Finita. La vicenda che ha portato alle dimissioni di Stefania Campo a seguito di un nostro articolo che raccontava tutti i passaggi inopportuni riguardo l’assunzione come letturista di contatori idrici per il comune di Ragusa del marito dell’ex assessora, dopo le tante puntate della commissione trasparenza e le tante audizioni dei protagonisti, è finita. La relazione presentata e votata favorevolmente solo dalle opposizioni descrive con puntiglio le incongruenze dei bandi, l’anarchia di palazzo con le gare variabili a seconda delle tendenze di dirigenti e impiegati, la presenza di una suocera, madre dell’assessora, che si occupa della gara che interessa il genero, le scelte arbitrarie per il reclutamento del personale, la mancata vigilanza sulla conduzione degli appalti, la discriminazione di alcuni lavoratori… insomma una rappresentazione della Italia odiata dai cinquestelle che però stavolta erano gli attori protagonisti. Ed è su questo aspetto che si deve prestare attenzione non tanto per inseguire la volgarissima soddisfazione nel puntare l’indice anche su loro che “poi diversi non sono” – lo sforzo e la tensione per essere diversi c’è eccome! – piuttosto per riflettere sul loro panico di fronte alla complessità della politica. Il caso Campo li ha travolti, lo sappiamo, e questa storia coniugata all’intolleranza verso l’assessore Stefano Martorana ha portato a tre mesi di disagio fortissimo al loro interno. La questione è: come affrontare ciò che è imprevedibile? concetto che allargato un po’ significa come gestire i troppi casi della vita politica. Davanti all’ostacolo si imbambolano, si irrigidiscono, perdono di lucidità, poi, con sforzo enorme si riprendono. Questo è il loro limite di immaturità che gli fa compiere cazzate. Gela è un esempio lampante del loro agire puerile. Dopo che hanno compreso che rogna fosse quella città se la sono squagliata e sono tornati sereni come se la fuga non fosse stato il vero fallimento. Stessa roba potrebbe accadere su Roma dove si trincerano ancora con la roba dei programmi facendo intuire che forse non vogliono vincere. Che c’entra ‘sta roba con la storia della Campo? C’entra. Sono rimasti intrappolati, non riescono ad uscire dallo schema mentale dei buoni e cattivi, ed invece di agire apportando qualche modifica alla relazione della commissione trasparenza, votare velocemente e filarsela, hanno dato il loro no netto prolungando l’agonia. Presenteranno un’altra relazione dove chiaramente la verità verrà edulcorata, negata e stravolta, con il risultato che saranno sbeffeggiati dall’opinione pubblica. Non aver capito l’urgenza di chiudere la vicenda comporta un altro guaio perché la difesa ad oltranza ha una conseguenza logica: se la Campo è inviolata dal peccato può essere in teoria riconfermata nella squadra assessoriale, operazione però improponibile perché tutti i cinquestelle sanno il danno di immagine creato dalla signora e il gran pasticcio dell’assunzione del letturista. C’è quindi un livello immaginifico di struttura politica, meraviglioso e fragile come l’alabastro, e poi gli schiaffoni della realtà. Stentano a trovare un equilibrio, ed è per questo che tengono il muso al sindaco Piccitto ritenendolo troppo duttile e pronto alle soluzioni opportune che loro non gradiscono preferendo solo le soluzioni “giuste”. Viene da ridere a pensare chi fra i componenti della trasparenza dovrà redigere la controrelazione. No, non sono in grado di stilare una memoria, vanno aiutati quando abbisognano della logicità del pensiero trasferito in scrittura. Potrebbero rivolgersi ad un avvocato d’area come Carmelo Giurdanella stimato professionista vittoriese che i cinquestelle vorrebbero candidare a sindaco. Il tema è sempre lo stesso gira e rigira, ed è la selezione della classe dirigente. Quel che accade a Vittoria la dice lunga su quanto siano doverosi i processi di crescita dentro le formazioni partitiche ed i movimenti. A Vittoria c’è stata una guerra tra due meet up, un macello. Poi dopo fratture, epurazioni, condanne, la riunificazione. Si avvicinano le elezioni ed i ragazzi capiscono di doversi attrezzare per la sfida. Arriva una giovane avvocatessa e propone ai compagni di andare a prendere qualche lezione di diritto: spunta così il nome di Giurdanella che già offre il suo sapere all’amministrazione ragusana confortando l’azione dell’assessore