21-11-2024
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COSTITUITO IL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL MOVIMENTO ART. 1 MDP

SPERANZA-BERSANIIl Movimento “MDP” è movimento politico democratico e progressista, fondato sui principi di libertà, giustizia sociale, pari opportunità, pluralismo, secondo lo spirito della Costituzione Italiana della Repubblica Italiana. Nella sala gremita della Badia si è costituito, il 16 maggio 2017, il Coordinamento provinciale provvisorio del Movimento: “Art. 1 Mdp”. Numerosi rappresentanti della provincia, 9 comuni su 12, hanno sottoscritto l’atto costitutivo del Movimento. Molte nuove adesioni hanno confermato che la gente ha bisogno di ritrovare la propria casa di sinistra.  Il primo appuntamento a cui il nuovo Coordinamento parteciperà è quello della conferenza programmatica “Fondamenta – l’Italia nel mondo” che si terrà nei giorni dal 19 al 21 maggio a Milano. Manifestazione a cui tutti gli interessati potranno partecipare liberamente. Scopo del Movimento è quello di avviare un processo costituente che ha l’obiettivo di ricostruire un centrosinistra plurale, non soffocato da ambizioni leaderistiche e da pretese di arrogante autosufficienza che inevitabilmente porteranno alla vittoria degli avversari.  Un movimento politico che ha  come finalità  quella  di dare all’Italia un governo che corrisponda ai bisogni e gli interessi del Paese, dando attuazione ai diritti e alle libertà costituzionali, ed in particolare rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. L’uguaglianza è la  bussola del Movimento e una maggiore equità fiscale l’obiettivo. Combattere le disuguaglianze non è soltanto una richiesta di ordine morale che vuole affermare un elementare bisogno di giustizia, ma ha anche una sua natura e logica economica: se si allarga la forbice sociale si minano le condizioni stesse della crescita e quindi la possibilità di un’equa ridistribuzione dei profitti tra i cittadini. Radicare in tutte le comunità un campo di esperienze democratiche e progressiste legate alle culture socialiste, liberali, cattoliche, democratiche e ambientaliste, al mondo civico dell’associazionismo e del volontariato. Guidare il rilancio di un processo di integrazione europeo ancorato alla Carta Costituzionale.

  

 

CONSULTA GIOVANILE A RAGUSA, PROTESTANO I GIOVANI DEMOCRATICI: “FINALMENTE E’ ARRIVATA LA CONVOCAZIONE MA NON E’ STATO RISPETTATO IL REGOLAMENTO”

 

La segreteria cittadina dei Giovani Democratici (4)“Dopo anni in cui ci siamo spesi in prima persona come Gd, insieme ai consiglieri comunali del Partito Democratico tutto, per l’attivazione della Consulta giovanile come strumento di partecipazione politica per i più giovani, solo a dicembre scorso l’Amministrazione ha dato i primi segnali pubblicando il bando per l’iscrizione ma abbiamo dovuto attendere ancora altri cinque mesi affinché venisse convocata la prima riunione”. A scriverlo sono i Giovani democratici di Ragusa che, però, sottolineano che cosa non ha funzionato. “Peccato – aggiungono infatti – che tale convocazione sia avvenuta senza il rispetto del regolamento della Consulta stessa. Infatti la comunicazione è arrivata l’otto maggio per l’indomani, quando viene invece esplicitamente indicato che la notifica dell’incontro debba pervenire almeno dieci giorni prima. Ovviamente questa disattenzione rende difficile se non impossibile una partecipazione attenta per i membri dell’organismo, i quali, essendo giovani, devono sottostare anche ad impegni di natura universitaria fuori città. Questa nuova esperienza è cominciata male ma ci auguriamo che possa essere gestita con più premura in rispetto dell’importante compito di coinvolgimento dei ragazzi nella vita amministrativa di Ragusa”.

 

Roma – Costituente delle Idee

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 19-02-2016 Roma Politica Cosmopolitica, assemblea  organizzata da Sinistra Italiana Nella foto Nicola Fratoianni, Giacomo D'attorre Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 19-02-2016 Rome (Italy) Politic Cosmopolitica, meeting organized by Italian Left In the photo Nicola Fratoianni, Giacomo D'attorre

Sabato 13 maggio a Roma si terrà  un  seminario della Costituente delle Idee promosso dal Laboratorio Politico per la Sinistra nel quale interverrà una delegazione del Laboratorio Politico Berlinguer Comiso, chiamato ancora una volta a rappresentare la Sicilia. Saranno presenti esponenti di diverse componenti della Sinistra, da Enrico Rossi ad Alfredo D’Attorre solo per citarne qualcuno. Il Laboratorio  comisano interverrà con un proprio documento per contribuire alla ricerca delle modalità  organizzative più idonee e trasparenti che riguardano il nuovo soggetto politico.  Il Laboratorio Politico Berlinguer Comiso dibatterà sulle  fondamentali questioni intorno alle quali le forze della sinistra socialista, cattolica, ambientalista e progressista  debbono tornare ad elaborare un sistema di valori e idee condivise.  Il Laboratorio comisano condividerà l’esperienza del proprio territorio nel quale tutte le forze a Sinistra si stanno impegnando in un fronte comune per la realizzazione di un progetto della Sinistra  seppur nel  rispetto della storia e della memoria del  passato auspicando un cammino condiviso tra società civile  e società politica.

