L’Ufficio Energia ha avviato il monitoraggio dei risultati ottenuti a seguito dell’intervento, completato lo scorso mese di marzo, che ha riguardato la sostituzione di circa 1500 punti luce della potenza di 250 e 150 W con corpi illuminanti da 60 ed 80 W di armature luminose stradali con nuovi apparecchi a Led. “Sulla base dei riscontri effettuati sulle fatture di fornitura elettrica – dichiara l’assessore all’energia ed ambiente Antonio Zanotto – è emerso che i consumi elettrici degli impianti nei mesi successivi alla conclusione dei lavori sono diminuiti di oltre il 50% sia in termini di energia che di potenza impiegata, con punte di oltre il 60-65% in alcune arterie cittadine principali come via Archimede e via Risorgimento. Ciò conferma la ottima redditività dell’investimento effettuato e la stima sulla riduzione della spesa sui consumi energetici, che in fase progettuale era stata determinata in circa 220.000 euro annui, andrà oltre tale cifra e porterà quindi ad un cospicuo risparmio economico per le casse dell’Ente se si tiene conto anche dei ridotti oneri di manutenzione previsti per la tecnologia Led”.
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Assemblea a Ragusa di Sinistra Italiana
Sabato 9 luglio alle ore 18, presso l’Hotel Kroma in Via Carducci angolo Via Archimede a Ragusa, si terrà un’assemblea pubblica organizzata da Sinistra Italiana su “Ambiente. Lavoro. Diritti. Una buona politica è possibile”. Interverrà il senatore Francesco Campanella parlamentare di Sinistra Italiana.
Mancata nomina di Distefano a direttore del Polo museale di Ragusa, Lab 2.0 propone una raccolta firme per difendere l’archeologo ragusano
Il laboratorio politica 2.0 in merito alle nomine dei direttori dei Poli museali provinciali, con l’esclusione in provincia di Ragusa dell’archeologo Giovanni Distefano sottolinea “l’inconsistenza del ruolo dei parlamentari regionali dell’area iblea, in particolare quelli che sostengono il dannoso Governo Crocetta, perché continuano a consentire che la nostra provincia venga sistematicamente sminuita”. Lab 2.0 propone una raccolta firme per “manifestare ai vertici dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali e al presidente della Regione Siciliana che non è più possibile svendere l’avvenire della nostra terra sulle spalle di professionisti validi che meritano di essere rispettati e non offesi”.
DICHIARAZIONE DI GIOVANNI OCCHIPINTI DEL MOVIMEMTO INSIEME PER LA MANCATA NOMINA DI GIOVANNI DISTEFANO
Riceviamo e pubblichiamo “Ancora una volta la deputazione Iblea a Palermo ha mostrato la propria inconsistenza e la mancanza di autorevolezza negando, nelle recenti nomine dei dirigenti dei beni culturali, il prestigio indiscusso, la conoscenza del territorio, la capacità di relazione e manageriale del dott. Giovanni Distefano, archeologo, a responsabile del Polo Museale della provincia di Ragusa. La politica non può mortificare le vere risorse la capacità e la fantasia degli uomini di cultura liberi. Accampando la pseudo scusa di una rotazione dei dirigenti superiori dei beni culturali, il Governo Crocetta ha, di fatto, mortificato la professionalità indiscussa di Giovanni Distefano esautorandolo dal ruolo di direttore del museo di Camarina. Ci aspettavamo, in verità, una riconferma con pieno apprezzamento per il lavoro svolto dall´archeologo ragusano. Ed invece, inaspettatamente, registriamo un altro atto contro la comunità ragusana senza che i deputati della nostra provincia, sopratutto quelli che sostengono il Governatore, abbiano mosso un dito. Le regole sono chiare e se valgono devono valere per tutti. Per alcuni dirigenti regionali, forse perché solidali con la politica, non è valso il criterio della rotazione mentre per pochi altri, come per il dr. Distefano, si è fatto ricorso alla rigidità della norma. Ebbene e’ tempo di chiarezza… Come Ragusani chiediamo la revoca della nomina effettuata e il reintegro di chi, nel tempo, senza condizionamenti si è speso per fare conoscere le bellezze e la storia di Camarina. Anche il gruppo consiliare al Comune di Ragusa si associa al pensiero del leader del Movimento” Firmato Giovanni Occhipinti.
