Il segretario del Partito Democratico di Ragusa, Giuseppe Calabrese, replica alle accuse provenienti da uno dei rappresentanti del partito. “Io ho convocato il coordinamento per discutere la linea politica – dice Calabrese riferendosi a Battaglia – e lui accampa una scusa per non partecipare asserendo il falso, cioè che noi l’abbiamo già decisa. il Pd di Ragusa si muove all’interno del centrosinistra regionale e certo non andiamo a stringere accordi con il centrodestra. Aggiungo che non accettiamo lezioni di moralità politica di appartenenza da parte di chi non le ha manifestate in passato e tuttora non le dimostra. Rispettiamo la figura di Battaglia – ha detto ancora Calabrese – ma forse è arrivato il momento di finirla. E’ lui ad avere spaccato in due il Pd a due mesi dal voto amministrativo, dando l’idea che in città c’erano due Pd – prosegue Calabrese -. Battaglia faccia il dirigente del partito, provi a condizionare le scelte interne negli organismi preposti e alla fine, se non dovesse prevalere la sua linea, si adegui democraticamente, con i suoi amici, alle scelte della maggioranza come del resto faceva lui in passato nei confronti delle minoranze dei Ds. Se non dovesse accettare queste regole democratiche, può sempre compiere altre scelte. Lavoreremo per il bene della città per la creazione di un progetto progressista e moderato alternativo, come sempre, alla destra liberista e conservatrice. Se Battaglia ha la forza politica – ha dichiarato ancora Calabrese -, la smetta di chiedere le mie dimissioni e mi sfiduci. Ribadisco che il Pd non si è ancora schierato, lunedì prossimo ha rinnovato il suo coordinamento per decidere con chi allearsi. L’auspicio è che la si smetta di dire falsità e si lavori per portare il Pd al governo della città”.
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UN 25 APRILE DI DISFATTA PER IL PD RAGUSANO
Vanno con Cosentini quelli del Pd, a meno che scatti la ribellione dentro il partito. Lo ha voluto il segretario Peppe Calabrese che ha scelto la via della possibile – non certa – sopravvivenza politica personale consegnandosi a Nello Dipasquale umiliando il partito e piantando in asso l’elettorato. La festa della liberazione e della rinascita – il 25 Aprile – si trasforma nella data più nera della storia della sinistra ragusana. L’accordo, qualsiasi esso sia, – non conta alcunchè persino la vicesindacatura – è l’ingresso in un incubo che suscita vergogna e orrore, e la sventolata imposizione dall’alto – la maggioranza che regge Crocetta – non consola, né giustifica l’adesione del partito democratico a Cosentini. La resa – che ben si coniuga al clima confuso, spossato, avvelenato, che attraversa il Pd nazionale – la si vorrebbe far passare come una canalizzazione naturale verso il nuovo e forte alleato – l’ex sindaco transitato a sinistra – ma sono troppe le ragioni politiche che invece la riportano a quella dimensione di capitolazione. Cosa non funziona in questa adesione? Praticamente tutto. C’era solo una via per far digerire malamente il patto, le primarie, ed una volta escluso questo confronto perché Cosentini continuava a rivendicare la sua estraneità al centrosinistra, il partito democratico doveva prendere atto del permanere di quell’ambiguità vantata e offrirsi all’elettorato con la dignità della sua identità. Si dirà: quale, considerato lo sfacelo di questi giorni? La crisi del partito era ed è un’occasione per cercare o ritrovare una identità che, in verità, a Ragusa, era già nettissima nella contrapposizione all’affarismo e al conservatorismo della destra facilmente traducibile nella formula “alternativa democratica”. Non è stata risvegliata questa verità, né i padri nobili del partito, ad esempio un Giorgio Chesssari, hanno sentito il bisogno di chiamare i compagni all’analisi evitando l’impazzimento. Peppe Calabrese che è stato un magnifico consigliere d’opposizione in tempi assai difficili, non è in stato in grado di reggere le tante difficoltà del presente. La spaccatura interna con Battaglia – che ha fatto di tutto per screditarlo – divenuta faida, lo ha chiuso nel fortino della sua segreteria e da questo arroccamento – utile forse quando ci si conta a maggioranza e tuttavia privo del lungo respiro necessario a trattare alleanze da campagna elettorale – è uscito stremato e con le braccia alzate insieme al suo partito. Calabrese ha scartato con un fare a volte sprezzante – forte della sua superiorità numerica – due possibilità di alleanza, quella con Iacono e Sel, e quella con Emanuele Occhipinti offerta dalla parte centrista del suo partito e poi sposata da Megafono. Entrambe apparivano ed erano deboli rispetto alla macchina da guerra di Cosentini. Calabrese ha ripetuto convintamente in queste ultime settimane che la sua mèta non era la testimonianza bensì il governo di Ragusa e che non voleva trascinare