolare un 25enne vittoriese presente sul posto, sono stati identificati tre lavoratori, dei quali un italiano in regola e due extracomunitari, in regola con il permesso di soggiorno, ma in “nero” per le norme sul lavoro e prevenzione sociale. La seconda azienda, una società cooperativa, impegnava al lavoro un solo dipendente regolarmente assunto. La terza azienda, titolare un 50enne vittoriese, impiegava al lavoro sette dipendenti, tutti non in regola. Pertanto, i titolari delle due aziende dove sono stati rilevate irregolarità, hanno avuto notificato un ordine di sospensione dell’attività imprenditoriale. Per ciascun lavoratore irregolare sarà inoltre comminata una sanzione amministrativa di circa 4.000 euro. I controlli proseguiranno con cadenza regolare ed interesseranno anche altre categorie di lavoro ed altre contrade.
Ragusano aveva in casa una piccola serra per la coltivazione della marijuana
La Polizia ha denunciato I.D. di anni 41 che, nel pieno centro storico del capoluogo ibleo, aveva adibito parte della sua abitazione a serra per la coltivazione della marijuana. Già da qualche giorno il quarantenne era tenuto d’occhio dagli uomini della Polizia di Stato. Venerdì gli uomini della Squadra Mobile, dopo un paio di ore di osservazione dell’immobile, hanno convocato il giovane in Questura. L’uomo, che si trovava a Marina di Ragusa, anziché andare presso gli uffici della Polizia di Stato, si recava in fretta e furia a casa probabilmente per eliminare le tracce della droga, ma gli investigatori lo aspettavano davanti casa e quando il giovane è arrivato è stato invitato ad aprire casa per la perquisizione. Non appena entrati i poliziotti venivano investiti da un forte odore di marijuana e all’interno di un anfratto, ricavato da un vano scala, hanno trovato una vera e propria coltivazione di marijuana in una zona della casa adibita a serra con lampade, fertilizzanti, vaporizzatori, timer e vasi con diversi semi. Nella libreria vi era una scatola in metallo con all’interno della marijuana già essiccata e pronta per l’uso.
Perseguitava la ex e la maltrattava – Stalker arrestato a Vittoria
Venerdì i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti del vittoriese G. A. di 38 anni, emessa dal Tribunale di Ragusa che ha concordato con le risultanze investigative dei militari, a seguito di una denuncia sporta dalla vittima. La donna, una trentenne vittoriese, subiva minacce, coercizioni di ogni genere e veniva pedinata continuamente dallo “stalker”. All’uomo il Tribunale di Ragusa aveva già imposto il divieto di avvicinamento alla ex moglie, divieto tuttavia disatteso in più occasioni dallo stesso. Le indagini svolte dai Carabinieri hanno consentito alla magistratura iblea di emettere il provvedimento di custodia cautelare in carcere per i reati di atti persecutori e di violenza sessuale.
Fermato a Marina di Ragusa per guida in stato di ebbrezza cerca di dare fuoco all’auto
E’ stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale il tunisino I.S. con regolare permesso di soggiorno che, sorpreso alla guida della propria autovettura con un tasso alcolemico superiore a quello consentito dalle norme del codice della strada, ha tentato anche di dare fuoco alla propria autovettura opponendosi all’operato degli agenti. I poliziotti in piena notte hanno individuato e bloccato una Fiat Punto che percorreva la strada in modo pericoloso, invadendo la corsia destinata all’opposto senso di marcia. Il pilota, che si presentava con un forte alito vinoso e con difficoltà verbali e di movimento, è stato sottoposto prima al test con precursore per la rilevazione di assunzione di sostanze alcoliche che dava esito positivo e successivamente all’esame con etilometro dal quale emergeva una tasso alcolemico notevolmente superiore a quello consentito dalle norme del codice della strada. Accertato lo stato di ebbrezza gli agenti hanno provveduto alla prevista denuncia all’autorità giudiziaria con relativo sequestro amministrativo del mezzo. Il denunciato però, avuta contezza che l’auto era in procinto di essere sequestrata, ha iniziato ad opporsi all’attività d’ufficio degli agenti minacciando di dare fuoco all’autovettura. Subito dopo lo stesso è passato alle vie di fatto tentando con un accendino di appiccare il fuoco al sedile posteriore dell’autovettura, al fine di impedirne il sequestro. Gli agenti sono riusciti a bloccare l’uomo, impedendo che lo stesso potesse rimanere ustionato dalle fiamme che stavano per sprigionarsi nell’abitacolo.