Viene da Mistretta il nuovo direttore del Polo Museale provinciale di Ragusa
“Sappiamo che in queste ore il Governo regionale ha proceduto alla nomina dei direttori di nove istituendi poli museali di Sicilia, ma per la provincia di Ragusa c’è stata una sorpresa negativa. Tanto per cambiare”. Lo dichiara il commissario provinciale di Forza Italia Ragusa, sen. Giovanni Mauro. “Il Polo museale della provincia iblea – dice Mauro – è stato affidato alla dottoressa Carmela Bonanno, proveniente dal Parco Silvo-Pastorale di Mistretta, mentre il naturale candidato a ricoprire tale ruolo, cioè l’archeologo Giovanni Distefano, già direttore del Museo Regionale di Kamarina, era stato proposto a Taormina. Incarico che, giustamente, Distefano ha rifiutato in quanto aveva scelto il Polo museale di Ragusa che comprende Kamarina, Cava d’Ispica e il Museo archeologico di Ragusa. Dico ‘giustamente’ non per correre in sua difesa, ma a tutela dell’intero patrimonio museale del nostro territorio”. “Giovanni Distefano – continua il senatore – è il più profondo conoscitore delle ricchezze archeologiche e culturali della nostra provincia, ha dimostrato negli anni di saper gestire egregiamente e con ottimi risultati tutte le strutture affidategli e ha contribuito di persona alla nascita dei parchi archeologici più importanti. Chi, meglio di lui, avrebbe potuto porsi alla guida di un polo nascente come quello ragusano, per organizzarlo con criterio fin dall’inizio? Ovviamente il dirigente di un museo di Mistretta, naturale!”. “Definire insensata questa scelta è il minimo che si possa fare – conclude Mauro – e invito l’assessore regionale ai Beni Culturali Vermiglio a ripensarci: non si può decidere di sacrificare le sorti di un territorio per obbedire a logiche di poteri e promozioni che, in questo caso come in altri, non possono portare che danni. E un invito a far sentire la propria voce lo rivolgo a tutta la classe politica ragusana, ai politici regionali e soprattutto quelli che sostengono il disastroso Governo Crocetta, perché si smetta di barattare il futuro della nostra terra nel valzer delle poltrone”.
DA POZZALLO PARTIRA’ LA FESTA NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO
Il circolo Pozzallo Democratica del Pd e i Giovani Democratici di Pozzallo esprimono la più viva soddisfazione per la scelta operata dal Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, che ha manifestato l’intenzione di aprire proprio a Pozzallo la festa nazionale dell’Unità che quest’anno, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, si svolgerà in Sicilia. “La scelta di Pozzallo indica chiaramente – dichiara Paoletta Susino, componente della Direzione regionale del PD e portavoce del circolo Pozzallo Democratica – che c’è una attenzione straordinaria del Partito Democratico e del Governo nei confronti della nostra città, patria di Giorgio La Pira, primo porto sul mediterraneo e da sempre in prima linea nella gestione dell’emergenza migratoria”.
On. Minardo su Liceo artistico Modica: 11 luglio sopralluogo all’ex ospedale S. Martino con Asp ed ex Provincia.
L’ipotesi prospettata dal deputato modicano Nino Minardo, circa l’ubicazione delle aule del Liceo Artistico Galilei-Campailla nei locali dell’ex ospedale S.Martino di Modica Alta trova una prima azione di verifica. E’ stato programmato un sopralluogo nella struttura alla presenza dell’on. Minardo, del commissario Cartabellotta e del direttore Aricò. La visita servirà a verificare la fattibilità dell’allocazione delle aule del Liceo Artistico.
GIOVANNI MOSCATO E I FRATELLI D’ITALIA
Come si fa a capire se un sindaco incarna la voglia di cambiamento, la freschezza, l’affidabilità, insomma tutto il carico emozionale e politico che il cittadino attende dai sindaci eletti dal popolo? Dagli atti amministrativi che sono azioni e strumenti di legalità, di giustizia, di trasparenza. E così andiamo a Vittoria con l’avvocato Giovanni Moscato che ha ottenuto il successo convincendo le masse della sua irrefrenabile voglia di voltare pagina senza guardare in faccia niente e nessuno. Sarebbe stato semplice dare il via al nuovo corso, bastava mettere mano al Palazzo riavviando la macchina amministrativa con la marcia giusta, ovvero nel senso imposto dalla legge che per dare vigore al significato dell’elezione diretta stabilisce che i dirigenti esterni decadano quando si insedia un nuovo sindaco. A Vittoria ce ne sono quattro di dirigenti che furono scelti da Nicosia ed ottennero contratti minimi di tre anni in cui non fu inserita, forse in un tentativo di ancorarli oltre ogni misura consentita, la clausola che ricorda la tipologia di incarichi fiduciari che si risolvono, automaticamente, con la cessazione del mandato del sindaco. Non ci sono interpretazioni che tengono: la giurisprudenza è chiara e questo principio è stato ribadito dalla Corte dei Conti e da un parere del Ministero degli Interni. E’ talmente accertata questa misura che a Torino, addirittura prima che si insediasse Chiara Appendino, tutti i dirigenti di Fassino hanno fatto gli scatoloni ed hanno tolto il disturbo. Stessa storia a Roma con la Raggi che infatti, come suo primo atto, conferisce le mansioni ai dirigenti interni. Perché Giovanni Moscato, brillante avvocato penalista, non batte un colpo in questo