il suo partito in una avventura perdente. Nessuno mette in dubbio che questa finalità sia un diritto, quel che non funziona è lo spappolamento del partito, il crollo di immagine, il non avere avuto la volontà e la capacità di affrontare l’insieme dei nodi. Andiamo quindi per sintesi tralasciando i tanti errori relazionali da parte delle liste civiche a sinistra del Pd che hanno ulteriormente irrigidito Calabrese e che comunque erano materia superabile, e puntiamo al dilemma che ha sconquassato l’anima e l’azione politica del segretario del Pd e del resto della dirigenza. Il nodo è il rinnovamento, quello strisciante o palese e soprattutto convertibile in voti, un sentimento che pervade l’intero Paese e Ragusa, come certificato da quel 40 per cento ottenuto dai 5 stelle alle politiche. L’altro nodo ovviamente è comune a tutto il Pd ed è l’orientamento incerto e ondivago fra socialdemocrazia e liberismo. Sono grandi temi, si dirà, mentre qui c’è l’urgenza delle amministrative. E’ vero, ma per il Pd la questione è vitale di questi tempi e deve attraversare ogni azione, ogni pensiero, ogni condotta, trascurare ancora quei nodi significa rassegnarsi all’estinzione o non essere all’altezza di un ruolo politico. Ebbene, il Pd nel suo segretario non ha puntato né creduto in questo ribollio sociale ed è rimasto come un mulo fisso a guardare terrorizzato le liste, gli acchiappamenti, gli annunci mirabolanti, insomma tutto il solido sistema di potere diretto da Dipasquale. Anche il Pdl, del resto, che si è sentito soffiar via questa organizzazione di consenso clientelare è rimasto paralizzato – da qui i tentativi maldestri di rincorsa per recuperare e spartirsi come sino a qualche mese fa, il bottino ora rubato – ; c’è però una differenza: il Pdl non vuole migliorare il mondo, esiste per garantire ricchezze e ingiustizie, e dunque il desiderio di cambiamento non interessa questo partito. La colpa di Peppe Calabrese è non avere avuto il coraggio ideale di prendere il suo partito e di portarlo dalla parte opposta di Nello Dipasquale e Cosentini. Ha optato per l’inganno proposto da Dipasquale e avallato da Crocetta in cui tutto viene scarnificato, minimizzato, ridotto a essenziale posizionamento in scacchiera. Ha preso atto del passaggio di Dipasquale a sinistra, si è tirato due conti sul vantaggio di stare, comunque vada a finire, nello schieramento ortodosso, e si è trascinato al riparo, sfuggendo ai venti delle novità e raggiungendo la zona protetta, appiattendosi sulla Ragusa che è vero non cambia mai ma che a differenza del passato avrà un governatore di Sicilia conscio dell’obbedienza del Pd ragusano. Non si può parlare di accordo con Nello Dipasquale, Calabrese si è proprio rifugiato da lui, gettandosi ai piedi di Giovanni Cosentini. Il segretario del Pd non è riuscito a tessere una tela di idee semplici per spazzare il vecchio – bastava poco per agguantare con morbidezza la città del cambiamento – ed è precipitato in una spirale di convenienze estreme, e colto da febbre cerebrale si è buttato incontro all’uomo nero, il cavaliere Dipasquale che con la lancia lo sollevava da terra. E’un salvataggio o un suicidio? Dipasquale è diventato lo scudo di Calabrese, perché questi ha deciso che se proprio si deve morire è meglio accada in compagnia del nemico, lo stesso che lo può rianimare se arrivano insieme al ballottaggio. E’ questo l’orizzonte del Pd, morire di tattica? Cosa serve al Pd riconoscere come leader Giovanni Cosentini? Condizionarlo nel governo, dice Calabrese. Sembra un’autoassoluzione più che un progetto. Nel frattempo prima del governo c’è la tenuta del partito e la visione di città. Nello Dipasquale non è il male assoluto, non è il diavolo, è solo uno che ha devastato la città nella sua fisicità, moralità e politica. Non è il diavolo, è solo un ragazzo furbo che ha trafficato talmente bene da diventare deputato; non c’è però nemmeno una sola frase, un solo gesto, che lo raffiguri come uomo della sinistra, non è portatore di alcun valore di svolta e di sogno, e la fedeltà a Crocetta vale quanto la capacità di un venditore di tappeti ad agganciare il cliente al gran Bazar. Il Pd ragusano si è incamminato in una lunga marcia di sconfitta, e probabilmente perderà voti. Quelle scene romane di tessere stracciate anticipano il disagio della sinistra ragusana storicamente legata al Pd e prima al Pci. L’amarezza che la sinistra ragusana prova in queste ore non è per il trionfo di Cosentini che aggiunge sigle, – per fortuna la simpatia che suscita questo candidato nell’elettorato è molto più limitata di quel che percepiscono gli apparati di partito – ma è la constatazione che il rinnovamento è cosa lontana assai, prevale ancora la stasi. Cosa ci salverà? I cinque stelle canteranno vittoria per l’inciucio. Riusciranno a diventare la prospettiva del cambiamento?