Corallo nelle sue delicatissime deleghe, e che pare abbia dato gratuitamente consulenze e apporto per le grandi battaglie No Muos o No Triv. I grillini vittoriesi iniziano le lezioni ogni lunedì sera. Incantati e riconoscenti, dopo qualche settimana aprono i loro cuori all’avvocato che con tanta generosità li aveva acculturati sui primi elementi di diritto amministrativo, e lo acclamano loro leader proponendogli la candidatura a sindaco. L’entusiasmo per un attimo si affloscia perché i ragazzi sanno che per potersi candidare serve il requisito minimo: l’iscrizione al meetup; dura un attimo lo smarrimento poi tutti tornano a sorridere scoprendo che l’avvocato, con lungimiranza, prima di Natale si era iscritto. E’ divertentissima questa storiella che mette a confronto l’illusione della spontaneità, uno stato di ingenuità, e l’oscuro, faticoso e dettagliato sentiero dell’ascesa politica. Quali sono i confini tra bene e male di queste due diversità che si sono incontrate? Perché non ammettere le sfumature multiformi della politica? Cosa c’è di terribile se un Giurdanella prova ad organizzarsi per soddisfare un’ambizione? La cosa terribile è solo non comprendere le variabili, il caso, gli intoppi, le cantonate, e ostinarsi a non accettarli, come accaduto a Ragusa con la Campo.
Lamentela sul parcheggio di Piazza Stazione
Riceviamo e pubblichiamo: “Sono un cittadino ragusano e mi è capitato di farmi un giro nel parcheggio sotterraneo di Piazza Stazione gestito dalla ditta Si sosta. Sono entrato nel parcheggio alle ore 00:00:56 del 13 febbraio e dopo qualche minuto volevo uscire: nella macchinetta per uscire spunta la scritta “passare dalla cassa automatica”. Chiamo al numero di reperibilità e l’operatore che mi risponde al telefono si rivolge in modo alterato per l’orario. Dopo di che mi reco alla cassa automatica e pago 0.50 euro, mentre nel biglietto d’entrata c’era scritto “Tempo gratis 10 minuti”: da quando sono entrato a quando sono andato in cassa, erano passati 6 minuti”. Lettera firmata
ROYALTIES PETROLIFERE E LEGGE SU IBLA: LA POSIZIONE DI INSIEME
“In occasione della discussione della legge finanziaria regionale in commissione bilancio è stato consumato un ulteriore scippo alla nostra comunità a vantaggio di quelle degli altri comuni della provincia”. Così ha inizio la nota di Insieme il gruppo consiliare che raccoglie attorno a Maurizio Tumino quattro consiglieri di Palazzo dell’Aquila. Questa la posizione: “Certamente da Ragusani non possiamo rallegrarci che i fondi delle royalties petrolifere per il 30% dovranno essere destinate anche agli altri comuni della provincia e che una quota consistente degli stessi dovranno essere utilizzate per finanziare la legge di Ibla. L’approvazione dell’emendamento in commissione bilancio ha di fatto decretato la fine del contributo straordinario a valere sulla legge stessa. Non si capisce perché configurando le royalties come fondi ordinari del bilancio comunale ci si debba sforzarsi di limitarne l’utilizzo per le finalità della stessa legge su Ibla se si vuole riqualificare il patrimonio artistico culturale della nostra città. Se così deve essere perlomeno preoccupiamoci di fare una pianificazione ragionata secondo i bisogni e le esigenze del nostro centro storico e non secondo le vecchie percentuali di intervento. In merito alle royalties petrolifere, in maniera chiara e netta, riteniamo che le stesse appartengono esclusivamente al Comune di Ragusa e solo il Comune di Ragusa può avvantaggiarsene. Bisogna smetterla di fare demagogia sul tema: c’è chi vuole spalmare i proventi a tutti i comuni della provincia e addirittura chi ritiene che non si debba consentire la ricerca di nuovi pozzi petroliferi. Insieme senza indugio e senza tentennamenti chiarisce la propria posizione sul tema: Ragusa non può permettersi di rinunciare a ciò che gli spetta di diritto. Insieme si augura un impegno corale della deputazione iblea affinché in seduta d’aula si possa correggere il tiro rispetto a questa scelta scellerata”. Un bel ragionamento, ma intriso di molta prudenza ipocrita: non c’è una parola diretta contro l’autore del massacro, Nello Dipasquale, e ciò conferma una possibile intesa cordiale tra il gruppo di Occhipinti e Tumino e il deputato del Pd che ha fatto della raccolta indifferenziata una tattica per consolidare la sua crescita nel partito democratico.