senso? Pare che si sia rivolto ad un notissimo amministrativista che gli ha confermato senza dubbio alcuno la decadenza automatica dei dirigenti esterni. Ed allora perché né questi tolgono il disturbo, né il neo sindaco ricorda loro di sgombrare il campo? Fra l’altro si avvierebbero subito le procedure selettive per trovare nuovi dirigenti e si metterebbe in moto un circuito di speranza lavorativa per quel mare di laureati a spasso. E’ conseguenziale un minimo di riflessione politica su questi primi giorni da sindaco di Moscato che, fra l’altro, da consigliere comunale di opposizione, si scatenò contro Nicosia considerando illegittima l’attribuzione dirigenziale al Dottore Troia che oggi fa parte di questa tutelatissima rosa di dirigenti incomprensibilmente ancora in carica. C’è poi, sull’argomento, un altro piccolo dettaglio: uno di questi dirigenti è stato condannato in primo grado con l’accusa di aver truccato un concorso pubblico al comune di Catania. Una storia più che nota che spinse i consiglieri comunali di Sel a chiedere la rimozione del dirigente condannato a due anni, appunto Salvatore Troia. Nelle more, la situazione amministrativa del Comune di Vittoria sembra illegittima e potrebbe persino comportare responsabilità sotto il profilo penale ed erariale, e ciò mentre infuria l’indagine dell’Antimafia sul voto. Brutta roba! e pensare che non serviva alcun provvedimento da parte del sindaco in quanto i dirigenti se ne dovevano andare a casa immediatamente, come a Torino, ed invece si tira innanzi come se niente fosse. Strani i i vittoriesi. Neanche Sel adesso parla; godono a tal punto della sconfitta inflitta ad Aiello – molti loro compagni hanno scelto Moscato pur di liberarsi del nemico storico – che non sentono più il richiamo dei buoni principi, rinviati a data da destinarsi. E allora, tornando a Moscato, che succede? Si cambia appena si entra a Palazzo? Si avvolge la bandiera della legalità e la si mette nello sgabuzzino dopo che è servita a fare frastuono e colore in campagna elettorale? Si vuole tranquillizzare l’apparato assumendo un atteggiamento pacificatorio – maledettamente siculo – per non disturbare gli assetti consolidati e conquistarsi simpatia trasversale? Si vuole rassicurare quella parte di elettorato vicina al cerchio dei Nicosia che ha optato al ballottaggio per Moscato? Perché far partire la sindacatura assai al ribasso, senza alcun atto che dia prova di un cambiamento sostanziale? L’ex sindaco Nicosia avrà avuto le sue ragioni di area e di tessitura di rapporti nello scegliere dirigenti che provenivano dall’amministrazione di Enzo Bianco e che a Catania avrebbero creato a quest’ultimo forte disagio alla sua immagine di caratura nazionale, ma il giovane Moscato non dovrebbe essere lindo come un pupo? Però, qualcosa sta cambiando al comune di Vittoria. Per David Stival, lo sfortunato padre del piccolo Lorys, assunto dall’ex sindaco Nicosia, la norma è scritta a lettere di fuoco, non ha eccezioni: per lui il lavoro è finito. Faceva fede la legge, in questo caso. Che dire? Per Giovanni Moscato vale dunque la sua regola, quella dei Fratelli d’Italia come nel film di Benigni e Troisi “Non ci resta che piangere”. Eh sì, Moscato ricorda la fanciulla incantata dalla passione di quella bella canzone, quella dove c’erano tanti fratelli, dove c’era l’elmo, la chioma… Ora capiamo, ma che fascista e fascista! il suo comportamento è dettato solo da un sentimento di grande fratellanza.
VITTORIA, UN VOTO DIFFICILE E CONTROVERSO
Pubblichiamo l’interessante e profonda analisi del voto scritta dall’onorevole Ciccio Aiello. “La Destra ha vinto le elezioni amministrative a Vittoria. Dal dopoguerra a oggi, non era mai accaduto. E questo risultato arriva dopo 10 anni di una amministrazione Pd, di un monocolore ininterrotto, con qualche apertura a destra e molto qualunquismo, che hanno segnato per sempre la vita della città. Uno per uno sono stati smantellati i capisaldi della vita civile e amministrativa della Città, che ne avevano prestigiosamente accompagnato lo sviluppo, in tutta la seconda metà del Novecento. Sono caduti presidi sociali importanti, servizi sociali e istituzioni pubbliche come Amiu ed Emaia, che svettavano nella realtà siciliana come conquiste della città e della Sicilia. Uno smantellamento organizzato con metodo da un gruppo di potere equivoco che ha prima occupato il Pd e poi l’intera struttura pubblica, annientando qualunque tendenza all’autonomia della società civile vittoriese, asservendo la rete informativa e alzando muri a difesa dell’azione amministrativa, in permanente conflitto con cittadini e Consiglieri comunali. Nella rossa città di Vittoria il Pd si attesta a un misero 9%. Il candidato del Pd, la Dott.ssa Lisa Pisani è stata praticamente lanciata in avanti e subito abbandonata al suo destino elettorale. Un sacrificio premeditato, che puntava a raccordare il voto Pd verso i due candidati graditi dal gruppo municipale, cioè il candidato grillino, già in comunione lavorativa con l’amministrazione comunale uscente e con l’Avv. Moscato, detto amichevolmente “ tutti fuorchè Aiello “. Sembra però che tutto questo non interessi più di tanto ai superstiti di questa disfatta, paghi come sono di avere contrastato Aiello, candidato indipendente, per sostenere