ELEZIONI RAGUSANE IL SECONDO CIRCOLO PD: NO ALL’INCIUCIO
I componenti del secondo circolo del Pd di Ragusa, quello creato da Gianni Battaglia, a seguito delle voci diffuse in città riguardo contatti ed incontri che avrebbero già determinato la chiusura di un accordo tra il movimento Territorio e una parte del Pd in vista delle prossime elezioni, intervengono con durezza. “A Consiglio Comunale ormai sostanzialmente chiuso, e senza alcuna esigenza politica, il gruppo consiliare di Territorio confluisce in quello di Megafono, quasi ad agevolare una incomprensibile alleanza tra forze consiliari che fino ad oggi si contrapponevano tra maggioranza ed opposizione. Ove fosse fondata la notizia non ha alcun senso – scrive il secondo circolo del Pd – convocare organi decisionali del partito al solo fine di far ratificare una scelta politica concordata in sedi diverse da quelle statutarie e di predisporre liste dei candidati senza la condivisione della linea di fondo del Partito, anche mediante il voto di coloro che degli stessi organismi non fanno parte, il tutto con l’unico risultato di ledere irrimediabilmente l’immagine del Partito stesso. Al netto di tutto questo, riteniamo offensivo – scrive il secondo circolo del Pd – sia nei confronti degli iscritti e degli elettori del Pd, sia nei confronti della stessa cittadinanza, il continuare a far dipendere tali scelte da fantomatiche decisioni o pressioni da parte di organismi regionali. Le recenti e ripetute inversioni di linea politica del Pd lasciano sinceramente esterrefatti. Si sta offrendo agli iscritti e alla città l’immagine di una politica priva di valori e di punti di riferimento, improvvisata e mutevole. Una politica ora eterodiretta, ora ispirata a rigidità di posizioni. L’assenza – scrive il secondo circolo del Pd – di un chiaro e coerente ancoraggio alla costruzione di una coalizione che raggruppasse tutte le forze politiche, i soggetti e le sensibilità che intendono proporsi in discontinuità con la precedente amministrazione ha determinato l’isolamento del Pd di Ragusa. Non si può condividere un’impostazione che è perdente e che relega il Pd ad un ruolo ininfluente e subalterno”. Il secondo circolo del Pd attribuisce la responsabilità della situazione al segretario del partito e conclude la nota dichiarando: “Per queste ragioni si invita la segreteria cittadina del Pd a non svendere e umiliare l’immagine di tutto il Partito Democratico e ad evitare salti nel buio o rese alla continuità politico-amministrativa rappresentata dal candidato di Territorio e dalle liste del centro destra e ad offrire invece ai nostri concittadini un’alternativa democratica convincente e soprattutto coerente”. Il secondo circolo del Pd non farà parte della lista in caso di convergenza su Cosentini.
Convegno sulla raccolta differenziata, il Movimento Città presenta l’esempio di Ponte nelle Alpi
“Responsabilità è pensare lontano”. Così si è espresso Ezio Orzes introducendo il convegno-dibattito organizzato dal Movimento Città Ragusa sul tema”Rifiuti e Responsabilità: un mondo migliore inizia a casa mia”. Orzes ha spiegato come “la partecipazione e il coinvolgimento civico, guidati saggiamente da persone fattive, riescono a produrre risultati tutt’altro che utopici. E in tempi relativamente brevi”. L’esempio portato a Ragusa è quello di Ponte nelle Alpi, piccolo comune della provincia di Belluno di cui Orzes, a capo di un movimento civico, è assessore all’Ambiente: dopo i primi 5 mesi di sperimentazione, la raccolta differenziata toccava già quota 80% (oggi è al 90%) e si passava da 385 kg di rifiuti procapite ai 30 kg di oggi. “I cittadini – spiega il movimento Città – hanno recepito con velocità impressionante, che dotarsi di una gestione di rifiuti porta a porta, rappresenta la più efficace opportunità di coniugare tutela ambientale (e di salute) e risparmio economico. Avvalendosi – continua il Movimento Città – anche di input e suggerimenti degli stessi cittadini si è riusciti a mentre a punto un sistema che consente efficiente recupero di materiali di rifiuto, abbattimento dei costi di conferimento in discarica e risparmi in bolletta per tutti”. Ponte nelle Alpi è stato premiato più volte come il Comune più “riciclone” d’Italia. Carmelo Ialacqua, moderatore del convegno, ha spiegato come Ragusa potrebbe seguire le orme del piccolo Comune in provincia di Belluno, aumentando notevolmente la propria percentuale di rifiuti differenziati e riciclati.
