Non hanno granchè di cultura femminista questi cinquestelle essendo nati dopo gli anni 70 e non avendo un’unica matrice formativa; basta vedere e sentire le signore consigliere dalla Zaara Federico – che è il ritratto pari pari di una partecipante a Uomini e donne tutta tacchi, tailleur fasciatissimo e visetto sfrontato – alla Gianna Sigona – solo fascio nel cuore e testimonial del reddito di cittadinanza (è apparsa a fianco del sindaco nell’annunciare il memorabile avvio) – per rassegnarci ad un genere assai mortificato. Gli eventi però sono casuali, impetuosi, incontrollabili e le donne, quando ne hanno fin sopra i capelli e si organizzano, diventano forza di sommossa. E’ accaduto al Comune di Ragusa e ad essere coinvolto non è stato il gruppo delle pentastellate, ma le ragazze degli uffici. Tutte le impiegate del settore affari generali e assistenza agli organi istituzionali (son parecchie superano la decina) hanno detto basta al loro capo, il dirigente e vicesegretario del palazzo Dottore Francesco Lumiera che impone ritmi e azioni forse maggiormente rispondenti a necessità nevrotiche piuttosto che ai dettami dell’efficienza e del buon andamento amministrativo. Non ce la fanno più: ordini superflui, perentori, sconclusionati, disciplina da collegio, controllo poliziesco. Si sono proprio scocciate, e, chissà perchè, invece di rivolgersi all’assessore al personale, al sindacati, toh! al sindaco, se ne vanno in delegazione dal Presidente del consiglio, al secolo Tringali Antonio, fu Forza Italia oggi grillino. Si chiudono nella sua stanza e giù tutto l’elenco delle infinite doglianze. Lumiera, furbo lui, si era acquattato nel vicino cesso – non le molla un secondo quelle sfaticate! – e le ha viste, tutte, segnalate a libro nero con nome e cognome. L’incontro finisce e le ragazze escono. Il dirigente furioso attende qualche minuto e si fionda da Tringali. Il finimondo, le nuvolette della rissa, come nei fumetti- ma vero, ci sono i testimoni che hanno visto un’aria condensata che usciva dalla filazza della porta del Signor Presidente del Consiglio. Vuci ca si sintevano da ciazza! Il presidente del consiglio sbanda, non è preparato all’attacco. Lumiera è fuori di sé, la vocietta ancor più stridula – con che diritto e qualifica e competenza e ruolo lei può ascoltare quelle matte che solo io so come trattare! – Tringali prima suda, incassa, poi tenta la difesa, balbetta, non sa se può mandarlo a fare in culo o se è opportuno menarlo. Cristo! gli avevano assicurato che era un posticino semplice semplice: visibilità, niente noie, molte foto di rappresentanza e buone maniere, ed ora ‘sto casino… Si riprende, decide, risponde, si arma di contegno e Lumiera ancora su di giri se ne va. Tringali è esausto, umiliato, confuso, superincazzato. E’ trascorso qualche giorno. Dicono che Lumiera, cuor di leone, lanci messaggi di riconciliazione, via telefonino, al Presidente che essendo una pasta di ragazzo forse supererà il conflitto – anche quello psicologico di essere stato colpito nell’orgoglio di cosuzza da Palazzo. E le ragazze? A loro chi ci pensa? Piccitto – sempre intelligente e scaltro, tra l’altro risulta impegnato in grandi cose e fa il pupo prodigio insieme alla Appendino – non può certo permettersi che il più meraviglioso dei Comuni d’Italia sia guastato da una storiaccia di donne vessate sul posto di lavoro. Non è un bel quadretto, stride nel blog di Beppe il magnifico. Serve soluzione democristiana: un cicchetto a Lumiera che lo rimetta in riga, e una buona parola rassicurante alle impiegate. Eh, no che diamine! Sempre le donne ad abbozzare! Serve a questo punto un minuto di autocoscienza. Perché è stato scelto Tringali come interlocutore? Disponibile, gentile, dialogante, meno rigido degli altri cinquestelle? Ma sempre masculo è, seppur piccoletto, ed infatti la cosa che ora gli preme è la sua dignità e non il destino delle lavoratrici. Non funziona. Speriamo che Lumiera stia al suo posto tuttavia se dovesse ricapitare: forza ragazze, le donne ragusane sono con voi! Ribellione trasparente! Sarebbe una lezione anche per i nostri giovani amministratori.