19-04-2025
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Archivio della categoria: Politica

Consiglio comunale Ragusa, si dimette Daniela Virgadavola

Era stata eletta nel Pdl con l’appoggio dei fratelli Mallia, oggi si è dimessa per dimostrare – si legge nella lettera che la Virgadavola ha inviato al presidente del consiglio comunale – “per mancato attaccamento alla poltrona e perchè le recenti scelte dell’ex sindaco hanno provocato profonda amarezza in chi credeva in quel progetto politico”. Secondo la Virgadavola il suo è un atto di responsabilità tanto che la stessa invita l’intero consiglio comunale di Ragusa a seguirla in questa scelta. La signora fra grillismo e delusione si dice, però, pronta a continuare nel suo impegno di “rigenerazione” della città. Al suo posto entrerà l’ex assessore comunale Rocco Bitetti al momento in quota Pdl. Bisognerà vedere se questi accetterà la carica per così pochi mesi. Sembra che il partito – un tempo di Berlusconi oggi chissà di chi – abbia tentato di stoppare le dimissioni, invano. Daniela Virgadola sembra comunque intenzionata a ricandidarsi alle amministrative di primavera, ma non ha comunicato ai suoi compagni di partito se lo farà nel Pdl o altrove. Insomma pare che la signora si sia “scucciata” del Pdl e voglia ricominciare senza catene.

Assemblea Sel Ragusa sul voto alle elezioni regionali

Il Coordinamento Provinciale della Federazione Sel di Ragusa, allargato a tutti i tesserati, simpatizzanti e a quanti hanno dato il proprio contributo nella campagna elettorale, è convocato per giovedì 8 novembre alle 19,00 presso la sede di C.so Vittorio Veneto 125 a Ragusa. All’ordine del giorno l’analisi del voto alle elezioni regionali.

BOCCIATURA IMU CALABRESE “NO ALLE SPECULAZIONI”

“La bocciatura dell’aumento dell’Imu, durante la seduta del Consiglio comunale tenutasi lo scorso 30 ottobre, chiarisce che al Comune di Ragusa si è chiusa una fase durata 6 anni, caratterizzata dalla maggioranza di centrodestra che sosteneva il sindaco Dipasquale. Oggi dobbiamo essere consapevoli di una cosa: al di là del fatto di aver portato avanti bene o male il proprio lavoro, Dipasquale non è più sindaco e la sua maggioranza non esiste più”. E’ quanto afferma il segretario cittadino del Pd di Ragusa, Giuseppe Calabrese, il quale sottolinea come “molti consiglieri comunali dell’ex maggioranza hanno seguito Dipasquale in questa sua nuova esperienza politica che lo ha visto avvicinarsi alle posizioni del centrosinistra, a fianco del neo eletto presidente Rosario Crocetta”. Calabrese precisa: “La bocciatura di un atto importate in aula, e ciò è avvenuto in modo assolutamente trasversale, serve a fare comprendere al commissario che da oggi serve avere una interlocuzione seria con le forze politiche che sempre hanno votato gli atti per il bene della città, senza guardare al colore politico. Nessuno può permettersi di speculare su questioni importanti quali possono essere il blocco della spesa specie sui servizi alla persona e in particolare sui servizi sociali. Le somme appostate in bilancio di previsione nel giugno scorso serviranno a coprire il settore per tutto il 2012. Non si potranno fare assunzioni di personale? Bè, devo dire che poco importa. Ma diffondere voci allarmanti su possibili blocchi di servizi importanti non serve alla città e non serve al commissario”. Il segretario è perentorio: “Il Pd di Ragusa, come sempre ha fatto, intende recitare un ruolo importante e determinante sull’amministrazione della città ed oggi più di ieri sente addosso la responsabilità di portare la città capoluogo indenne sino alla prossima primavera, data delle elezioni amministrative. Rimarco il fatto che è finita l’era del sindaco Dipasquale e inizia una fase di responsabilità politica tra tutte quelle forze – conclude Calabrese – che vogliono assumersi il ruolo di maggioranza all’interno del nostro Comune, dimostrando senso civico e responsabilità di amministrare”.

AEROPORTO DI COMISO, DIGIACOMO: “NON CI SONO PIU’ SCUSE PER ULTERIORI RITARDI”

“I quattro milioni e mezzo della Regione sono materialmente accreditati. Non ci sono più scuse per ulteriori ritardi nella firma della convenzione e l’apertura dell’aeroporto di Comiso nella prossima primavera”. E’quanto dichiara l’on. Pippo Digiacomo alla vigilia del giorno (lunedì 5 novembre) nel quale è prevista la sottoscrizione dell’accordo con l’Enav per la copertura dei servizi di assistenza al volo, passaggio che dovrebbe finalmente spianare la strada verso il raggiungimento dell’importante traguardo. “Avevamo preso un impegno preciso – aggiunge Digiacomo – e, da persone serie quali siamo, la promessa è stata mantenuta. Qualsiasi altro ritardo nella firma della convenzione, ora più che mai diventa un’azione colpevole e dolosa”.

