A seguito dell’arresto di Florin Ionescu, la Polizia di Stato ha effettuato alcune perquisizioni nell’abitazione del giovane rumeno. Gli agenti hanno trovato alcuni oggetti musicali, tra cui mixer e casse stereo di ingente valore, ed anche una bicicletta ritenuti rubati. Adesso si cercano i proprietari.
Due pusher in manette in poche ore
Continua l’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti ad opera dei Carabinieri. I militari della Compagnia di Vittoria, con il supporto dell’unità Cinofila del Nucleo di Nicolosi, nella mattinata di giovedì hanno effettuato l’ennesimo blitz che ha portato all’arresto di Malcome De La Motte, 25 anni. Il giovane è stato trovato in possesso di complessivi 173 grammi di hascisc, suddivisi in 2 panetti e 11 dosi già confezionate. In arresto anche Bartolo La Gristina, 32 anni, gestore di un autolavaggio, poiché, all’interno della sua attività commerciale, è stato trovato in possesso di complessivi 72 grammi di hascisc.
ARRESTATO RUMENO AUTORI DI FURTI
Nella notte dello scorso 8 marzo Florin Ionescu di 27 anni insieme ad altri quattro uomini era stato arrestato dalla Polizia per un furto di cavi elettrici all’interno dell’ex base Nato a Comiso. Il rumeno, dopo essere stato recentemente scarcerato, era stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di Comiso con divieto di allontanarsi dall’abitazione dopo le 21. Ionescu non ha rispetta gli obblighi imposti ed ha commesso un altro furto a Marina di Ragusa per il quale era stato arrestato in flagranza e rimesso in libertà. Il Gip ha quindi deciso di revocare la misura dell’obbligo di dimora all’uomo aggravandola con la custodia cautelare in carcere. La Polizia di Comiso mercoledì sera lo ha ricondotto in carcere.
Sicilia, il microcredito M5S diventa realtà
Nasce il Fondo ideato dal Movimento 5 Stelle dopo un anno di battaglie contro la burocrazia della Regione che poneva continui ostacoli. Il Fondo per il Microcredito per le imprese, creato dai deputati Cinquestelle con la restituzione del 70% dei loro stipendi, da lunedì prossimo sarà attivo. Gli aspiranti al credito potranno presentare domande per la concessione dei finanziamenti. Saranno finanziamenti molto appetibili, considerati i tassi bassissimi (1,6 per cento e 3,7 per cento per i soli settori pesca ed agricoltura); ma, soprattutto, per l’accesso al credito non ci sarà bisogno di alcuna garanzia personale. “La garanzia – hanno detto i deputati alla conferenza stampa di presentazione tenuta giovedì all’Ars – sono i nostri soldi, il fondo creato con la restituzione dei nostri stipendi, che interverrà in caso di insolvenza da parte dei debitori”. I prestiti saranno a disposizione di imprese, anche individuali, che abbiano sede legale in Sicilia e cha abbiano in cantiere nuovi progetti o anche semplici acquisti di attrezzature. L’importante che siano finanziamenti eticamente compatibili. Saranno bocciate, ad esempio, richieste di prestiti per slot machines o per incentivazioni al gioco di azzardo. Le somme che saranno messe a disposizione delle imprese vanno da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 25.000 euro. Il Fondo di garanzia, creato dai deputati, parte con una dotazione iniziale di un milione di euro. Partenership dell’operazione saranno Banca Etica, Impact Hub Sicilia e la Fondazione Comunità di Messina Onlus. Le domande potranno essere inviate già da lunedì tramite il sito www.sicilia5stelle.it, dove sono contenute le informazioni di base e che reindirizzerà al sito che permetterà l’avvio della pratica per le successive valutazione di merito.