invece il candidato della Destra. Hanno perso il Comune, hanno subito una disfatta elettorale ma brindano con il vittorioso candidato di Fratelli d’Italia per lo scampato pericolo di vedere Aiello di nuovo ritornare in Municipio. Ma le elezioni Vittoriesi segnano anche lo scomponimento e la sconfitta del blocco storico che aveva guidato il processo di sviluppo degli ultimi 60 anni. Il mondo contadino della grande epopea serricola è stato lentamente eroso, mortificato, annientato. Al punto che i figli rinnegano le storie dei loro padri ed esaltano persino i loro carnefici. La Cooperativa Rinascita è solo un ricordo che evoca illusioni e cedimenti, errori e insufficienze. Il suo fallimento non è stato colmato da nient’altro che dall’abbandono della stessa memoria dello spirito associazionistico che trascinò con Pietro Gentile centinaia di braccianti agricoli verso l’associazionismo. La Cooperativa rossa è finita nel tritacarne delle burocrazie scompensate che dovevano vigiliare e affiancare il camminino della struttura. E in corrispondenza negativa, sulla linea di un amaro cambiamento, nel mercato si affermavano clamorosamente pratiche commerciali illecite, con quella che grosso modo e forse impropriamente noi abbiamo chiamato e denunciato come Doppia Attività, che è semplicemente rapina, abuso continuato, tollerato, diffuso e giunto a sistema perfetto di dominio e di vanificazione di ogni legalità. La fine di ogni politica creditizia assistita dalla Regione e dallo Stato, per imposizione della normativa Ue, ha eroso la capacità di intervento di migliaia di aziende familiari e le ha consegnate alla pratica dell’usura di massa, del soccorso clandestino, della dipendenza dal soccorritore, tanto bonaccione e accattivante quanto interessato al dominio sulla produzione e sui meccanismi di vendita. In questo contesto lo scontro sui temi della legalità era inevitabile e in tal senso ho impresso una accelerazione ai temi della libertà reale dei produttori dai poteri forti del Mercato, che hanno cercato riparo sotto le ali di una Destra disponibile a cancellare qualunque dirimente in questa direzione. La qual cosa è avvenuta con l’immediata dichiarazione del nuovo sindaco che la Doppia Attività che è dentro il Mercato sarebbe lecita. Lo ha promesso e lo ha detto. Ma accanto ai Mister 10 centesimi del Mercato ortofrutticolo hanno vinto le pratiche commerciali illegali e diffuse in tutto il territorio, che disegnano un mondo chiuso, attrezzato per resistere ai controlli, che trasforma l’intera filiera in un far west di precarietà e di sopraffazioni, che lo Stato non ha nemmeno tentato di scalfire. In questa circostanza la possibile elezione di Aiello ha scatenato ondate di panico reazionario che ha introdotto nel voto la rabbia di chi si sentiva minacciato nei privilegi e nelle pratiche illegali. L’ostilità dunque tracimava dal Mercato al territorio; è su questo crinale che ho perso la campagna elettorale. Ho toccato la vittoria, l’ho sentita come possibile, solo che mi fossi acconciato a fare queste visite e a seguire questi percorsi. Ne ho avuto consapevolezza e ho scelto di andare avanti per la mia strada. Ho percepito subito pero’ che la città prendeva un altro indirizzo e che il blocco storico eroico del Novecento veniva soppiantato bruscamente dal nuovo precario mondo dei poteri forti dell’economia vittoriese. In cui io non c’ero. Ho perso dunque non solo e non tanto sul terreno di un conflitto generazionale, rispetto al quale ho toccato con mano i ritardi accumulati dalla Sinistra e dalla cultura democratica nell’approccio con le giovani generazioni, quanto sui temi della legalità, e i tempi e i ritmi della campagna elettorale mi trasformavano sempre più in astratto castigatore di una normalità comunque inaccettabile. Sono scattati i risentimenti e abbiamo dovuto assistere addirittura all’accusa di amicizie particolari con esponenti dell’Antimafia nazionale. Accuse ridicole che hanno tuttavia mi hanno costretto a resistere a velenose offensive su piani diversi. E intanto il consenso si erodeva. Anche per le frizioni interne della coalizione, per le gelosie personali, proprie di una fase debole della politica, per le centinaia richieste di lavoro non corrisposte e per le promesse mancate o per gli appetiti vari che crescevano con l’avvicinarsi al voto e alle scadenze. Le vicende della Tekra e degli appetiti che covano da anni nel sottobosco della politica vittoriese in ordine alle assunzioni di operai all’Amiu o alla Sap come alla Tekra e dell’ accaparramento di lucrosi segmenti della filiera dei rifiuti hanno catalizzato contro di me e contro la mia coalizione pressioni e risentimenti assai pesanti. Ho dovuto sostenere un vero e proprio assedio quotidiano alla correttezza del progetto amministrativo, ogni giorno di questa esasperante e difficile campagna elettorale in cui un sì equivaleva alla conquista di uno o piu’ voti, un no equivaleva invece alla perdita di intere aree di consenso. Ho trovato audience in alcuni settori della società e per alcuni versi anche nelle periferie. Ma vecchi e nuovi operatori dell’edilizia speculativa si saldavano nel nuovo patto con la Destra mentre operai e artigiani sono stati solo parzialmente partecipi e consapevoli della posta in giuoco. C’è gente oggi in