TRAVASO DA TERRITORIO A MEGAFONO
Che serve attribuirsi sigle vuote? La presa di Megafono tesa a sfoggiare contiguità e unione con Crocetta ha costretto Nello Dipasquale a riempire di una qualche concretezza (non parliamo di idealità di sinistra, sarebbe osceno quando gli uomini in campo sono, fra gli altri, Mario Chiavola e Sasà Cintolo) il simbolo. E così spunta la versione ragusana della tromba, una trasfusione corporea per dare vita alla lista. Aderiscono al Megafono 9 consiglieri comunali: oltre i due su citati, abbiamo Giuseppe Di Noia, Titì La Rosa, Emanuele Distefano, Mario Galfo, Massimo Occhipinti, Giorgio Firrincieli, Vincenzo Licitra. Simpaticamente un ex dirigente di Megafono andato via per incompatibilità con il vissuto politico di Cosentini e la sua formazione cuffariana ha paragonato il travaso dei 9 ai cannoni di Mussolini, sempre gli stessi che giravano per il Paese, spostati per ammaliare le masse. Crocetta però sarà contento. Non va per il sottile – l’abbiamo ammirato quando si incaponì nel prendersi Dipasquale – e soprattutto cambia posizione alla velocità del suono. Come hanno riferito grandi cronisti è stato il vero mattatore della tre giorni drammatica vissuta a Montecitorio: garrulo e giulivo, non capiva – o se ne sbatteva – del fatto che il suo partito si stava disfacendo. Nella prima intervista era eccitatissimo nel dare il “colpo” ai grillini che – testualmente – “avevano tirato troppo la corda” ossia era soddisfatto della scelta Marini; poi quando non è andata in porto quell’operazione è passato dalle larghe intese alla sinistra versione giovane turco dicendo che non si era capita la necessità del cambiamento. Il giorno appresso quando è stato silurato Prodi segnalava i traditori, e ridacchiando (il momento era terribile per tutta la sinistra italiana, e Crocetta, comunque, manteneva, beato lui, la forza di scherzare) faceva intendere che erano stati i renziani e i dalemiani. L’indomani mattina – sempre Crocetta – era in prima fila a pregare Napolitano a rimanere invocando l’urgenza dell’accordo con il Pdl, ipotesi fra l’altro oggetto, in aula, di un cordiale scambio di battute sulla situazione siciliana con lo stesso Berlusconi. Ora chissà per chi è, e con chi è il nostro Crocetta. Si butta su Amato, su Letta, dichiara che Renzi va benissimo? Vedremo. Considerate queste capacità di adattamento, crediamo che il governatore di Sicilia sia di bocca buona, gli va bene tutto e quindi anche il nuovo Megafono ragusano. D’altronde che ci si può dire a Titì La Rosa? Sembra nato per fare la rivoluzione.
SANTA CROCE CAMERINA, GAETANO FARINA E’ IL COORDINATORE DEL PD
Un rapporto diretto con la cittadinanza ed il partito; uno sportello d’ascolto per raccogliere le istanze della comunità di Santa Croce Camerina. Queste le direttive del neo coordinatore del Partito Democratico, Gaetano Farina, 54 anni, medico veterinario, che avrà il compito di traghettare i democratici verso il congresso nazionale. Un incarico prestigioso per il dottore Farina che prosegue l’attività politica che ha svolto, da coordinatore, dopo le dimissioni di Franca Iurato, che è stata eletta sindaco di Santa Croce. Il coordinamento cittadino ha eletto anche Salvuccio Mandarà tesoriere del Pd. “Vogliamo consolidare i rapporti tra l’amministrazione e il partito – spiega il neo segretario Farina – e rilanciare l’attività di governo su alcuni punti fondamentali. Il nostro compito è di avere un rapporto diretto, leale, con i nostri concittadini ha detto ancora il dr. Farina – e ascoltare quali sono le loro richieste”. Uno sportello d’ascolto per raccogliere proposte, idee, progetti, ed anche lamentele. “Il confronto con l’opinione pubblica è di fondamentale importanza – aggiunge Farina -. Interrogheremo l’amministrazione sul lavoro svolto fino ad ora. Un question time per essere propositivi e da stimolo”.
Incontro tra PD e Megafono a Comiso
Il partito democratico di Comiso e i vertici provinciali della lista Il Megafono, hanno avuto un incontro dal quale è emersa la volontà da parte di quest’ultima di collaborare per la definizione del percorso programmatico a sostegno della candidatura di Filippo Spataro. La responsabile del movimento di Crocetta, Concetta Fiore, ha confermato al segretario del Pd Gigi Bellassai e al Presidente Fabio Fianchino che Megafono sarà presente alle amministrative con una propria lista all’interno della coalizione di centrosinistra. Nei prossimi giorni – hanno spiegato Bellassai e Fianchino – si svolgeranno incontri con i partiti e i movimenti che sostengono Spataro, per definire gli aspetti programmatici e organizzativi della coalizione che si propone come alternativa ad Alfano nel governo della città.