NELLO DIPASQUALE, PETROLIO E MORALE
Stavolta alla storia ci passa davvero. Si era fatto deputato raccontando ai ragusani la barzelletta della missione: doveva salvare la nostra città, tutelare questo territorio dimenticato e periferico, portare l’energia che lo aveva caratterizzato da sindaco per salvare la Sicilia.. Una paccottiglia di slogan per creduloni che però gli ha fruttato quelle migliaia di voti necessari a godersi il lusso dell’onorevolezza. Tutte queste fandonie sono state sopportate perché facevano parte del personaggio e delle sue ambizioni che tutti conoscevamo; ma ci si aspettava, dopo tante fortune, almeno un briciolo di correttezza ovvero un reciproco rispetto: da una parte lui, Nello Dipasquale, con il suo sogno realizzato, l’ottimo stipendio, gli assalti e le scalate dentro il nuovo partito – il Pd- , e, dall’altra parte, noi, che ci saremmo accontentati di un minimo di presenza incolore tipica di chi siede all’assemblea regionale e che volevamo solo essere lasciati in pace, non essere disturbati e tantomeno danneggiati. Nessuno si è lamentato quando si è scoperto delle sue continue assenze, delle sue manovre per arruffianarsi Faraone, dei suoi salti circensi per entrare a pieno titolo nelle strutture del pd; rientrava nella normalità, era come sempre la sua spinta egotica che si offriva ai nostri occhi stanchi del solito spettacolo. Ma non è riuscito a contenersi, ha tracimato anche stavolta, e ci ha traditi con una coltellata profonda, cattiva, pericolosa. La vicenda è semplicissima ed ha una spiegazione psicopolitica lineare ed inconfutabile. Come ogni anno non si trovavano i danari per finanziare la legge speciale su Ibla, e lui che nel passato quand’era primo cittadino occupava l’Ars, si trasformava in un arruffapopolo, urlava parolacce ai deputati colpevoli di scordare l’amata Ragusa, trovando persino l’occasione ghiotta dei tagli alla legge su Ibla per allontanarsi definitivamente da Innocenzo Leontini, cosa fa? Non si ribella – non può, la politica di oggi obbliga all’obbedienza e alla leccaculaggine – ed allora come maschera la cattiva volontà della regione e la sua impotenza nell’incidere, nel distinguersi, nel lottare? Trova la finta soluzione: non potendo dichiarare con sincerità che Ragusa non conta una mazza e nessuno ha voglia di spendersi per noi, oscura il colpevole- la Regione – e mette in campo altri due soggetti scaricando l’imbarazzante sconfitta e pasticciando ogni responsabilità: e così saltano fuori i milioni, quelli delle royalties che l’industria del petrolio paga al comune di Ragusa per compensare il danno e la invasione delle trivellazioni. Qualcuno penserà che è stato un colpo assestato all’amministrazione cinquestelle per levargli quell’ossigeno che gli consente di tirare avanti e di non imboccare la strada del dissesto che ha colpito tutti i comuni limitrofi. Non è così, non è stata un’azione premeditata, ma solo una trovata finalizzata a rafforzare l’unico obiettivo ossessivo perseguito in questo momento dall’onorevole: il consolidamento della sua posizione dentro il partito democratico in un ambito provinciale; ed infatti, sempre usando le royalties, cosa escogita il nostro? Decide – nello stesso emendamento alla legge finanziaria – di spalmarle in tutte le città interessate all’estrazione allargando il beneficio che prima era esclusivo appannaggio del capoluogo. Soffermiamoci sulla trovata per Ibla. Cosa c’è di immorale in questa proposta? Tutto. Il principio di salvaguardia, tutela, conservazione viene sradicato dalla visione collettiva pubblica che ci ha accompagnato per 35 anni nutrendo e coltivando ogni generazione di ragusani nella consapevolezza che la cura materiale e morale di Ibla fossero azioni buone e giuste, e lo ha stracciato, il nostro deputato, questo principio, lo ha umiliato e lo ha ridotto ad un baratto. Per Nello Dipasquale la nostra