“La dimostrazione è arrivata. Ancora una volta. La superficialità e l’approssimazione della gestione della cosa pubblica da parte dei Cinque Stelle lascia senza parole”. Così il responsabile degli enti locali di Territorio Ragusa, Michele Tasca, commenta la mancata offerta che il Comune avrebbe potuto rivolgere all’indirizzo di una società delle Ferrovie dello Stato per partecipare al bando che metteva a disposizione un’area, individuata all’interno dello scalo merci, estesa oltre 15mila metri quadrati. “Era stato il sottoscritto – sottolinea Tasca – in qualità di assessore all’Urbanistica del tempo nella precedente Giunta, ad avviare le procedure per l’acquisizione di un terreno di così ampie dimensioni, collocato al centro della città, dove si era pensato di realizzare, tra le altre cose, la stazione degli autobus, spostandola da via Zama, operativa allo stato in un’area che crea non pochi problemi alle abitazioni circostanti. E, in effetti, la Giunta che è venuta dopo di noi, quella grillina, ha in effetti riconosciuto la bontà di quel percorso stipulando un atto di indirizzo. Dal 22 gennaio 2015 ad oggi, però, non è più accaduto nulla. E ci sembra che, ancora una volta, la semplicità e la coerenza di certi percorsi siano difficili da comprendere per chi non ha mai avuto esperienze amministrative e non riesce a percepire la portata di una occasione del genere”. Per l’intero terreno, con la pubblicazione del bando, la società delle Ferrovie dello Stato chiedeva una somma di circa un milione di euro. Dopo che, però, nessuno ha partecipato, il bando è stato ritirato. E’ probabile che lo stesso sia riproposto, essendo l’area sempre in vendita, con un prezzo inferiore. “E auspichiamo che questa volta – aggiunge Emanuele Distefano, portavoce di Territorio Ragusa – i pentastellati non si distraggano e sappiano percepire quanto importante possa essere questo percorso per ravvivare una zona cruciale del nostro centro cittadino. Abbiamo sentito come, tra le varie ipotesi in piedi, quella più interessante potrebbe essere legata alla realizzazione di un polo per la mobilità urbana. Ma ci sarebbe pure lo spazio per la creazione di un parco attrezzato. E il tutto a due passi dal centro cittadino. Sollecitiamo il sindaco a valutare con attenzione la situazione e a decidere sul da farsi. Non si può fare finta di niente dinanzi a una opportunità simile. L’area dello scalo merci di Ragusa, dotata tra l’altro di alcuni edifici e di una cubatura complessiva vicina ai trecento metri quadri, potrebbe diventare un nuovo e importante punto di riferimento dei nostri concittadini”.
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Super Camcom, sen. Mauro (Fi): Accorpamento non fa interessi del territorio
“Il documento votato ieri dal Consiglio della Camera di Commercio iblea, che punta a mantenere l’accorpamento tra le Cciaa di Ragusa e Catania e Siracusa, chiedendo quindi al Ministero competente di revocare la sospensione della procedura, svela il reale disinteresse degli organi camerali nei confronti del futuro del nostro territorio”. Lo dichiara il commissario provinciale di Forza Italia Ragusa, sen. Giovanni Mauro. “La Camera di Commercio di Ragusa – chiede il senatore – chi rappresenta e quali interessi sta rappresentando in questa fase? Di certo non quelli dell’imprenditoria ragusana che dal mantenimento di una tale struttura potrebbe avere solo vantaggi. Un ente capace di occuparsi delle imprese e di assisterle programmando, allo stesso tempo, le azioni necessarie allo sviluppo economico del nostro territorio. Sviluppo che, ovviamente, non è compatibile o non è sulla stessa linea di quello di Catania o Siracusa”.
FEDERICO PICCITTO E L’EUTANASIA DELLA POLITICA
Li avevamo votati, i grillini, per sentirci vivi. Venivamo dagli anni orribili del massacro urbano decorato con qualche parcheggio pubblico e con due tratti di strada, via Roma e il vecchio lungomare di Marina, rifatti a festa, e, riuscendo a liberarci dall’inganno, avevamo messo il cuore nelle mani dei giovani cinquestelle convinti che inadeguatezza e onestà fossero gli ingredienti base di un miscuglio che potesse pian piano sprigionare vita, giustizia, vivacità. La chimica purtroppo però è una scienza esatta e tutti gli elementi mancanti nella pozione non potevano concretizzarsi senza la volontà di una ricerca faticosa e costante delle sostanze adatte a dar vigore alla buona politica. Dopo quattro anni di potere grillino non è la delusione che ci disturba, ma il fumo che si sprigiona da quel pentolone che Piccitto e il resto della tribù tengono acceso e alimentano come se quella brodaglia sia ancora fonte di salvezza. Dopo quattro anni di esalazioni il risultato è terribile: annientamento da dolce morte. Non esiste una sola formazione politica o lista civica della nostra Ragusa che non si sia serenamente abbandonata per poi spegnersi senza sofferenza. No, non è la crisi dei partiti, la fine della destra, il Pd che ha abbracciato un folle liberismo, la sinistra frastagliata…no, è proprio un effetto originale e particolare causato da questa amministrazione, da questo sindaco, da queste persone che aderiscono al movimento di Grillo. Come sono arrivate ad uccidere la passione, l’interesse, la curiosità, la forza di lottare? Non c’è solo l’evitamento, e l’arroganza di chi gestisce la cosa pubblica – tipiche di chi non vuol dare risposte e soddisfazione – c’è un ingrediente misterioso in quel fumo respingente che ti atterra: è la irrazionalità che domina il loro pensiero e le loro azioni che ha prima fatto impazzire e poi ha