Un’altra denuncia per conferimento di rifiuti in discarica abusiva è scattata ai danni di una persona che con un furgoncino si apprestava a scaricare immondizia e altri generi di rifiuti nell’area Santa Rosalia-Graffetta, da giorni monitorata dalla polizia locale della città al fine di prevenire questo tipo di azioni. E’ scattata una multa di 600 euro.
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Lavoro nero e irregolare in aziende agricole del vittoriese e dell’acatese
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Ragusa, insieme agli Ispettori del Lavoro civili, nel contesto di controlli anti caporalato in agricoltura, hanno scoperto lavoro nero e violazioni in materia di contratti nelle campagne del ragusano. In particolare sono state controllate 5 ditte, verificate 24 posizioni lavorative, scoperti 8 lavoratori rumeni in nero in due diverse aziende agricole, 16 lavoratori irregolari, di nazionalità rumena e tunisina, in tre aziende agricole. Sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per oltre 60 mila euro.
La gara è dell’ottobre 2011, appalto di vigilanza al Tribunale di Ragusa: denunciate undici persone
A conclusione di lunghe e laboriose indagini, delegate dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia, riguardanti la gara d’appalto, bandita dal Comune di Ragusa nell’ottobre 2011, riguardante l’affidamento del servizio di vigilanza degli impianti di sicurezza e di vigilanza integrale del Palazzo di Giustizia di Ragusa, per un importo a base di gara di 1.214.190 euro oltre all’Iva, la sezione di Polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica ha denunciato complessivamente undici persone, per le quali è stata avanzata, da parte della Procura della Repubblica, richiesta di rinvio a giudizio. Le stesse persone dovranno prossimamente comparire davanti al Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Ragusa per rispondere dei reati di truffa aggravata e continuata in concorso, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e abuso d’ufficio. “Il complesso lavoro investigativo – si legge in una nota della sezione polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura – ha permesso di fare luce su un’articolata truffa architettata da S.C., rappresentante legale di una società di vigilanza di Catania, vincitrice dell’appalto con un ribasso del 24,47% e un offerta pari a 919.364,97 euro. La stessa, in concorso con T.F., direttore tecnico della società e C.M. professionista etneo incaricato di Consulente del lavoro, con l’aggravante di aver cagionato all’Inps un danno patrimoniale di rilevante entità, con artifizi consistiti nel presentare, da parte della predetta, in assenza dei previsti requisiti di legge, le certificazioni attestanti il diritto di beneficio degli sgravi contributivi, dovuto all’assunzione di lavoratori in mobilità assunti a tempo indeterminato, ex art. 25, comma 9 della legge 223/1991, nonché mediante l’illecito utilizzo del codice aziendale “5Q”, rilasciato per altri lavoratori della medesima società, dal settembre 2012 al marzo 2014, inducendo in errore il predetto Ente, ottenevano un ingiusto profitto, consistente in sgravi contributivi non dovuti con l’aggravante di avere cagionato all’Inps un danno patrimoniale di rilevante entità. Le indagini della Guardia di Finanza hanno permesso di accertare per i medesimi soggetti della società catanese responsabilità penali, per avere turbato la libertà degli incanti, nella gara, bandita dal Comune di Ragusa, relativa al servizio di vigilanza presso il locale Palazzo di Giustizia, in concorso con funzionari e dirigenti del Comune di Ragusa, presentando alla Commissione di valutazione, all’uopo istituita, documentazione falsamente attestante la congruità del costo del personale rispetto all’offerta di ribasso, al fine di ottenere, in maniera illecita gli sgravi contributivi ex legge 223/1991”. Un dirigente e due funzionari del Centro per l’Impiego di Ragusa sono accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico: non avrebbero effettuato i dovuti controlli sui requisi ai fini dei benefici ex Legge 223/1991… “con l’indebito successivo rilascio di certificazioni attestanti il possesso dei requisi per l’iscrizione nelle liste regionali di mobilità dei dipendenti dell’ex società che si occupava della vigilanza al Palazzo di Giustizia”. Stesso reato viene contestato a due dirigenti e a un funzionario del Comune di Ragusa, quali presidente del seggio di gara, presidente e componenti della commissione di valutazione, “per avere dato parere positivo alle giustificazioni riguardo la congruità del costo del personale contenente l’offerta della società catanese, omettendo, inoltre, i previsti controlli sul passaggio, senza soluzione di continuità, del personale delle due società di vigilanza, in violazione a quanto previsto dal bando di gara sulla procedura del cambio di appalto e degli obblighi prestabiliti, da parte dell’impresa aggiudicataria, sulla salvaguardia dei livelli occupazionali e di anzianità, favorendo la loro assunzione, tramite l’irregolare iscrizione dei lavoratori nelle liste di mobilità regionali”. L’abuso d’ufficio è contestato anche a un funzionario Inps di Catania, per avere “omesso di effettuare il dovuto controllo sui requisiti per il rilascio alla società catanese del diritto ai benefici contributivi per avere assunto lavoratori inscritti nelle liste regionali di mobilità”. Infine l’abuso d’ufficio è contestato anche a un dirigente dell’assessorato regionale Dipartimento Lavoro e impiego di Palermo.