Al Castello di Donnafugata anteprima nazionale della mostra Il mondo dell’Eros
Il 17 e il 18 maggio, a partire dalle ore 10 e per tutto il giorno, il Castello di Donnafugata, in occasione del primo Salone Internazionale del Fumetto, Giochi e Videogiochi della Provincia di Ragusa, ospiterà un’importante mostra dedicata al mangaka Kamimura Kazuo e avente per titolo Il mondo dell’Eros. Nato nel marzo del ’40, Kazuo è stato illustratore, designer e creatore di fumetti. Alcune delle sue opere sono state di ispirazione anche per maestri di altri ambiti dell’arte, come il cinema. Per fare un esempio: il regista Quentin Tarantino, nei due volumi del suo Kill Bill coglie a piene mani le atmosfere e le suggestioni create da Kazuo con i disegni di Lady Snowblood del 1971. Saranno esposte illustrazioni a colori realizzate per le riviste Young Comic e Pickup Magazine, disegni e tavole in bianco e nero tratte dalle sue opere più conosciute. L’ingresso sarà consentito ai soli maggiorenni. Curatore dell’anteprima è il prof. Paolo La Marca, docente di cultura giapponese presso il Polimoda di Firenze e presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Catania. Nell’ambito della mostra si terranno due conferenze, alle ore 17 ed alle ore 18 di sabato 17 maggio, presso le scuderie del Castello: la prima dal tema “Stampe erotiche shunga: tra umorismo, pornografia e sacralità” che sarà tenuta dal prof. Luca Capponcelli, docente ordinario di Lingua e Letteratura giapponese presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Catania; la seconda, tenuta dal prof. La Marca, verterà su “I linguaggi del fumetto erotico e le influenze shunga”.
STATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI DEL CONSORZIO DI BONIFICA
Conf.Lavoratori proclama lo stato di agitazione per una situazione da mesi stagnante. “Non ce la facciamo più, è il momento di dire basta!”. E’ questo il grido di rabbia dei lavoratori del Consorzio di Bonifica numero 8 di Ragusa. In attesa della “manovrina” di Crocetta, che dovrebbe risolvere la questione degli stipendi, ciò che sta a cuore a molti lavoratori del Consorzio di bonifica è la meta della stabilizzazione più volte promessa. “Chiederemo immediatamente l’intervento del Prefetto affinché si faccia chiarezza su alcuni aspetti anomali in seno al Consorzio di Bonifica. Altresì, coinvolgeremo la deputazione regionale locale e, in un secondo momento, organizzeremo un formale incontro con l’Assessore Regionale all’Agricoltura” – scrive Conflavoratori.
Vittoria, l’opposizione chiede l’apertura del rifugio sanitario per i cani
L’amministrazione Nicosia aveva annunciato, già nel 2011, l’apertura della struttura. I consiglieri comunali Andrea Nicosia e Giovanni Moscato, dopo diverse interrogazioni e sollecitazioni, tornano sulla questione dell’apertura del rifugio sanitario di Vittoria. ” Incredibile – dichiara Nicosia – come l’amministrazione comunale pare abbia abbandonato il progetto. Il completamento della struttura di Vittoria è condizione necessaria per il proseguimento delle fasi successive del progetto volto a far fronte al randagismo”. “E’ da ritenersi irresponsabile la condotta di questa amministrazione – continua Moscato – che si dimostra, per l’ennesima volta, fanalino di coda tra i comuni dell’area iblea aderenti al progetto regionale messo in piedi dopo la terribile fine del piccolo Brafa”. “Abbiamo già, negli anni passati, depositato diverse interrogazioni per sollecitare l’amministrazione a definire e consegnare alla città la struttura sanitaria in modo tale da riuscire a fronteggiare meglio il fenomeno sul territorio e per capire a cosa sono dovuti i ritardi e per quali motivi non si sia ancora proceduto alla conclusione della struttura”. I due esponenti del centro destra con una mozione in consiglio hanno chiesto che la giunta Nicosia agevoli l’adozione dei cani – così come avviene in altri comuni – attraverso un bonus ai cittadini. Si tratterebbe di una scelta che comunque farebbe risparmiare il comune di Vittoria considerato che il mantenimento dei cani ha un costo a tutt’oggi assai alto.