ucciso la residuale anima politica della città. Cos’è l’irrazionalità dei cinquestelle? E’ superficialità, è bugia, è fastidio per la serietà e per tutto ciò che si presenta complesso e profondo, è magia, è isterica furbizia. E’ un muro rigidissimo dove ci si schianta se ci si avvicina a reclamare un confronto. Lo vediamo con le tasse. E’ un autentico disastro, un massacro, quel che avviene con i tributi, ma nonostante le semplici e rilevabili constatazioni di realtà, il sindaco e l’assessore ”competente” Martorana negano, sminuiscono, persino sfottono i cittadini, mandando puntualmente per aria ogni piano di incontro e impedendo ogni dibatitto civile. Irrazionalità e violenza verbale, psicologica, vorremmo dire maschia; è accaduto in consiglio comunale – ricordiamo l’eroica resistenza dell’opposizione sulle variazioni di bilancio per 20 milioni di euro – accade nelle “piccole” cose come per il taglio degli alberi di viale Colajanni dove il fu dolcissimo assessore pasticciere Corallo inveisce contro coloro che osano difendere quei poveri alberi estirpati – siamo giunti a quota 57 – come se non ci fosse traccia dell’incontrovertibile falsità raccontata alla città quando si comunicò che “solo” una decina sarebbero stati i tigli da sacrificare. Ogni osservazione diviene irrilevante o nemica e viene umiliata e sotterrata e così ci si ritrova muti, soffocati con la bocca piena di terra. Il ragusano deve solo vivere – secondo la teoria cinquestelle – senza chiedere nulla, senza porsi dubbi, riducendosi volontariamente alla condizione di animale in gabbia rassegnato alla cattività e comunque contento di quel pasto quotidiano che il guardiano dello zoo gli lancia oltre le sbarre. Il consiglio comunale ritrae perfettamente lo stato patologico: spazio stanco, assente, con i fantasmi grillini che avendo perso definitivamente il gusto della parola e quindi il governo del mondo e il senso morale non vanno più in aula, proiettati come nomadi selvaggi a nuove conquiste, la Regione, lo Stato. Si sono smossi solo al grido dello sciamano e sono corsi in piazza per rinnovare il patto euforico ed esaltato con Di Battista che conferma l’arcigno e stupido autoisolamento che li rende i migliori. Cosa accadrà tra un anno? La guerra finale Pd – Cinquestelle come ci troverà? Il Pd che resta è l’incubo dipasqualiano che ritorna, è la volgarità dei giovani renziani alla D’Asta che si permettono pur di dare spazio agli amichetti dei gigli locali di cacciar via dalla commissione risanamento centri storici un uomo saggio e colto come il professore Giorgio Flaccavento; è l’inquietante scaltrezza di Maurizio Tumino che tenta di far breccia nei conservatori del ceto medio benpensante che già si son fatta la lor strada dentro il pianeta cinquestelle; è la vertigine di Sonia Migliore che come una trottola schizza da Salvini a Forza Italia, strusciando nel Pd, senza contenere un centro, senza mirare ad una direzione oltre se stessa. Dopo l’eutanasia non c’è rinascita, solo silenzio. Si tenta di mettere su qualcosa senza radici: i ragazzi dell’associazione Youpolis provano a inventarsi la candidatura del loro giovane leader Simone Digrandi cercando l’aiuto e il sostegno della destra tramite il sindaco di Vittoria. Conforta in questa dimessa atmosfera il coraggio speranzoso e la voglia di ricominciare che arriva da coloro che con sincerità tardiva, ma autentica, stanno abbandonando il Pd a iniziare da Massari, dai Barone, da Battaglia. Non sappiamo cosa nascerà e cosa potrebbe comportare la stravittoria di un Giancarlo Cancelleri al momento solo chiacchiere e distintivo, purtuttavia il rifiuto per la politica nella sua miserevole rappresentazione conduce sempre lì, ai cinquestelle. Bastano poche qualità; inadeguatezza e onestà, noi lo sappiamo eccome. L’umore popolare è netto: meglio i bugiardi che i ladri.
AL COMUNE DI RAGUSA RIUNIONE DELLA CONSULTA DEI PRESIDENTI DEI CONSIGLI COMUNALI
La consulta dei presidenti dei consigli comunali della provincia di Ragusa è tornata a riunirsi. Diversi gli argomenti inseriti all’ordine del giorno tra cui la questione relativa alla Camera di Commercio, le problematiche ambientali ed infrastrutturali e la particolare questione concernente le procedure seguite per la vendita all’asta di immobili pignorati. L’incontro di ieri è stato un primo momento di raccordo per porre le basi sul metodo da seguire nella gestione di detto organismo come ad esempio l’organizzazione di momenti di approfondimento con la presenza tutti i componenti dei consigli comunali. Nel corso dei lavori si è stabilito inoltre di calendarizzare degli incontri mensili ed itineranti da tenere nei dodici comuni al fine così di coinvolgere di volta in volta tutti i territori e le comunità. Si è altresì convenuto sulla necessità di essere invitati alla conferenza del sindaci proprio per un ulteriore raccordo istituzionale con il territorio. All’incontro di ieri sono intervenuti i presidenti dei consigli di Ragusa, Modica, Scicli, Vittoria, Comiso e Pozzallo. Gli altri rappresentanti non sono stati presenti per impegni istituzionali assunti in precedenza. In occasione del prossimo incontro, fissato per il 3 aprile, si è convenuto all’unanimità di approfondire ulteriormente le tematiche individuate, riservando anche una particolare attenzione alle materie finanziarie di cui ciascun organismo consiliare è chiamato ad esprimersi. La priorità sarà quella di lavorare con e per il territorio con l’obiettivo di dotarlo di una autorevole voce rappresentata da tutti i consiglieri comunali e quindi dei cittadini.
