Finalmente ha smesso di soffrire Giovanni Cosentini, è tornato alla casa del padre, ha ritrovato un Totò stavolta Cardinale che lo ha fatto segretario di un partitello di grandi speranze: Sicilia futura. Una sigla di ampio respiro, da boccone pieno grondante succo carnale. Gliel’ha trovata, la collocazione, Nello Dipasquale già in tenuta da combattimento prelettorale. E’ utile posizionarsi nella parte destrissima del Pd e coltivare i vecchi amori, le buone amicizie dei democristiani di razza tinta – gente esperta nel tinteggiarsi all’abbisogna delle circostanze – persone che sanno muoversi e raccattare voti in un sottobosco umano cupo, indecifrabile, che si pensa ormai annientato e sconfitto e che invece rispunta nella sua morbosità. Toto Cardinale se l’incertezza dei tempi resiste è uomo che il 5 per cento lo può incassare, e il nostro ex sindaco che gioca con le sigle – Territorio, Megafono, Pd – ha infilato nell’armadio questo straccio comunque indossabile in caso di nudità. Povero Cosentini, di nascita signore, ora ridotto al ruolo di valletto pronto a spazzolare la giacchetta del suo padrone! Tutto è invertito, confuso, folle e la politica si appalesa nel suo volto mostruoso strappandosi di dosso ogni lontano sapore di solidarietà e giustizia. E’ sparita ogni decenza, la lotta è oscena. Ci si batte in queste ore per rinnovare i vertici dell’aeroporto di Comiso, presidente ed amministratore delegato – gli uscenti sono Dibennardo in qualità di cognato di Nello Dipasquale, e l’altro è Taverniti mite e rassicurante rappresentante dell’industria ragusana che non c’è più – e non affiora in questa spartizione l’attenzione alla questione centrale: come farla funzionare questa struttura eternamente potenziale e materialmente in deficit? Come rilanciare l’aeroporto tamponando l’emorragia di denaro che quotidianamente viene sacrificato sull’altare dell’illusione? Trovando manager di qualità ed esperienza è la risposta naturale; peccato che non funzioni così, anzi, se questa è la strada maestra la politica schizza dalla parte opposta. Un manager qualificatissimo, Scapellato, che ha diretto aeroporti italiani e fu prezioso nella fase di nascita e riconversione del Magliocco sarebbe pronto e disponibile, ma noi, o meglio, loro, non lo vogliono li distrarrebbe dall’ossessione dominante: fare bottino, piazzare i luogotenenti, succhiare tutte le risorse vitali che questa regione sprigiona per poi pretendere che le proprie milizie diano il sangue, facciano il loro dovere, si ricordino chi ha donato ruoli prestigiosi e munifici, e così si mobilita l’esercito necessario a trascinarti alla vittoria – l’elezione di turno. Ne deriva che il Pd di Comiso che governa la città e che si ritrova il costosissimo gioiellino dell’aeroporto impazza e pure le associazioni di categoria che nel deserto della politica si ostinano a vantare capacità determinanti e insostituibili mentre sono solo dei club autoreferenziali. Risultato: il giovane sindaco Spataro da buon renziano vuole rafforzarsi e sganciarsi definitivamente col vecchio partito e rottamare Digiacomo e pensa di flirtare con la lista Insieme proponendo come presidente dell’aeroporto Gianni Occhipinti, e Dipasquale lesto come una faina si lancia, porta scompiglio, si intesta la spericolata operazione, riprova a sistemare per l’ennesima volta il cognato che dopo due giri, l’incredibile premio di produttività di 80 mila euro (Taverniti se n’è presi 40) potrebbe, in verità, continuare a godere dei rombi degli aerei sistemandosi un baracchino panoramico sulla terrazza della sala ricevimenti di Villa Orchidea e in caso di nostalgia asciugarsi le lacrime nei veli delle spose. Perché devono essere gli albergatori a gestire l’aeroporto non si sa. O meglio: per Dibennardo vale la regola della cognatanza, ma per Occhipinti? E’ il trionfo di Federalberghi, persino a Catania è stato nominato Nico Torrisi