Ragusa, denunciati due fratelli pregiudicati
I Carabinieri di Ragusa hanno denunciato due fratelli, entrambi pregiudicati, per inosservanza delle prescrizioni ad essi imposte dal magistrato. I militari sono intervenuti nei pressi dell’abitazione vicina a piazza del Carmine, dopo una segnalazione al 112, di un presunto furto in abitazione. La casa non era stata violata ma vicino c’era uno dei due fratelli, il sorvegliato speciale, che però poteva uscire dall’abitazione. I militari lo hanno fatto rientrare in casa per effettuare un controllo dato che l’altro fratello è sottoposto agli arresti domiciliari per un’accusa di rapina ed estorsione. Dentro casa c’era un noto pluripregiudicato ragusano d’origini palermitane. I due fratelli, uno per la sorveglianza speciale, l’altro per i domiciliari, hanno entrambi il divieto di frequentare pregiudicati, e quindi sono stati denunciati per la violazione degli obblighi.
I PERICOLI DELLA STATALE 514
Si è svolta a Francofonte una seduta di consiglio comunale aperto dedicata alle problematiche della S.S. 514. Alla riunione hanno partecipato l’Assessore ai lavori pubblici di Ragusa Salvatore Corallo, in rappresentanza del Sindaco, ed il Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Iacono. Sono state dibattute le gravi condizioni in cui versa il pericoloso tracciato Catania-Ragusa che nel solo tratto che va dall’uscita di Francofonte a Lentini ha 130 entrate e uscite, tra traverse e trazzere varie. “La strada statale in questione – afferma Iacono – è costellata di centinaia di mazzetti di fiori a ricordo delle tante vittime di incidenti, ed appena il manto stradale si bagna il tragitto diventa pericolosissimo. Il governo nazionale e regionale oltre all’Anas continuano a non manutenere in modo efficiente il percorso che ha una segnaletica carente e incompleta adducendo a propria discolpa il fatto che non ha fondi a disposizione. La 514 – ha affermato Iacono nel suo intervento – è una strada in cui è tragico correre e dove è tragico anche rispettare i limiti, assurdi, di velocità, di 50 km orari. E’ inaccettabile che un territorio con due aeroporti, Catania e Comiso, non abbia un’autostrada e una rete viaria efficiente e sicura che colleghi le due infrastrutture”. “Nel corso della seduta aperta del Consiglio Comunale – dichiara l’Assessore ai lavori pubblici Salvatore Corallo – si è costituito un comitato istituzionale composto dai sindaci e dai presidenti dei consigli delle città i cui territori sono interessati dall’arteria. Quest’organismo richiederà al governo nazionale e regionale risposte concrete e certe per far sì che in tempi brevi venga colmato il deficit infrastrutturale viario che ha contrassegnato la Sicilia sud orientale, per costruire strade sicure e non le vie della morte”.
LA MADONNA DELLA MEDAGLIA
Domenica 11 maggio, in occasione della processione esterna di Maria Santissima della Medaglia, l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha predisposto una speciale accoglienza. Dalla cattedrale di Ragusa il simulacro arriverà in piazza ospedale Civile intorno alle 19,30. Ci saranno i componenti della cappellania ospedaliera e i volontari dell’Avo. “All’arrivo in piazza – dice don Giorgio Occhipinti – ci sarà la benedizione di tutti i bambini con le loro mamme: in quella giornata, infatti, ricorre la festa della mamma. Tutti accoglieranno il simulacro con palloncini colorati che poi, dopo la benedizione, faranno volare”. A seguire, si terrà la benedizione dei malati e l’offerta floreale alla Madonna con una composizione a forma di cuore. Inoltre, sarà elevato il canto a Nostra Signora della Medaglia”.