Acate, piccola serra in casa per coltivare marijuana
Un’altra operazione antidroga condotta dai Carabinieri di Ragusa che, nell’ambito dei controlli disposti dal Comandante Provinciale, ad Acate hanno scoperto unapiccola piantagione di marijuana, arrestando un giovane del luogo. Placido Formaggio, 30 anni, agricoltore, era da qualche tempo tenuto sotto controllo dai militari della Stazione Carabinieri. Dopo una serie di appostamenti e di discreti servizi di osservazione i militari hanno fatto irruzione sul terrazzo di casa del sospettato: hanno trovato una piccola piantagione di cannabis indica, esattamente 10 piante alte fino ad un metro, ben coltivate in vaso, per il peso complessivo di circa 20 chili. Si trattava di una piccola serra realizzata sul terrazzo di casa, che garantiva alle piante un’ottima esposizione alla luce del sole e che veniva irrorata con l’acqua grazie ad un piccolo sistema di irrigazione. Il principio attivo, “tetraidrocannabinolo”, la cui quantità complessiva sarà valutata dalle analisi chimiche alle quali saranno sottoposte le piante, è maggiormente concentrato proprio durante la fase di fioritura. Le analisi, infatti, forniranno il numero di dosi ricavabili. Il 30enne è ora ai domiciliari.
SETTANTACINQUENNE DECEDUTO A RAGUSA: SI È TRATTATO DI UN MALORE
Martedì pomeriggio i Carabinieri di Ragusa sono intervenuti in una via periferica del capoluogo ibleo, all’interno di un’abitazione ove un uomo aveva poco prima rinvenuto il proprio zio riverso sul pavimento della cucina, privo di vita. In un primo momento non era apparso evidente quale fosse stata la causa che aveva portato B.G., classe 1940, alla morte. Pertanto l’Autorità Giudiziaria aveva prudentemente disposto l’ispezione cadaverica del medico legale. Gli accertamenti successivamente esperiti dai Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Ragusa e dal medico legale hanno fugato ogni dubbio. Dal sopralluogo è emerso infatti che non vi era alcun segno di colluttazione, né di effrazione dell’abitazione del defunto. Anzi, le tracce evidenziate indicavano chiaramente che l’uomo è stato verosimilmente colto da un malore che lo ha portato alla morte, 4-5 giorni fa. Viste le risultanze degli accertamenti dei Carabinieri, il Sostituto Procuratore Dott.ssa Alessia La Placa ha disposto che la salma fosse restituita ai familiari per il funerale.
VITTORIA: TRUFFA AL MERCATO ORTOFRUTTICOLO
Acquistava cospicue quantità di prodotti agricoli senza pagare il dovuto ai propri fornitori. Carmelo D.D., ennese di 43 anni, ha architettato e posto in essere una truffa oltre 60 mila euro ai danni di ben 6 società operanti presso il mercato ortofrutticolo di Vittoria. E’ stata la Guardia di Finanza di Vittoria a portarne alla luce le modalità truffaldine, sotto la guida del Sostituto Procuratore Dott.ssa Valentina Botti. Particolarmente insidiosa la sua condotta, poiché egli stesso iniziava ogni rapporto d’affari acquistando piccole quantità di merce pagando con assoluta regolarità in assegni o in contanti. La tempestività dei pagamenti iniziali, nonché la provvista bancaria degli assegni emessi, aveva reso ormai la sua persona ben vista all’interno del mercato. Facendo leva sulla fiducia acquisita, l’uomo continuava nel tempo a rifornirsi presso vari concessionari rinviando il pagamento della merce. I crescenti ritardi nei pagamenti venivano giustificati con serene rassicurazioni sul sicuro saldo dei prodotti ritirati. Poi l’uomo non ha onorato i propri debiti. Il truffatore è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.