Bilancio comunale: la critica di Tutti x Santa Croce: “Pressione fiscale ai massimi storici”

“La Iurato danneggia cittadini e attività produttive. La promessa di non aumentare la pressione fiscale sui cittadini, sulle famiglie, sui commercianti e sulle imprese è stata disattesa dal sindaco Iurato”. Comincia così la nota del movimento politico Tutti x Santa Croce a pochi giorni dall’approvazione del bilancio. “Pur di garantire al Gruppo Agricoltori la somma di 100mila euro, è stato redatto il bilancio nel segno dell’aumento delle tasse. L’abbattimento dell’Imu sulla prima casa al 2 per mille è stato compensato dall’aumento dell’aliquota sulla seconda casa, passata dal 7,6 al 9,6 per mille. Si tratta – spiega il segretario di Tutti x Santa Croce, Piero Mandarà – di un aumento secco del 37% rispetto al precedente 7 per mille dell’Ici. Il rischio è quello di frenare ulteriormente gli investimenti sia nel settore residenziale che nelle attività produttive, favorendo la corsa alla vendita delle proprietà e quindi alla loro svalutazione. E’ un provvedimento dannoso per i piccoli proprietari e a favore di pochi ricchi”. Nel nuovo bilancio è stata aumentata l’addizionale comunale Irpef (0,8%) ed è stata riesumata la proposta di un’addizionale una tantum di 60 euro per il riequilibrio dei costi di gestione dell’acqua ed introdotta una tassa di 120 euro per i nuovi allacci.

GIORGIO ASSENZA E IL RIMPIANTO DI AN

Come in un tam tam, impercettibile ai non adepti, gli ex di Alleanza Nazionale sparsi in provincia tra le varie formazioni si sono ritrovati attorno a Giorgio Assenza contribuendo alla sua elezione e determinando nella destra iblea uno stato di speranzosa cospirazione in vista di eventuale sommossa. Il successo dell’avvocato Giorgio Assenza è dovuto di certo al prestigio umano e professionale che ha portato una nota di positiva consistenza nel Pdl in disfacimento, ma ora, ad avvenuta elezione, questa parte della destra che aspira ad una riappropriazione della identità umiliata dal berlusconismo potrebbe emergere tanto da cagionare modifiche negli assetti dominanti del partito concentrati nella persona di Nino Minardo. Questa almeno è la fantasia prospettica in cui si cullano in queste ore i postfascisti e che viene alimentata di giorno in giorno nell’osservare il grande caos che alberga nel Pdl. Che Assenza platealmente prenda le distanze dai Minardo – usiamo il plurale perché è stupido nascondere passione e ruolo del padre del deputato, l’imprenditore Saro Minardo, – non ha senso alcuno: il neoeletto non è un guerrafondaio e non ci sono attriti che possano determinare la rottura, e poi la distanza c’è già di fatto e non occorre né ufficializzazione né casus belli per determinarla. La sconfitta, infatti, degli altri contendenti alle regionali, Carpentieri ed Occhipinti, ha già prodotto una perdita di sovranità del deputato nazionale, Nino, identificato nelle congetture dei perdenti come corresponsabile – per inerzia o abbandono – del mesto risultato ottenuto. In verità, visto il tracollo del Pdl, la parcellizzazione del voto, la predisposizione dei cittadini a mandare a quel paese il vecchio ed il consolidato, i due sconfitti non possono incolpare di defezione il loro leader locale; e comunque si avverte in Minardo una evidente e repentina perdita di potenza che giunge da due fronti, uno che canalizza la delusione dei candidati che non ce l’hanno fatta, l’altro in cui scorre la destra “strong” resuscitata con Assenza. Questo accerchiamento non è mortale, anzi libera Nino Minardo dal gravoso compito di essere a tutti i costi un capo. Un peso inutile per il giovane deputato costretto a interpretare la parte del grande politico sfornando estenuanti strategie di difesa, di attacco, di patto, per imparare a stare in campo con Mauro, con Leontini, con lo zio Riccardo – non ci addentriamo in analisi psicologiche ma chissà, anche alla luce della esperienza ragusana del superprofessionista del tradimento, Nello Dipasquale, quanto poi sia giovato alla immagine e persino all’anima di Nino Minardo vivere sempre con il pugnale fra i denti. La situazione del deputato nazionale snobbato e piantato in asso forse ora è più tersa; torna ad essere quel che realmente è: un giovane ricco, incapricciato di politica, e fortunato per aver progettato l’ascesa parlamentare nell’era di Silvio Berlusconi. Liquidare, a questo punto, la gestione baronale, asfittica e soggetta alle incursioni esterne o ai riconoscimenti imperiali, è un bene per Nino Minardo, è un traguardo – sebbene rischioso – di crescita. Guardiamo il prossimo futuro: Nino Minardo potrà essere riconfermato con il porcellum ed allora non avrà avuto senso il tenere a bada corte e famigli, oppure dovrà andare alla sfida reale, al duello del proporzionale o del collegio uninominale e qui, come ci insegnano le ultime elezioni, non sono gli apparati che fanno vincere. L’elezione di Assenza, con quel carico di pesante idealità conservatrice, è vero, sì, scardina il potentato di paese, ma può sprigionare e rigenerare in tutta la destra, compreso nella mente di Minardo, forme più contemporanee e limpide di vivere la politica. Non saranno certo i nostalgici di An, ex fascisti che si sono fatti imbambolare, incastrare e molte volte comprare da Berlusconi, ad impersonare il rinnovamento da ogni parte auspicato, ma la voglia di cambiare è talmente grintosa, incomprimibile e orizzontale da attraversare infino la destra. Dopo il medioevo in cui siamo vissuti bisogna augurarsi che la destra si sollevi dalla melma in cui si è crogiolata e in cui è rimasta sepolta; anche la destra deve ritrovare dignità per evitare che fenomeni da baraccone – poca importanza ha se per opportunismo cambiano casa e casacca – rubino cervelli e cuori.