Sicilia che chiede alla politica fatti, non necessariamente legittimi. E non tutti si è disponibili in questa direzione. Quanto al mondo giovanile vorrei osservare che solo un percorso di lungo tempo ci avrebbe potuto aiutare a recuperare la fragilità dei contatti episodici giocati sui temi del lavoro e delle prospettive di vita. A un certo punto viene fuori un Avviso di garanzia per voto di scambio politico-mafioso e mi ritrovo accanto nella stessa lista con gente contro cui ho combattuto per anni, ricevendone condanne per diffamazione. A 72 ore dal voto. Alla fine il voto trasversale e cieco di Pd e grillini ha fatto la differenza. Nelle ultime ore ho capito che era una babilonia difficile. E ho pensato che non potevo piu’ vincere in quelle condizioni. Anche se il 46% dei consensi e 12 mila voti sono quasi la metà dei votanti, un messaggio significativo, una consegna non eludibile, una battaglia a farsi”. Firmato Ciccio Aiello
FEDERICO PICCITTO E GLI ASESSUATI DELLA POLITICA
E’ finita malissimo la Exit Oil dei cinquestelle ragusani. Non sono riusciti ad approvare quella variante simbolica al piano regolatore che avrebbe sancito lo stop alla ricerca di petrolio nel nostro altopiano. Una batosta – dovuta ovviamente alla mancanza di una maggioranza – che rappresenta perfettamente i limiti del governo Piccitto. L’atto era forzato, pasticciato – soprattutto perché l’energia è materia di interesse strategico nazionale e quindi le battaglie ambientaliste hanno profili di testimonianza educativa in attesa che il mondo cambi verso e metta in sintonia l’uomo e il pianeta – ma era l’unica proposta di respiro alternativo al sistema messa in campo dall’amministrazione. Ha poca importanza se il punto fosse solo propaganda da portare in trionfo da Di Maio nei talk show, quel che infastidisce non è il fine non ottenuto quanto i mezzi non ricercati per ottenere il risultato. Per approvare l’atto occorreva una intesa con i pochi consiglieri progressisti liberi dai vincoli di partito, ossia Iacono, Massari, Ialacqua e la presenza totale e massiccia del gruppo cinquestelle, ed invece queste due condizioni imprescindibili per portare a casa il risultato non si sono verificate per l’incapacità del sindaco e della sua amministrazione a declinare il potere nelle tante sfumature che la politica impone. Federico Piccitto sta pagando tutti i suoi sbagli: il divorzio da Partecipiamo, l’ostinazione nel tenere in squadra Stefano Martorana, il mancato controllo del gruppo consiliare, i pietosi ingressi in giunta dei consiglieri Disca e Leggio, e soprattutto l’essersi messo nelle mani di un giovane che gli ronza sempre intorno, Davide Allocca, che funge da stratega, un tipetto che ricorda lo spietato Strelnikov, il personaggio che nel dottor Zivago, abbandonato da Lara, si getta nella rivoluzione. E sono proprio i “fondamentali“ della rivoluzione progressista che non sono percepibili; si oscilla tra il radicalismo inconcludente, come nel caso delle perforazioni, a una fede cieca nelle magnifiche sorti del neoliberismo, senza avere una visione politica complessiva che renda riconoscibili le enormi difficoltà della nostra città. Fa tristezza il trastullarsi dei cinquestelle nel miracolo turismo che ha ridotto l’amministrazione a confermare le stupidaggini del passato “settore in espansione, volano di una nuova economia” e le tante varianti di queste baggianate illusorie, senza comprendere che la soluzione turismo è solo una risposta di salvezza individuale (anche se i numeri dei soggetti che si danno da fare ad affittare e trasformare proprietà sono notevoli), o vederli privi di ogni elasticità tassare i cittadini oltre la soglia consentita di crudeltà, trasformandoli nella figura odiosa di esattori, onesti sì nell’applicare la legge, e comunque solo impeccabili esattori distanti dalla sofferenza che attanaglia la città. Ci vuole arte nell’entusiasmare il popolo, e sul petrolio i cinquestelle potevano se avessero nutrito e coltivato entusiasmo avere dalla loro parte buona parte della comunità. Si sapeva che il Pd ragusano avrebbe fatto muro contro la delibera e non solo per dovere di opposizione. C’è infatti un legame fortissimo e storico con il settore delle perforazioni dato che un uomo appartenente a quell’area, il signor Pippo Miceli, fra l’altro cognato del senatore Gianni Battaglia, è contitolare di una ditta del settore ricerca petrolifera ed ha sempre riscosso dentro il Pd, e in tutte le altre sigle sue antenate, successo e stima per le sue imprese in ambito internazionale. Un affetto fra l’altro ricambiato nelle varie campagne elettorali che hanno visto Miceli mobilitare e conquistare i suoi dipendenti – in queste ultime settimane presenti in aula – alla causa del partito. E allora con chi si doveva tessere una intesa se non con Iacono, Ialacqua, e Massari, un gruppetto assimilabile per struttura ideale? Ed invece non ce l’hanno fatta, i grillini, a trovare un accordo sia perché Iacono sfuggiva – si è preso la sua vendetta servendola, fra l’altro, come si deve, fredda – sia per l’ormai conclamata asessualità del loro agire. E’ il grande difetto dei cinquestelle, l’asessualità della politica. Non sentono alcuna pulsione in questo senso; sono pieni solo della soddisfazione del loro piatto pensiero incontaminato, non