storia, il nostro patrimonio architettonico, monumentale, artistico, non sono beni da meritare l’attenzione e la cura dello Stato: non servono sforzi finanziari duraturi, solidi, certi, che diano il senso sacrale e fondante di una scelta. La legge su Ibla è svenduta e ridotta ad una partita di giro. Lo impongono i tempi duri, sostiene lui. No, non si tratta di eccesso di concretezza, ma di liquidazione valoriale. E se la produzione estrattiva o il piano industriale, o gli interessi nazionali, o le strategie di mercato mutassero, saltassero? I rischi sono evidenti. La proposta fotografa la caduta morale della politica governativa e di quella dei partiti. La realtà che ci circonda è solo un enorme fallimento dove i protagonisti della politica si agitano per mantenere i loro privilegi (ancora più disperata e folle e quindi apprezzabile appare quindi il sogno giovanile dei cinquestelle di cambiare le sorti del paese) e la prova la avremo in queste ore quando il Pd non interverrà. Chi lo dovrebbe fare? Giorgio Chessari con la sua disincantata saggezza si accontenta di quel poco che la Regione dà al suo centro Feliciano Rossitto non potendo far altro che ringraziare Dipasquale per l’interessamento nel trovare in bilancio qualche decina di migliaia di euro necessari alle spese di personale, senza dimenticare poi che il nuovo centro studi si sta costruendo su un’area gentilmente offerta dal deputato allora sindaco. La sinistra del Pd rappresentata da Gianni Battaglia – che ricordiamo fu sbattuto fuori da Consorzio universitario da Piccitto _ forse si gode questo momento di difficoltà del giovane sindaco. Peppe Calabrese ha deciso di non muovere un dito perché nonostante i suoi voti ed i suoi iscritti lo hanno strafottuto dentro il partito. Dovremo persino sorbirci il plauso del pd renziano, quello di D’Asta, che ci spiegherà il capolavoro di Dipasquale e la genialità della trovata delle royalties! Un grande partito questo nuovo Pd che vanta tutto il codazzo di Nello Dipasquale – da qualche giorno si è iscritto anche Michele Tasca- che ci offre la misura dell’abisso. Che fare allora? Ci consegniamo all’industria petrolifera, diamo le chiavi della città e ci rifugiamo nell’illusione degli anni 50, nella Ragusa città del petrolio? Chi avrà il coraggio di gridare contro la miseria culturale, ideale, progettuale? Dove ci condurrà questa rabbia civica che coviamo dentro gli animi?
DISAGI IDRICI A RAGUSA PER LAVORI DI MANUTENZIONE IMPIANTO SAN LEONARDO
Martedì 16 febbraio si prevedono disagi alla distribuzione idrica nelle zone del c.so Mazzini, c.so Italia, via Rapisardi, via Matteotti, via Roma, via M. Schininà, “Salesiani”, v.le Europa, via Archimede, v.le delle Americhe, c.da Pianetti, c.da Bruscè’, via Psaumida, via Paestum e zone limitrofe, disagi che si protrarranno anche nei giorni seguenti i lavori di manutenzione dell’impianto San Leonardo.
Nuovo segretario per i Giovani Democratici di Ragusa, Enrico La Rosa succede a Gabriele Licitra
I Giovani Democratici stanno affrontando, da qui a marzo, la fase congressuale che partirà dai circoli fino ad arrivare all’elezione del segretario nazionale. A Ragusa i Giovani Democratici hanno svolto il loro congresso venerdì scorso che ha portato all’elezione all’unanimità di Enrico La Rosa e di 15 delegati per l’elezione del segretario provinciale.
ARRESTATO AD ACATE BURADA MIHAI
I Carabinieri, nella serata di sabato, in occasione di alcune perquisizioni domiciliari in Contrada Macconi, hanno arrestato, in ottemperanza all’ordine di esecuzione per la carcerazione, il 37enne rumeno Burada Mihai. L’esecuzione impone al pregiudicato di scontare la pena residua di 3 anni e 6 mesi di reclusione, dal momento che è stato giudicato colpevole del reato di furto aggravato, commesso nel 2007 in territorio ipparino. Il rumeno è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Ragusa.