I Giovani Democratici, al fianco di Crocetta, protagonisti della vittoria

Il segretario provinciale dei Giovani Democratici di Ragusa, Andrea Lo Vento, esprime soddisfazione per l’esito delle elezioni del 28 ottobre e ritiene che “lo straordinario risultato che il territorio ibleo ha regalato a Rosario Crocetta, e alle liste del PD e di Crocetta Presidente, sia anche da attribuire al grande lavoro dei Giovani Democratici di tutta la provincia ragusana”. Andrea Lo Vento augura buon lavoro all’onorevole Pippo Digiacomo, unico rappresentante del PD ibleo all’Assemblea regionale siciliana, e afferma che “l’analisi del voto ci consegna un panorama politico totalmente mutato. Al di là della obiettiva affermazione dei grillini e del preoccupante numero di astenuti, si registra il tonfo fragoroso del centrodestra siciliano” e auspica “che il governo Crocetta possa trovare nel Movimento 5 Stelle un valido interlocutore politico”.

GRILLI IN TESTA

Chi lo conosce Dario Fornaro, un ragazzo di 21 anni che ha preso a Ragusa 2097 voti? E’ del movimeno di Grillo, non è stato eletto perchè l’ha battuto una signora di Acate, Vanessa Ferreri di 40 anni, la prima deputata donna nella storia della provincia iblea. Il dato straordinario già c’è con Vanessa perchè questa cittadina prima di entrare alla Ars ha dichiarato quanti soldi prenderà ogni mese: 2500 euro invece che 12 mila. E’ già un dato valoriale a cui si dovrebbero allineare gli altri eletti, in testa il più amato dai ragusani, Nello Dipasquale, marinaio di lungo corso esperto in virate fortunate. A lui il titolo onorevole gli sta a pennello, non è adatto per farsi chiamare – così come hanno stabilito quelli del Movimento 5 stelle – cittadino; lui doveva diventare onorevole, come Leontini, come Alfredo Gurrieri, come Nino Minardo, come quella folla di modelli da raggiungere o da annientare che hanno ossessionato e nutrito il suo Io. Non ha preso un botto di voti Dipasquale; aveva iniziato la campagna di seduzione nei confronti di Crocetta sparandosi una potenza di 8mila voti in città – ne ha presi 4945 -, ma questa considerevole quota ottenuta dopo sei anni di dittatura sindacale all’insegna dello strapotere è ridicola in confronto ai 2097 voti del ragazzino ragusano, Dario Fornaro, che di certo non avrà speso un euro per farsi la propaganda. Non bisogna nascondere queste differenze; tra la deputata Vanessa e l’onorevole Dipasquale c’è l’abisso: una è stata eletta senza clientela rappresentando la protesta collettiva al sistema arcaico, l’altro è uno zombi, un vampiro che ha fiutato l’ultime tracce di carne viva, si è scollato dall’abbraccio con Angelino e si è tuffato ad allisciare i capelli impomatati di Crocetta. La storia che avanza, Crocetta la potrà impersonare solo se dialogherà con i 14 deputati eletti con Grillo, altrimenti sarà solo la storia che si ripete, il consociativismo che uccide le forze progressiste, com’è successo fra il Pd e Lombardo. In questa disperante ipotesi Nello Dipasquale ci fa un figurone; le peggio pulsioni consociative le ha tutte: nato e cresciuto nella destra della Dc con master di perfezionamento sotto Berlusconi dove tutte le spinte conservatrici si sono consolidate. Lasciando perdere la stupidaggine della ragusanità e del territorio, roba per incantare allocchi e sottoproletariato, ci ritroviamo un deputato non solo trasformista bensì cultore della brutta e vecchia politica in disfacimento. Ha distrutto tutto l’agro ragusano che incorniciava la città; ha fatto abbuffare il clan dei costruttori che lo ha premiato, sostenuto, aiutato; ha sfoggiato uno stile di vita alla Formigoni con frequentazioni e viaggi con le persone che avevano beneficiato direttamente di alcune scelte urbanistiche da lui dettate – rapporti che in qualsiasi altra parte di Italia avrebbero suscitato scandalo e disapprovazione; ha ridotto al servaggio la politica ragusana eccitando sino ai limiti estremi le prerogative dell’essere sindaco; ha innalzato a modello vincente e fattivo la sua figura di uomo nuovo, scaltro, ignorante – indimenticabile quando gridò in aula “io continuerò a dire pessimissimo”; ha tentato di intimidire la stampa con una valanga di querele; ha trascinato categorie produttive, istituzioni e lobby contro il piano paesaggistico in una battaglia reazionaria dal sapore di fascismo agrario. Non è tutto: c’è l’uso delle cooperative di servizi comunali con le assunzioni e le proroghe; c’è la Corte dei Conti che si accorge del volume di spesa pazzesco; ci sono le esibizioni da cultura paramafiosa con i netturbini che, come in Calabria, inneggiano con i cartelloni appesi al petto al sindaco buono che da lavoro, messi lì a manifestare per distrarre dalla scoperta del bluff sulla differenziata. C’è una città che per opera di Nello Dipasquale è entrata in agonia, nel silenzio ottuso, nella paura della verità, nel dissenso taciuto. Questo è il bagaglio leggero con cui Nello Dipasquale si è trasferito a sinistra. E’ vero quel che dice la Sicilia che lo osanna da anni, “ha azzeccato strategia, campagna e cavallo vincente”, insomma la politica come botta di culo. Che coincidenza, è lo stesso giornale che l’altro ieri per l’anniversario della morte di Giovanni Spampinato ha scritto “accostare questa storiaccia alla strage di piazza Fontana come ha fatto un autorevole ex politico, ci pare francamente un po’ troppo”. L’ex politico è Achille Occhetto, che, forse, considerati i parametri di qualità proposti dalla Sicilia, non ha azzeccato, nè cavalli nè campagne, ha fatto però la storia democratica del Paese. Questa è la cornice contenitiva di Nello Dipasquale, ed è per questo che abbiamo vissuto come una liberazione le sue dimissioni. Era fisiologico, naturale, in questo contesto di degrado civile e morale che prendesse i 5000 voti in città, e non bisogna temere che diventi il “dominus” essendo l’unico deputato della città. La distanza tra realtà ed Ars è talmente enorme che servirebbe un miracolo per avvicinare i due fronti; Dipasquale ha soltanto varcato il Rubicone, gli interessa esclusivamente avere scalato la vetta per posizionarsi in quella poltrona, e sapendo che non c’è speranza nè per Ragusa nè per la Sicilia, incupirsi all’idea che i destini di Ragusa siano nelle sue mani è infantile e grottesco. Crocetta deve passare dai suoi buoni propositi di castità ad un progetto socialdemocratico per salvarsi e salvarci, e se lo farà i deputati per bene si trasformeranno in militanti del rinnovamento e smetteranno i panni di capoccia di paese, e se – di contro – i Dipasquale rimarranno tali vorrà dire che la rivoluzione della dignità non sarà scoppiata, e il fallimento di questa elezione sarà totale. Niente può rimanere come prima perchè se ci sarà l’inciucio o il nulla verrà fuori subito sia perchè i tempi sono cambiati e la gente è stanca dei parassiti sia perchè i ragazzi di strada di Grillo saranno costretti per il loro identikit a denunciare il marcio, altrimenti anche il loro movimento andrà in fumo. I margini di movimento di Dipasquale sono dunque limitati; si godrà quel bottino mensile, sino a quando non sarà ridotta anche questa vergogna, e poi dovrà adeguarsi. Immaginare un Dipasquale manovratore da Palermo è una idiozia, lui non è un Giummarra e non sono più quegli anni. Fra l’altro a tipi del genere non serve trasferire potere: i Cosentini, le Sonie Migliore, i Ciccio Barone, sono stati burattini acrobatici ma ora non contano niente, e il transito dei voti non esiste, non regge. Nello Dipasquale ha solo tagliato la corda dalla destra, ed ha mantenuto vigore, ossia voti, grazie al terribile sistema di controllo clientelare e ammaliatore che va via con un soffio se si presentano i sostituti e i ciambellani in seconda. L’onorevole ex sindaco non è portatore di sublimi idee collettive, ha svolto l’intera campagna elettorale con il metodo Tupperware che si basa sulla fiducia amicale: ogni adepto organizza un gruppo di ascolto e garantisce l’acquisto del prodotto. Nello Dipasquale era l’unico che doveva piazzarsi agli angoli della strada per cercare voti raccontando virtù ed esperienze, ma non l’ha fatto: l’incantamento ha bisogno di luoghi riparati e protetti. Lui è riuscito bene nelle segrete operazioni chirurgiche che hanno frantumato ogni spazio politico sfruttando debolezze, illusioni, misere aspirazioni. Cosa ha lasciato? Macerie, ed ergersi come un eroe su questo materiale è impossibile. E’ vincitore, è vero, ma con lui c’è solo il passato che si estende ai suoi piedi con i nemici morti, la città devastata, le feste a Poggio del Sole con il divo barzellettiere della tv privata che fa tanto ridere le casalinghe. Nello Dipasquale è solo un occupante abusivo della sinistra: nel suo curriculum c’è l’ultima concessione edilizia al suo amico Santo Tumino che sta costruendo nello spicchio di terra di fronte a quel mostro dietro viale Tenente Lena; c’è il posto di consulente alla Regione sotto Totò Cuffaro, mai raccontato, mai esibito. Non era opportuno narrare che aveva ampiamente goduto (qualche anno addietro, quando era stato eletto alla Provincia, Leontini gli regalò un rinforzino allo stipendio) delle magnifiche opportunità offerte da Palazzo D’Orleans, che chissà se gli faranno punteggio per la carriera. La sinistra ragusana, arrabbiata, delusa, amareggiata, c’è ancora, ed ha seminato bene pur lavorando in un’atmosfera malata e corrotta. Si riparte da qui, senza contorcimenti dell’anima; questi piaceri lasciamoli al grande animale politico che sbaverà vedendo a terra Innocenzo Leontini. La sinistra gode della vita del prossimo, la vuole più bella per tutti, anche per i ragusani che ne hanno tanto bisogno.