LA SINISTRA CHE VOGLIAMO, RIFLESSIONE DI CONCETTO SCIVOLETTO
Pubblichiamo l’intervento del Senatore Concetto Scivoletto all’assemblea spontanea della sinistra svoltasi nella sede della Cgil di Ragusa. “La globalizzazione guidata dal liberismo e dal capitalismo finanziario e le conseguenti politiche d’austerità, particolarmente aggressive nei confronti dei lavoratori, dello stato sociale, delle identità territoriali e dell’ambiente, hanno prodotto in Europa – e in modo più accentuato nel nostro Paese – una deflagrazione a sinistra di dimensioni storiche. Al nuovo orizzonte neoliberista la sinistra italiana ha risposto prevalentemente in modo passivo se non subalterno, negando progressivamente la propria identità, fino a costituire un nuovo soggetto politico, il Partito Democratico, sintonizzato sostanzialmente con la cultura liberista e disconnesso sempre di più dai valori, dalle forze sociali, dalle conquiste democratiche che hanno segnato, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, l’esperienza prima del PCI e dopo del Pds e dei DS. L’identità negata ha provocato, a ogni passaggio significativo, nel corso di oltre 25 anni, divisioni e scissioni sul terreno strettamente politico e, quel che è più grave, una frattura crescente, sul terreno sociale, con le fasce più deboli e sfruttate della società italiana, proprio nel momento in cui queste venivano travolte dallo tsunami della globalizzazione senza regole, senza freni e senza valori, nonché dai colpi tremendi della crisi mondiale ed europea. Agli errori di strategia politica si sono sommati, tuttavia, anche gravissimi errori di sistema, di fisiologia democratica, come il voto politico negato nel 2011, a seguito del collasso strutturale del berlusconismo. La grande coalizione a sostegno del governo Monti, dopo anni di scontro durissimo con il centrodestra, ha creato smarrimento e rabbia a sinistra e ha fatto crescere, nel giro di pochi mesi, in misura esponenziale da una parte il M5S e dall’altra parte l’area del disimpegno politico e dell’astensione. Si è formata, di conseguenza, una nuova geografia a sinistra, una geografia dell’impotenza la cui caratteristica fondamentale è data dall’incapacità di incidere e di trasformare la realtà. Dentro il Pd di Renzi vi sono forze certamente di sinistra; così come alcune forze di sinistra si sono rifugiate e operano dentro il M5S, ma certamente non in grado di incidere nella definizione e caratterizzazione delle rispettive strategie nazionali, come abbiamo avuto modo di costatare in questi ultimi anni. D’altra parte le forze di sinistra organizzate in soggetti politici -come Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, l’Altra Europa…- non sono in grado di incidere perché deboli nel Paese e nel Parlamento. Infine, non può aver peso, come è del tutto evidente, la sinistra che si astiene, benché presente, in modo diffuso, in movimenti e luoghi associativi di diversa natura. In sostanza vi sono in Italia tante energie di sinistra disseminate in diverse organizzazioni o movimenti politici – oltre che nell’area dell’astensione e della non militanza – e che proprio a causa di questa sorta di geografia dell’impotenza, non sono in grado di assolvere alla loro mission. Se vogliamo che nel nostro Paese operi una grande forza di sinistra, capace di incidere, di combattere le diseguaglianze sociali e gli squilibri territoriali, di dare piena e concreta attuazione ai valori e ai diritti tutelati dalla nostra Costituzione, dobbiamo offrire un nuovo orizzonte, largo e unitario, a tutte le forze di sinistra ovunque collocate. Dobbiamo liberare e unire le forze di sinistra che stanno nel PD, in Sinistra Italiana, nell’area dell’astensione e nello stesso Movimento 5S. C’è un’autostrada a sinistra fra Renzi e Grillo. Se vogliamo, possiamo percorrerla. Da questo punto di vista, la vittoria del NO al Referendum costituzionale –frutto di uno schieramento certamente più largo della sinistra- aiuta la ricerca e l’individuazione di questo nuovo orizzonte, grazie anche alla coesione ideale di tutte le forze di sinistra nel corso della difficilissima eppure esaltante campagna referendaria. La vittoria del NO ha creato una nuova situazione nel Paese e nella sinistra: da una parte sono emerse distanze crescenti e incolmabili all’interno del PD, dall’altra parte sembra che si sia creato, a sinistra del PD di Renzi, un clima nuovo, l’inizio, mi auguro, di un disgelo e di una nuova consapevolezza. Oggi viviamo una fase di transizione, fluida, aperta a pericoli involutivi ma anche a cambiamenti profondi di segno progressivo. Il disagio sociale è forte e preoccupante; le diseguaglianze sociali sono diventate insopportabili; il Mezzogiorno arretra ancora, mentre la mafia cerca di conquistare territori, meccanismi, filiere intere e segmenti crescenti dell’economia; la disoccupazione giovanile è al 40%; si frantumano le tradizionali identità territoriali; si rafforzano, anche in Italia, spinte populiste, xenofobe, aggressive e persino autoritarie. Nel vivo di questa crisi, infatti, la personalizzazione della politica e la dimensione imponente e prepotente degli organismi decisionali a livello mondiale ed europeo (FMI, WTO, Commissione UE, BCE) spingono verso la ricerca quasi magnetica del capo, dell’uomo solo al comando in grado di salvarci e di contrastare i poteri forti. Ebbene, la sinistra ha un senso se riesce a farsi carico di questa situazione drammatica, mettendo in campo strategie forti di cambiamento e di discontinuità netta con le politiche di austerità, imposte dalle grandi coalizioni europee e nazionali. Il soggetto di sinistra che vogliamo deve rapportarsi a questa sfida e deve avere la forza di incidere, di modificare visibilmente e concretamente la condizione di chi soffre e non ce la fa, di saldarsi alle vittime plurime della globalizzazione neoliberista: lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, partite IVA, precari, ceto medio urbano. A mio avviso il grande rispetto per i diversi percorsi in cui sono impegnati alcuni soggetti politici (PD e S.I.) non deve farci perdere di vista la portata della sfida sociale e democratica aperta nel nostro Paese e la necessità di costruire con urgenza, attraverso scelte nette, un grande partito di sinistra, che abbia la forza di mobilitare, di trascinare, di coinvolgere, di farsi valere in un contesto europeo e internazionale nel quale spesso non riescono o non vogliono incidere nemmeno i governi nazionali. Un partito che al conflitto generazionale sostituisca il conflitto sociale e attribuisca senso storico al valore dell’esperienza al servizio di una nuova classe dirigente e riconfermi centralità al progetto politico di cambiamento e alla comunità politica impegnata a realizzarlo. Nei nostri territori possiamo e dobbiamo fare tante cose, ma in particolare due: contribuire dal basso, attraverso un nuovo rapporto centro-periferia, politica-territori, a costruire strategie e soggetti politici, partiti, che siano all’altezza dei nodi storici che abbiamo di fronte; sperimentare nei nostri territori forme nuove di lavoro, di impegno e di lotta comuni, attorno alle emergenze che colpiscono da tempo il nostro tessuto economico, sociale, istituzionale, in sostanza il nostro modello di sviluppo, il sistema ibleo, la nostra identità territoriale ovvero quell’intreccio originale fatto di lavoro economia, società, cultura, democrazia, ricercando sedi e strumenti nuovi che sappiano trasformare le diversità in una comune ricchezza. In questo quadro vorrei richiamare l’attenzione, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, sugli scenari complessi e drammatici che emergono drammaticamente a Vittoria, attorno alla sua economia, al Mercato ortofrutticolo: io ho la sensazione di uno Stato debole e fermo e di una mafia radicata, dinamica e violenta che sfida a viso aperto l’intera comunità iblea. Che facciamo come sinistra iblea? Io penso che dobbiamo assumere, oggi, questa questione come banco di prova per tutta le forze di sinistra, che dovranno avere la capacità di mettere in campo tutte le risorse di cui dispongono, sia livello locale che a livello regionale, nazionale ed europeo. Con lo stesso metodo e atteggiamento, domani, dovremo affrontare i problemi e le emergenze in altri comuni, in altri territori, in altri settori. Infine, vorrei sottolineare la straordinaria importanza, per tutti noi, per tutte le varie anime della sinistra, dei due referendum promossi dalla CGIL. Dopo il referendum del 4 dicembre e la vittoria del NO, dobbiamo impegnarci affinché i referendum vengano celebrati e affinché, con la vittoria del SI, si indichi e si attui, con una straordinaria partecipazione popolare, un’inversione di tendenza rispetto agli attacchi subiti dai lavoratori da troppi anni. È venuto il momento di reagire, di mobilitarci e di riaffermare il valore del lavoro come fondamento della nostra Repubblica”.