Comiso, arrestato il sorvegliato speciale Mario Campailla
I Carabinieri di Comiso, durante un posto di controllo, hanno notato, alla guida di un ciclomotore, il pregiudicato Mario Campailla detto “u checcu”, noto alla cronaca per vari reati, fra i quali spicca quello di associazione per delinquere di tipo mafioso. Non indossava il casco, ed al controllo è risultato essere sprovvisto anche della copertura assicurativa del veicolo. Al momento, Campailla, è destinatario di misura di sicurezza della Sorveglianza Speciale e per questo motivo gli era stata ritirata anche la patente di guida. Contrariato per il controllo dei militari, il pregiudicato ha cercato di ostacolare il loro operato dando “spettacolo” sulla pubblica via con ingiurie di ogni genere rivolte ai Carabinieri ed atteggiamento minaccioso. Per queste ragioni è stato caricato sulla gazzella e portato in caserma in stato di arresto. La Procura di Ragusa ne ha disposto la traduzione in carcere.
SBARCO A POZZALLO, INDIVIDUATI 7 SCAFISTI
Concluse le indagini sullo sbarco di giorno 2 a Pozzallo e Roccella Ionica; 7 gli scafisti (uno minore) individuati dalla Polizia in Sicilia e 3 in Calabria. Hanno viaggiato per 8 giorni dall’Egitto fino a quando sono stati soccorsi. Dopo essere stati soccorsi in alto mare, i migranti erano stati divisi in due gruppi. Grazie alla collaborazione tra i due uffici di Polizia è stato possibile individuare tutti e 10 i componenti dell’equipaggio salpato dall’Egitto con a bordo 236 migranti. Tra i passeggeri, quasi 100 ragazzini egiziani dai 12 ai 17 anni che sono già stati affidati dalla Polizia di Stato. Questa la testimonianza dei I migranti: “abbiamo viaggiato per una settimana e mangiavamo pane e acqua; appena ci muovevamo dal nostro posto venivano picchiati e presi a colpi di cinghia dagli scafisti; abbiamo pagato 3.000 dollari ciascuno ma ci avevano promesso che non avremmo corso nessun rischio e che il mare sarebbe stato calmo, purtroppo è stato tutto il contrario”. I minori: “le nostre famiglie ci hanno mandato qui per studiare e poi lavorare”. 5 gli egiziani che avevano già tentato nel 2014 l’ingresso clandestino in Italia ma erano stati respinti dal Questore di Ragusa e di Brindisi. Dopo essere stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica sono stati respinti di nuovo e saranno condotti in Egitto nei prossimi giorni.
Aperta la stagione venatoria, la polizia provinciale di Ragusa denuncia 6 cacciatori
Il comandante della Polizia Provinciale, Raffale Falconieri, nell’ottica di prevenireincidenti e atti non conformi alla legge per lo scorso 2 settembre, primo giorno di preapertura della caccia in Sicilia, aveva predisposto un servizio d’ordine impiegando diverse pattuglie su tutto il territorio provinciale con particolare attenzione alle zone vocate alla caccia. Al termine dei primi due giorni di caccia e a fronte di una massiccia affluenza di cacciatori, provenienti molti anche da altre province siciliane, bisogna rilevare positivamente che non si sono registrati incidenti alle persone e che tutto si è svolto regolarmente a parte la violazione di qualche norma da parte di alcuni cacciatori. A fronte di un controllo su un centinaio di cacciatori, gli agenti della Polizia Provinciale hanno denunciato 6 cacciatori tra i quali un 61enne di Vittoria per porto abusivo d’armi e tentato furto venatorio, un 28enne di Catania per furto venatorio e 4 cacciatori per l’utilizzo del furetto senza museruola, in particolare due catanesi e due messinesi. Sono stati invece comminati 6 verbali amministrativi: quattro per aver cacciato in un ambito territoriale non consentito, uno per il superamento del limite massimo di conigli abbattuti e uno per mancata annotazione dei dati sul tesserino.