friggono mai dalla voglia di intrattenersi con il prossimo. Ci voleva un gran lavoro di corteggiamento, di pentimento, di scuse, di rielaborazione per una rinnovata maggioranza: nulla però è scattato, e con fare cocciuto sono andati con folle euforia verso il baratro. Secondo il sindaco, ed il suo consigliere che gioca a fare il generale, la disfatta era purificatrice e serve a stanare i traditori. Ed infatti c’è già stata la conferenza stampa in cui il sindaco si dichiara deluso e amareggiato per il comportamento di Iacono. Non serve a nulla purtroppo cercare colpevoli dopo che si sono inanellate figuracce ridicole, come l’appello alla popolazione per dire no a nuove trivellazioni lanciato da Brugaletta e da Spadola, con quest’ultimo che poi non si presenta in aula pare per una gita fuori porta. La caccia al nemico risulta solo una giustificazione alla propria incapacità. Piccitto cerca ora di sputtanare Iacono dicendo che si aspettava da questi maturità e linearità. Può esser perfino vero che Iacono sia politicamente un po’ infido, ma i cinquestelle di contro sono risultati troppo presuntuosi e irritanti nella loro purezza, e dunque alla fine la sberla ricevuta è il frutto di una impermeabilità del sindaco alla mediazione politica. Non si può pretendere alcunché quando non si ha la maggioranza, e Piccitto pur essendo un ottimo lottatore non riuscirà a rigirare la frittata presentando i cinquestelle come poveri incompresi. Insomma è calato il sipario sui cinquestelle di Ragusa e il sindaco dovrà decidere come sfoggiare il suo indubbio talento. Il quadro politico si delinea. Iacono si potrebbe caratterizzare come un candidato che raccoglie gli scontenti di sinistra non soddisfatti da Pd e cinquestelle. Maurizio Tumino si solidifica come il condottiero del ceto medio conservatore destrorso. Il Pd si presenterà lacerato e forte. Sonia Migliore potrebbe tentare la fortuna esibendo in chissà quale palco la piccola consigliera Emanuela Nicita sempre conciata perfetta per la ribalta. E il petrolio? Di Maio potrà sempre sostenere a gran voce che ce l’hanno messa tutta per evitare altre perforazioni. Riguardo il protagonista della partita, l’assessore Salvatore Corallo, potrà consolarsi con la pista ciclabile, ottava meraviglia, anch’essa incompresa. Peccato che è solo un segmento di felicità civica, senza circolarità: una intuizione spuntata dagli orrori e che ancora non sappiamo dove finirà.
Appello M5S: “Ragusani, ambientalisti venite in Comune oggi a sostenere la variante dell’art. 48 del Prg”
“Oggi l’Aula consiliare discuterà un atto fondamentale per lo sviluppo ed il futuro di Ragusa, la variante dell’art. 48 al Piano regolatore. Una riforma che potrà salvaguardare, qualora venisse approvata e non stravolta, le nostre zone agricole ed incentivare al contempo l’economia del territorio nel pieno rispetto delle nostre ricchezze naturali”, così dichiarano Filippo Spadola e Davide Brugaletta, consiglieri comunali dei 5 Stelle, che proseguono: “In Consiglio si giocherà una partita decisiva per Ragusa, per questo lanciamo un appello ai cittadini, ovviamente, ma anche e soprattutto a tutte quelle associazioni e movimenti che da sempre si sono battute per la tutela dell’ambiente, nonché a quelle forze politiche, presenti e no in Consiglio, affinché facciano sentire la propria voce per scongiurare qualsiasi stravolgimento dell’atto. Nell’ultima seduta del Consiglio ci è dispiaciuto non vedere nessuno di questi rappresentanti a Palazzo dell’Aquila. Il consumo del territorio, lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi e lo sviluppo di un’economia ecosostenibile riguarda tutti da vicino”.
TEMPORALE A MARINA DANNEGGIA LA PISTA CICLABILE
“Altro che bandiera Blu!!! E’ tempo di issare la bandiera Bianca”… è il sarcastico commento del gruppo consiliare Insieme dopo che “una timida pioggia estiva ha sgretolato la nuova pista ciclabile”. I consiglieri comunali di Insieme auspicano che “si ponga rimedio immediatamente a quanto registrato perché si sono già spesi oltre 300 mila euro del bilancio comunale per un opera che rappresenta certamente un segno di civiltà, e per questo va certamente apprezzata, ma che, forse, poteva essere progettata e realizzata diversamente”.
RAGUSA, VORAGINE NEL PARCHEGGIO DI CONTRADA TABUNA
“Da qualche tempo nel parcheggio di contrada Tabuna, accanto all’edificio che ospita la Questura di via Ducezio, un intero spazio è transennato dopo che l’asfalto ha ceduto forse per la presenza di una cavità sottostante”. E’ quanto sottolinea la consigliera comunale Elisa Marino secondo cui il parcheggio del sito non può essere utilizzato nella maniera migliore proprio a causa dell’impedimento in questione. “Stiamo parlando di un’area – sottolinea Marino – situata proprio in una zona nevralgica della città, accanto ad uffici pubblici e a due passi dal teatro Tenda dove, soprattutto in questo periodo, si svolgono numerosi appuntamenti legati, nella maggior parte dei casi, a spettacoli scolastici di fine stagione. Sarebbe opportuno potere fruire dei parcheggi in questione nella maniera migliore. Per questo, in attesa di comprendere che cosa sia accaduto, invito l’Amministrazione comunale a valutare se si può attivare un percorso che garantisca una soluzione adeguata e in tempi rapidi”.