LA SINISTRA CHE VOGLIAMO. UN NUOVO ORIZZONTE
Un incontro informale, quello di venerdì 24 febbraio 2017, nello storico saloncino della Camera del lavoro di Ragusa, tenuto a battesimo da un foltissimo gruppo di compagne e compagni che si sono riuniti per ritornare a parlare dei valori della sinistra. Un appuntamento nato quasi per caso, ma che ha riscosso, con il passa parola, la partecipazione di circa cinquanta persone accorse per ritrovare lo spirito e la motivazione di riprendere in mano la situazione, soprattutto dopo gli accadimenti politici che stanno cambiando la fisionomia dei partiti. Molti gli intervenuti da quasi tutti i comuni della provincia. Il saluto di apertura è stato dato dal segretario della Camera del lavoro, Giuseppe Scifo, che ha ribadito l’impegno del sindacato in materia di lavoro ed ha sottolineato l’importanza di sostenere le ragioni del SI, ai due quesiti referendari (abrogazione dei voucher e responsabilità solidale Appalti) , proposti dalla CGIL e sottoscritti milioni di persone. Gianni Battaglia ha avuto il compito di illustrare le ragioni e le necessità che sono alla base dell’incontro. Concetto Scivoletto ha presentato un documento che potrebbe assumere il ruolo di manifesto sul quale aprire una prima riflessione per una sinistra nuova e plurale in grado di analizzare i bisogni di questo territorio e possa diventare un’esperienza da proporre a chiunque vuole percorrere una nuova fase. L’incontro è stato arricchito da altri interessanti interventi: Francesco Aiello, Giuseppe Fiorellini, Enrico Battaglia, Giovanni Cassibba, Resi Iurato, Giampaolo Schillaci, Franco Dimartino, Giovanni Dirosa e Gianni Digennaro. Un progetto all’altezza dei tempi che proponga una sfida non solo a livello nazionale, ma partendo proprio dal nostro territorio per rilanciare una politica vissuta come efficace da chi vive una condizione di emarginazione, di esclusione, soprattutto guardando ai giovani che non hanno più un orizzonte per il loro futuro.
L’ANTIMAFIA REGIONALE A RAGUSA E VITTORIA
RAGUSA, RICORSO AL TAR PER LE VARIAZIONI DI BILANCIO. L’AVVOCATO AGATINO CARIOLA, LEGALE DI CINQUE CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE, RINUNCIA ALLA SOSPENSIVA PER ARRIVARE AL GIUDIZIO DI MERITO
“Abbiamo dato mandato al nostro legale, l’avv. Agatino Cariola, di rinunciare all’istanza cautelare di sospensiva in Camera di Consiglio davanti la Prima Sezione del TAR di Catania in merito all’approvazione in Consiglio Comunale di Ragusa delle variazioni di bilancio con procedura urgente dello scorso 30 dicembre. Abbiamo preso questa decisione per garantire il bene di Palazzo dell’Aquila e perché proseguire per ottenere la sospensiva lascerebbe trascorrere diversi mesi prima di arrivare alla reale trattazione dell’argomento. Con grande senso di responsabilità, dunque, nei confronti di Ragusa e dei suoi cittadini, abbiamo deciso di procedere nel nostro percorso legale contro quella che abbiamo definito una vera e propria prevaricazione nei confronti del Consiglio Comunale di Ragusa, per arrivare al merito nel più breve tempo possibile. Così, l’avvocato Cariola presenterà al più presto istanza di prelievo per la trattazione di merito della vicenda”. Lo dichiarano i Consiglieri comunali di Ragusa, Giovanni Iacono, Carmelo Ialacqua, Giorgio Massari, Sonia Migliore e Manuela Nicita. Queste invece le parole di Agatino Cariola. “Su indicazione dei miei clienti, alla Camera di consiglio davanti la Prima Sezione del Tar Catania, oggi 23 febbraio 2017, ho rinunciato all’istanza cautelare espressamente per assicurare stabilità finanziaria al Comune di Ragusa, alla presenza degli avv. Alì e Boncoiaglio, e su invito del Presidente a presentare al più presto istanza di prelievo per la trattazione nel merito della vicenda”.
Sarà ridiscusso l’accorpamento delle Camera di Commercio Catania, Siracusa e Ragusa
Il Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha scritto al Presidente della Regione Rosario Crocetta che sottoporrà all’esame della Conferenza Stato Regioni la proposta di revoca dell’accorpamento tra le Camera di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa. “Sono sempre stato contrario all’accorpamento – dichiara Crocetta – e finalmente c’è lo stop a una procedura non condivisa, anche in presenza delle nuove vicende giudiziarie, che ipotizzano irregolarità e che vedono indagato il segretario della Camera di Commercio, Pagliaro, sui dubbi rispetto al reale numero degli iscritti delle varie categorie”. “Revocherò immediatamente il decreto di accorpamento e – continua Crocetta – collaboreremo col Ministro per avviare le nuove procedure. Ovviamente, questo ci costringe a continuare l’attuale commissariamento”.
IL MEDICO GIANNI DI BARI E’ IL NUOVO CANDIDATO DEL PARTITO DEMOCRATICO A SINDACO DI SANTA CROCE CAMERINA
Il ginecologo in pensione Gianni Di Bari è il nuovo candidato a sindaco di Santa Croce Camerina per il Partito Democratico. La proclamazione nel corso di una partecipatissima assemblea a cui hanno presenziato, oltre agli iscritti e ai simpatizzanti, anche i parlamentari democratici dell’area iblea. All’incontro era presente il sindaco uscente, Franca Iurato, con cui è stato concretizzato una sorta di ideale passaggio di consegne. “Accolgo questo imprimatur da parte del partito – sottolinea il dott. Di Bari – con la responsabilità di chi sa che bisognerà adoperarsi al massimo per trovare delle soluzioni sempre più soddisfacenti per la nostra realtà. Ringraziamo Franca Iurato per il suo impegno e per la sua grande dedizione a Santa Croce Camerina. Ha operato con la massima onestà in un periodo di grandi stravolgimenti per gli enti locali territoriali, minati sempre di più dalle problematiche causate da una riduzione consistente dei trasferimenti da parte di Stato e Regione e, di conseguenza, con una disponibilità economica ridotta all’osso. Ora ci daremo da fare per predisporre un programma che possa rispondere alle esigenze sempre più variegate e articolate del nostro ambito urbano. E lo faremo incontrando i cittadini, le categorie produttive, le associazioni, tutti coloro che esprimono le varie sfaccettature della società civile di Santa Croce Camerina. E’ una sfida entusiasmante che ho voluto accettare con la consapevolezza di volermi mettere al servizio di questa splendida realtà urbana”.