Proposta di legge di Nino Minardo a favore dell’imprenditoria giovanile in agricoltura
E’ quella presentata dall’on. Nino Minardo vista la necessità di sostenere la ricrescita, investendo principalmente sui giovani e su un settore peculiare della nostra economia quale l’agricoltura. Tra i nove articoli che disciplinano il ddl, il primo definisce le caratteristiche dei soggetti che possono accedere ai benefici, tra questi il principale è il limite d’età che si è ritenuto fissarlo a 40 anni; per questi soggetti si prevedono misure di supporto e sostegno attraverso un regime fiscale agevolato e ridotto. Importante l’articolo 6 della proposta di legge che prospetta la possibilità di sfruttare una risorsa dello Stato che, ad oggi, sembra sottovalutata, ovvero quella dei terreni agricoli demaniali.
Il Maestro Giovanni Arestia ci ripensa: nessuna consulenza
Nè con Giovanni Cosentini, nè con Ciccio Barone. Aveva accettato di offrire la sua collaborazione nel campo musicale e dei servizi sociali a due antagonisti della prossima campagna elettorale. Ora rendendosi conto di essere stato tirato per la giacchetta e di avere risposto con candore al doppio invito inconciliabile ha scelto di tirarsi indietro. Scrive Arestia: “La mia naturale predisposizione alla collaborazione con chiunque me ne faccia richiesta fa parte del mio Dna. In politica però una disponibilità viene interpretata in maniera diversa da come la posso vedere io. Poichè lo statuto sociale dell’ente (Unione italiana ciechi, ndr) che mi onoro di rappresentare esige – scrive il Maestro Giovanni Arestia – che mi dedichi a tempo pieno alla attività istituzionale di presidente, non mi resta che porgere le doverose scuse per gli inconvenienti da me involontariamente causati ai due amici candidati a sindaco. Sono certo – conclude il Maestro Giovanni Arestia – che il territorio offre ampia possibilità di scelta per quanto riguarda gli esperti sia in campo musicale che in quello della solidarietà sociale”.
Elezioni amministrative a Ragusa Calabrese (Pd): “Siamo disponibili ad allearci con tutti i partiti e le liste civiche di centrosinistra sulla base di linee programmatiche vicine ai nostri ideali”
“Il Partito Democratico di Ragusa ha tentato ogni strada possibile per arrivare a potere contare su un centrosinistra unito con un programma condiviso. E tutto ciò nonostante la difficoltà che abbiamo avuto a chiudere accordi considerata la presenza interna di chi ha cercato di remare contro”. A scriverlo in una nota inviata alla stampa è la segreteria cittadina del Pd di Ragusa. “Tutte le forze politiche con cui ci siamo confrontati, però – ha scritto ancora la segreteria del Pd -, hanno già in campo candidati a sindaco preventivamente stabiliti e nessuno è disponibile a compiere passi indietro per tentare la sintesi su un candidato unitario. Il Pd, nonostante oggi rappresenti il partito di riferimento del centrosinistra, non ha alcun candidato in campo. Bensì ha solo individuato un candidato nel segretario cittadino Giuseppe Calabrese il quale, con responsabilità, non ha mai sciolto la riserva favorendo, in questo modo, la ricerca di una sintesi”, conclude la segreteria cittadina del Pd. “Ritengo che se Gianni Iacono e gli altri ambiscono a creare una coalizione di centrosinistra – dice Calabrese – dovrebbero compiere un passo indietro. Per quanto mi riguarda, sono disposto a ritirarmi dall’agone delle candidature senza alcun problema. Ma è chiaro che si rende necessario un candidato che unisca. Ritengo che la politica sia da fare e da portare avanti sui programmi e non certo sui pregiudizi nei confronti di questo o quello. Escludiamo – ha detto ancora Calabrese – in modo perentorio qualsiasi alleanza con il centrodestra e siamo disponibili ad allearci con tutti i partiti e le liste civiche di centrosinistra sulla base di linee programmatiche vicine ai nostri ideali politici. Stiamo parlando di – ha detto ancora Calabrese -: tutela del territorio, lotta agli sprechi, tutela delle fasce deboli, acqua pubblica, riduzione dei costi della politica e via dicendo. Serve governare assieme e cacciare lo spettro dell’antipolitica di Grillo. Non ho intravisto da parte dei candidati già scesi in campo la volontà di compiere passi indietro rispetto a quanto da me segnalato. Spero che qualcosa possa cambiare. E soprattutto che, anziché lanciare slogan elettorali in maniera pubblica sotto forma di appelli, sarebbe forse meglio organizzare incontri come quello promosso dal Pd la scorsa settimana – ha detto ancora Calabrese -. Almeno se l’obiettivo reale è quello della ricerca di una coalizione unita”.