Serie A femminile di Basket, Ragusa 76 Torino 52
RAGUSANI TERZI A SANREMO
Rissa a Scicli, tre tunisini arrestati
La scorsa notte i Carabinieri, in via Dante Alighieri, trovati tre soggetti stranieri che se le stavano dando di santa ragione, sono intervenuti per sedare la rissa e bloccare i protagonisti, Ben Salem Wissem e Rhouma Saber di 29 anni, Hadj Ali di 48 anni. Nel corso della rissa i tre magrebini si sono affrontati con particolare ferocia, prendendosi a calci e pugni, tanto che uno di essi è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso di Modica, dove è stato giudicato guaribile in 10 giorni per diverse ferite al volto e all’occhio. L’intervento dei Carabinieri ha scongiurato il peggio: i tre tunisini avevano anche bevuto e uno di essi è stato trovato in possesso di un grosso coltello da cucina. I tre stranieri sono stati rinchiusi nel carcere di Ragusa.
Sorpresi due pusher a Pozzallo, uno è minorenne
Venerdì sera i Carabinieri hanno arrestato il pozzallese di 22 anni Biagio Giugno, già noto alle forze dell’ordine, ed hanno denunciato a piede libero un minorenne di 16 anni di Pozzallo, incensurato. I due sono stati notati dai militari dell’Arma mentre camminavano a piedi e si soffermavano in una piazza del centro cittadino, luogo di ritrovo di molti giovani. Dopo averli pedinati i Carabinieri li hanno fermati e sottoposti a perquisizione personale. Biagio Giugno è stato trovato in possesso di undici dosi di marijuana, dal peso complessivo di circa 5 grammi, confezionate in cellophane e nascoste all’interno di un portasigarette e di alcune banconote di piccolo taglio ritenute provento dell’attività di spaccio. Anche il minorenne è stato sottoposto a perquisizione personale ed è stato trovato in possesso di due dosi di cocaina, confezionate in cellophane, per un peso totale di circa 0,50 grammi, un bilancino di precisione per la pesatura della sostanza e circa 80 euro in contanti in banconote di piccolo taglio, verosimilmente provento dello spaccio. Biagio Giugno è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Ragusa.
Catturato a Ragusa maniaco sessuale – Terrorizzava giovani ragusane
La Polizia ha arrestato George Mustafa, rumeno di 30 anni domiciliato a Ragusa: deve scontare la pena in carcere per il reato di violenza sessuale ed atti osceni in luogo pubblico. Nel 2011 era diventato il terrore delle giovani donne ragusane che orbitavano nella zona di Via Palma di Montechiaro, in particolar modo delle studentesse minorenni. Le seguiva, le fermava, toccava e si masturbava. Gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa avevano effettuato appostamenti per individuare il ricercato, dopo averne fatto un identikit. Anche delle donne della Polizia avevano fatto da “esca” per poterlo scovare ma a nulla erano valsi i primi tentativi perché l’uomo si era allontanato da Ragusa. Riconosciuto dalle vittime, George Mustafa era stato comunque colpito da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dopo che il rumeno aveva fatto rientro a Ragusa. Dopo un primo periodo di custodia cautelare in carcere e la successiva condanna per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico per anni 3 e mesi 6, l’uomo era prima rimasto in carcere e poi in detenzione domiciliare. Tornato in libertà per effetto della liberazione anticipata, George Mustafa si rendeva subito irreperibile non rispettando le prescrizioni del Magistrato di Sorveglianza. Il Tribunale di Sorveglianza ha quindi ordinato la cattura del rumeno al fine di far scontare la pena residua presso il carcere di Ragusa. Le fasi della cattura, avvenuta venerdì, sono state particolarmente movimentate, in quanto Mustafa, non appena ha riconosciuto gli investigatori che all’epoca lo avevano catturato, si è subito dato a precipitosa fuga spintonando i passanti e facendoli cadere a terra. C’è stato un inseguimento a piedi in Via Diaz, Via Rapisardi, Via San Francesco, terminato in Via Scipio dove gli agenti lo hanno accerchiato e neutralizzato.