ALTRE QUATTRO ATTIVITA’ COMMERCIALI HANNO CHIUSO I BATTENTI IN VIA ROMA A RAGUSA
“Le nuove scelte per il centro storico superiore – si chiede la consigliera comunale del gruppo Insieme Elisa Marino – non avevano il compito di rendere più effervescente il commercio dell’area? E perché tutto si è risolto in un flop? Come se non bastassero, naturalmente, abbiamo a che fare con i morsi della crisi economica che rendono il quadro complessivo ancora più disarmante. Questa, purtroppo, è l’amara constatazione di una condizione che con il passare del tempo è finita con il degradare ancora di più perché non sono stati adottati quegli accorgimenti necessari tesi a ravvivare le prerogative di un comparto che aveva bisogno di rifiatare. Chiaro che l’Amministrazione comunale non può avere la bacchetta magica ma non può neppure trascurare questa problematica che merita di essere analizzata sotto i punti di vista perché la via Roma, che dovrebbe essere il biglietto da visita della nostra città, non può morire in questo modo senza che non si sia tentato almeno qualcosa per cercare di invertire la tendenza”.
FEDERICO PICCITTO, NELLO DIPASQUALE, E IL GRANDE EXODUS
Che si è perso Nello Dipasquale co ‘sta fissa della pesca in alto mare! Lui a Cuba mentre qui si balla e tutti i partiti e movimenti si attorcigliano, si mordono, si strappano le membra… e lui sempre lì a ricevere a bordo scafo la Ragusa che vuol dimenticar gli affanni e gira per le Antille. Tornerà tra il 15 e il 20 febbraio e se la ruota gira come si deve, forse, dopo un mese e mezzo nelle Americhe, riuscirà a portare a termine la missione “Contatto con Raul”. Ci vuole solo una botta di culo e l’intera comitiva di pescatori crediamo riuscirà tra una promessa di investimento o di una ricerca archeologica o di un villaggetto con villette in stile Havana spa, a trovare l’intermediario giusto per avvicinare il presidente eroe della repubblica. Cosa gli serva al deputato navigatore l’attestato socialista non si sa, ma i beni informati riferiscono che prima di andare a Cuba ha fatto una capatina a New York dai Giuffrè, i benefattori, sfegatati di Trump… quindi doppio accreditamento – a seconda come finisce dentro il Pd, nel Paese intero. Nel frattempo a Ragusa è il caos. Aricò senza il sostegno del deputato si è cacato sotto e non ha saputo gestire un semplicissimo appaltino a simpatia che, se fosse andato in porto, avrebbe aperto il maestoso Corso XXV Aprile, teatro della nobiltà, all’ex sindaco che, appena giunta la notizia della disfatta, se l’è presa con Calogero Rizzuto. Gli ha scaraventato un totano in faccia, manco fosse un subalterno, gridando – “E ora pensaci tu a riparare ‘sto casino. Convegno, antichità, quadri, vestiti d’epoca, muoviti, fai quel che vuoi, ma recupera le sorelline!”-. Nelle stesse ore a Ragusa si spegneva la voce della rivoluzione. Il brutale assassinio della Marabita – che non per caso vanta somiglianza di nome con il Marat amico del popolo – vedeva i cinquestelle sporchi del sangue dell’innocente plebea avvolta nella bianca maglietta con le stelline trapassate dalla lama. E la rivoluzione? Nelle mani purissime di Federico Piccitto che ha portato Ragusa nei cieli prestandosi a tenere in piedi la fragile Virginia su cui destini si basa il futuro del movimento. Che belle parole, che bella figura, quanta saggezza, quanta concretezza e quanta verità! L’unica cosa che ci disturba è averlo visto accoppiato con la Raggi che – a parte le offese fasciste e sessiste – non emana grande limpidezza. Vuoi vedere che la Appendino l’ha azzeccata a tenersi lontano apparendo solo in video conferenza? Non si incazzi il sindaco se ci sorge spontaneo il dubbio – un vecchio retaggio della fu democrazia – ma è sicuro di non aver fatto una figura di merda messo lì come un cetriolone a gorgheggiare che a Ragusa un bel dì vedremo…? Comunque i grillini ragusani non capiscono una mazza dell’enorme sacrificio del nostro sindaco a tenerci in consonanza con i vertici del movimento. Mugugni, borbottii, umore sotto i piedi. Lo sparlano e lo rimproverano, canaglie! Non ci confondiamo, ci vuole precisione nella cronologia dei fatti, ecco le delibere. Il 25 gennaio a Roma si è svolta una riunione nella sede di rete ferroviarie italiane per seguire l’iter della realizzazione della metropolitana di superficie, quella ideata da Giorgio Chessari venti anni fa. Si partunu: Piccitto Federico con l’accompagnatore Martorana Stefano – che a rigor di logica non c’entra proprio niente con un’opera pubblica – e l’ingegnere Michele Scarpulla che prima di volare a Cuba dall’amico Dipasquale doveva pur rendere qualche servigio alla comunità. Ebbene, le delibere sono due, distinte. Una per i ragazzi, e l’altra per Scarpulla: la 69 e la 72, atti ufficiali determine dirigenziali. Piccitto e Martorana misteriosamente allungano la gita di un giorno sino al 26, mentre Scarpulla rientra la sera. E qui inizia l’avventura con Di Maio che poi sfocia nell’intervista disastrosa – per noi che subiamo la realtà – a L’aria che tira. Torniamo al sindaco e al suo amato assessore. I ragazzi vanno in un alberghetto… misero misero, hanno solo 74 euro per il pernottamento. Stessa stanzetta, bagnetto in corridoio, due lettini vicini vicini come in un ostello salesiano. Martorana si fa conoscere subito e la mattina pianta un casino con il proprietario su conto, ricevuta fiscale, fotocopia per il comune, tassa di soggiorno, consumo idrico.. e per poco non lo menano. Piccitto come sempre approva e annuisce…a un certo punto, però, soprattutto al giovane sindaco dal fianco tendente al pingue, vien su un certo appetito. Nella delibera il pasto non è incluso, e i due – FURBI – chiamano seguendo la logica antica dello scrocco Luigi Di Maio. E si partunu per gli uffici di Montecitorio. E qui scatta l’inganno sui trasporti migliori del mondo. Davanti a un super vassoio di tramezzini e bibite assortite Piccitto si scioglie e alla domanda sui motivi della trasferta il nostro primo cittadino si apre come un’onda che si infrange sulla scogliera. “Noi? Metropolitana con mezzo ettometrico!” – e giù quello al prosciutto – “Noi? Nuovi autobus meravigliosi” – e calati quello burro e salmone – “Noi? taxi collettivi” – e vai col sushi – “Noi? Appalto strisce blu con interscambio!”