IN PARECCHIE ZONE DI RAGUSA INDISPENSABILE AVVIARE POTATURA E DECESPUGLIAMENTO

Via Leonardo da Vinci

“Sebbene le temperature si siano già alzate di un bel po’ e nonostante la data indichi che siamo a maggio inoltrato, non comprendiamo perché l’Amministrazione comunale non abbia ancora effettuato gli interventi indispensabili per garantire il necessario decoro alle varie zone della città in cui sono piantumati alberi di vario genere”. La segnalazione arriva dal consigliere comunale del Movimento Civico Ibleo, Gianluca Morando, il quale non manca di porre in evidenza la mancanza di azioni che, tra l’altro, servirebbero a rendere più decorose alcune zone del centro superiore della città. “E invece, come nel caso di via Leonardo da Vinci – chiarisce ancora Morando – le buone prassi stentano a decollare e i passanti, per non parlare di chi ha uffici in quella zona, devono fronteggiare la presenza di vere e proprie mini-foreste. Cosa ci vorrebbe a programmare per tempo gli interventi di potatura e di eliminazione delle siepi, chiamiamole così, abbondantemente cresciute sino a rendere non più procrastinabile una rapida azione di decespugliamento? Ogni anno è la solita storia. Ogni anno stiamo sempre lì a ricordare le solite cose che non vanno. Eppure, visto che il numero dei turisti continua ad aumentare, sarebbe opportuno garantire il look pure in tali frangenti. Sinceramente una cosa del genere non è un bel vedere per i visitatori”.

LA SENATRICE SCICLITANA VENERA PADUA ELETTA NELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO

 

Venera Padua (6)

“Sento forte la responsabilità – sottolinea la senatrice Padua – di contribuire a rappresentare la Sicilia e ringrazio il segretario, Matteo Renzi, che ho sostenuto convintamente e che mi ha dato la propria fiducia. Intendo, altresì, ringraziare, in maniera convinta, i militanti, i dirigenti, i volontari che hanno, con il loro generoso impegno, reso possibile lo svolgimento delle primarie”.

Insieme: ancora chiuso l’infoturist di Marina di Ragusa

la porta angelo

“Siamo gia’ arrivati a maggio e purtroppo l’ufficio di informazione turistica, allocato presso i locali della delegazione municipale di Marina di Ragusa, rimane ancora chiuso. Questo importante e necessario servizio viene ancora negato  ai numerosissimi turisti che invadono da parecchi mesi la frazione rivierasca. Le nostre continue sollecitazioni  in merito all’apertura dell’ufficio turistico – dicono i consiglieri del gruppo Insieme, Maurizio Tumino, Peppe Lo Destro, Giorgio Mirabella, Elisa Marino e Angelo La Porta -, rimangono inascoltate  da parte dell’amministrazione Piccitto che aveva deciso due anni addietro inopportunamente di limitarne l’apertura solamente dal 10 di giugno fino a metà settembre”.