LA PALLANUOTO RAGUSANA SENZA PAURA
A metà campionato dell’Under 17 e a metà girone d’andata della serie D, gli atleti di pallanuoto dell’Erea stanno in vetta alle classifiche. Nell’Under 17, dopo aver battuto la Sikelia Waterpolo per 14 a 3, la Brizz Nuoto 7 a 3 e la temuta Acicastello per 4 a 3, i ragazzi allenati dal tecnico ed ex giocatore di serie A Sergio Avellino dovranno confrontarsi con l’Ortigia il 21 Febbraio a Siracusa. L’incontro deciderà chi guiderà la classifica prima della fase di ritorno. Hanno centrato la porta avversaria Francesco Accolla e Federico Battaglia 6 volte, Alessandro Mollica 5, Leandro Iacono 3, Emiliano Ravallo 2, Matteo Causarano 1, Matteo Licitra 1 e Matteo La Porta (portiere) 1 goal segnato e 4 rigori parati. Gli altri atleti sono: Biagio Spataro e le nuove leve Matteo Iurato e Mattia Ferrera. Nella serie Promozione la Polisportiva Erea, che è intenzionata a conquistare l’accesso alla serie C, ha rinforzato il gruppo con due ex giocatori di serie A, i fratelli Sergio e Fausto Avellino. Il Presidente Alessandro Tuttolomondo commenta: ” abbiamo voluto creare una squadra di atleti locali con l’obbiettivo di farli crescere al meglio delle loro e delle nostre possibilità e per aiutarli abbiamo chiesto la collaborazione dei fratelli Avellino che con il loro vissuto pallanuotistico sapranno far maturare le nostre giovani leve”. Nei due incontri già disputati l’Erea ha conquistato la vittoria a Messina contro l’Ossidiana per 9 a 6 ed in casa ha dominato gli esperti giocatori dell’Ortigia vincendo per 10 a 7. Sono andati in goal: Fausto Avellino 7, Sergio Avellino 4, Federico Battaglia 3, Raffaele Arezzi2, Andrea Nicita e Emiliano Ravallo 1. Gli altri giocatori sono: Antony Giunta, Salvatore Nobile, Francesco e Nicola Occhipinti, Luigi Ciaceri, Federico Cocuzza, Fabio Iacono, Antonio e Gabriele Scapellato, Samuel Cascone e Gabriele Ambrogio.
ALTRE TRE SCOSSE SISMICHE VENERDI’ A RAGUSA
Continua lo sciame sismico che coinvolge le province di Ragusa e Siracusa. Una prima scossa si è registrata alle 12,27 (magnitudo 2), la seconda alle 12,38 (magnitudo 2,1) e la terza alle ore 14,10 (magnitudo 2,3) con epicentro a 7 chilometri da Giarratana (14 da Ragusa) a una di profondità di 7 chilometri.
LA TERRIBILE CRISI AGRICOLA
Il Laboratorio Politico Berlinguer Comiso, con una sua delegazione, era presente martedì all’incontro tenutosi a Vittoria tra i Sindaci della fascia trasformata, i Produttori e le Associazioni di categoria, che a vario titolo rappresentavano il comparto agricolo. Questo il commento sull’incontro:”Diffidenza, sfiducia e animosa angoscia si respiravano nella sala congressi della Fiera Emaia di Vittoria. Fin da subito l’intervento dell’europarlamentare Giuffrida ha riscaldato gli animi della platea a dimostrazione che la situazione in cui versano i produttori è a dir poco drammatica. L’arrivo di prodotti provenienti da altri paesi come Spagna e Nord Africa stanno mettendo in ginocchio le aziende agricole. La politica europea fin dal 2012, con la sottoscrizione dell’accordo EuroMediterraneo, che prevedeva la completa liberalizzazione delle importazioni Marocchine, ha compromesso in maniera irreversibile una già difficile realtà produttiva”. Il laboratorio politico Berlinguer di Comiso esprimendo profonda solidarietà all’intero comparto condivide l’idea che a Bruxelles i rappresentanti dei maggiori partiti politici italiani non abbiano realmente percepito l’entità del problema, rimanendo indifferenti alla sofferenza e alla disperazione di tutto il settore agricolo. “La politica di palazzo ancora una volta lontana dal popolo, da un popolo che umiliato vede svendere giornalmente i propri prodotti, ledere i propri diritti e calpestare la propria dignità”. “La qualità dei prodotti Mady in Italy, che è stato l’orgoglio dei nostri avi, oggi è stata depauperata dalle rigide e superficiali leggi di mercato e arginata dalla politica del business e del consumismo” queste le parole del Responsabile del Progetto Agricoltura, Nunzio Monaco, subito dopo l’incontro a Vittoria, che lo vede impegnato quotidianamente all’interno del Laboratorio Berlinguer a fianco dei giovani produttori per la tutela e la salvaguardia dei prodotti locali . “E’ inaccettabile – conclude la nota – come i deputati italiani al Parlamento Europeo siano stati in grado di sottoscrivere un tale accordo e non riescano soprattutto ad intervenire per ridiscuterne i termini o di appellarsi alle clausule di salvaguardia previste dallo stesso. Sono necessari ed indispensabili, in un momento così delicato e tragico, interventi immediati a sostegno degli Agricoltori Siciliani partendo da sgravi fiscali sui costi di produzione da mettere a carico del Bilancio Nazionale e Comunitario al fine di evitare che una delle fondamentali ricchezze della Regione Siciliana venga distrutta da accordi politici e commerciali privi di un sano equilibrio”.