ACATE: MARIJUANA TRA I FILARI DI POMODORO. UN VITTORIESE DENUNCIATO.
Le Fiamme Gialle hanno rinvenuto in un’azienda agricola, poste all’interno di una serra tra le piante di pomodoro, alcune piante di “Cannabis Indica”, impiantate ed in fase di maturazione ed infiorescenza. Le piante erano regolarmente concimate ed innaffiate con apposito impianto collegato al tubo principale di irrigazione della serra. All’interno dell’azienda sono state trovate anche altre due piante già essiccate, pronte ad essere confezionate. Le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro 1,1 kg di sostanza stupefacente.
Armato di martello danneggia un portone
Si è conclusa con una denuncia per lesioni personali, danneggiamento e porto abusivo di oggetti atti ad offendere la giornata di follia di un ragusano di 53 anni che, nel pomeriggio di lunedì, armato di un martello, ha fatto registrare attimi di paura. Verso le ore 18,30 giungeva al 113 la segnalazione di un uomo in escandescenza che con un martello aveva appena distrutto le cassette della posta e il portone di un condominio in via Paestum. Gli uomini dell’Ufficio Volanti raggiungevano il posto e bloccavano l’uomo. E’ stato soccorso anche un dipendente della Questura di Ragusa che, libero dal servizio, era intervenuto per arginare la spinta violenta dell’uomo, rimediando delle lesioni alla testa e alle mani con 5 giorni di prognosi. L’uomo è stato denunciato per lesioni personali, danneggiamento aggravato e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Il martello in ferro, lungo trenta centimetri, è stato sequestrato. Durante gli accertamenti i poliziotti si sono resi conto delle precarie condizioni psicofisiche del denunciato che veniva accompagnato presso il locale ospedale, dove, a seguito di visita specialistica, il personale medico, emetteva richiesta di trattamento sanitario obbligatorio eseguito dagli uomini della polizia municipale.
SICUREZZA A MODICA, CONTROLLI DELLA POLIZIA
Servizi straordinari di controllo del territorio sono stati effettuati nella giornata di ieri a Modica dalla Polizia di Stato, sulla base delle direttive del Questore di Ragusa Giuseppe Gammino. Otto pattuglie della Polizia di Stato, tre delle quali appartenenti al Reparto Prevenzione Crimine di Catania, hanno battuto a tappeto diverse zone del centro storico della città, ma anche dell’immediata periferia di Modica, con diversi posti di blocco. Il bilancio è di diverse perquisizioni personali e domiciliari eseguite per contrastare il fenomeno delle rapine, dei furti in abitazione e dello spaccio di stupefacenti, di 50 persone identificate e di 30 veicoli controllati. Sono stati controllati diversi esercizi pubblici e luoghi di ritrovo dei giovani, come bar e pub, dove sono stati identificati gli avventori.
Tentata violenza privata, condanna definitiva per un ragusano
La Polizia di Stato ha notificato a I.T. di 43 anni l’ordine di esecuzione per la carcerazione e decreto di sospensione del medesimo per fatti commessi a Ragusa nel 2006. L’uomo è stato condannato per i reati di furto aggravato e tentata violenza privata ai danni di una donna ragusana alla pena di un anno di reclusione. Grazie all’indulto la pena da espiare risulta essere di tre mesi ed in considerazione delle norme vigenti, l’esecuzione della pena è sospesa ed il condannato ha facoltà di chiedere una misura alternativa alla detenzione, se non lo farà verrà condotto in carcere. La legge prevede che per pene lievi il carcere può essere sostituito con l’affidamento in prova ai servizi sociali o per altre fattispecie diverse misure alternative. L’uomo deve scontare la pena in quanto dopo la condanna e il ricorso in appello, anche la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’ulteriore ricorso proposto. Le vicende di cui trattasi hanno avuto un epilogo solo adesso dopo diversi anni di inter processuali che hanno visto coinvolta la Polizia di Stato nelle prime fasi delle diverse denunce presentate dalla vittima ossessionata dal condannato.