FEDERICO PICCITTO E LE INSIDIE VELENOSE  

A00075021Gli ha messo paura Federico Piccitto al sovrintendente Rizzuto. E’ bastata una letterina che minacciava le “dovute conseguenze” – qualora i lavori in piazza Libertà fossero stati bloccati – ed è scoppiata la pace e tornata l’armonia. Il sindaco di Ragusa non era in grado di sostenere alcuna guerra con la soprintendenza, non vantando credito e passione tra le forze civiche e le varie sigle associazionistiche tanto da mettere in piedi la difesa ad oltranza della rotatoria, e Calogero Rizzuto – che poteva benissimo ritirare in autotutela l’atto con cui aveva approvato i lavori e disporre il vincolo su tutta la piazza – ha preferito tuttavia battere in ritirata. Sarà rassicurante sapere che le istituzioni marciano insieme per il bene comune; non bisogna comunque rintuzzare l’ipotesi malevola che il soprintendente abbia deciso di contare fino a 1000 prima di dichiarare guerra a un grillino appartenente alla stirpe di rango che appare vincente alle prossime elezioni Siciliane. Per una rotatoria (chissà perché sta prevalendo la dicitura francesina di rondò forse più leziosa ed innocua)  vale la pena inimicarsi un sindaco del movimento che potrebbe prendere in mano l’isola? Insomma, lo sguardo lunghissimo di Rizzuto ha messo in secondo piano l’alleanza con Nello Dipasquale, che avrebbe gradito eccome un colpetto ben assestato ai cinquestelle, mentre per noi semplici cittadini si è rinnovata la certezza, grazie a questo screzio tra detentori del potere, che in Sicilia i rapporti di forza passano da piani di comunicazione complessi dove ha un peso il metalinguaggio: ci sono i fantasmi passati, presenti e futuri, e contano tutti. Non più il carrubo nella piazza, ma un gruppo marmoreo con al centro Giancarlo Cancelleri, faro di Libertà, a fianco il primo cittadino che gli porge lo scettro del comando, e in basso, proni, Corallo e Rizzuto schiacciati come serpi. Se il freno azionato da Rizzuto deve essere letto come una comprensibile prudenza tipica del servitore dello Stato conoscitore dell’andirvieni di signori, per Corallo la storia è diversa. Dopo poche settimane dall’annuncio della quasi certa chiamata diretta alla corte di Cancelleri nel prossimo governo siciliano, il fascino di questo bellimbusto che nell’immaginario cinquestelle era visto come un esempio di concretezza operativa e di garbo decisionista si è schiantato sul rondò e ci è voluto Piccitto per disincastrarlo dalla piazza e rimetterlo in piedi, anche se umiliato per benino. Tra il sindaco e l’assessore i rapporti sono da quasi due anni alla frutta e questo relazione logorata è molto interessante da analizzare perché racconta l’avventura del governo cinquestelle ed i limiti politici dell’intero movimento e dei suoi protagonisti. Quando Piccitto fu eletto, i ragazzi, eccitati e confusi dalla vittoria, videro in Salvatore Corallo – più anziano di loro e assai capace nelle relazioni umane – la figura perfetta del coordinatore, del confortatore, del genitore saggio. Il pasticciere abbandona il bar di Comiso – di cui era titolare sino a qualche tempo addietro –  si sistema a palazzo in una stanza centrale vicino agli appartamenti reali e senza chiedere un soldo e senza incarico ufficiale e formale, dirige, controlla, suggerisce, stimola, riferisce, nell’entusiasmo generale per questa collaborazione indispensabile e generosa. Passano i mesi, si incontrano le prime difficoltà, e Corallo centra i punti deboli. Sotto la sua guida iniziano le epurazioni degli assessori sgraditi – Conti, Brafa, Di Martino – e così si arriva al naturale ingresso in giunta con il super assessorato lavori pubblici, impianti, urbanistica. Giunto finalmente all’apice intuisce e poi verifica che il suo carisma ha un limite invalicabile: il duo salesiano Piccitto -Martorana che inizia a sprosciuttarsi gli occhietti fanciullini e a vederlo con occhio nitido; non più l’idolo e il maestro di vita ma un uomo scaltro intriso assai di virtù materiali e smodata ambizione. Scatta il muro contenitivo e protettivo. Corallo non è più secondo comandante in campo. E’ costretto a indietreggiare e cambia tattica trasformandosi in oppositore interno alimentando il malumore dei consiglieri. E’ la fine del movimento: iniziano le cordate, le malignità, le incomprensioni, le tensioni che hanno come obiettivo centrale la cacciata di Stefano Martorana. Corallo si espone in questa battaglia senza rischiare, mantenendo sempre un margine colloquiale esile, ma bastevole con il sindaco tanto da non essere travolto dall’etichetta del traditore, e riesce a rimanere in sella mandando allo sbaraglio i consiglieri che si spingono sino a rivolgersi a Di Maio e Cancelleri per ottenere la testa dell’assessore al bilancio. Nel frattempo, sempre Corallo,  inizia un corteggiamento spietato nei confronti dei due dirigenti del movimento accreditandosi come residuale riferimento di un movimento ragusano andato in pezzi, dove si staglia come portatore unico della immutata idealità grillina e osservatore maturo e affidabile. Di Maio e Cancelleri rimangono abbagliati – da quelle parti le fulminazioni avvengono frequentemente. Riguardo la battaglia interna sappiamo bene com’è finita. Piccitto vince su tutta la linea, annienta il consiglio con tre cucchiaiate di lenticchie nelle rispettive bocche di Tringali, Leggio e Disca, spegne i furori movimentisti, comprende che i cinquestelle sono un grande bluff ondivago, e continua ad amministrare indisturbato mantenendo con grande capacità la forma della solidità apparente. Corallo incassa la sconfitta, stempera il disagio, con il cavolo che si dimette, e sceglie di permanere mollemente in giunta sognando ossessivamente Palermo. E’ una storia di ordinaria ruffianeria, quella di questi mesi; nessuno degli attori crede più nella rivoluzione e tutti pregano affinchè lo strazio di stare al governo finisca. Corallo ora è persino costretto dagli eventi a ringraziare il sindaco per l’intervento maschio su Rizzuto, e il sindaco, trionfante, con una pacca sulle spalle avrà incoraggiato il languido pasticciere a procedere alacremente con questa gran rottura della rotonda in piazza. Le cose della vita… e pensare che Corallo nel suo continuo lamento contro Piccitto lo chiama, da tempo, anche con la stampa, il ducetto! Azzeccatissimo per la piazza Impero. Altro che ducetto, un po’ di riconoscenza, Le ha salvato il culo!  Cosa manca a questi cinquestelle? Viviamo uno scontro tragico tra ideali e realtà da cui i cinquestelle non riescono ad uscire  (basta vedere il bagno prolungato di vecchia realtà sul tema urbanistica con il cemento a gogò)  e non capiscono, questi amministratori, di rappresentare un evento più simbolico che politico. Ed i simboli, però, pur essendo la loro unica straordinaria forza, vengono quotidianamente annientati, dimenticati, calpestati,  e si affoga  nell’attesa della salvezza. Non hanno elaborato uno straccio di dimensione politica alternativa che si poteva e doveva costruire portando in superficie le più banali delle qualità umane, un simbolo di rinascenza, ad esempio la bontà coniugata all’azione. Che tristezza. Hanno gioventù, vigore, fortuna, gli manca però la bontà, sono spietati, non è un caso se il welfare si stia riducendo di giorno in giorno nella nostra Ragusa; se  non condividi percorsi e opinioni col prossimo, la bontà è superflua, non serve. Ci vuole l’amore in politica. Non sappiamo che musica piaccia a ‘sti grillini, rimaniamo per un momento in piazza Libertà e ricordiamo la meravigliosa canzone del 1942, quando era iniziato il declino del fascismo, una canzone che cantavano le nostre madri – “Ma l’amore no, l’amore mio non può, disperdersi nel vento con le rose… io lo veglierò, io lo difenderò da tutte quelle insidie velenose…” – Quante insidie, quante serpi. Federico, “statte accuortu! “