Elezioni ragusane, Iacono chiama il Pd alla convergenza
Giovanni Iacono, candidato a sindaco del Polo Civico riformista e di Cittadinanza, in merito al confronto in atto nel Pd e con il Pd ha dichiarato: “Condivido l’appello di Sel al Pd e, anche in questo momento difficile e per certi versi drammatico per il Partito Democratico, ho rispetto per il loro travaglio interno e per i tanti elettori che, mossi da ideali comuni, hanno a cuore il bene comune e sostengono il Pd. Le convergenze programmatiche che abbiamo debbono indurre, responsabilmente, – scrive Giovanni Iacono – il Pd ad imboccare, senza esitazioni, la via coerente ed unitaria con le altre forze di centrosinistra con un sindaco unitario ed un progetto alternativo rispetto a chi ha governato fino ad oggi Ragusa. Il tempo è già trascorso; si lascino i diktat palermitani o da salottino privato, tesi a favorire interessi particolaristici e si imbocchi – conclude Giovanni Iacono rivolgendosi al partito democratico – la via della coerenza”.
A COMISO TERRITORIO VA CON IL PD
Il movimento Territorio ha deciso ufficialmente di appoggiare la candidatura a sindaco di Filippo Spataro. Nel pomeriggio di domenica una delegazione del Pd assieme a Filippo Spataro, ha incontrato l’onorevole Nello Dipasquale per Territorio, accompagnato da Salvatore Cavalieri e Gaetano Cottonaro, consiglieri comunali di Territorio, Vittorio Ragusa, presidente, Giovanni Distefano, segretario, e Pietro Bella segretario organizzativo. Le parti hanno lungamente ed approfonditamente discusso sulle linee programmatiche risultate in totale condivisione. Da oggi quindi si aggiunge anche il movimento di Nello Dipasquale alla coalizione che include già l’Udc, i Socialisti, Progresso Sud, Ips ed altre liste civiche.
Speranze per il Corfilac
Il centro di eccellenza riconosciuto tale a livello internazionale, il Corfilac, viene promosso dalla Terza commissione all’Ars con il ripristino dei fondi in Bilancio che erano stati più che dimezzati. Ne danno notizia Giorgio Assenza, Salvino Caputo e Vincenzo Vinciullo. “Ora – specifica Giorgio Assenza – dobbiamo difendere questa giusta linea in commissione Bilancio. Il taglio metterebbe a repentaglio il consorzio di ricerca sulla filiera lattierocasearia con sede a Ragusa, con grave nocumento all’economia della stessa nostra Isola ma anche all’immagine positiva che il Corfilac contribuisce a diffondere nel mondo. Il nostro emendamento per il salvataggio del Corfilac – conclude Assenza – è stato fatto proprio dalla Commissione Terza, che ne ha riconosciuto in pieno la valenza, e la cosa ci incoraggia per un positivo finale della vicenda”.
Claudio La Mattina si autosospende dall’incarico di coordinatore del Megafono
“Il silenzio assordante del leader Rosario Crocetta sulla questione Ragusa, nonostante sia stato dal sottoscritto e da altri autorevoli esponenti invitato ad esprimersi, mi porta a trarre – forzatamente – delle conclusioni. La mia autosospensione dal ruolo di coordinatore provinciale e dal movimento Megafono che ho contribuito a far crescere l’estate scorsa quando c’era da lanciare la candidatura a governatore del nostro leader, è nell’ordine dei fatti. Non sono abituato – scrive Claudio La Mattina – a stare in mezzo al guado e ritengo fondamentale in politica l’interlocuzione e il confronto, ma soprattutto la coerenza. La politica dei due forni non mi appartiene e non dovrebbe appartenere nemmeno al Movimento Megafono. Il silenzio, le tergiversazioni, gli opportunismi, le prevaricazioni arroganti, non fanno parte del mio Dna politico, pertanto, – scrive Claudio La Mattina – mi tiro fuori da questa situazione imbarazzante che la dirigenza regionale del movimento Il Megafono non sono stati capaci di governare”.