NASCONDEVA UNA PISTOLA MODIFICATA, ARRESTATO A RAGUSA MARIO ROMANO
I Carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla, con l’ausilio dei colleghi “in borghese” del Nucleo Operativo e di un’unità cinofila anti-esplosivo fatta inviata dal Nucleo Cinofili Carabinieri di Nicolosi, hanno tratto in arresto un quarantasettenne palermitano, già con alcune vicende giudiziarie alle spalle. Dopo un’attività investigativa di alcune settimane, i Carabinieri hanno bussato alla porta di Romano, per effettuare la perquisizione domiciliare per ricerca di armi. I Carabinieri hanno rinvenuto, occultata all’interno del case di un computer, una pistola del tipo “scacciacani”, marca Kimar, calibro 8 mm, dalla foggia riproducente le pistole in dotazione alle Forze dell’Ordine. Un perito specializzato in armi e balistica, ha confermato che la pistola era stata modificata ed era perfettamente in grado di esplodere colpi veri, del calibro 7.65 Browning.
OPERAZIONE ALTA TENSIONE 2
Un’associazione per delinquere costituita in prevalenza da romeni e dedita ai furti di rame è stata smantellata dalla Polizia di Stato di Ragusa. Otto le persone arrestate, tre quelle riuscite a sfuggire all’arresto da parte della squadra mobile e degli agenti del commissariato di Comiso. La svolta alle indagini grazie ad uno scontrino ed un paio di guanti lasciati sul luogo del delitto. In pochi mesi hanno commesso furti di rame ai danni della società Enel per milioni di euro, così come gravi ed ingenti danni alle aziende agricole e zootecniche iblee. L’indagine ha permesso non solo di appurare le loro responsabilità, ma anche di prevenire decine di furti già programmati. L’operazione di Polizia è stata portata a termine con il fondamentale contributo della società Enel che ha messo a disposizione le più avanzate tecnologie presenti sul mercato. Oltre ai furti di cavi di rame, l’associazione depredava le aziende agricole e zootecniche, uccidendo gli animali direttamente sul posto e con crudeltà, portando via solo le carni pregiate. Tra gli obiettivi anche carburante, attrezzi agricoli, attrezzi per carpenteria, fitofarmaci, auto e trattori. Dodici i membri dell’associazione a delinquere individuati dalla Polizia di Stato: sette in carcere, uno agli arresti domiciliari, uno denunciato in stato di libertà e tre latitanti. In carcere sono finiti sette rumeni e un italiano, residente a Comiso.
Arrestato somalo ricercato
La polizia di Stato di Ragusa ha arrestato un somalo, ricercato a Livorno, arrivato due giorni fa nel porto di Pozzallo. L’uomo, fuggito dall’Italia perchè ricercato, è rientrato con un barcone partito dalla Libia, ed è sbarcato con altri migranti in Sicilia. Ma i controlli della squadra mobile hanno permesso la sua identificazione ed è stato arrestato. Gli agenti gli hanno notificato un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal Gip di Livorno, su richiesta della locale Procura, e lo hanno condotto in carcere.
CONTROLLI DELLA POLIZIA MUNICIPALE IN MATERIA DI AMBULANTATO
Il Comando della Polizia Municipale di Ragusa rende noto che in data odierna è stato effettuato dagli uomini della Polizia Locale un servizio straordinario riguardante l’ambulantato. Nel corso dei controlli sono stati rilevate otto violazioni amministrative, nonché sequestro di merci (frutta e ortaggi) che sono stati devoluti in beneficenza. Tale tipo di attività continuerà anche nelle prossime settimane.