Ragusa, aumenta l’Imu L’eredità di Dipasquale

“L’aumento dell’Imu arriva, guarda caso, dopo l’esito del voto, mi chiedo cosa avrebbero fatto alcuni dei ragusani che hanno votato per Dipasquale se le carte per l’aumento dell’Imu fossero state messe a disposizione dei capigruppo consiliari e quindi della città qualche giorno prima del voto”. Così esordisce Giovanni Iacono, coordinatore provinciale di Italia dei Valori che prosegue: “Il comune di Ragusa deve reperire almeno 6 milioni di euro; il bilancio approvato, in fretta e furia (poteva addirittura essere approvato entro oggi 31 ottobre) da Dipasquale è stato fumo negli occhi e con entrate inverosimili”. Salvatore Martorana, capogruppo in consiglio aggiunge: “L’aumento dell’Imu dallo 0,76 allo 0,96 sugli altri fabbricati e quindi anche sulle attività economiche e produttive, le seconde case e le aree fabbricabili, è inaccettabile e insopportabile per i Cittadini Ragusani. In 6 anni l’aumento delle imposte comunali ha battuto ogni record e con questa manovra supera abbondantemente i 20 milioni di euro. Noi – dice Martorana dell’IdV- non voteremo quest’ennesimo scippo a danno dei cittadini che oggi sono ridotti senza lavoro e senza prospettive”. Conclude Giovanni Iacono: “Invece di cercare i soldi ai cittadini perchè non vengono recuperate le somme delle penalità per il mancato raggiungimento della raccolta differenziata che richiediamo da anni e per le quali abbiamo anche presentato denuncia alla Corte dei Conti?”.