- un sol boccone per uovo sodo, pomodoro, e rucola – . Martorana asciutto, solo un assaggino. Paghi, escono dal Palazzo e Di Maio soddisfatto dalle confortanti notizie dalla periferia medita il post. La coppia sparagnina torna a Ragusa e non dice nulla ai grillini indigeni della visita a Palazzo. Dopo qualche giorno Di Maio, su facebook, inizia il tormentone sulle meraviglie di Ragusa. E’ a quel punto che ai consiglieri cinquestelle scatta l’angoscia e la stizza e nel gruppo whatsapp (che dovrebbe essere segretissimo) scrivono al sindaco – Federico, dagli una calmata a Di Maio perché sta parlando al presente di una serie di progetti alcuni sperimentali che non hanno avuto conseguenza e su cui non c’è un euro in bilancio..! – E il sindaco risponde ai suoi secondo il copione Sol dell’avvenire – “No, no. Va bene. E’ perfetto. Tutto vero” – e i cinquestelle, destrutturati alla voce politica, invece di imporgli un intervento per impedire figuraccia colossale, come sempre abbozzano. E si arriva a Di Maio sulla 7 che fa ridere i polli. Non pago, il sindaco, l’altro ieri, sempre senza coinvolgere i suoi riceve la chiamata schieramento sindaci e alla chetichella riparte come un soldatino a Roma. E così gli imbecilli stanno a guardare e aspettano che si faccia chiarezza. Siamo alla terza settimana e al terzo rinvio per l’assemblea vera, corpo a corpo senza telefonino. Insomma si sono scocciati e vogliono sapere che vuol fare da grande il nostro sindaco. Non sono motivati, sentono la città che si allontana, non capiscono cos’ha in testa Piccitto. Si ricandida qui a Ragusa? Non si pronuncia e aspetta il 2018 per vedere se i capoccia lo chiamano? E se questo benedetto figliolo manda tutti a quel paese e finisce a Roma a costruire l’Italia della felicità insieme a Martorana al posto di Padoan? Povero Di Maio! e allora sì che scoppierebbe la rivoluzione, quella dei cittadini italiani ridotti all’osso dal vampiro in giacca blu.
Sospensione della Marabita dal M5S, Lab 2.0 “Due pesi e due misure, decisione assurda”
“Con la decisione di sospendere il Consigliere Marabita i pentastellati hanno dimostrato, senza possibilità di smentita, qual è la qualità del dialogo interno al Movimento 5 Stelle. I fascisti li tengono, i dissidenti li ammoniscono, assurdo”. Così commenta il direttivo del Lab 2.0, appresa dalla stampa la notizia che riguarda la sospensione di Mariarosa Marabita, decisa dal collegio dei probiviri. “Il Consigliere Marabita – dicono dal Lab 2.0 – è colpevole di aver puntato il dito nei confronti dei grillini ragusani rimproverandoli di aver perso l’attenzione nei confronti dei temi che rappresentano l’anima del movimento. Per tutta risposta, invece che accettare le critiche e fare qualcosa per cambiare come reagiscono? Cercando di ‘zittire’ il dissidente. Come se sospendere dal movimento qualcuno possa servire ad arginare le voci critiche che gli vengono mosse contro”. “Anche questa volta esprimiamo solidarietà a Mariarosa Marabita – concludono – perché riteniamo impensabile che questo possa essere l’impronta democratica che il M5S si vanta di avere”.
RAGUSA, LA CONSIGLIERA MARABITA SOSPESA DAL MOVIMENTO 5 STELLE
FEDERICO PICCITTO E IL TREMENDO ELOGIO DELL’ONOREVOLE DI MAIO
Quanto vale una balla positiva in termini di consenso? Il calcolo è semplicissimo. Fa punteggio la lontananza: più si è distanti dalla verificabilità della notizia più il cittadino tende alla creduloneria e all’entusiasmo. Insomma da Messina in poi forse se la sono bevuta che Ragusa ha superato Londra e Berlino per la facilità, modernità e organizzazione dei trasporti pubblici così come un tiratissimo Lugi Di Maio ha raccontato in TV, e la questione non è tanto smentire – figuriamoci se il nostro sindaco ha voglia di deludere un capoccia del movimento (farebbe solo la parte dell’imbecille), o di spiegare (potrebbe essere una ipotesi verosimile) che aveva incontrato di sfuggita Di Maio a Roma mentre era in missione per il progetto della metropolitana di superficie e che questa semplice comunicazione era stata ripescata dal vicepresidente della Camera e data in pasto ai telespettatori italiani in un momento di confusione e affanno per i misteriosi affari della Raggi – quanto piuttosto capire cosa spinga i cinque stelle a nutrirsi di frottole. Tutti noi ragusani siamo consapevoli che i nostri mezzi pubblici fanno veramente schifo e che questa condizione è il ritratto reale e perfetto di una città che, al di là della finzione scenica, – dal barocco ai costosissimi video commissionati dall’amministrazione (sarà una febbre perniciosa e contagiosa che ha attaccato chi gestisce potere, dall’Asp al Comune -pare non campino senza filmetti di propaganda!) – non ha né la voglia né la tensione di divenire città mantenendosi in un limbo rovinoso e logorante tra il salto agognato e il compiacimento infantile e rassicurante offerto dall’eterno iperpaesello. E proprio il trasporto pubblico – ossia il primo elemento chiaro e distinguibile della vita di città e dell’emancipazione dei territori dalla stasi rurale – è l’irrisolto, per definizione, della nostra comunità non rassegnata alla periferia e però paralizzata in questa triste condizione. Il trasporto pubblico inesistente riflette la non città, e quindi ci troviamo in uno stallo medioevale cupo nell’aspetto e traboccante speranza nei cuori. Cupezza e sogno: il brodo ideale di coltura dei grillini. E arriviamo ai ragazzotti Piccitto e Di Maio. Sono bugiardi strutturati come guappetti che resistono davanti ad ogni evidenza di misfatto? Senz’altro no, e non solo per assenza di trascorsi bensì per mancato allestimento: i cinque stelle non hanno scuola di partito, formazione, militanza obbligatoria, vantano una costante improvvisazione seppur poggiata su una traccia comune che è l’aspetto altamente preoccupante del loro non agire politico e, in questo caso, della puttanata sparata da Di Maio: i grillini mortificano la ragione, sia la loro, intimissima, sia quella collettiva. Ora percepiamo la loro nuance antidemocratica che sta nel rifiuto della ragione. La democrazia infatti è la forma migliore di governo per l’uso costante della ragione in tutti settori del vivere, dalla politica alla economia, mentre il grillismo volge a forme irrazionali, magiche, quasi religiose (mancanza di dubbio, fede nel capo, orgoglio avanguardista) che tranciano la cultura della ragione ossia del pensiero alimentato e rafforzato dallo scambio interumano. In questa chiave possiamo anche credere che il trasporto pubblico a Ragusa sia eccellente ed è superfluo ritenere che Piccitto debba in queste ore provare vergogna. E allora facciamoci un bel giro nel bus, quello che passa ogni 4 minuti esatti e che attraversa h24 Ragusa, ancor meglio se equipaggiati con apposite App da telefonino inseribile ad ogni fermata e caricabile dentro il mezzo dove è fattibile durante il percorso – sfilando davanti ai numerosi locali nella smagliante notte iblea – indirizzare lo iphone sul cartellone e prenotare un posto per lo spettacolo successivo. Mirabilia Urbis! E così ci spieghiamo anche il sondaggio di queste ore che dà al 38 per cento i grillini nelle prossime elezioni regionali. Basta ricordarsi le indicazioni di Indro Monatanelli nel 1976 – “Turiamoci il naso e votiamo Dc”- e parafrasarle: “Al di là della ragione votiamo i 5 stelle!”. Senza fretta però. Non scappano mica: spazi e sogni sono raggiungibilissimi: passano continuamente, i mezzi.