INCIDENTE SULLA RAGUSA-MARE, UN AUTOMOBILISTA FUGGE
Incidente stradale nel pomeriggio di venerdì sulla strada provinciale Ragusa-Marina di Ragusa. Per i rilievi è intervenuta una pattuglia della Polizia Provinciale. Lo scontro è avvenuto tra un motociclo Aprilia Scarabeo e un’autovettura che dopo l’incidente non si è fermata. Probabilmente si tratta di una Bmw ma la Polizia Provinciale sta cercando di risalire alla sua targa grazie a qualche testimonianza. I mezzi coinvolti percorrevano la stessa direzione di marcia, quando, il conducente dell’auto ha tamponato la motociclista che è stata soccorsa dall’autoambulanza del 118 e trasportata in Ospedale. La Polizia Provinciale è alla ricerca dell’autovettura che ha tamponato il motociclo per risalire al suo guidatore.
DAL COMITATO NO MUOS SOLIDARIETA’ AD ALFONSO DI STEFANO
“La nostra più sincera e massima solidarietà va ad Alfonso di Stefano, del comitato No Muos/No Sigonella nonché instancabile attivista della Rete antirazzista catanese”. Così il comitato regionale del movimento no Muos dopo quel che è accaduto giovedì nel corso della puntata di 47-35 Parallelo Italia di Gianni Riotta, in onda su Rai 3, Alfonso sarebbe dovuto intervenire per portare la voce di chi da anni si batte contro il Cara di Mineo, denunciando gli immensi affari e lo stato in cui vertono i richiedenti asilo. All’inizio del suo intervento Alfonso si era limitato a portare le condoglianze alla famiglia di Palagonia, ribadendo il massimo rispetto per la vita umana in tutte le sue forme e a prescindere dalla provenienza. Ma l’attivista catanese non ha potuto concludere il proprio intervento a causa delle rimostranze di un ospite che, in diretta, ha usato parole pesanti nei confronti dell’attivista e di tutta la rete antirazzista.Scrivono i No Muos: “Un episodio grave, con strascichi fuori onda, che ha visto tra i protagonisti del vergognoso attacco anche esponenti di Forza Nuova dei paesi limitrofi che hanno aggredito l’attivista con calci e sputi. Ma questa vicenda è anche la cartina al tornasole di un’insofferenza, alimentata dalle solite forze razziste e xenofobe, nei confronti di chi scappa dalle guerre e di chi tenta in tutti i modi di rispettare anche i più elementari diritti umani. Ad Alfonso va la nostra massima solidarietà e stima per l’ottimo lavoro svolto in questi anni. Prendiamo atto però della strisciante intolleranza nelle comunità colpite da gravi fatti di cronaca addebitabili ai singoli e non certo a chi cerca rifugio in un paese che pretende di dichiararsi accogliente”.
LA POLIZIA A MODICA DENUNCIA UN UOMO PER VIOLENZA SESSUALE
Gli Agenti del Commissariato di Modica hanno individuato l’uomo che alcuni giorni fa aveva terrorizzato una giovane donna modicana, cercando di avere un rapporto sessuale. I fatti risalgono a pochi giorni fa, quando l’indagato, tecnico installatore di una nota emittente televisiva, veniva chiamato per installare un decoder. La donna si era prestata per aiutare un parente, al momento lontano da casa, che aveva preso un appuntamento con l’installatore. La vittima, dopo aver presenziato ai lavori, all’atto di congedare il tecnico, rimaneva sbalordita dalla condotta dell’uomo che, con mossa fulminea l’attirava a se, palpeggiandola e baciandola. La donna ha subito minacciato di chiamare la polizia. L’uomo a questo punto è andato via e la vittima ha chiamato gli agenti. Era non solo agitata, ma anche dolorante per una ammaccatura ad una spalla dato che era stata strattonata. L’uomo è stato subito identificato. Si tratta di F.M. di 45 anni, residente ad Ispica: è stato denunciato.
RAGAZZO SCOMPARSO RITROVATO A CALTAGIRONE
I genitori di un ragazzo di anni 24, di Ispica, avevano denunciato giorno 1 l’allontanamento del loro figlio dichiarando che il ragazzo, affetto da problemi psichici, aveva annunciato di voler andar via dal paese per tornare dopo qualche anno. Si era fatto dare dalla madre il libretto bancario e aveva prelevato tutto il denaro depositato, alcune centinaia di euro, per poi allontanarsi senza però portare il telefono cellulare, con la chiara intenzione, quindi, di non essere più rintracciato. Temendo che il ragazzo potesse anche compiere qualche insano gesto, immediatamente è stato attivato un piano di ricerche, effettuando una battuta in tutta la città e informando anche i Comandi Arma di tutta le Regione Sicilia. L’indomani è stato rintracciato dagli stessi Carabinieri nel comune di Caltagirone, dove era arrivato con un autobus di linea, alloggiando in un bed & breakfast ed esaurendo il denaro che aveva portato con sè. I familiari sono subito andati a Caltagirone per riportarlo a casa.