TROVATO CADAVERE NELLE CAMPAGNE DI VITTORIA
La Polizia di Vittoria è intervenuta in una zona rurale, in contrada Gerbe, dove una chiamata effettuata al 113 da uno dei proprietari di terreni della zona, segnalava la presenza del cadavere di un uomo riverso a terra. Il corpo era già in rigidità cadaverica. La Scientifica ed il medico legale si sono subito impegnati nelle attività ispezione del cadavere, mentre i poliziotti hanno proceduto alla identificazione del cadavere ed alla ricerca di testimoni da ascoltare. L’uomo deceduto è un rumeno di 59 anni, Cincu Stefan, faceva il bracciante agricolo presso una vicina azienda serricola. E’ stato il figlio ed alcuni amici a identificarlo. Con sè non aveva documenti, ma il cellulare, e gli agenti rispondendo ad una chiamata sono riusciti a parlare con il figlio che lo stava cercando. Non sono stati rilevati segni esteriori di violenza e il medico legale non ha evidenziato alcun segno che possa fare risalire alla causa della morte. Con ogni probabilità l’autorità giudiziaria, che sta valutando le risultanze d’indagine, disporrà che si proceda ad esame autoptico. E’ emerso che l’uomo, nel primo pomeriggio, mentre lavorava dentro la serra, aveva accusato un malessere, tanto che il caposquadra gli aveva consentito di uscire fuori e tornare a casa. E’ risultato che l’uomo fosse un assiduo assuntore di sostanze alcooliche.
Ragusa, smascherato dalla Polizia truffatore seriale
Numerose le denunce accumulate in tutto lo stivale dal nord al sud Italia tanto da guadagnarsi il disonorevole titolo di re delle truffe. E’ stato smascherato e deferito dagli uomini dell’Ufficio Volanti della Questura, S.A., catanese, che alcuni giorni fa aveva messo a segno l’ennesimo colpo anche a Ragusa all’interno di un bar tabacchi della prima periferia cittadina. Le modalità sono quelle già collaudate da tempo. All’interno della tabaccheria l’uomo, approfittando di un momento di confusione per la presenza di altri clienti, ha chiesto alla titolare di ricaricare una carta postepay per l’importo di Euro 500,00. Così dopo aver controllato l’esattezza dei dati inseriti dal titolare della rivendita ha dato l’ok per proseguire con l’operazione. Ricaricata la carta prepagata al momento di riscuotere quanto dovuto, da parte della titolare, è iniziata la messa in scena truffaldina. Prima ha chiesto di pagare tramite carta bancomat che per più volte dava transazione negativa, in quanto, non associata ad un conto corrente con fondi disponibili. Visto il mancato esito ha riferito di non avere contanti con sé e che l’unica cosa che poteva fare era di andare a prelevare dal bancomat più vicino e ritornare con il contante. La titolare non potendo lasciare incustodito il locale si è dovuta accontentare di una documentazione in corso di accertamento e di un numero di telefono che dopo alcuni tentativi è risultato non più raggiungibile. Aspettato invano che l’uomo ritornasse per saldare quanto dovuto per la malcapitata non è rimasto altro che rivolgersi negli uffici della Questura per denunciare i fatti. Gli uomini, diretti dal Commissario Capo Filiberto Fracchiolla, hanno immediatamente avviato le prime indagini sulla base della descrizione fisica del truffatore fornita dalla vittima. L’analisi delle immagini registrate dalla videosorveglianza interna ha fatto la differenza riaccendendo la memoria fotografica degli agenti che hanno ricordato quel viso, molto simile a quello di un uomo che qualche anno prima aveva già colpito in questa provincia. L’intuito è stato confermato quando la vittima, richiamata in ufficio, ha riconosciuto senza dubbio l’uomo che l’aveva raggirata. Il trentenne è stato pertanto denunciato alla locale Procura della Repubblica di Ragusa con l’accusa di truffa. Al fine di prevenire ulteriori episodi di raggiri, con danni economici anche importanti, la polizia invita tutti i commercianti in possesso di apparecchiature per la ricarica di carte prepagate, a prestare la massima attenzione nel caso di richieste formulate da persone sconosciute, richiedendo il pagamento anticipato delle somme e segnalando per tempo al 113 ogni situazione di sospetto.