Il sequestro a Cava dei Modicani
Il sindaco di Ragusa Federico Piccitto interviene a proposito del sequestro di un’area ubicata all’interno della discarica di Cava dei Modicani, nell’ambito di un’operazione congiunta tra Polizia e Guardia di Finanza. “Oltre alla massima collaborazione con le forze dell’ordine – dichiara il primo cittadino – il Comune sta già attivando le procedure per garantire, in tempi rapidi, gli interventi di messa in sicurezza dell’area interessata, evitando così qualsiasi possibile rischio per la collettività. Una vicenda sulla quale auspichiamo si faccia piena chiarezza da parte degli organi competenti, ai quali, come detto, – scrive il sindaco Federico Piccitto- ribadiamo, da parte nostra, la piena collaborazione e disponibilità”.
PROVINO PER COMMEDIA CON BAMBINI DA 6 A 11 ANNI
Presso la sala teatro dell’Accademia della Bellezza, in via Asia 1 a Ragusa (di fronte all’Eurospar ex Di Meglio), venerdì 9 maggio dalle ore 15.30 alle ore 19.30 si terrà un casting in preparazione di una rappresentazione teatrale prevista per il prossimo dicembre. Le audizioni saranno anche prese in considerazione per eventuali casting cinematografici. Per informazioni 338 6906693.
GIOVANE ERITREO MORTO, L’AGGHIACCIANTE RACCONTO DEI MIGRANTI
Di seguito due testimonianze, fornite dalla Polizia che ha sentito i migranti in merito alla morte di un giovane eritreo.
“Vivevo in Sudan ed ho saputo sin da subito la somma di denaro che avrei dovuto consegnare all’organizzazione sudanese, che era di 700 dollari Usa per iniziare il mio viaggio per l’Italia. Erano gli stessi sudanesi che provvedevano alle nostre esigenze alimentari, dopo aver da noi ricevuto i soldi per la relativa spesa. Gli stessi erano armati di coltelli ma mai hanno avuto modo di usarli contro di noi e mai ci hanno minacciato. Poco più di due settimane dopo il mio trasferimento in una piccola casa, abbiamo attraversato senza problemi il confine tra Sudan e Libia, fermandoci a pochi chilometri da tale confine. In territorio libico gli elementi dell’organizzazione sudanese ci consegnavano a quelli dell’organizzazione libica e questi, a bordo di autovetture fuoristrada, ci conducevano in un villaggio facendoci entrare all’interno di un capannone dove vi erano altri soggetti che come me e i miei compagni erano stati reclutati per partire verso l’Italia. Sono rimasto in quel capannone per due settimane, e con il passare dei giorni il numero di noi clandestini all’interno di esso diventava sempre maggiore, fino a raggiungere circa 500 unità. Con noi vi erano anche donne e bambini e solo i libici potevano parlare con le donne, a loro era concesso tutto. Relativamente alla nostra alimentazione provvedevano i libici con due pasti al giorno costituiti da pasta o riso. I libici erano sempre armati di pistole o di fucili e la loro vigilanza su di noi era costante. A nessuno veniva permesso di lasciare il capannone e guai a coloro che avanzavano proteste di qualsivoglia natura, situazione queste che davano sfogo a reazioni ingiustificate dei libici che picchiavano con bastoni ogni malcapitato.Cinque giorni prima della mia partenza ho corrisposto ai libici l’importo di 1.000 dollari Usa quale corrispettivo per il viaggio in Italia. La partenza dal capannone avveniva di notte allorquando una buona parte di noi veniva fatta salire sui fuoristrada ed accompagnati, dopo circa 20 minuti di marcia, in un punto che non so indicare. Tutti quanti, scortati dai libici armati, ci incamminavamo e dopo circa 3 ore raggiungevamo un arenile. Durante il tragitto le botte erano continue come per incuterci il terrore così da evitare fughe o ripensamenti. Eravamo tutti spaventati e non sapevamo che fare. Sul gommone prendevamo posto tutti quanti noi e venivamo bastonati nel momento in cui mettevamo piede sul natante. Le bastonate dei libici ci raggiungevano in qualsiasi parte del corpo ed anche in parti vitali, quali la testa, la nuca e il collo. Tutti quanti eravamo stremati a causa della lunga strada percorsa a piedi e molti di noi, sebbene in situazioni precarie, hanno cercato di acquisire una postura tale da consentirgli di prendere sonno. Io mi trovavo ad occupare un posto posizionato al centro del gommone, quando uno di noi ci faceva notare che un soggetto, probabilmente di nazionalità eritrea, era deceduto. A quel punto si discuteva di cosa fare del corpo del soggetto deceduto ed era questione di divergenza di opinioni quella di liberarsene buttandolo in mare o quella di tenerlo con noi in attesa dei soccorsi italiani. Tra le due prevaleva la seconda e alcuni dei soggetti, forse del Mali, trovavano più agevole, dato l’estremo affollamento, sedersi direttamente sopra il cadavere. Durante la navigazione più volte gli scafisti ci dicevano di gettare in mare in cadavere ma noi ci opponevamo con fermezza perché volevamo continuare il viaggio con il nostro amico”.