COSENTINI, BARONE E IL CONSULENTE CIECO
Ogni campagna elettorale di paese è piena di goffaggini e ridicolaggini perché la condizione di prossimità fra elettori e competitori non lascia margini all’ignoto e amplifica gli errori e le stonature. La foto ritoccata, lo slogan inappropriato ad una specifica storia personale, l’intervista che rivela strutture linguistiche penose, suscitano il dileggio e motivano lo sdegnoso e generalizzato disprezzo di chi con intima convinzione di superiorità non si espone mai, di chi sta a guardare e non si contamina. C’è però un signore, un maestro di musica, Arestia, persona squisita, che ha deciso di cambiare sonata. C’è andato Cosentini e gli ha dato il suo sì per divenire consulente in campo musicale; all’indomani c’è andato Barone e gli ha detto sì per una futura consulenza in campo sociale. Entrambi i candidati hanno emesso comunicati stampa trionfali annunciando di avere conquistato dalla loro parte il maestro Arestia. Cosa significa questo doppio sì a due candidati diversi? Forse che Arestia non sa che Barone e Cosentini sono antagonisti? Lo sa eccome, ma vivendo in quella condizione estrema di cecità dove si è costretti a vedere con l’anima, ha preferito capovolgere la situazione, farsi fotografare con entrambi i proponenti, ridurre la consulenza – musicale o sociale che sia – ad un suono vuoto, farsi complice e protagonista della farsa e consegnarla ai ragusani. Da cieco aveva visto così bene a cosa si riduce il potere perduto da scegliere la strada più morbida: assecondare qualla brama di accapparramento di pezzi di società, farsi arrendevole, accettare ogni proposta. E’ un giudizio ancora più tagliente dello sfottò del bar. Alla fine Arestia dopo che Cosentini e Barone avevano ufficializzato la consulenza, si è scusato confermando – riguardo a Barone – di mettersi a disposizione per tutti i problemi della sfera del sociale, e confermando – stavolta a Cosentini – il sostegno per progetti destinati a rilanciare il mondo della musica. Non è il doppio forno, bensì la doppia sonata.
SEMINARIO SU CRISI E POLITICA
I candidati Movimento 5 Stelle si presentano alla città di Ragusa
Venerdì 19 aprile presso la Camera di Commercio di Ragusa, alle 17,30, avrà luogo “Incontro pubblico… partecipare per scegliere” alla presenza di tutti coloro i quali hanno dato la disponibilità a far parte della squadra assessoriale per il Movimento 5 Stelle a Ragusa. Un’occasione per la cittadinanza, durante la quale i cittadini possono sottoporre delle domande ai candidati assessori al fine di accertare ulteriormente le competenze dichiarate, la condivisione con i principi del “Modello 5 Stelle” e la sussistenza dei requisiti di onorabilità. Ben 32 cittadini hanno aderito al bando mandando il proprio curriculum. L’elenco dei candidati assessori e relativi curricula è consultabile nel sito www.ragusa5stelle.it. Sabato 20 aprile, presso la caffetteria City, alle 10,30, verranno presentati il portavoce candidato sindaco a 5 Stelle e la lista ufficiale dei candidati consiglieri a 5 Stelle alla presenza dei deputati nazionali a 5 Stelle Maria Marzana e Marialucia Lorefice e di Vanessa Ferreri portavoce a 5 Stelle all’Assemblea Regionale Siciliana. Sempre al City di Ragusa, alle 18.00, l’esperta di diritto ed economia Lidia Undiemi terrà una conferenza sui temi del Fondo Salva Stati e Fiscal Compact.
RAGUSA, COLPO DI MANO PER CEMENTIFICARE ANCORA
“Il gruppo di potere che ha governato la città negli ultimi anni si avvia a compiere l’ennesima porcata. Non contenta dell’approvazione del piano Peep che ha cementificato 2.000.000 di mq di aree agricole periferiche della città determinando il crollo del mercato immobiliare con diminuzione di valoriimmobiliari e perdite conseguenti di posti di lavoro, si appresta ora a dare il via libera alla cementificazione della campagna iblea consentendo il rilascio di centinaia di concessioni per la costruzione di ville e villini”. La denuncia chiara e fortissima arriva da Legambiente che spiega: “Ciò è in contrasto con il parere dell’avvocatura comunale, con la corrente giurisprudenza, con le norme paesaggistiche e con il buon senso. Ma anche con i nuovi indirizzi presi dalle associazioni di imprese del settore delle costruzioni (Ance e Cna) che portano verso il recupero dell’esistente e l’abbandono del consumo di suolo. Non basta portare una singola sentenza, utilizzata a proprio uso e consumo, per cambiare la situazione. Il consiglio comunale – scrive Legambiente – non può essere complice di forze esterne e tentare di modificare norme che comunque non potrebbe modificare con una semplice interpretazione autentica. Questa attiene all’organo giuridico, l’avvocatura comunale e non al consiglio comunale che è un organo politico. Invitiamo i consiglieri comunali – scrive Legambiente di Ragusa – ad astenersi dal trattare il punto in questione e rimandarlo eventualmente al nuovo consiglio comunale che ne potrà fare oggetto di variante al Prg”. Legambiente, ricordando che sul problema delle concessioni per residenze civile in zona agricola c’è un’indagine della magistratura, si riserva di ricorrere alla magistratura amministrativa contro le concessioni eventualmente rilasciate e alla magistratura ordinaria.