PARCO NAZIONALE DEGLI IBLEI RIMASTO LETTERA MORTA
Che fine ha fatto la procedura riguardante l’iter costitutivo del Parco degli Iblei? E’ la richiesta contenuta nell’interrogazione che la senatrice del Pd, Venera Padua, ha trasmesso al ministro dell’Ambiente. Il Parco degli Iblei dovrebbe includere parti di territorio ricadenti all’interno delle ex province di Ragusa, Catania e Siracusa. Tra gli ultimi passi che erano stati compiuti quello, ad esempio, del marzo 2015 da parte del Comune di Ragusa che aveva scelto di ampliare la perimetrazione del Parco di circa 2600 ettari rispetto ai 1300 precedenti, almeno per la parte che ricadeva sul territorio di riferimento. Da allora sono passati quasi due anni ma non si ha alcun riscontro positivo rispetto alla bontà o meno dell’iter in questione. “Mentre nei casi di altri parchi nazionali – sottolinea la senatrice Padua nel suo atto ispettivo – si è arrivati alla conclusione di un iter piuttosto lungo e travagliato, per quanto riguarda il Parco degli Iblei la situazione, invece, sembra essere ancora lungi da una definizione nella fase istruttoria, propedeutica all’adozione di uno schema di provvedimento istitutivo e di disciplina del parco. Finora, per quanto a nostra conoscenza, le associazioni ambientaliste della provincia di Ragusa non hanno trovato un’intesa definitiva con le istituzioni locali per la perimetrazione e la zonazione dell’istituendo parco, motivo per il quale è sorta una querelle che ha allungato notevolmente i tempi di lavoro dei tavoli convocati da Ministero e Regione per definire le aree interessate dal progetto”.
On. Nino Minardo: Camere di Commercio ed ex province: destino comune!
“Alla buon’ora, – dichiara il deputato ibleo – il presidente della Regione, ha capito che anche gli accorpamenti delle CamCom, sono un danno per i territori che genera confusione ed approssimazione. Apprendo che e’ nelle sue intenzioni, infatti, chiedere al Governo nazionale la revoca dell’accorpamento delle CamCom di Catania, Ragusa e Siracusa”. “Un provvedimento, la fusione degli enti camerali, – prosegue Minardo – che sin da subito mi è apparso (come dissi in tempi non sospetti) come l’architettura dell’ennesimo fallimento regionale e i fatti stanno dimostrando ciò. A tal proposito, ho chiesto al Ministro dello Sviluppo Economico l’avvio delle procedure di sua competenza per la revoca dell’unificazione delle tre CamCom della Sicilia sud-orientale. Un passo indietro utile e necessario, considerato che da più parti si sono sollevati dubbi e perplessità sulla valenza ‘reale’ dell’inglobamento perché penalizzante e che, nella obiettiva confusione, svilisce i ruoli di enti camerali nati come diretto contatto con il sistema delle imprese, la cui funzione prioritaria è promuoverne lo sviluppo, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese che costituiscono l’asse portante del sistema economico e che adesso, invece, si sono trasformate in grande calderone non più a servizio del tessuto produttivo ed imprenditoriale e dei territori”.