che è presidente della gloriosa associazione di categoria. Ah, dimenticavamo: Torrisi sta con Cardinale, è un piccolo dettaglio che però offre il senso del rimescolamento speranzoso che sta agitando la politica siciliana. E’ una guerra di trincea: resistere, non mollare mai la postazione, non volgere mai lo sguardo oltre il proprio giardino. Occhipinti è l’offerta migliore dentro il recinto della piccola Ragusa che si cosparge ogni giorno il profumo dell’agiatezza, del successo, ma questa bottiglietta sa solo di violetta di Parma buona a coprire l’odore di muffa. Occhipinti è alquanto serio, almeno la fisiognomica per quel che vale ce lo consegna tale, è fedele, ha un buon pacchetto di voti e a Ragusa un gruppo capeggiato dall’abilissimo e preparatissimo Maurizio Tumino che da tutta questa confidenza e miscelanza con il Pd non trarrebbe gran vantaggio. Si ritroverebbe, Tumino, in un calderone con troppi candidati sindaco pronti a sbranarsi e perderebbe il marchio d’origine controllata da spavaldo conservatore. Vabbè! si dirà che è fatto così il partito della Nazione, ma troppi congiungimenti non giovano nelle partite locali. Intanto ci siamo dimenticati di Confindustria che preme e allora spunta come manager – sempre dell’aeroporto- l’industriale Giorgio Cappello voluto da Montante, guarda che roba! Dicono che non abbia i requisiti, ma c’è l’avvocato Tuccio Di Stallo che sta studiando il caso, e siamo più tranquilli. Un vorticoso affanno che allontana la realtà: nessuno racconta l’ultima disfatta della gestione Dibennardo Taverniti ossia il fallimento del bando per attirare nuove compagnie aeree. Non si è presentato nessuno, ed è la seconda volta – il primo bando sempre con fondi Insicem lo aveva promosso la Provincia regionale. Ciononostante si sono acchiappati, i due, questa estate, quella barca di soldi. E i grillini che dicono, che fanno? Innanzitutto come Comune di Ragusa in pieno stile democristiano tanto per rimanere nella corda armonica dell’odiato sistema abbiamo consegnato belli belli 200 mila euro alla Soaco con la solita litania di voler contribuire ad incentivare le rotte. L’unica rotta produttiva a noi sembra quella che vede un transito veloce e lineare finire nelle tasche dei prodigiosi amministratori, e poi, sempre parlando dei cinquestelle, come si pongono in questo terribile mondo schifoso? Sono primitivi e disinvolti. Sguazzano bene ovunque e se qualcuno si accorge che si sta impattando nella merda si alza il grido che attira il popolo: rompiamo tutto, e quest’onda magica cancella connivenze, imperizie, colpe. Hanno un limite: essendo assetati di assoluto non colgono mai le contraddizioni e se si osa metterli davanti l’evidenza del ritardo, del silenzio, della inefficienza si ritraggono e vomitano lezioni di morale. Ci troviamo dunque di fronte a blocchi di potere diversi dal punto di vista formativo e sentimentale che entrambi traggono forza dalla assenza di comunicazione: il pd dominante e tutta la ghenga che ruota o fa capo a Dipasquale non hanno alcun interesse ad alimentare e frequentare la cultura democratica di crescita e ascolto del territorio perché la salvezza si ottiene solo attraverso l’azione di pirateria che impone un procedere occulto, e i grillini nostrani evitano il contatto emozionale con le masse che rivelerebbe deficienze, bugie, carenze del loro amministrare. Poteri incriccati non all’altezza delle necessità, impotenza della politica, oligarchie democratiche. Scusate se è poco. Anche noi qui a Ragusa voliamo altissimi e ci tuffiamo nel dibattito che scuote il Paese. E per l’aeroporto? Mah! Se sol uno dei protagonisti di questa guerra di poltrone avesse avuto il piacere e l’onore di conoscere Pio La Torre, uomo sempre dalla parte dei deboli, uomo che sapeva dove si annidava il male e la corruzione, ci sarebbe maggior contegno nel trattare le idee di governo e il cielo da attraversare.