4572 votanti in provincia di Ragusa alle primarie del Pd

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Anche a Ragusa Renzi vince le primarie per l’elezione del segretario nazionale Pd ottenendo 3643 preferenze, rispetto ai 492 voti per Orlando e ai 405 per Emiliano. Nel capoluogo hanno votato 1642 persone (Renzi 1411, Orlando 138 , Emiliano 84); a Comiso 652 (Renzi 512, Orlando 51, Emiliano 79); a Vittoria 530 (Renzi 359, Orlando 25, Emiliano 140); a Modica 476 (Renzi 336, Orlando 107, Emiliano 31); a Scicli 339 (Renzi 247, Orlando 61, Emiliano 27); a Pozzallo 214 (Renzi 194, Orlando 17, Emiliano 3); a Ispica 180 (Renzi 150, Orlando 21, Emiliano 9; a Santa Croce Camerina 154 (Renzi 122, Orlando 26, Emiliano 6); a Chiaramonte Gulfi 144 (Renzi 117,
Orlando 18, Emiliano 9); a Monterosso Almo 92 (Renzi 68, Orlando 17, Emiliano 6); ad Acate 81 (Renzi 65, Orlando 9, Emiliano 7); a Giarratana 68 votanti (Renzi 62 voti, Orlando 2, Emiliano 4).

Per tutta una vita: un ricordo di Pio La Torre

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Riceviamo e pubblichiamo: L’essenza di questa storia è racchiusa nella forza di quattro parole, quasi sussurrate dal Generale Dalla Chiesa al termine dell’ennesimo funerale di Stato celebrato a Palermo nella primavera di trentacinque anni fa, nel pieno della mattanza scatenata dai Corleonesi per assicurarsi il controllo di Cosa Nostra. “Generale, perché hanno ammazzato Pio La Torre?”. “Per tutta una vita”. Sì, per tutta una vita. Per tutta una vita, La Torre aveva alimentato quel maledetto ideale di giustizia appreso tra i contadini di Altarello di Badia, rivendicato nelle lotte per la distribuzione delle terre come nella battaglia contro la base di Comiso, e difeso con la stessa intensità tra la cella dell’Ucciardone e lo scranno di Montecitorio. Per tutta una vita, si era aggrappato alla forza di quell’ideale per denunciare l’evoluzione del fenomeno mafioso nella sua più pericolosa dimensione dei rapporti con il potere istituzionale ed economico, quale strumento di decuplicazione di ricchezze, privilegi e rendite di posizione; per tutta una vita, si era dannato nel tentativo di individuare quel colossale progetto politico in grado di ricondurre ad una matrice unitaria tutti i grandi delitti di Mafia. Per questo La Torre è morto: è morto perché non aveva rinunciato a combattere. Per tutta una vita. La storia di Pio La Torre rappresenta, di fatto, un pezzo della storia di questo povero Paese, vincolato per oltre mezzo secolo ad una conventio ad excludendum che, da Portella della Ginestra in poi, tollerava, in nome di inconfessabili interessi superiori, intersezioni neanche tanto celate tra forze di governo e mondo criminale: una storia di guardie e ladri, vittime e carnefici, giudici e spioni, lacrime e illusioni. In questo continuo intersecarsi di volti, vicende, atti di coraggio ed ipocrisie, la storia di La Torre incrocia quella del giudice Terranova, che per primo aveva tentato di trascinare i Corleonesi alla sbarra; quella di Luciano Liggio e dei suoi “canazzi da catena” Riina e Provenzano, futuri protagonisti della stagione di sangue destinata a concludersi con le stragi del 1993; quella di Salvo Lima, Vito Ciancimino e dei cugini Salvo, garanti degli equilibri tra potere politico, esigenze imprenditoriali e ambizioni mafiose saldatisi nella colata di cemento che fece seguito al “Sacco di Palermo” perpetrato alla fine degli anni ’50. Incrocia, soprattutto, la storia di una stagione nella quale la Mafia, lungi dall’assumere i connotati di un fenomeno penalmente rilevante, veniva descritta al massimo come uno stato sociale e ambientale, se non proprio liquidata alla stregua di  un’invenzione dei comunisti per infangare la classe dirigente che stava favorendo il progresso della Sicilia”. Per tutta una vita, La Torre si era confrontato con questa realtà: da consigliere comunale, aveva denunciato le infiltrazioni mafiose nelle imprese appaltatrici delle grandi opere di urbanizzazione autorizzate da Lima e Ciancimino; da parlamentare, aveva ottenuto l’istituzione di una commissione parlamentare nella quale la Mafia veniva per la prima volta rappresentata al Paese in tutte le sue più autentiche articolazioni, nella sua dimensione di realtà non meramente sociale ma squisitamente criminale. Un lavoro di indagine, di conoscenza, di studio destinato ad influenzare in maniera determinante il contenuto della famosa proposta di legge n. 1581, volta non solo ad introdurre nel Codice penale il reato di associazione mafiosa – cristallizzando così lo “status” di mafioso in una specifica fattispecie di reato -, ma anche a colpire la Mafia nel cuore pulsante dei suoi interessi: il denaro. La ricerca del denaro, la conferma dell’esistenza di contiguità tra coppole e colletti bianchi ispira tanto le misure del sequestro e della confisca dei beni dei soggetti condannati per delitti di mafia, quanto le limitazioni al segreto bancario; soluzioni normative che si riveleranno decisive per assecondare l’intuizione successivamente sviluppata da Falcone e Chinnici: per ricostruire i progetti della Mafia, occorre seguire i soldi. Era troppo, per Totò Riina che aspirava a completare a colpi di kalashnikov la sua ascesa al vertice di Cosa Nostra; era troppo, per quei settori della politica e dell’economia che avevano accettato la leadership dei Corleonesi all’interno della “zona grigia” di cui il pool di Caponnetto rivelerà in seguito l’esistenza. In quella primavera di sangue del 1982, con le strade di Palermo lastricate di cadaveri e il computo delle vittime drammaticamente aggiornato dalla prima pagina de “l’Ora”, Pio La Torre è uno dei primi a cadere, insieme al suo fidato autista Rosario Di Salvo. Lascia dietro di sé l’approvazione di una legge che porta il suo nome, e che scolpisce la parola “mafia” nella lettera del codice penale; le lacrime dei militanti di un partito che non lo aveva capito fino in fondo, nel suo disperato tentativo di “fare le analisi del sangue”alle imprese assegnatarie degli appalti pubblici; il ricordo struggente di Pertini e Berlinguer, accompagnato da quelle quattro parole sussurrate da Dalla Chiesa a margine dell’ennesimo funerale di Stato: “Generale, perché hanno ammazzato Pio La Torre?”. “Per tutta una vita”. Firmato Articolo Uno MDP Ragusa