Camminatori, inaugurata a Ragusa la nuova sede dell’associazione Amunì
E’ stata inaugurata giovedì pomeriggio la nuova sede dell’associazione Amunì. L’associazione dei camminatori sarà adesso ospitata nei nuovi e più confortevoli locali di via Galileo Ferraris 24. Il sodalizio compirà tre anni di attività nel prossimo mese di novembre e, al momento, i soci effettivi sono circa centocinquanta. Dopo il taglio del nastro, effettuato dal presidente Antonio Merli, è stato il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, a benedire i locali. “Abbiamo l’ambizione – ha detto il presidente Merli – di vedere crescere ancora di più il numero degli associati perché è bello camminare assieme e, soprattutto, fare una sana attività fisica che ci mette al riparo dagli stress e dalle ansie del quotidiano. Diciamo che questa nuova disciplina sportiva ha conosciuto un’impennata, nel numero dei praticanti, che per noi era inaspettata. Del resto basta organizzarsi con un piccolo zaino, in tenuta ginnica e scarpe adatte per compiere i tragitti ideali sempre in perimetro urbano. Ma non dimentichiamo che, nei mesi scorsi, ci siamo resi protagonisti di una camminata nel tratto Ragusa-Marina con un successo non da poco in termini di partecipanti”. Non a caso, l’associazione ha promosso una serie di iniziative che hanno riscosso il consenso dei soci ma anche di chi si è trovato semplicemente ad aggregarsi per la prima volta con il sodalizio in questione. “E’ stato creato un gruppo di persone – aggiunge Angelo Cascone, socio fondatore, segretario e tesoriere dell’associazione – che ha riscoperto il gusto di riappropriarsi della propria città e che ha messo in atto una piccola rivoluzione culturale. Ormai si vedono a qualunque ora del giorno e tutti i giorni gruppi di persone che camminano lungo le strade. La nostra seconda scommessa è quella di ritornare anche a una sana abitudine alimentare. E, infatti, abbiamo realizzato all’interno dell’associazione dei corsi di formazione finalizzati alla realizzazione di gruppi di acquisto solidale”.
AL CIMITERO DI RAGUSA IBLA 840 LOCULI E 160 CELLETTE OSSARIO
Presso il cimitero di Ragusa Ibla, in un’area complessiva di oltre 1.100 metri quadri, sono stati realizzati 840 loculi per la tumulazione e 160 cellette ossario. Il progetto elaborato dal Settore assetto ed uso del territorio e centro storico ha previsto l’utilizzo di prefabbricati in cemento armato vibrato e comprende la predisposizione per l’illuminazione votiva. Nel corso di una cerimonia il Parroco del Duomo di San Giorgio, Padre Pietro Floridia, presenti il sindaco Federico Piccitto, il vice sindaco ed assessore ai centri storici, Massimo Iannucci, l’assessore ai servizi cimiteriali, Antonio Zanotto, il tecnico comunale responsabile dei servizi cimiteriali, Emanuele Russo, l’impresa che ha realizzato l’opera, ha proceduto a benedire il sito che accoglierà i resti mortali di coloro a cui verranno assegnati sia i loculi, sia le cellette ossario. “I nuovi manufatti funerari oggi disponibili presso il Cimitero di Ragusa Ibla – dichiarano il vice sindaco Iannucci e l’assessore Zanotto – permetteranno di soddisfare le centinaia di richieste da diversi anni presentate al Comune”.