Ragusa, il commento di Calabrese sui risultati elettorali

“La Sicilia ha cambiato finalmente registro. Crocetta presidente è la svolta”. Lo dice Peppe Calabrese a commento dei risultati elettorali. “Per quanto riguarda il risultato personale del sottoscritto – aggiunge Calabrese – posso ritenermi soddisfatto per il riscontro che ho avuto a Ragusa. Meno se andiamo a guardare il resto della provincia. I numeri dicono che sono stato il secondo assoluto nel capoluogo per quanto riguarda il numero delle preferenze. Un’affermazione che, anche se non è stata premiata dall’elezione, è comunque servita a fare scattare il seggio per il Partito Democratico. Un Pd che aveva annunciato la ritrovata unità la quale, però, facendo i conti con la riprova dei fatti, – scrive Calabrese – non sempre riesce a garantire quel riscontro che ci si attende in premessa. Quando succedono queste cose, nonostante l’impegno profuso da tutti i dirigenti, significa che qualcosa non ha funzionato. Ed è per questo motivo importante che, dopo le dovute riflessioni, ognuno di noi dovrà fare le proprie valutazioni ed assumere le decisioni conseguenti. Un grazie, naturalmente, lo rivolgo agli elettori che mi hanno votato – dice Calabrese – e che hanno dato credito al progetto proposto. Ci saranno altre possibilità per fare valere i valori di un partito che vuole ancora spendersi per la città. Ringrazio – dice Calabrese – tutti gli amici che in provincia mi hanno sostenuto. E’ doveroso augurare buon lavoro a Pippo Digiacomo, il deputato del Pd riconfermato all’Ars. Prendo atto del successo ottenuto da Dipasquale ed auguro anche a lui buon lavoro. Essendo stato eletto tra le fila della lista Crocetta presidente, Dipasquale è oggi un parlamentare del centrosinistra e dovrà seguire il programma di Crocetta. Noi tutti speriamo proprio che sia così”.

GENERAZIONE FUTURO, DIMISSIONI DEI VERTICI

I dirigenti di Generazione Futuro, movimento giovanile di Fli, non rientreranno nel partito dopo la loro autosospensione dichiarata diverse settimane fa, dopo la decisione del partito, da loro non condivisa, di appoggiare il candidato alla presidenza della Regione, Miccichè. Dopo il risultato elettorale maturato dallo scrutinio dei voti per le elezioni regionali, Simone Digrandi, coordinatore provinciale, Michael Massari, responsabile provinciale scuole, Giorgio Piccitto, coordinatore del Circolo di Ragusa, Gianluca Zocco, responsabile provinciale Università e vice coordinatore provinciale, Francesco Scollo, responsabile Agricoltura e zone montane, e Marco Sparacino, responsabile area modicana, hanno comunicato che non rientreranno nel partito, ma che si dimettono in maniera definitiva da Generazione Futuro.