Super CamCom del Sud-Est, sen. Mauro: Se Catania sarà autonoma dovrà esserlo anche Ragusa

giovanni-mauro“Se risultasse vero, come ho motivo di credere, che il ministro allo Sviluppo Economico Calenda intende interrompere la procedura di accorpamento delle Camere di Commercio di Ragusa, Catania e Siracusa, concedendo però l’autonomia alla sola CamCom etnea con la conseguente unificazione dell’ente camerale di Ragusa a quello di Siracusa, allora la provincia iblea dovrà assolutamente pretendere d’essere autonoma”. Lo dichiara il sen. Giovanni Mauro, commissario di Forza Italia per la provincia di Ragusa. “L’ipotesi di fusione dei due enti è sbagliata – spiega – perché i due territori non sono omogenei tra loro, ma sono caratterizzati da profonde diversità: quello ragusano con quello aretuseo non ha nessuna affinità di carattere economico, essendone il tessuto completamente diverso, e anche i numeri sono differenti. Ragusa possiede più aziende iscritte ai registri rispetto a Siracusa e non si capirebbe, infatti, la ragione per la quale la Camera di Commercio col maggior numero di iscritti dovrebbe risultare accorpata a quella con un numero inferiore. Anche la salute economica di cui godono le casse dei due enti è profondamente diversa: l’ente di Ragusa è assai più in salute della CamCom di Siracusa”.  “Rivolgo un appello, dunque – continua Mauro – a tutte le associazioni di categoria, evidenziando il disagio che si crea per i nostri operatori economici, e che già è creato in questo periodo di stallo, nel non avere un proprio ente camerale sia per quel che concerne l’operatività quotidiana sia dal punto di vista della costruzione e consolidamento del modello di crescita e di sviluppo del territorio. Abbiamo già visto, con la disastrosa soppressione delle Province Regionali, cosa vuol dire sottrarre a un’intera area un ente di coordinamento e non credo sia possibile restare a guardare mentre si consuma lo stesso errore”.

RAGUSA, PARTE ART. 1 MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA:  DAL 1° MAGGIO LE ADESIONI

 

20170422_174800Tanti volti del popolo di sinistra hanno accolto sabato al Feliciano Rossitto il giovane leader Roberto Speranza che ha voluto veicolare un vero messaggio di rinnovamento per un nuovo centro sinistra capace di dare al paese un governo che sappia parlare con “verità e l’umiltà” per dare risposte reali ai problemi che attanagliano l’Italia. «Art. 1 è un nome simbolo – ha detto Speranza –  questo movimento ci permette di tornare a Casa, la nostra casa, dopo la rottura avvenuta con il Pd che ha perso quello che era il suo progetto iniziale. Questo movimento parte con uno spirito aperto pronto a accogliere il mondo del volontariato, le organizzazioni civiche, tutti quei soggetti che hanno a cuore i valori della sinistra». Un intervento che ha toccato tutte le problematiche che attanagliano il paese: dalle tasse inique al grosso problema che 4 giovani su dieci non hanno un lavoro né un’aspettativa di un futuro lavorativo. Speranza ha annunciato che il 19 e 21 maggio a Milano si terrà la conferenza programmatica che si chiamerà “Fondamenta” e due sono le parole d’ordine: «Verità e umiltà. Basta balle e arroganza».