Assemblea di Sel
NELLO DIPASQUALE E LA CORSA NELLA PRATERIA
Come definire la Ragusa di Nello Dipasquale? La sintesi migliore ci viene da una descrizione sulla Russia eltsiniana: plutocratica, economicamente selvaggia, politicamente ibrida, moralmente libertina. Questo è valso per più di sei anni ed ha lasciato una città stremata, annebbiata, instupidita, inconsapevole del disagio. Abbiamo convissuto con Dipasquale con lo stesso incantato intontimento con cui si ammira la Maria De Filippi: si sa che devasta, ma c’è, e pare non si possa prescindere da questa rappresentazione. E’ proprio questo dominio assoluto della scena che ha permesso a Nello Dipasquale il triplo salto mortale con doppio avvitamento che prima lo ha catapultato dalla destra a Crocetta, ed ora con mirabili salti a zig zag lo rituffa fra l’Udc e quel che resta del Pdl. Dopo il no alle primarie – un errore strategico non averle accettate perché sarebbe stato il suggello della conversione – Dipasquale sta operando affinchè tutte le forze politiche si pieghino al candidato unico, trasformando Cosentini – che nasce democristiano e pacifante – in una specie di Kim il sung nostrano che ce lo rende goffo e ancora più ingombrante e quindi sospettabile di feroci appetiti. In queste ore il Pdl sta dibattendo al suo interno sulle condizioni di resa a Dipasquale: andarci in blocco senza chiedere niente oltre l’assessorato – questa è la linea del fronte Minardo e Occhipinti – oppure pretendere un’intesa più larga – come sostiene Giorgio Assenza – che coinvolga Comiso. Non deve lasciare stupiti questa mancanza di dignità del Pdl ibleo: qui si va a fiuto inseguendo la possibilità di affari o la concretizzazione di posizioni, e la proposta di Cosentini va benissimo; è quasi la raffigurazione plastica di quello spirito. Il segnale di ascesa a candidato del pensiero unico, Cosentini lo ha dato quando ha chiesto l’aiuto a Franco Poidomani: una mossa tesa a tranquillizzare i costruttori angosciati dalle mode radicali e green che attraversano il Paese e che impongono alla voce cemento il volume zero, mentre loro sono aggrappati alle ultime lottizzazioni. Altro segnale, stavolta ideato da Nello Dipasquale che ad ogni campagna elettorale viene preso dalla smania di impossessarsi dei simboli ordinando di appiccicare bolli nei comitati elettorali, è stato quello di affiggere lunedì sera il simbolo di Megafono; una mossa che ha avuto come conseguenza oltre al silenzio imbarazzato di Crocetta la frantumazione della lista del presidente con il simpatico Claudio La Mattina che in un impeto liberatorio si è dichiarato da qui all’eternità uomo di sinistra. Tutto quel che sta accadendo era prevedibile; Nello Dipasquale frantumando in più parti i partiti – tutti quelli che ha incrociato nel suo cammino, Pdl, Udc, Pid, Megafono – si è però distratto da una visione complessiva della città. La folle corsa non contempla, abbiamo detto, sguardi ai margini, mentre è proprio qui che il disagio inconsapevole è divenuto irritazione e rabbia. La proposta alternativa che Dipasquale ha sbranato anzitempo entrando a gamba tesa dentro l’area del Pd, ossia un’alleanza unitaria delle sinistre, l’unica vincente, è svanita. La catena di ambiguità che ha fatto deputato l’ex sindaco ha travolto il Pd. Un segretario regionale che non ha avuto la forza di mettere limiti alla campagna acquisti di Crocetta, e questi che non può rinunciare all’appoggio dei deputati trasformisti, e tutto il passato filoLombardo di Lumia e Cracolici che hanno annientato la storia di un glorioso partito, sono gli elementi che hanno ridotto anche il Pd ragusano ad uno stato confuso e timido. La partita non è chiusa: oltre la prateria c’è la città che bolle di rabbia contro la cattiva politica. Il Pd da solo, con Calabrese o qualsiasi altro, può recuperare consenso, e altrettanta forza, se non maggiore, avrà il candidato ingegnere del movimento 5 stelle. Dipasquale ha già indivuato nei ragazzi grillini il nemico: li apostrofa con disprezzo e tronfio del solito egocentrismo rimarca la sua abilità nel gestire Ragusa. E’ proprio questa vanteria nel maneggiare la città che potrà risvegliare gli elettori. Piace gente fresca e nuova. La sapienza di Cosentini per le antiche e solite cose non solo non funziona, ma manda in bestia i cittadini. E non c’è trucco che tenga. Per dirla alla Bersani: Non è che se a Cosentini gli metti il giubbotto nero ti diventa Renzi! Ah dimenticavamo l’alternativa, sì Sonia Migliore. Qualcuno glielo spieghi che si chiama continuità.