SBARCHI A FLUSSO CONTINUO
Sono partiti 4 gommoni dalla Libia a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro e una volta soccorsi sono stati condotti a Pozzallo. Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di 4 africani sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria. Anche i migranti a bordo erano tutti provenienti dal centro Africa ed attualmente sono ospiti presso il C.P.S.A. di Pozzallo prossimi al trasferimento. Tratte in salvo 447 persone. Continui i trasferimenti verso altri siti, dei migranti sbarcati, così da fare spazio agli altri arrivi. La Polizia Scientifica lavora senza sosta per le operazioni di fotosegnalamento in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati. Gli scafisti, consapevoli degli sconti di pena, si assumono le loro responsabilità, difatti 2 dei 4 hanno ammesso le loro responsabilità. Gli scafisti hanno anche ammesso di essersi resi disponibili a condurre i gommoni pur di guadagnare qualcosa. A seguito della loro disponibilità, i libici hanno addestrato nei piccoli porti gli scafisti per poi farli partire una volta preparati seppur in modo precario. Tutti gli scafisti hanno seguito le informazioni dei libici, sia per la conduzione dei gommoni che per la rotta da seguire, così come il momento in cui chiamare i soccorsi italiani. Anche loro hanno condotto il gommone per un profitto bassissimo, fatto di pochi dollari, con il rischio, ormai diventato realtà, del carcere una volta giunti in Italia. Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato circa 90.000 dollari a gommone che sommati per tutti quelli soccorsi hanno fruttato centinaia di migliaia di dollari.
RAPINA A MARINA, VITTIME QUATTRO DONNE
I Carabinieri stanno indagando su una rapina perpetrata nella serata di lunedì, ai danni degli abitanti di una casa che si trova nella zona rurale di Marina di Ragusa. I malviventi sono entrati in azione intorno alle 23. Col volto travisato da passamontagna, hanno forzato la porta d’ingresso e hanno immobilizzato gli occupanti dell’abitazione (tre donne e la collaboratrice domestica), per poi mettere la casa completamente a soqquadro. Al termine delle loro ricerche, hanno trafugato una busta contenente i gioielli di famiglia, il cui valore complessivo è ancora in corso di quantificazione. Una volta impadronitisi dei valori, i rapinatori si sono dileguati a piedi. È stata la collaboratrice domestica a dare l’allarme, chiamando il 112. I Carabinieri della Stazione di Marina di Ragusa e del Nucleo Operativo della Compagnia di Ragusa sono intervenuti immediatamente sul posto, dove hanno prestato soccorso alle vittime (nessuna delle quali, fortunatamente, è rimasta ferita) e hanno effettuato un accurato sopralluogo. Gli elementi così raccolti sono adesso al vaglio degli investigatori, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ragusa.
Sequestrato, minacciato con la famiglia e vittima di tentato omicidio Ascom: “Non è più possibile andare avanti in questo modo”
“La violenta recrudescenza criminale di questi giorni ci preoccupa oltre ogni misura. La feroce violenza che ha colpito il nostro vicepresidente sezionale, Luigi Marchese, sequestrato, minacciato insieme con la sua famiglia, con l’aggravante del tentato omicidio, non fa che aumentare la rabbia in una città ancora ostaggio di criminali senza coscienza”. E’ quanto denuncia il presidente della sezione Ascom di Vittoria, Antonio Prelati, dopo i fatti accaduti nella notte tra sabato e domenica scorsi. Fatti rispetto ai quali esprimono solidarietà, a nome dell’intero sistema Confcommercio, anche il presidente provinciale Sergio Magro e il presidente Commerfidi Salvatore Guastella. “Non possiamo – dice Magro – rimanere impassibili dinanzi ad episodi del genere. Occorre trovare delle soluzioni. La situazione rischia di diventare sempre più pesante con il passare dei giorni. Confidiamo nella piena operatività delle forze dell’ordine con l’auspicio che si possa arrivare a un risultato concreto individuando i responsabili di queste efferatezze”. “Dobbiamo fare quadrato, tutti assieme – aggiunge il presidente Commerfidi Guastella – perché non possiamo rischiare che la situazione ci sfugga di mano. E’ fondamentale, e come sistema Confcommercio la disponibilità è massima, trovare delle forme di collaborazione che funzionino da deterrente. Non possiamo più andare avanti in questo modo”.
Muore dopo colonscopia, aperta inchiesta
Un pensionato di 70 anni di Ispica è morto nell’ospedale ‘Busacca’ di Scicli. L’anziano aveva forti dolori e si è sottoposto ambulatorialmente a colonscopia come paziente esterno, ma subito dopo sarebbero sopraggiunte delle complicanze e dopo circa due ore è avvenuto il decesso. Appresa la notizia i figli del pensionato hanno presentato un esposto in procura con la conseguente apertura di un fascicolo sulla morte del paziente. La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’Ospedale “Maggiore” di Modica in attesa dell’autopsia che sarà effettuata martedì dal medico legale Walter Di Mauro, incaricato dal sostituto procuratore Monica Monego.