SPERANZA A RAGUSA PRESENTA  “ART. 1 MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA”

 

download (1)Il Comitato Promotore del nuovo movimento politico “Art. 1 Movimento Democratico e Progressista” organizza la prima iniziativa  per sabato 22 aprile 2017 alle ore 16,30, nell’auditorium del Centro Studi Feliciano Rossitto, via E. Majorana, 5 – Ragusa, con l’on.le Roberto Speranza. La nascita del nuovo soggetto politico serve ad avviare un percorso di costruzione di un movimento aperto, non un partito, che sia la costituente per un rinnovato centrosinistra. Il Manifesto di “Art.1” è quello   di costruire e radicare, anche nella provincia di Ragusa, un campo di esperienze democratiche e progressiste, legate alle culture socialista, liberale, cattolica-democratica e ambientalista, al mondo civico dell’associazionismo e del volontariato, alla grande mobilitazione popolare manifestatasi nel recente referendum costituzionale. L’articolo 1 della Costituzione «è il nostro simbolo, la nostra ragione» ha detto Speranza. «Queste parole straordinarie sono ancora una incompiuta. Il nostro primo punto nell’agenda di governo e dare risposta a questo dramma sociale. I giovani innanzitutto». L’iniziativa è rivolta, quindi, non solo a coloro che hanno già aderito, ma anche a chi proviene dal Partito democratico, da Sel-SI,  o  hanno militato in altre formazioni di sinistra ed anche a coloro che,  pur non militando più in nessuna forza politica, guardano con interesse alla proposta che viene da “Art. 1”.

 

Abbattuti e sradicati gli alberi della piazzetta di via Amalfi a Marina di Ragusa

 

La piazzetta di via Amalfi 1“Un altro scempio firmato Movimento Cinque Stelle. Abbattuti, non ci sono altre parole per definire quanto accaduto, gli alberi che sorgono nella piazzetta, quella di via Amalfi, che si trova alle spalle della delegazione municipale di via Benedetto Brin a Marina di Ragusa. Alberi che avevano anche una valenza storica per i residenti della frazione e che, adesso, non ci sono più”. La denuncia arriva dal portavoce di Territorio Ragusa, Emanuele Distefano, assieme al responsabile per Marina, Giuseppe Occhipinti, i quali, in queste ultime ore, hanno raccolto numerose lamentele da parte dei residenti della zona oltre che dai villeggianti che, occasionalmente, si sono trovati a transitare nell’area in questione. “Siamo rimasti basiti nel verificare – sottolineano ancora Distefano e Occhipinti – quanto accaduto. La piazza ha perso completamente il suo fascino. Poteva starci qualche intervento di potatura, pure radicale, ma abbattere gli alberi in questo modo, davvero no. La Giunta Piccitto ne ha combinata un’altra delle sue. Ma quel che è peggio, in questo caso, è che ha snaturato un sito che, per molti residenti di Marina di Ragusa, era collegato a piacevoli ricordi. Ah già, ma a dare disposizioni perché si operasse in tal senso è stato l’assessore al ramo, Salvatore Corallo, che risiede a Comiso. Che cosa gliene può mai importare, a lui, dell’immaginario collettivo dei cittadini di Ragusa? E’ davvero increscioso l’episodio che si è verificato. Chiederemo conto e ragione all’Amministrazione comunale. Così non può andare”.

 

PRESENTATA IN PROVINCIA DI RAGUSA LA LISTA A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA DI ANDREA ORLANDO  A SEGRETARIO NAZIONALE DEL PD

IMG-20170409-WA0011“La candidatura di Andrea Orlando alla segreteria del PD vuole essere un ritorno allo spirito originario del partito per recuperare lo scollamento del partito dal nostro popolo che si è evidenziato in occasione del referendum del 4 dicembre. Torniamo ad ascoltare il nostro popolo e a parlare col nostro popolo”. Queste le parole dette da Orlando alla convenzione nazionale.  Fra i dirigenti del partito che a livello provinciale sostengono Orlando c’è il ragusano Vito Piruzza che dichiara: “non si tratta di slogan, ma di un progetto di azione politica e noi questo progetto vogliamo viverlo concretamente  e non solo a parole e abbiamo cominciato dalla compilazione della lista. Una giovane di 28 anni, uno stimato operatore economico, una docente di sostegno nelle scuole superiori e un docente universitario: ecco la nostra lista! Nessun “professionista” della politica, ma tutte persone che da anni militano attivamente nel partito svolgendo la loro azione politica e sociale nella società, e privilegiando lo spirito di squadra alla pur legittima ambizione personale. Persone che non usano come linguaggio il politichese ma che porteranno dentro l’Assemblea Nazionale del PD i sogni e le aspirazioni dei segmenti di società che da sempre costituiscono il mondo vitale del centrosinistra”. Ecco i nomi: Federica Giadone, Emanuele Occhipinti, Rosa Battaglia, Giancarlo Poidomani.

RETE SANITARIA, FORZA ITALIA FORTEMENTE CRITICA

images“Il nuovo Piano Regionale  sanitario della Rete ospedaliera  peggiora i problemi sanitari della provincia di Ragusa”. Lo sostiene Forza Italia attraverso il segretario del gruppo patrlamentare al’Ars Maurizio  Villaggio che scrive: “Con  i posti letto in diminuzione, le liste di attesa per i cittadini si allungheranno ulteriormente e tutta la qualità dei servizi sanitari sarà ‘ in caduta libera nel nostro territorio, col risultato immediato, di un aumento considerevole di cittadini  che andranno  a curarsi fuori regione, sperando che le strutture del nord Italia riescano a risolvere i loro problemi di salute, con gravi disagi loro e  col risultato di depauperare il già  esangue bilancio economico di cui gode la sanità  siciliana. Il popolo siciliano meritava piu rispetto ed attenzione da parte della politica isolana  a guida Crocetta, che invece lo ha svenduto  e umiliato.. Crediamo che un forte governo a guida centrodestra alle prossime elezioni riesca ad invertire questa situazione scandalosa e sprecona che esiste oggi nell’ambito sanitario in Sicilia ed in particolare in provincia di Ragusa . Infatti,per quanto riguarda il nostro comprensorio, ormai è chiaro a tutti che Modica e Scicli sono state depotenziate ed alleggerite intenzionalmente  di tanti servizi e francamente non ci meritavamo di essere trattati come cittadini di serie Z”.