GRILLI IN TESTA

Chi lo conosce Dario Fornaro, un ragazzo di 21 anni che ha preso a Ragusa 2097 voti? E’ del movimeno di Grillo, non è stato eletto perchè l’ha battuto una signora di Acate, Vanessa Ferreri di 40 anni, la prima deputata donna nella storia della provincia iblea. Il dato straordinario già c’è con Vanessa perchè questa cittadina prima di entrare alla Ars ha dichiarato quanti soldi prenderà ogni mese: 2500 euro invece che 12 mila. E’ già un dato valoriale a cui si dovrebbero allineare gli altri eletti, in testa il più amato dai ragusani, Nello Dipasquale, marinaio di lungo corso esperto in virate fortunate. A lui il titolo onorevole gli sta a pennello, non è adatto per farsi chiamare – così come hanno stabilito quelli del Movimento 5 stelle – cittadino; lui doveva diventare onorevole, come Leontini, come Alfredo Gurrieri, come Nino Minardo, come quella folla di modelli da raggiungere o da annientare che hanno ossessionato e nutrito il suo Io. Non ha preso un botto di voti Dipasquale; aveva iniziato la campagna di seduzione nei confronti di Crocetta sparandosi una potenza di 8mila voti in città – ne ha presi 4945 -, ma questa considerevole quota ottenuta dopo sei anni di dittatura sindacale all’insegna dello strapotere è ridicola in confronto ai 2097 voti del ragazzino ragusano, Dario Fornaro, che di certo non avrà speso un euro per farsi la propaganda. Non bisogna nascondere queste differenze; tra la deputata Vanessa e l’onorevole Dipasquale c’è l’abisso: una è stata eletta senza clientela rappresentando la protesta collettiva al sistema arcaico, l’altro è uno zombi, un vampiro che ha fiutato l’ultime tracce di carne viva, si è scollato dall’abbraccio con Angelino e si è tuffato ad allisciare i capelli impomatati di Crocetta. La storia che avanza, Crocetta la potrà impersonare solo se dialogherà con i 14 deputati eletti con Grillo, altrimenti sarà solo la storia che si ripete, il consociativismo che uccide le forze progressiste, com’è successo fra il Pd e Lombardo. In questa disperante ipotesi Nello Dipasquale ci fa un figurone; le peggio pulsioni consociative le ha tutte: nato e cresciuto nella destra della Dc con master di perfezionamento sotto Berlusconi dove tutte le spinte conservatrici si sono consolidate. Lasciando perdere la stupidaggine della ragusanità e del territorio, roba per incantare allocchi e sottoproletariato, ci ritroviamo un deputato non solo trasformista bensì cultore della brutta e vecchia politica in disfacimento. Ha distrutto tutto l’agro ragusano che incorniciava la città; ha fatto abbuffare il clan dei costruttori che lo ha premiato, sostenuto, aiutato; ha sfoggiato uno stile di vita alla Formigoni con frequentazioni e viaggi con le persone che avevano beneficiato direttamente di alcune scelte urbanistiche da lui dettate – rapporti che in qualsiasi altra parte di Italia avrebbero suscitato scandalo e disapprovazione; ha ridotto al servaggio la politica ragusana eccitando sino ai limiti estremi le prerogative dell’essere sindaco; ha innalzato a modello vincente e fattivo la sua figura di uomo nuovo, scaltro, ignorante – indimenticabile quando gridò in aula “io continuerò a dire pessimissimo”; ha tentato di intimidire la stampa con una valanga di querele; ha trascinato categorie produttive, istituzioni e lobby contro il piano paesaggistico in una battaglia reazionaria dal sapore di fascismo agrario. Non è tutto: c’è l’uso delle cooperative di servizi comunali con le assunzioni e le proroghe; c’è la Corte dei Conti che si accorge del volume di spesa pazzesco; ci sono le esibizioni da cultura paramafiosa con i netturbini che, come in Calabria, inneggiano con i cartelloni appesi al petto al sindaco buono che da lavoro, messi lì a manifestare per distrarre dalla scoperta del bluff sulla differenziata. C’è una città che per opera di Nello Dipasquale è entrata in agonia, nel silenzio ottuso, nella paura della verità, nel dissenso taciuto. Questo è il bagaglio leggero con cui Nello Dipasquale si è trasferito a sinistra. E’ vero quel che dice la Sicilia che lo osanna da anni, “ha azzeccato strategia, campagna e cavallo vincente”, insomma la politica come botta di culo. Che coincidenza, è lo stesso giornale che l’altro ieri per l’anniversario della morte di Giovanni Spampinato ha scritto “accostare questa storiaccia alla strage di piazza Fontana come ha fatto un autorevole ex politico, ci pare francamente un po’ troppo”. L’ex politico è Achille Occhetto, che, forse, considerati i parametri di qualità proposti dalla Sicilia, non ha azzeccato, nè cavalli nè campagne, ha fatto però la storia democratica del Paese. Questa è la cornice contenitiva di Nello Dipasquale, ed è per questo che abbiamo vissuto come una liberazione le sue dimissioni. Era fisiologico, naturale, in questo contesto di degrado civile e morale che prendesse i 5000 voti in città, e non bisogna temere che diventi il “dominus” essendo l’unico deputato della città. La distanza tra realtà ed Ars è talmente enorme che servirebbe un miracolo per avvicinare i due fronti; Dipasquale ha soltanto varcato il Rubicone, gli interessa esclusivamente avere scalato la vetta per posizionarsi in quella poltrona, e sapendo che non c’è speranza nè per Ragusa nè per la Sicilia, incupirsi all’idea che i destini di Ragusa siano nelle sue mani è infantile e grottesco. Crocetta deve passare dai suoi buoni propositi di castità ad un progetto socialdemocratico per salvarsi e salvarci, e se lo farà i deputati per bene si trasformeranno in militanti del rinnovamento e smetteranno i panni di capoccia di paese, e se – di contro – i Dipasquale rimarranno tali vorrà dire che la rivoluzione della dignità non sarà scoppiata, e il fallimento di questa elezione sarà totale. Niente può rimanere come prima perchè se ci sarà l’inciucio o il nulla verrà fuori subito sia perchè i tempi sono cambiati e la gente è stanca dei parassiti sia perchè i ragazzi di strada di Grillo saranno costretti per il loro identikit a denunciare il marcio, altrimenti anche il loro movimento andrà in fumo. I margini di movimento di Dipasquale sono dunque limitati; si godrà quel bottino mensile, sino a quando non sarà ridotta anche questa vergogna, e poi dovrà adeguarsi. Immaginare un Dipasquale manovratore da Palermo è una idiozia, lui non è un Giummarra e non sono più quegli anni. Fra l’altro a tipi del genere non serve trasferire potere: i Cosentini, le Sonie Migliore, i Ciccio Barone, sono stati burattini acrobatici ma ora non contano niente, e il transito dei voti non esiste, non regge. Nello Dipasquale ha solo tagliato la corda dalla destra, ed ha mantenuto vigore, ossia voti, grazie al terribile sistema di controllo clientelare e ammaliatore che va via con un soffio se si presentano i sostituti e i ciambellani in seconda. L’onorevole ex sindaco non è portatore di sublimi idee collettive, ha svolto l’intera campagna elettorale con il metodo Tupperware che si basa sulla fiducia amicale: ogni adepto organizza un gruppo di ascolto e garantisce l’acquisto del prodotto. Nello Dipasquale era l’unico che doveva piazzarsi agli angoli della strada per cercare voti raccontando virtù ed esperienze, ma non l’ha fatto: l’incantamento ha bisogno di luoghi riparati e protetti. Lui è riuscito bene nelle segrete operazioni chirurgiche che hanno frantumato ogni spazio politico sfruttando debolezze, illusioni, misere aspirazioni. Cosa ha lasciato? Macerie, ed ergersi come un eroe su questo materiale è impossibile. E’ vincitore, è vero, ma con lui c’è solo il passato che si estende ai suoi piedi con i nemici morti, la città devastata, le feste a Poggio del Sole con il divo barzellettiere della tv privata che fa tanto ridere le casalinghe. Nello Dipasquale è solo un occupante abusivo della sinistra: nel suo curriculum c’è l’ultima concessione edilizia al suo amico Santo Tumino che sta costruendo nello spicchio di terra di fronte a quel mostro dietro viale Tenente Lena; c’è il posto di consulente alla Regione sotto Totò Cuffaro, mai raccontato, mai esibito. Non era opportuno narrare che aveva ampiamente goduto (qualche anno addietro, quando era stato eletto alla Provincia, Leontini gli regalò un rinforzino allo stipendio) delle magnifiche opportunità offerte da Palazzo D’Orleans, che chissà se gli faranno punteggio per la carriera. La sinistra ragusana, arrabbiata, delusa, amareggiata, c’è ancora, ed ha seminato bene pur lavorando in un’atmosfera malata e corrotta. Si riparte da qui, senza contorcimenti dell’anima; questi piaceri lasciamoli al grande animale politico che sbaverà vedendo a terra Innocenzo Leontini. La sinistra gode della vita del prossimo, la vuole più bella per tutti, anche per i ragusani che ne hanno tanto bisogno.