“Durante le operazioni d’imbarco i libici ci picchiavano violentemente spingendoci verso l’acqua per farci salire sul gommone. Quasi tutti avevano dei grossi bastoni che usavano per colpirci anche nel momento in cui mettevamo piede sul gommone. Siamo stati ammassati sul natante che hanno poi spinto verso il largo e siamo partiti. Alle prime luci dell’alba mi sono accorto che uno dei miei compagni di viaggio, che era vicino a me, credo fosse eritreo, era privo di vita. Non mi sono accorto prima del suo decesso in quanto lo stesso assumeva sul gommone la posizione supina, tanto da farmi capire che si era addormentato appena dopo essere salito sul gommone. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di toccarlo e l’abbiamo lasciato dov’era, anzi alcuni sono stati costretti a sedersi sopra le sue gambe perché non c’era spazio sul gommone. Abbiamo continuato la navigazione fino al primo pomeriggio, quando siamo stati soccorsi e trasbordati su una nave della Marina Italiana. In Libia sono stato condotto presso un capannone, dove trovavo altra tanta gente ad aspettare, durante la permanenza in quel capannone i libici erano soliti picchiarci anche per futili motivi con grossi bastoni, il mangiare era scarso come del resto anche l’acqua. Venivo prelevato con una macchina unitamente ad altri miei connazionali, però poi siccome c’era tanto traffico sulla strada, per paura che la Polizia Libica ci fermasse per dei controlli, i libici ci hanno fatto scendere ed fatto incamminare per svariati chilometri per poter raggiungere la spiaggia. Arrivati su quella spiaggia ad attenderci vi erano già pronti due gommoni, ed altri personaggi libici, gli stessi ci hanno cominciato a metterci in fila per uno per farci imbarcare su uno di questi gommoni già pronti, ad un tratto senza spiegazioni i libici cominciavano a picchiarci con dei bastoni per affrettare le operazioni di imbarco. Durante dette operazioni vedevo che un ragazzo veniva colpito violentemente al collo, cadendo all’interno del gommone stesso, ma non mi rendevo conto delle sue condizioni. Su detto gommone venivo sistemato a poppa, in prossimità del motore e dove vi si trovavano circa 5 o 6 bidoni di benzina che servivano per il viaggio, durante il viaggio lo scafista mi diceva di prendere un bidone di benzina per proseguire il viaggio, durante detta operazione lo stesso bidone si apriva e mi cascava la benzina addosso, per questo ho la parte dell’addome bruciato, è possibile che parte della benzina sia cascata addosso al ragazzo che giaceva immobile vicino a me. Abbiamo navigato per circa 14-15 ore senza avere ne cibo ne acqua, poi ho notato un elicottero che ci aveva avvistato e ci sorvolava sopra, prima di questo avvistamento notavo che chi conduceva il gommone usava degli strumenti tipo la bussola per mantenere la rotta, ed un telefonino che usava per chiamare aiuto, in lingua inglese alle autorità italiane”.