Vittoria, arrestato Romano Ricciardo per aver scippato la pensione a un novantenne
Nel tardo pomeriggio di martedì, a seguito di indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia di Vittoria e del locale Commissariato di P.S., è stato tratto in arresto un pregiudicato 45enne, reo di aver scippato nella mattinata, nei pressi dell’Ufficio postale di via Giacomo Matteotti, un anziano pensionato di 90 anni, sottraendogli la pensione di poco meno di 600 euro appena prelevata. L’attività congiunta delle Forze dell’Ordine ha permesso di visionare diversi filmati di sistemi di videosorveglianza della zona e di sentire alcune testimonianze di passanti che avevano assistito all’evento delittuoso, individuando in tal modo il responsabile. Romano Ricciardo, messo di fronte all’evidenza dei fatti, ha collaborato con gli inquirenti ed ha restituito al pensionato 400 euro, parte della refurtiva che gli aveva illecitamente sottratto, visto che il resto era già stato speso. Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto ai domiciliari presso la propria abitazione.
COMISO. TENTA IL SUICIDIO GETTANDOSI DAL PRECIPIZIO DI UNA CAVA: SALVATA IN EXTREMIS DAI CARABINIERI
I militari della Stazione Carabinieri di Comiso hanno sventato un tentativo di suicidio di una donna del luogo. Nel pomeriggio di lunedì 31, una persona di 48 anni ha telefonato in caserma riferendo di volersi suicidare buttandosi da una cava, senza specificare dove si trovasse precisamente. Sono bastati però pochi minuti di conversazione, cercando di tranquillizzare la donna e di farla desistere dall’insano proposito, per consentire ai militari di individuare la zona e di recarsi immediatamente nella cosiddetta “Cava delle Grazie”, un insieme di cave storiche testimonianza della civiltà di cavatori-scalpellini del luogo. Non appena giunti, i Carabinieri hanno visto la signora che, sull’orlo del dirupo, alto circa 30 metri, era trattenuta con difficoltà dal figlio minorenne di 16 anni che rischiava di cadere con la madre: la donna, cercando di divincolarsi con tutte le sue forze, intendeva buttarsi nel vallone. I militari, dopo averla distratta, si sono gettati sulla donna e sul ragazzo, mettendoli in sicurezza fino all’arrivo degli altri colleghi e del personale del 118 che li trasportava presso il pronto soccorso dell’Ospedale Civile di Comiso per le cure del caso. Sono tuttora in corso gli accertamenti per comprendere le ragioni di un gesto così estremo che, senza l’intervento dell’Arma locale, si sarebbe tramutato nell’ennesima tragedia familiare.
Ragusa: preso a pugni per una ricarica di 5 euro
L’ufficio Denunce della Questura di Ragusa ha smascherato l’uomo che qualche giorno fa aveva preso a pugni il titolare di una tabaccheria del centro cittadino, provocandogli lesioni al volto con una prognosi di 20 giorni, e tutto per una ricarica di un cellulare di soli cinque euro. L’uomo, un cinquantenne ragusano, è entrato nella ricevitoria e ha richiesto di ricaricare di 5 euro un telefono cellulare. Al momento di pagare la somma non avendo a disposizione denaro contante ha richiesto di pagare con una carta bancomat, servizio però non offerto da parte dell’esercizio commerciale. Pertanto l’uomo, ottenuta la ricarica si è allontanato riferendo di portarsi allo sportello bancomat più vicino per prelevare denaro contante e saldare la somma. Trascorsi diversi minuti ed essendo in orario di chiusura, il titolare ha raggiunto telefonicamente il cliente chiedendogli spiegazioni sul ritardo. L’uomo adirato ha risposto che stava arrivando. Giunto in tabaccheria ne è nato un acceso alterco con l’esercente in quanto il cliente ritenutosi offeso dalla telefonata di sollecitazione ha deciso che non avrebbe più pagato, allontanandosi dalla ricevitoria. Il titolare dell’esercizio commerciale ha seguito l’uomo all’esterno venendo però colpito al volto da un violento pugno che gli ha causato una ferita da taglio al mento e l’avulsione di 4 denti. L’aggressore poi si è allontanato facendo perdere le proprie tracce. Immediatamente sul posto una Volante della Polizia di Stato ha prestato le prime cure al malcapitato che è stato trasportato al pronto soccorso. L’aggredito ha descritto minuziosamente i tratti somatici dell’aggressore; fondamentale è stato poi il supporto dato dalle registrazioni video interne alla tabaccheria che hanno permesso di immortalare il reo. La polizia scientifica ha poi dato un nome a quel volto Rintracciate le precisa generalità, la vittima è stata poi richiamata dal personale dell’Ufficio Denunce e, dopo la visione di un album fotografico, ha individuato senza dubbio i tratti del suo aggressore che è stato deferito all’autorità giudiziaria per i reati di lesioni personali e insolvenza.