INCONTRO CULTURALE ALLA SOCIETA’ DEI LIBERTARI DI RAGUSA
PIAZZATO EL COGNATISSIMO, NELLO DIPASQUALE SE LA SPASSA A CUBA
A che serve questo manto di rigore e serietà se poi si sa che quelli della politica se la spassano e l’unico sforzo a cui sono obbligati è quello di mascherare l’enorme felicità delle loro vite? La necessità della finzione aveva un senso fino a quando vigeva la regola che il loro ruolo portasse una minima ricaduta benefica sul territorio, ma ora che si è spezzato quel tenero filo di rispetto reciproco perché continuare in questa farsa? Già qualche anno fa Grillo aveva intuito che il linguaggio doveva essere semplificato ed infatti a botte di vaffanculo è penetrato nelle masse. Tuttavia qui a Ragusa dove i cinquestelle dominano e non vogliono – oppure non riescono- a scalfire il sistema che continua ad abbuffarsi, stiamo sperimentando il limite di quel giudizio liquidatorio che non cambia né il cuore né le abitudini delle classi dirigenti. Basta il disprezzo quando sentiamo che el cognatissimo Saro Dibennardo è passato dall’aeroporto di Comiso a quello di Catania, e le istituzioni e le categorie plaudono come se quest’uomo fosse stato plasmato da Dio per occuparsi di aeroplani quando è palese che tale fortuna è il brillante risultato del fratello di sua moglie – nostro ex sindaco Nello Dipasquale in arte deputato? Si è fatto in quattro per il cognato di Comiso e gli va riconosciuto questa ostinazione a tutelare il benessere della famiglia. Prima era presidente ed ora è solo consigliere di amministrazione e comunque l’ha piazzato in un posto che senza colpo ferire assicura 35 mila euro l’anno che al netto sono 2000 euro mese; non proprio male male, soprattutto per chi è in difficoltà. E allora poniamoci una domanda ossia quanto la verità possa incidere nella crescita democratica. Immaginiamo un’altra comunicazione senza ipocrisie, senza fronzoli, per annunciare la spartizione. “Noi associazioni di categoria in crisi per mancanza di riferimenti politici e disperate per non avere più la capacità e la forza di incidere sul territorio di Ragusa, essendo miseramente crollato il sogno dell’imprenditoria effervescente e rivelatosi illusorio il mantra dell’isola nell’isola, abbiamo pensato in occasione del rinnovo dei vertici Soaco di resistere ad oltranza e conservare una presenza nei posti di comando in attesa di cambiamenti sostanziali. La legge lo consente, nessuno si oppone e noi quindi rimaniamo con il sostegno dei signori deputati e di tutta la politica allo sbando che non sa che pesci pigliare. Un posto a Sandro Gambuzza consapevoli che la sua agricoltura è andata per aria; un altro a Dibennardo che lo spostiamo a Catania e lì manco si accorgono che esiste, e l’onorevole suo parente si rilassa e può godersi il suo stipendio da deputato senza l’incubo di aiutare la famiglia; il presidente della Camera di Commercio Peppino Giannone vecchio comunista e furbone di tre cotte lo sistemiamo a Intersac che forse un domani ci serve vedi caso si profilasse una svolta socialdemocratica, infine consegniamo il giochetto dell’aeroporto a Giorgio Cappello e chi se ne frega dei requisiti tanto fa la sua porca figura contemporanea con la sua avventura in Africa dove ha portato il culo e l’azienda sbolognando ai neri i pannelli fotovoltaici. Dunque tutti sistemati. Grazie per la clemenza, disturberemo il meno possibile”. Quale sarebbe la reazione dei ragusani di fronte a tanta crudezza? Nell’immediato non cambierebbe nulla, ma a lungo andare no. Sarebbe naturale dopo un’ammissione del genere considerare finita l’esperienza e le pretese delle associazioni di categoria che nulla hanno ormai da offrire nella scena amministrativa e politica e a cui rimane solo il ricordo dei loro anni ruggenti. La verità in politica è importante ed è impossibile da adottare quando però è così brutale e priva di respiro. La comunicazione solida, sana, sincera è frutto di azioni comprensibili, condivisibili, chiare. E gli altri, i giovani della politica, come ci parlano, cosa ci raccontano? E qui sta la cocente delusione per l’amministrazione grillina di Ragusa che opera come scrive e scrive forse come pensa usando metodi e linguaggi istituzionali stanchi e monotoni che addormentano le menti. Non si salvano nemmeno attraverso facebook dove il guizzo di spontaneità e di passione si ammoscia per le ondate di banalità che impediscono riflessioni di lunga tenuta. Lavoriamo di immaginazione, cambiamo le parole e, senza rancore, senza rabbia, ridiamo dei loro stratagemmi. Queste ad esempio le ultime notizie da Nello Dipasquale l’uomo che sempre trionfa: “Carissimi ragusani che vi sorbite quella noia dei griillini onesti ma gran rottura di palle quanto e più del mio cognato che ho rifilato a Catania – e se lo cachino loro- io me ne vado a Cuba a pescare. C’è la barca, gli amici, il caldo e me ne sbatto di voi”. E’ a Cuba. A giorni lo raggiungeranno persino il sovrintendente Rizzuto e l’ingegnere Scarpulla. Sa vivere, l’ex sindaco. Sapete chi si è portato mesi fa a Cuba? Niente poco di meno che Davide Faraone, il sottosegretario! Benedetti i danari che si piglia alla Regione, e benedetto il Pd che lo fece cristiano! Come risolleverebbe il morale un annuncio chiaro e ricco di quell’autentico Io immenso che lo pervade! “Sapete grandissimi scemi chi mi porto in vacanza? L’unico che in questo schifo di partito conta qualcosa, Faraone, e me lo giro come voglio. Vedrete se poi non ce la faccio ad infilarmi in qualche lista! Cari saluti. Continuate a soffrire, mentre io mi godo il socialismo estremo”. Ci vogliono vagonate di cruda realtà per farci prendere coscienza di tanta sudditanza. E concludiamo allora con un’altra rappresentazione per confermare l’idea del ventaglio di variabili che intercorrono tra verità e finzione. Stavolta l’immagine è très jolie. Le baronesse principesse Di Quattro Vicky e Costanza stanno preparando uno spot che ci lascerà senza fiato. Eccitatissime sono a caccia di vestitini per abbigliare dei piccini a piccoli muratori! Che idea originale e graziosa! Però, pensandoci, senza offesa, non serve – carissime ragazze – scervellarsi nè abbassarsi a chiedere agli straccivendoli ragusani materiale per impupiare questa simpatica scenetta: i bimbi con gli abitucci sdruciti e lerci costretti a lavorare ci sono eccome in questo triste mondo!
SINISTRA ITALIANA
Anche a Ragusa si avvia il processo costituente di Sinistra Italiana. I promotori del nuovo partito, che sarà ufficialmente costituito il prossimo 17 febbraio a Rimini, si riuniranno a Ragusa sabato 4 febbraio alle ore 15,30 presso l’hotel Kroma. Oltre che a buona parte dei militanti dell’ex Sinistra Ecologia e Libertà si preannuncia l’adesione di alcuni esponenti della cosiddetta società civile nonché qualche ex iscritto ai partiti della sinistra storica.
L’assemblea si apre all’insegna dello slogan “ una sinistra restituita al popolo, un partito come strumento di riscatto ed emancipazione”. I lavori saranno presieduti dal Senatore Francesco Campanella , componente il Comitato Nazionale dei Garanti , e la relazione introduttiva sarà illustrata da Resi Iurato componente il comitato regionale provvisorio di Sinistra Italiana. Sono previsti gli interventi esterni di Caterina Riccotti, neo vice sindaca di Scicli
che interverrà sul tema “la vittoria della coalizione alternativa e progressista a Scicli”. Inoltre interverrà il segretario generale della CGIL di Ragusa, Giuseppe Scifo, che affronterà il tema :” la campagna referendaria per mettere il lavoro alcentro della politica”. Successivamente si aprirà il dibattito sui temi congressuali e l’elezione dei
delegati al congresso costitutivo nazionale.