Controlli della Polizia in provincia di Ragusa
Nella giornata di mercoledì sono stati intensificati i controlli del territorio in città e nelle zone limitrofe. I controlli hanno interessato in special modo alcune strade ritenute strategiche: la SS 514 contrada Dicchiara, direzione Catania, la SP 25 Zona industriale, la SS 115 per Modica, spingendosi fino a Chiaramonte Gulfi, contrada S. Marco-Coffa e rispettivi centri urbani. Nel corso dei controlli sono state elevate cinque contravvenzioni.
MARITO E PADRE PADRONE
La Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile – a seguito di una delicatissima indagine ha eseguito una misura cautelare a carico di A.G. di 57 anni, residente a Ragusa ma di origini modicane. La richiesta della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento ai luoghi di lavoro della moglie era stata chiesta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa ed è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari sulla base del lavoro di ricostruzione dei fatti da parte della Sezione specializzata in reati contro la persona della Squadra Mobile di Ragusa. L’uomo è accusato di aver reiterato manifestazioni di aggressività fisica e psicologia, con ripetute umiliazioni, offese e minacce, anche di morte. Reiterate anche le condotte persecutorie e vessatorie, maltrattava la moglie, dalla quale è legalmente separato. La moglie ed i figli erano stati costretti anche a lasciare la loro casa per andare a vivere dai genitori di lei per cercare di sfuggire all’uomo. Il marito provava una gelosia morbosa: non consentiva alla moglie di lavorare, di curare l’aspetto fisico. Le dava piccole somme di denaro per tenerla in continua dipendenza da lui. Erano buone tutte le occasioni per offese di ogni tipo, incutendo un clima di terrore a casa che subivano sia la moglie che i figli. Dopo la separazione la situazione era peggiorata drasticamente al punto tale che la donna era costretta, seppur separata, a vivere con lui e ad assecondarlo in ogni modo, dal far da mangiare al rammendare gli abiti perché lui non andava via da casa. Un escalation di violenza e sopraffazione, con minacce di uccidere moglie e figli. Poi il trasferimento in casa dei genitori di lei, ma l’uomo ha continuato a perseguitarla fino alla richiesta di aiuto alla Polizia. Adesso l’uomo non potrà avvicinarsi all’abitazione dell’ex moglie ed a luogo di lavoro pena l’arresto immediato degli agenti di Polizia.
PICCHIATO E CALPESTATO NELLA RESSA, COSI’ E’ MORTO IL GIOVANE ERITREO
Picchiato in Libia, ripetuti colpi di bastone alla testa, e poi calpestat dalla ressa di migranti costretti a salire di corsa sul natante. Sarebbe stato ferito mortalmente così il giovane eritreo il cui corpo è da mercoledì a Pozzallo, dove sono sbarcate altre 289 persone. In un primo momento si era pensato che il decesso fosse avvenuto per gli stenti, ma l’ispezione cadaverica ha rivelato le tracce della morte violenta. La Procura ha disposto l’autopsia. Le Forze dell’ordine hanno arrestato due presunti scafisti uno della Sierra Leone ed uno del Gambia. Rischiano anche l’incriminazione per omicidio. Agghiaccianti i particolari emersi grazie al racconto di alcuni migranti I libici sin da quando si trovavano nei capannoni in più di 500, li picchiavano senza alcun motivo, neanche il più stupido. Violenza inaudita e senza alcuna spiegazione, ammesso che la violenza possa mai avere una “giustificazione”. Durante le fasi di trasferimento dal capannone alla spiaggia i libici continuavano a picchiare tutti comprese le donne, ed i colpi inferti con dei grossi bastoni in legno erano indirizzati alla testa, al collo, alle gambe in ogni parte del corpo. Quando i migranti salivano a bordo del gommone venivano picchiati tutti con i bastoni in legno per mantenere quello stato di terrore così da farli viaggiare senza poter avanzare istanze ai due scafisti preposti alla conduzione del natante. Nel salire a bordo uno degli eritrei, il 25enne poi arrivato morto, veniva colpito violentemente alla nuca e cadeva esanime al centro del gommone; nel contempo arrivavano tutti gli altri e lo calpestavano per raggiungere il posto indicato dagli scafisti. Completato l’imbarco avveniva in tutta fretta la partenza ma dopo pochi minuti di navigazione qualcuno si accorgeva che il loro compagno di viaggio non stava dormendo ma era morto e chiedeva agli scafisti di fermarsi e tornare indietro. I due criminali si opponevano dicendo per tutta risposta di gettarlo in mare. Ma i migranti sono rimasti compatti e non hanno voluto. Ma qualcuno, dal momento che il barcone era stracarico, ha dovuto sedersi sul corpo del giovane ammazzato dagli scafisti.