Rubano un intero pavimento in pietra pece, arrestati dai carabinieri
I carabinieri di Ragusa hanno arrestato due fratelli per furto aggravato in abitazione. Domenica mattina, Ibla. La quiete festiva dei turisti armati di mappa e fotocamera è rotta da continui colpi di martello. Qualcuno sta svolgendo lavori di edilizia nei pressi di piazza della Repubblica e più precisamente in un’abitazione di salita commendatore, una bella scalinata di palazzi e case antichi con al centro la splendida chiesa barocca di Santa Maria dell’Itria. Qualcuno fortunatamente capisce che essendo domenica ed essendo quella casa disabitata pare difficile vi possano essere lavori in corso e chiama la proprietaria per chiederne conferma. La donna, allarmata, chiama il 112. Subito una pattuglia radiomobile interviene sul posto, entra in casa, e trova due vecchie conoscenze dei militari dell’Arma, i fratelli Amedeo e Alessandro Scatà, entrambi pregiudicati, uno sorvegliato speciale e l’altro ex, noti anche per tale tipo di “lavori”. I due vengono bloccati e caricati in auto. La casa si presenta come un campo di battaglia con mobili spostati (peraltro all’appello pare ne manchino un paio) e piastrelle divelte a colpi di scalpello in tutta la casa. Circa 200 lastre di 45X45 erano già state staccate e accatastate per essere portate via, probabilmente la notte successiva approfittando del buio. Il valore della merce, senza considerare il valore del danno all’immobile e ai soldi che ci vorranno per lastricare nuovamente le stanze, sarebbe stato notevole, la pietra pece nuova, diventata molto rara, costa intorno ai cento euro a metro quadro, e quella antica – come nel caso di specie – è dagli appassionati pagata a peso d’oro per abbellire le abitazioni nuove o ristrutturate. Con i 40 metri quadri già pronti alla vendita i due criminali avrebbero fruttato almeno 4.000 euro. Le piastrelle sono state direttamente rese alla proprietaria. I due Scatà, accompagnati in caserma e dichiarati in arresto per furto aggravato in abitazione in concorso, dopo i rilievi foto-segnaletici sono stati sottoposti agli arresti domiciliari a disposizione del magistrato inquirente. Purtroppo le molte case antiche non abitate sono facile preda dei ladri che portano via tutto, dai mobili alle travi da soffitto, dalle piastrelle agli infissi in pietra delle porte, senza parlare di scalini e caminetti. Tutta queste cose finiscono in un mercato illecito di antiquariato costringendo i carabinieri dei nuclei tutela patrimonio culturale a sforzi notevoli tra mercatini dell’antiquariato e botteghe di restauratori alla ricerca di materiali trafugati.