Rete ospedaliera, parlano due consiglieri cinquestelle di Ragusa

downloadI consiglieri comunali Maurizio Stevanato e Massimo Agosta scrivono: Il piano della rete ospedaliera regionale, approvato dalla Giunta Crocetta, è stato approvato dal Ministero. Nonostante questo, non sono allontanati gli echi di una approvazione in Commissione Sanità che ha lasciato l’amaro in bocca ad alcuni componenti, come quelli del gruppo 5 Stelle, che non hanno ravvisato i tempi idonei ad un attento esame dell’atto. Ma recuperato in extremis il numero legale, i partiti che sostengono il governo regionale hanno proseguito la seduta, arrivando ad esitare positivamente l’atto: questo non ha significato una piena comprensione dello stesso e le innumerevoli precisazioni e l’appellarsi a refusi di vario tipo hanno fatto emergere la sostanziale mancata attenta lettura delle 56 pagine di piano.Se, in prima battuta, l’atteggiamento dei parlamentari 5 Stelle poteva essere scambiato per una forma di ostruzionismo, l’evolversi degli eventi e la rassegna di comunicati lanciati sull’argomento fanno capire che si è andati letteralmente a tentoni.I partiti di governo, il Partito Democratico in particolare, hanno dato l’ennesima dimostrazione di una gestione della cosa pubblica e della politica che impressionano. Per quello che riguarda il nostro territorio si è assistito ad un balletto di dichiarazioni da fare rabbrividire. Nessuno ha voluto sottolineare che il Ministero pare abbia raccomandato di attenersi esclusivamente al decreto Balduzzi. In sostanza sono state recepite le eccezioni sollevate in occasione della presentazione del piano da parte dell’amministrazione comunale di Ragusa, segnatamente dal Sindaco Piccitto e dall’allora Presidente del Consiglio Iacono che, proprio sulla mancata adesione alle norme della Balduzzi, fissarono l’attenzione per un piano che risentiva delle pressioni politiche delle singole aree del territorio. L’ultimo aggiustamento, dopo i tanti che hanno riguardato malattie infettive, otorino e altre specialità, è stato quello dell’assegnazione di chirurgia vascolare e neurologia con spoke a Ragusa, ospedale di primo livello, baricentrico rispetto al territorio, unitamente alla struttura complessa di oculistica. Non ci stupiremmo se ci fossero delle limature per aggiustare il tiro per alcuni reparti, soprattutto in vista della campagna elettorale, ma ci piace sottolineare come questa particolare vicenda abbia messo a nudo particolari che denotano lo scarso decoro politico e la credibilità di molti politici. C’è stato sì un aggiustamento, perché pare che siano stati restituiti a Modica 8 posti di osservazione breve, una misura applicata sul tavolo del Ministero per ovviare alla banalità di una astanteria senza letti di degenza. Ma di questo nessuno ne aveva parlato, forse perché nessuno si era accorto della discrasia, se non dopo l’alzata di calici per l’approvazione in giunta”.

CIRCOLO PIPPO TUMINO DEL PD DI RAGUSA. SU 396 VOTANTI LA LISTA DI RENZI SI E’ IMPOSTA CON L’80% DELLE PREFERENZE

L'ingresso del circolo Pippo Tumino durante la convenzioneNumerosi i partecipanti alla convenzione che si è tenuta al circolo “Pippo Tumino” del Pd di Ragusa nella giornata di sabato. La sede di via Sant’Anna 191 ha fatto registrare per l’intera durata della convenzione un nutrito via vai di gente. Netta l’affermazione della lista Renzi con oltre l’80% dei consensi, ma anche Orlando ed Emiliano hanno ottenuto la loro parte di voti.  Soddisfatto il segretario del circolo, Gianni Lauretta, per l’ampia partecipazione. I lavori sono stati aperti alle 10 e dopo avere illustrato le proposte dei tre segretari, è stato sviluppato un interessante dibattito, qualificato e stimolante. Unanime la consapevolezza che il populismo e l’antipolitica sono gli avversari da battere, soprattutto alla luce di quanto accaduto in America alle ultime presidenziali. A conclusione dell’appuntamento, si sono aperte le urne e si è proceduto al voto fino alle 16. Ecco i dati: Votanti  396, Renzi   316, Orlando  59, Emiliano 19.