ATTO AZIENDALE ASP RAGUSA – Tar respinge la domanda di sospensione del provvedimento
Il Tar di Catania ha rigettato la domanda di sospensione che il Comune di Ragusa aveva presentato avverso l’esecuzione dei provvedimenti relativi all’approvazione dell’ atto aziendale dell’Asp di Ragusa. L’organo giurisdizionale ha ritenuto, si legge nell’ordinanza, che “ad un primo esame, tipico della fase cautelare, non sembra precluso all’amministrazione regionale di modificare i propri atti di programmazione in adesione alla modulazione operata dalla competente Asp”. “Ricorreremo in appello al Consiglio di Giustizia Amministrativa per ottenere la sospensiva – afferma il sindaco Federico Piccitto –. Siamo fermamente convinti della piena validità delle nostre ragioni, ad esempio rispetto al fatto che l’assessorato regionale alla Salute della Regione siciliana non possa a monte stabilire atti d’indirizzo da far rispettare a tutte le Asp per la stesura dei piani aziendali e poi in corso d’opera ratificare deroghe. La nostra azione a difesa degli interessi dei cittadini, quindi, proseguirà senza sosta”.
Invasione di zanzare a Marina di Ragusa
Il consigliere del gruppo consiliare Insieme, Angelo La Porta, sollecitato da tantissimi residenti e villeggianti, si è fatto carico nella seduta del consiglio comunale di sottoporre la questione. “La presenza di zanzare viene registrata in quasi tutto il territorio della frazione, ma la criticità massima oltre che nelle varie contrade che si trovano a ridosso del centro urbano, viene registrata su tutta la zona fronte porto turistico, precisamente dallo Scalo Trapanese fino ad arrivare a Punta di Mola”. “Nel mio intervento chiedevo all’assessore ‘venuto dal nord’ – dice La Porta – di programmare degli interventi suppletivi di disinfestazione oltre a quelli previsti nel capitolato d’appalto, possibilmente con medicinale diverso e più proficuo di quello usato negli ultimi anni. Mi aspettavo almeno una risposta da parte dell’assessore, invece nulla di tutto ciò, solo presunzione e irresponsabilità nei propri comportamenti, comportamenti che non hanno nulla a che vedere con chi è stato chiamato ed immaginiamo pure il perché, ad amministrare la città di Ragusa. Tutti i cittadini sperano che l’amministrazione intervenga per risolvere la questione”.
La nuova Giunta municipale di Vittoria
Il neo sindaco Giovanni Moscato ha assegnato, nel corso della prima riunione di Giunta, le deleghe assessoriali, così distribuite: Andrea La Rosa, vicesindaco, Bilancio e tributi, Rapporti con il Governo e con la Regione, Programmazione e politiche comunitarie; Maria Giovanna Cosentino, Problematiche di Scoglitti, Anagrafe e Decentramento, Stato civile; Paolo Nicastro, Urbanistica e Manutenzioni, Lavori Pubblici, Ecologia; Gianluca Occhipinti, Pubblica istruzione, Servizi sociali, Tutela ambientale e animale, Rapporti con il consiglio comunale; Daniele Scrofani, Cultura, Spettacoli e Polizia municipale. Per sé il sindaco ha tenuto Agricoltura, Turismo, Sport, Personale, Sviluppo economico.
Partecipiamo Ragusa: Trivelle, cemento e i ‘primati’ delle ‘stelle’ cadenti ….