L’ENNESIMA VERSIONE DI VERONICA PANARELLO CHE ORA ACCUSA IL SUOCERO, ERAVAMO AMANTI LUI HA UCCISO LORYS
E’ la nuova verità di Veronica Panarello fatta a gennaio a una psicologa del carcere di Catania, dove è detenuta con l’accusa di avere strangolato il figlio di 8 anni, il 29 novembre del 2014 nella loro casa di Santa Croce Camerina. Ma sembra il frutto di fantasia e comunque di uno stato mentale che ha perso di ragionevolezza, lucidità ed equilibrio. “Sono tranquillo – dice Andrea Stival – la mia posizione è stata vagliata da investigatori e magistratura dettagliatamente”. Quando il magistrato è andato a raccogliere la sua testimonianza lei però non ha detto nulla di rilevante, sostenendo che è diventata famosa, e che la conoscono anche a Hollywood. Nessuna telecamere riprende il suocero entrare in casa il giorno del delitto. La donna che è sotto processo per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, ha raccontato questa nuova versione precisando i dettagli: avrebbe incontrato Andrea Stival per caso, tornando da scuola, e lui sarebbe salito in auto con lei, sdraiandosi sul sedile posteriore per non farsi notare. Sarebbero saliti a casa dove c’era Loris che, sostiene Veronica, minacciava di rivelare al padre la relazione tra sua nonno e sua madre. Per questo lui lo avrebbe ucciso, usando un cavo elettrico. Insieme, poi, si sarebbero liberati del corpo gettandolo nel canalone. “La ricostruzione di Veronica Panarello – afferma il legale di Andrea Stival, l’avvocato Francesco Biazzo – è assolutamente irrilevante, frutto della sua fantasia, e non lo dico io, ma lo dicono gli atti del processo e le indagini che hanno escluso responsabilità di Andrea Stival. Lo dimostrano i tabulati telefonici e la testimonianza della sua compagna, Andreina. Veronica Panarello ha sposato una tesi giornalistica e l’ha fatta propria. Una relazione tra loro? Tutto falso, una grande bugia. L’ennesima”. Sulla vicenda tacciono investigatori e magistrati.
Crisi agricola, domani al Mercato di Vittoria l’assessore regionale Cracolici.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, ha accolto l’invito dell’amministrazione comunale e questo sabato 13 sarà a Vittoria per incontrare i produttori agricoli, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, i sindaci della fascia trasformata e i parlamentari regionali della provincia iblea, assieme ai quali discuterà delle misure da adottare per aiutare il comparto agricolo ad uscire dalla grave crisi che lo ha colpito. Al mercato ortofrutticolo, dove da giorni è in corso una manifestazione di protesta del comparto agricolo.
Denunciato dalla Polizia di Stato per procurato allarme: inviava messaggi contenenti minacce di attentati terroristici
L’uomo, che risiede in provincia di Modena, è stato identificato al termine di una complessa attività di indagine condotta Digos della Questura di Ragusa e dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Ragusa. Destinatari dei procurati allarmi -invio di messaggi e telefonate inneggianti allo stato islamico con minacce di imminenti attacchi terroristici – sono stati la Questura di Ragusa, alcuni istituti di istruzione di Modica, due ospedali di Palermo ed una Sala Convegni di Rimini. I messaggi e le telefonate erano state effettuate con sofisticati sistemi che alteravano l’identità del reale mittente. Le indagini tecniche, anche di carattere informatico, hanno fatto emergere – allo stato – che l’autore dell’attività delittuosa fosse stato spinto dalla volontà di ritorsione neiì confronti di alcuni soggetti ritenuti responsabili della fine del rapporto sentimentale intrapreso dall’ìuomo con un’adolescente residente nella provincia di Ragusa, un legame nato sui social network e finito dopo circa tre anni. La minore aveva dovuto subire richieste sempre più insistenti mostrandosi in rete in abiti succinti. Quando la ragazzina non è stata più disposta a continuare, ha interrotto bruscamente la relazione “virtuale” con l’uomo che la minacciava di diffondere le foto di cui era in possesso e che nel frattempo si era fatto dare dalla ragazza anche i numeri di telefono di alcuni suoi contatti facebook, secondo lui responsabili della fine del suo rapporto amoroso. Queste utenze sono poi state utilizzate dal giovane emiliano per celare la propria identità quando lanciava gli allarmi terroristici. Il movente è banale: una ripicca per vendicarsi e far ricadere su altri le responsabilità dei fatti.