ELEZIONI REGIONALI Il commento di Angelo Di Natale

“Il voto di protesta e l’astensione hanno impedito la svolta”. Il candidato indipendente di Libera Sicilia afferma che il nuovo presidente della Regione è espressione dei partiti che l’hanno governata fino a ieri (l’Udc addirittura quello che lo ha fatto più a lungo, per ben dieci degli ultimi undici anni) e che l’unica novità prodotta dal voto è l’elezione di un gruppo di deputati del M5S che andranno ad esercitare un ruolo di opposizione. Dinatale ringrazia gli elettori che hanno scelto il progetto di Libera Sicilia e li assicura che il progetto non si ferma. “Perché alla rabbia emotiva degli elettori di oggi dovrà subentrare, la responsabilità matura della presa d’atto della realtà e della necessità di fare le scelte necessarie per costruire finalmente un nuovo modello di cura del bene comune, di rappresentanza nelle istituzioni e di governo della cosa pubblica”.

ELEZIONI REGIONALI I VOTI DI PREFERENZA IN PROVINCIA DI RAGUSA

Movimento 5 Stelle: Vanessa Ferreri acatese nata a Vittoria 3.407 (eletta), Dario Fornaro di Ragusa 2.656, Filippo D’Amico 2.194, Marialucia Lorefice 1.886. Partito Democratico: Pippo Digiacomo 4.698 (eletto), Roberto Ammatuna 3.459, Peppe Calabrese 3.112, Anna Maria Sammito 1.350, Gabriella Elia 25. Crocetta Presidente: Nello Dipasquale 7.754 (eletto), Fabio Nicosia 3.291, Iano Gurrieri 1.635, Tiziana Scuto 323, Rosaria Gradini 137. Pdl: Giorgio Assenza 4.494 (eletto), Giovanni Occhipinti 3.945, Mommo Carpentieri 2.34, Luana Tascone 53, Maria Grazia Angelica 30. Udc: Orazio Ragusa 4.412 (eletto), Renato Meli 2.034, Giovanni Caruso 688, Chiara Zisa 92, Alessia Stracquadanio 89. Cantiere Popolare: Innocenzo Leontini 3.802, Peppe Drago 1.706, Maria Malfa 485, Livio Mandarà 234, Antonella D’Amico 27. Partito Dei Siciliani – Mpa: Francesco Aiello 2.080, Riccardo Minardo 1530, Giovanni Cappuzzello 1.437, Anna Maria Gregni 225, Daniela Lo Presti 148. Musumeci Presidente: Antonio Lucifora 943, Salvatore Mandarà 884, Giovanni Venticinque 523, Antonia Salemi 47, Laura Migliore 14. I Forconi: Mariano Ferro 2.070, Piero Bellaera 1.369, Aldo Bertolone 315, Carmela Murè 173, Giuseppa Farruggio 30. Idv: Giovanni Iacono 1.765, Pino Asta 455, Marco Piccitto 189, Malina Carrubba 187, Chiara Zago 84. Fds-Sel-Verdi Angelo Dinatale 1582, Giuseppe Mustile 1.117, Ennio Ammatuna 452, Ester Nobile 127, Concetta Speranza 120. Grande Sud: Marco Greco 461, Giancarlo Cugnata 422, Patrizia Lorefice 394, Nino Condorelli 348, Giovanna Caruso 2. Fli: Marcello Dieli 819, Giovanna Cassiba 25, Luigi Sambucaro 3, Romina Incardona 2, Maurizio Alessi 0. RS: Giovanni Giavatto 236, Renato Betto 155, Pasquale Ferrara 66, Manuela Carrubba 27, Maria Sisino 11. Sturzo: Angela Adda 90, Biagio Sallemi 56, Carmela Marchese 30. PCL: Giorgia Poidimani 23, Mara Gelmini 18, Anna Latino 12, Andrea Calabrese 5. PP: Claudio Amato 46, Paolo Roccuzzo 4, Maria Roccuzzo 1, Paolo Noto 1, Rossana Malvuccio 0.