PROVINO PER COMMEDIA CON BAMBINI DA 6 A 11 ANNI
Presso la sala teatro dell’Accademia della Bellezza, in via Asia 1 a Ragusa (di fronte all’Eurospar ex Di Meglio), venerdì 9 maggio dalle ore 15.30 alle ore 19.30 si terrà un casting in preparazione di una rappresentazione teatrale prevista per il prossimo dicembre. Le audizioni saranno anche prese in considerazione per eventuali casting cinematografici. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 338 6906693.
Lotta al bracconaggio, denunciati tre cacciatori di frodo
La Polizia provinciale ha denunciato tre persone per aver abbattuto un istrice con mezzi non consentiti e in periodo di divieto generale. E’ accaduto a Cava Martorina, in territorio di Modica, dove c’ea un’auto con a bordo tre persone in tenuta verde mimetico e un trasportino per cani. Al controllo della macchina venivano rinvenuti due cani da caccia di razza meticcia di piccola taglia (per statura e forma tipici cani da tana), un sacco di plastica di colore bianco con all’interno un istrice sanguinante morto da pochissimo tempo e due bastoni intrisi di sangue. Di conseguenza i tre sono stati invitati ad esibire i documenti e venivano identificati per A.G. di anni 51 e D.F. di anni 32, ambedue di Modica e V.F. di anni 23 di Scicli. Il porcospino è un animale protetto rientrante nella categoria delle specie d’interesse comunitario.
RACCONTI DI LUNA PIENA
Sabato 10 maggio serata all’insegna della natura insieme a Legambiente Circolo Melograno di Modica. Passeggiata naturalistica al chiaro di luna attorno all’anello di Pernamazzoni, a Cava Ispica. Oltre alla cena rigenerante al termine della passeggiata, suonerà le campane in quarzo Enrico Giurdanella. C’è la possibilità di trascorrere la notte a dormire presso il Rifugio Pernamazzoni muniti di sacco a pelo. Appuntamento alle ore 20.30 presso il piazzale di Bruno Euronics. La quota di partecipazione è di 7 per tutti gli associati Legambiente e per tutti quelli che vorranno tesserarsi il giorno stesso per l’anno 2014, e di 12 euro per i non soci. Il costo è comprensivo di cena e concerto. Prenotazioni: legambientemodicameri: 338\7944313 – 335\6843981 entro venerdì sera.
Furto nel centro storico di Modica Presi di notte due tunisini
La Polizia ha arrestato Samer Helen di 34 anni 34 e Karim Slouma di 20 anni, entrambi con pregiudizi di polizia, intenti a rubare in un’abitazione del quartiere San Paolo. A dare l’allarme un residente del luogo che, poco dopo la mezzanotte, insospettito dalla presenza di due uomini aggirarsi tra i vicoli bui, ha ben pensato di telefonare al Commissariato fornendo la descrizione dei due soggetti. I poliziotti della Volante hanno individuato una casa, tra i vicoli, disabitata dalla morte della proprietaria, ma ancora interamente arredata con mobili e suppellettili. Il portone era sfondato e si sentiva del rumore. Gli agenti hanno fatto irruzione all’interno bloccando i due con le mani nel sacco.