Chi lo avrebbe mai detto che in quattro e quattr’otto a Palermo avrebbero votato una legge per tagliare da 90 a 70 il numero dei parlamentari regionali? E’ proprio vero che gli italiani diamo il meglio di noi nei momenti più difficili. Sarebbe bello assistere a questi piccoli atti eroici anche nella politica nostrana. Meno attaccamento alla poltrona e più pensiero lungo. Ragusa, splendido esempio di berlusconismo periferico con un sindaco seduttore che ha steso la sua carta moschicida catturando il corpo e l’anima dei consiglieri, potrebbe riappropriarsi di un minino di dignità se il suo centrodestra – il nerbo della città – riuscisse ad aprire gli occhi sulla realtà. Questo miracolo della vista toccherebbe all’Udc locale – che già tarda assai ad allinearsi a Casini – staccandosi da un tipo come Nello Dipasquale. L’Udc doveva essere consapevole dei tempi che cambiavano già la primavera scorsa quando continuò con ignavia a sostenere il sindaco uscente, ma lì, sappiamo bene, le maggiori responsabilità furono di Franco Antoci che adagiandosi sul lato bigotto del suo essere uomo di chiesa non volle puntare sul rinnovamento, e così il terzo polo, qui a Ragusa, non nacque. Ora le condizioni sono più favorevoli e necessarie visto il crollo del regime, le nuove formule di governo, il futuro assolutamente incerto e comunque proiettato in direzione diametralmente opposta a ciò che abbiamo vissuto. Non è per niente un caso che qualche giorno addietro il senatore D’Alia, intervenendo al congresso provinciale dell’Udc, abbia dato il segnale di smarcamento da Nello Dipasquale. La sua è stata una vera dichiarazione di pentimento per l’alleanza che si è messa in atto. D’Alia ha detto chiaramente ai consiglieri comunali di non sentirsi obbligatoriamente legati al sindaco, e ciò nonostante la presenza in squadra assessoriale della Migliore, incitandoli ad iniziare a valutare liberamente la politica comunale senza preclusioni verso il Pd. Che significa tutto questo rispetto alle risorse umane in campo? Ci sono tre consiglieri comunali (Angelica, Fidone e Morando) più l’assessora. Questa è ben ripiegata come un fazzolettino di fiandra caduto ai piedi del sindaco; non costituisce intralcio nel cammino ed è facile da conservare e sfoggiare. La Migliore nonostante il rapporto che è riuscita a intessere con D’Alia, non gode di apprezzamento dentro il partito: non sono piaciuti i contorcimenti serpeggianti che dal partito socialista l’hanno condotta per sopravvivenza politica dentro la casa dei moderati, e non piace l’aderenza piatta che ha con Nello Dipasquale. La prova di questa distanza tra la Migliore e il resto del gruppo ormai è certificata. Ci sono più episodi che testimoniano l’inconciliabilità delle due realtà. C’è stato un comunicato stampa, che Sonia Migliore ha firmato a fatica, in cui il gruppo denunciava il clima da precampagna elettorale che si vive a Ragusa per colpa dell’intensa attività destrutturante sul Pdl ad opera del sindaco e della sua nuova formazione Territorio che lasciano presagire “eventuali elezioni anticipate al Comune di Ragusa”, come scrive l’Udc. La seconda prova di questo distacco tra gruppo e assessore si è avuta l’altra sera in aula, a Palazzo dell’Aquila, quando l’Udc si è trovata costretta per coerenza morale a votare un ordine del giorno del partito democratico sullo smaltimento dell’amianto. L’assessora appariva confusa e in grande imbarazzo tanto che è andata poi sussurrando a quelli di destra che lei non sapeva, non condivideva, e nulla c’entrava con quel voto. Si è addirittura creato un gran trambusto con le truppe del Pid che gridavano vendetta, tremenda vendetta, e con furia cancellavano le loro firme da un documento precedentemente presentato da Angelica; Titì La Rosa sfoderava una delle sue memorabili e nobili frasi dal grande vigore istituzionale “ora va faciemu sapiri ri muluna”- rivolta all’Udc. Oggi, però, dopo i fenomeni transeunti arriva la dichiarazione di guerra. Scrive Angelica: “Apprendo che Sonia Migliore, assessore del nostro partito in seno alla giunta, ha presentato alcune iniziative da svolgersi in questi giorni utilizzando somme da noi stanziate in Consiglio Comunale in occasione degli assestamenti di bilancio. Quantomeno mi aspettavo che la collega Migliore sentisse l’esigenza di confrontarsi con il gruppo consiliare dell’Udc che la sostiene in consiglio. Sino all’ultimo ho sperato che lo facesse con i vertici del partito, – scrive Filippo Angelica – ma purtroppo nemmeno questo. Ho sentito Salvatore Brinch segretario cittadino dell’Udc e anche lui dice di non saperne nulla. Auspico quantomeno – conclude Angelica – che in un periodo di crisi economica per le nostre imprese e per le nostre famiglie, come questo, ed in un momento in cui assistiamo a Ministri della Repubblica che si commuovono dinanzi a provvedimenti rigidi da prendere per il nostro Paese, l’assessore Migliore abbia inteso legare queste somme ad investimenti mirati allo sviluppo economico ecc…”. Che ha fatto la Migliore? Qualche dipasqualata, è chiaro. Avrà destinato chissà quante migliaia di euro, vedremo poi la cifra, in progetti e servizi nè vitali nè indispensabili. Al di là del controcomunicato che verrà e del chiarimento a denti stretti, la questione è apertissima. Ai tre consiglieri, la Migliore che si fa gli “affari sua” non cala proprio, e la speranza che all’inizio poteva tenere più saldi alla maggioranza sia Fidone che Angelica, ossia la sostituzione assessoriale, è roba tramontata. Rimane l’incognita resistenza. Il ruolo del moderato che si guarda attorno spetta solo a Filippo Angelica, il più vivacetto dei tre, che possiede un cervello politico assai fine, è vero; ma non sappiamo quanto e come reggerà uno stress non da poco. Nello Dipasquale, infatti, proprio per questa sua esigenza vitale di rinascita, non può perdere l’Udc e allo stesso tempo, per le sue doti caratteriali, non tollererebbe mai un riposizionamento di “suoi” consiglieri. Guerra e tensioni, non c’è male come auspicio di un sereno 2012. Riguardo Sonia Migliore, ormai isolata dal gruppo, non resta altra possibilità che affidarsi al pietrificato attendismo di Antoci che però, essendo immobile, non scenderà in campo a difendere la signora. L’unica soluzione per la Migliore, che sogna già la sindacatura, è stringere ancor di più il suo rapporto con il sindaco; d’altronde anche un fazzolettino di fiandra può assolvere alle funzioni di scendiletto.