CELEBRATO A RAGUSA IL CONGRESSO PROVINCIALE DI SINISTRA ITALIANA. RESI IURATO ELETTA COORDINATRICE

 

congresso provinciale Sinistra Italiana Ragusa (1)Si è svolto sabato primo aprile a Ragusa il Congresso provinciale di Sinistra Italiana, che ha eletto Resi Iurato coordinatrice provinciale e Gianfranco Motta tesoriere. Eletti anche 5 delegati al congresso regionale: si tratta di Alberto Lucifora (Chiaramonte Gulfi), Angelo Rinollo (Comiso), Cesare Borrometi (Ragusa), Resi Iurato (Scicli) e Anna Alì (Ispica). Approvati all’unanimità due ordini del giorno uno sulle politiche nelle città presentato da Giampaolo Schillaci ed un altro sulla sicurezza partecipata presentato da Giovanni Scifo. Approvati all’unanimità anche due documenti uno sui diritti civili di Igor Marco Garofalo, presidente Arcigay Ragusa e l’altro di Nicola Colombo ( Sinistra Italiana Pozzallo) sui compiti e le strategie della sinistra oggi. Tra gli ospiti intervenuti anche Giovanni Sudano nuovo coordinatore del Movimento politico Scicli Bene Comune e Concetta Speranza di ARCI Monterosso. Ecco un breve estratto del documento politico votato dall’assemblea: “Il congresso di Sinistra Italiana di Ragusa, arricchito dalla presenza e dai contributi di associazioni e movimenti che hanno partecipato e dal dibattito dei compagni aderenti a Sinistra Italiana, condivide ed approva la relazione introduttiva della Garante al Congresso   e ribadisce   la volontà di lavorare con coesione e inclusione per l’affermazione dei valori della Sinistra. Fa proprie le indicazioni e gli spunti provenienti dagli interventi degli ospiti e recepisce la mozione d’ordine di fare del documento del compagno Nicola Colombo parte fondante del documento politico. Le molte esperienze dei giovani compagni che hanno portato linfa fresca e vitale devono essere assunte come patrimonio politico essenziale su cui lavorare, ampliare ed enfatizzare per raggiungere questa generazione che è sempre più distante e non comprende le forze della politica nell’accezione più nobile”.

 

Manutenzione stradale a Ragusa, secondo Laporta il Comune latita

la porta angelo“E’ da circa tre mesi che il Movimento Insieme sollecita continuamente attraverso segnalazioni specifiche degli interventi di manutenzione stradale su tutto il territorio comunale – dichiara il consigliere comunale Angelo Laporta -, dove le strade  con il passare del tempo sono diventate ancor di più un vero e proprio colabrodo e dove si sta mettendo a serio rischio la sicurezza dei cittadini”. Il consigliere del gruppo Insieme lamenta che, nonostante le numerose segnalazioni fatte agli uffici competenti, il risultato riscontrato ad ora “è stato negativo ed inaccettabile, ma non per difetto degli uffici, ma per l’inadeguatezza e l’incapacità dell’amministrazione Piccitto e dell’assessore ai Lavori Pubblici Corallo che non riesce a mettere nelle condizioni opportune il settore competente per una continuità del servizio”. “L’assessore Corallo – dice La Porta – anzichè occuparsi di cose non urgenti, cerchi se ne è capace di assicurare l’ordinaria amministrazione dei servizi o altrimenti la cosa migliore è che vada ad occuparsi di cose diverse. Infatti da qualche mese il sottoscritto ne è testimone oculare, le riparazioni nelle strade di Ragusa vengono fatte solamente con dei sacchetti di asfalto a freddo, con risultati scadenti in quanto la tenuta e l’aderenza e scarsa e nello  stesso tempo antieconomica per l’ente. La causa di tutto ciò è da attribuirsi  in toto a questa amministrazione che  ancora una volta non è stata capace di prevedere e provvedere nei tempi giusti quelle somme necessarie per  consentire agli uffici  l’acquisto dell’asfalto a caldo che in questi tipi di interventi  risulta il materiale più idoneo per una lunga durata”.

LA SEN. VENERA PADUA NELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL FEMMINICIDIO

 

La senatrice Padua durante un intervento in AulaLa senatrice sciclitana del Pd è stata chiamata dal presidente del Senato, Pietro Grasso, a fare parte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, la cui istituzione è stata approvata dall’Aula il 18 gennaio scorso, nonché su ogni forma di violenza di genere. La commissione sul femminicidio sarà composta da 20 senatori e avrà le funzioni della magistratura inquirente: saranno svolte indagini su dimensioni, condizioni, qualità e cause dei femminicidi, fenomeno inteso come l’uccisione di una donna basata sul genere e, più in generale, su ogni forma di violenza di genere. “É una grande responsabilità – afferma la senatrice Padua – in quanto il fenomeno ha assunto dimensioni veramente allarmanti e preoccupanti: nel 2016 sono state oltre 120 le donne uccise. Monitoreremo, quindi, la concreta attuazione della Convenzione di Istanbul e di ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia e la legislazione nazionale, con l’obiettivo di intervenire per tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti. Un altro compito rilevante sarà quello di analizzare gli episodi che si sono verificati a partire dal 2011, per accertare se siano riscontrabili condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico ed utili a orientare l’azione di prevenzione”. Secondo dati Istat, sono state 6 milioni e 788 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% in età compresa tra 16 e 70 anni: il 20% circa ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi quali stupri o tentati stupri. Quel 21% di violenza sessuale significa che oltre 4,5 milioni di donne hanno dovuto subire nel corso della propria vita atti sessuali degradanti e umilianti, rapporti non desiderati, percepiti come violenza, abusi o molestie fisiche sessuali gravi. “Ecco perché – conclude la senatrice Padua – si tratta di un impegno che dovrà essere svolto con grande coscienza e responsabilità. Insieme alla commissione lavorerò con determinazione per raggiungere i migliori risultati possibili data la gravità di un fenomeno a cui diciamo basta”.

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