Gli auguri di Nino Minardo a Giorgio Assenza

“Pur ammettendo le grandi difficoltà riscontrate in questa campagna elettorale, dominata da sentimenti di antipolitica, e caratterizzata per il Pdl dal grande travaglio intenso che ha segnato l’ultima settimana prima delle elezioni, non posso che apprezzare il grande lavoro svolto da tutti i candidati e dall’intero gruppo dirigente provinciale, culminato nell’elezione di Giorgio Assenza”. Il deputato ala Camera Nino Minardo del Pdl aggiunge: “E’ importante però sottolineare alcuni dati. Il Pdl resta l’unico partito del centrodestra in provincia di Ragusa, in condizione di arginare da un lato il movimento di Grillo, e dall’altro il Pd e la sua pattuglia di candidati alla ricerca del seggio, riuniti anche sotto le insegne della lista Crocetta; subito dopo, a parte le roccaforti dell’ipparino, il Pdl è primo partito sia a Modica, dove peraltro governa il Pd, sia a Comiso, dove abbiamo superato anche il deputato uscente del partito di Bersani. Tiene a Ragusa, dove abbiamo dovuto affrontare un vero e proprio esodo e si conferma polo di attrazione per l’elettorato moderato che ha snobbato le altre soluzioni proposte. Adesso l’impegno del Pdl – scrive Nino minardo – sarà quello di riportare alle urne la metà dei ragusani che ha scelto di manifestare con l’astensione il proprio disagio, dotarsi di un gruppo dirigente che affianchi me e l’on. Assenza, con il quale desidero – conclude Nino Minardo – intraprendere un rapporto di sincera e leale collaborazione, nuovo, giovane e dinamico che privilegi il contatto con la gente e i contenuti rispetto all’affannosa ricerca del potere o di un posto al sole. In questa ottica ripartiremo dai candidati alle regionali e da quanti si sono spesi in questa campagna elettorale, preparandoci alle prossime amministrative ed alle politiche”.

MPA, GIACCHI E CIRNIGLIARO SI SOSPENDONO DAL PARTITO

Il giorno dopo il risultato delle elezioni regionali gli esponenti del Partito dei Siciliani – Mpa Giovanni Cirnigliaro e Angelo Giacchi hanno annunciato la propria autosospensione dal partito e hanno chiesto le dimissioni del commissario provinciale del Partito dei Siciliani, Paolo Roccuzzo.

Voti alle liste provinciali a Ragusa GRILLINI PRIMO PARTITO

Il Movimento Cinque Stelle con il 22,3% dei voti ottenuti in provincia di Ragusa elegge a Sala d’Ercole Vanessa Ferreri . Il Pd, secondo partito, ottiene il 14,6 % ed elegge uno dei deputati uscenti, l’on. Pippo Digiacomo, che supera nelle preferenze Peppe Calabrese, primo dei non eletti, e l’altro deputato uscente Roberto Ammatuna. Al terzo posto la Lista Crocetta con il 13,8% dei voti che porta all’Ars Nello Dipasquale, quindi il Pdl con il 11,5% dei voti ed elegge Giorgio Assenza, primo dei non eletti Giovanni Occhipinti. Quinto Posto per l’Udc che ottiene l’7,3 % dei voti e riconferma a Sala d’Ercole l’uscente Orazio Ragusa. Restano fuori dal parlamento siciliano gli uscenti Innocenzo Leontini la cui lista, Cantiere Popolare è sesta con il 6% e Riccardo Minardo, la cui lista è settima con il 5,2% dei voti. I Forconi sono al 5,2% lista Fava 3,6 e Idv al 3%.

ELEZIONI REGIONALI 2012 VINCE ROSARIO CROCETTA

Con il 30,4 % dei voti diventa Presidente della Regione Siciliana il candidato del centrosinistra che supera Nello Musumeci del centrodestra fermo al 25,7%. Exploit del Movimento Cinque Stelle che piazza Giancarlo Cancellieri al terzo posto con il 18,1 % dei voti. La lista dei grillini è la più votata in Sicilia con il 14,8% e porta a sala d’Ercole ben 15 deputati. Fermi al 15,4 % Gianfranco Miccichè e al 6 % Giovanna Marano, mentre Mariano Ferro dei Forconi ottiene l’1,5 %. Il Pd è il secondo partito con il 13,4 % e 14 deputati, il Pdl il terzo con il 12,9 % e 12 deputati. L’Udc con il 10,8 % conquista 11 seggi, mentre il Partito dei Siciliani – Mpa è all’9,5 % con 10 seggi. Entrano nel parlamento anche Lista Crocetta (6,1 %) con 5 seggi e Grande Sud (6 %) e 5 seggi, Cantiere Popolare (5,8 %) 4 seggi e Lista Musumeci (5,6%) 4 seggi.

Esercizio del diritto di voto per elettori non deambulanti

In occasione delle Elezioni Regionali di domenica 28 ottobre il comune di Ragusa comunica che gli elettori non deambulanti potranno esercitare il diritto di voto presso le sezioni elettorali ubicate nei plessi scolastici di seguito specificati esibendo, unitamente alla tessera elettorale, una certificazione medica attestante l’impedimento, rilasciata dal Servizio di Medicina Legale via Ibla 34. Gli edifici Scolastici privi di barriere architettoniche sono in via V.E.Orlando, sez.1; P.zza G.B.Marini sez.2 (Ragusa Ibla); Istituto Pascoli S.Giacomo, sez.3; Via Portovenere sez.4 (Marina di Ragusa); Via Monte Cervino, sez.48; Via Stesicoro, sez.61; Istituto Quasimodo Via Fieramosca, sez.34; Via Pio La Torre, sez.40; Via De Nicola, sez.6; Via U.Giardino, sez.59; Via Berlinguer, sez.68. Il rilascio dei certificati di accompagnamento e delle attestazioni di inabilità, sarà effettuato nella giornata di domenica 28 dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20 (tel. 0932.234562 – 234561 – 234563). Per raggiungere le sedi elettorali suddette, gli elettori portatori di handicap potranno usufruire di un normale mezzo di trasporto messo a disposizione dal Comune di Ragusa telefonando ai seguenti numeri telefonici: 0932.676216 – 676215.

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