Riceviamo e pubblichiamo: “Dopo le tantissime sedute in cui è mancato il numero legale, gli attacchi oramai quotidiani di consiglieri a 5 stelle, in consiglio e commissioni, a Sindaco e giunta adesso l’amministrazione monocolore a 5 stelle, per la prima volta in questi tre anni, in due votazioni su due effettuate nella seduta di Consiglio Comunale del 21 giugno 2016 è stata sconfitta. Non erano certo votazioni fondamentali ma, politicamente rilevanti, hanno acclarato in maniera ufficiale che al Comune di Ragusa manca una maggioranza di governo e l’Amministrazione 5 stelle non ha più la maggioranza in consiglio. Siamo fortemente preoccupati di ciò a cui stiamo assistendo. Una situazione pesante, purtroppo, frutto e conseguenza delle scelte unilaterali, irresponsabili e spregiudicate dei pentastellati che abbiamo avuto modo di stigmatizzare nei mesi scorsi. Scelte per le quali non abbiamo mai visto alcun segno di ravvedimento. L’atto relativo all’art. 48 delle N.t.a. del Prg vigente è arrivato tardi e male in Consiglio Comunale attraverso una delibera di revoca della deliberazione di giunta precedente ed avendo a riferimento, nella parte motiva dell’atto amministrativo, il piano paesaggistico adottato 5 anni fa e non quello approvato un mese fa che è ben diverso. Gli errori sono stati talmente marchiani che trattandosi di urbanistica e di governo del territorio dove Ragusa vanta ‘primati’ speculativi da record mondiali, dare la giusta attenzione ai ‘numeri’ ai ‘limiti’ , ai punti e alle virgole soprattutto nelle modifiche sostanziali introdotte ‘notte tempo’ è assolutamente opportuno come doveroso è specificare, attraverso la deliberazione di consiglio comunale, presto e bene e senza interpretazioni di sorta le prescrizioni e la regolamentazione, in termini attuativi, del piano paesaggistico sul piano regolatore generale. Per il resto sottolineiamo che le idee sull’intera questione non solo le abbiamo chiare e convinte ma anche datate perché siamo stati i protagonisti, pressoché soli ed isolati, che abbiamo sostenuto a spada tratta, contro tutto e contro tutti, il Piano Paesaggistico della provincia di Ragusa di cui ne rivendichiamo la forza innovativa a difesa del patrimonio territoriale, tutte le ragioni e tutte le motivazioni e quindi la propaganda, diretta e per tramite, sugli atti, purtroppo quasi mai corretti, e le millanterie le lasciamo a chi sta dimostrando di farne largo uso ed abuso”! Firmato Mirella Castro e Giovanni Iacono (gruppo consiliare Partecipiamo)
Ragusa, maggioranza consiliare battuta in aula
Il gruppo consiliare Insieme esprime “totale disappunto per l’atteggiamento di arroganza mostrato dal Movimento 5 Stelle in merito alla variante all’art. 48 delle Nta del Piano Regolatore Generale”. “Ciascuno di noi consiglieri dell’opposizione, – proseguono Maurizio Tumino, Giuseppe Lodestro, Giorgio Mirabella, Elisa Marino e Angelo Laporta – avendo come principale prerogativa quella di offrire alla città uno strumento di pianificazione moderno in linea con la tutela del paesaggio, ha rassegnato all’aula una serie di suggerimenti con l’intento di perfezionare un atto presentato dall’amministrazione che appariva lacunoso e per certi versi pasticciato. Anziché apprezzare lo spirito costruttivo dell’opposizione, il M5S ha preferito chiudersi in un isolato silenzio chiedendo solamente di andare avanti senza, però, addurre buone ragioni”. Al gruppo consiliare Insieme “interessa regolamentare la materia delle edificazioni in verde agricolo e quella inerente la possibilità di procedere a nuove attività estrattive in verde agricolo senza particolarismi nell’interesse generale di una comunità che vuole svilupparsi in maniera eco sostenibile”.
Estrazioni petrolifere a Ragusa – Consiglieri comunali chiedono al Sindaco di correggere la variante all’art.48
I gruppi consiliari Insieme, Partecipiamo, Citta’, Pd, Lab 2.0, Movimento Civico Ibleo tenuto conto che “lunedi’ in seduta d’aula è emerso che la delibera di Giunta Municipale inerente la variante all’art.48 del Piano Regolatore generale conteneva una serie di refusi nonché un richiamo nella parte delle motivazioni già superato dall’approvazione del Piano paesaggistico della Provincia di Ragusa e prescrizioni generalizzate a nuove attività estrattive nel territorio comunale in contrasto con la vigente normativa e passibili di inevitabile contenzioso a danno del Comune”, invitano il Sindaco Piccitto a ritirare il provvedimento e a riformularlo, nel più breve tempo possibile, correggendolo nelle parti superate ed adeguandolo ai disposti normativi di settore.
Ragusa approva la clausola sociale negli appalti pubblici
Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’atto di indirizzo, avente come primo firmatario Filippo Spadola, su “La tutela occupazionale del personale impiegato nelle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici banditi dal Comune di Ragusa”. Con l’approvazione di questo atto si impegna l’Amministrazione ad inserire, ove possibile, nei bandi e nelle gare d’appalto, una clausola sociale a tutela dei lavoratori che dovranno essere assunti dalla ditta subentrante ed aggiudicataria dell’appalto. “La gestazione di questo atto di indirizzo – ricorda il consigliere dei 5 Stelle, Filippo Spadola – è stata lunga ed alquanto travagliata, sono passati circa otto mesi da quella Commissione Trasparenza, durante la quale apparve ovvio il fatto che bisognasse uniformare le clausole occupazionali a tutela della continuità del rapporto di lavoro. Un preciso impegno che oggi questo Comune prende con i suoi cittadini, un impegno che, però, dovrà necessariamente relazionarsi con la legislazione nazionale ed europea che, come tutti sanno, è sovraordinata ai regolamenti comunali, nonostante le dichiarazioni fuorvianti ed erronee di alcuni consiglieri d’opposizione, che fanno finta di non sapere. Questo atto – spiega Spadola – cerca di arginare gli effetti di una crisi economica devastante, che ha fatto registrare in questi anni, da un lato, un aumento esponenziale del numero degli inoccupati, mentre dall’altro lato è stata la causa dei pesantissimi tagli ai trasferimenti delle risorse economiche, da parte di Stato e Regione, agli enti locali, tagli che hanno determinato l’aumento della tassazione locale”.