SICUREZZA, CONTROLLI DEI CARABINIERI
Controlli nel territorio ragusano. Il bilancio è di 12 persone denunciate, 1 segnalata all’Ufficio Territoriale del Governo di Ragusa per detenzione per uso personale di sostanza stupefacente, 8 i veicoli sequestrati, 7 patenti ritirate, per un totale di oltre 30 punti decurtati, 31 perquisizioni complessive effettuate, 53 veicoli controllati e 120 persone identificate, oltre 30 soggetti destinatari di misure alternative alla detenzione carceraria controllati, ispezionati 5 locali notturni, sequestrati giocattoli privi del marchio “CE” del valore di mercato di oltre 10.000 euro. Un’operazione che ha comportato il dispiegamento in tutta la giurisdizione di oltre 40 militari. Fra i tanti episodi di cronaca c’è la vicenda di un ucraino, B.I., denunciato per aver procurato contusioni ai danni di un connazionale, ferendolo al braccio, e di un ladro originario di Gela, sorpreso a Chiaramonte Gulfi, mentre rubava oltre 200 chili di uva da tavola IGP: i Carabinieri dopo un breve inseguimento sono riusciti a bloccarlo.
INCIDENTE STRADALE, GRAVE UN 17ENNE DI VITTORIA
E´ accaduto sabato sera all’incrocio Vittoria- Acate. Un ragazzo di 17 anni, G.B. rimasto gravemente ferito è stato ricoverato a Catania. Lo scontro tra lo scooter Piaggio Liberty, condotto dal 17enne di Vittoria che viaggiava verso il centro abitato, e una Fiat Punto, che procedeva in direzione Gela con alla guida un vittoriese. Sul posto l’ambulanza del 118 che ha trasportato il ragazzo all´ospedale “Guzzardi” di Vittoria, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico d’urgenza. Poi il trasferimento a Catania dove il 17enne si trova ricoverato in prognosi riservata. Ferito in modo più lieve il conducente della macchina.
Ragusa, mandano i figli a mendicare, denunciati quattro netini
I carabinieri di Ragusa, nell’ambito della vigilanza sulla festa patronale, hanno denunciato quattro netini per il reato di impiego di minori nell’accattonaggio. Anche quest’anno i militari dell’Arma hanno dispiegato ingenti forze sia in uniforme che in abiti civili per la fiera di San Giovanni, oltre che concorrere per la vigilanza sulle funzioni religiose. Sabato sera, intorno alle dieci e mezza, un militare dell’Arma, libero dal servizio, stava uscendo dalla porta laterale della cattedrale, quella che dà su via Vittorio Veneto. Mentre raggiungeva la via Vittorio Veneto ha notato due bambini, sul metro e venti, “armati” di bicchiere di plastica e santino del patrono, intenti a chiedere l’elemosina ai passanti. Il carabiniere ha iniziato a pedinare e filmare l’attività di accattonaggio dei due piccoli che coprivano l’area tra via Vittorio Veneto e via Roma. Nel frattempo ha chiamato due colleghi del nucleo operativo della compagnia di Ragusa che erano a piazza Libertà. Attendendo l’arrivo di questi ha continuato a seguire e filmare i due ragazzini che infine sono stati avvicinati e gli è stato chiesto dove fossero i genitori. I due piccoletti, capito chi avevano di fronte hanno tentato pure di scappare ma sono stati trattenuti dai carabinieri che hanno trovato il padre di uno, che è anche zio dell’altra, intento a vendere palloncini al centro dell’incrocio tra le vie Roma e Vittorio Veneto. Peraltro era sin da subito evidente che l’uomo avesse piena conoscenza dell’attività dei bimbi poiché lo facevano sotti i suoi occhi vigili. A quel punto i militari sono stati accerchiati da tutti i venditori di palloncini e ci sono stati attimi di tensione con i “palloncinari” che pretendevano si soprassedesse alla cosa. Ovviamente i carabinieri, trovandosi innanzi a un grave reato (l’articolo 600-octies del codice penale prevede fino a tre anni di reclusione) non potevano non procedere e hanno portato, a piedi, l’uomo verso la caserma, raccogliendo anche, strada facendo, suo cognato e la moglie, genitori della bimba. G.F., 33enne, e la moglie M.S., 28enne, ambulanti da Noto e genitori del bimbo di dieci anni, nonché S.S., 38enne, e la moglie C.S., 35enne, genitori della bimba di nove anni, anch’essi ambulanti da Noto, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Ragusa per impiego di minori nell’accattonaggio. Peraltro tali genitori già erano stati recentemente denunciati dai carabinieri di Noto perché non mandavano i figli a scuola. È stato anche necessario fotosegnalare il padre del bambino poiché era privo di documenti. I carabinieri ora informeranno anche la Procura per i minori di Catania affinché si valuti l’idoneità dei genitori a conservare la potestà genitoriale.