Un successo di critica e di pubblico notevole quello riservato a Eternity,l’opera teatrale proposta da alcune associazioni, anche di carattere nazionale, per sensibilizzare sula delicata questione dell’amianto. C’era già stato sull’argomento amianto un cortometraggio, ‘Lamiantu’, una prima sfida artistica per sostenere la battaglia contro il killer silenzioso. L’idea era di Turi Occhipinti e Gaetano Scollo, di Esposti Amianto Sicilia che avevano consegnato l’elaborazione del proprio sentire al giovane talento di Claudia Puglisi, regista e drammaturga. Fu lei, nel 2012, ad accettare, con la Compagnia Prese fuoco, la sfida di dirigere l’opera teatrale venuta fuori dall’idea di Turi Occhipinti e Gaetano Scollo. L’amianto, ricordiamo, era dovunque: dal 1911, diffuso, capillarmente, su tutto il territorio, dai tubi degli acquedotti alle fioriere, dai tetti dei capannoni alle sedie da spiaggia. In tutte le case, una presenza mortale. Nonostante i comprovati danni sulla salute pubblica, le fabbriche continuarono la produzione fino al 1992, nascondendo le gravi conseguenze. Questa l’atmosfera che fu ricreata nella pièce teatrale; l’intento di Turi Occhipinti e Gaetano Scollo fu quello di partire dall’estremo lembo della penisola per una primavera civica e di riscatto sociale su un argomento di estrema gravità. L’occasione la storica sentenza Eternit che aveva condannato per disastro doloso e omissione dolosa i due manager Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier De Marchienne. Domina la scena l’angelo della morte che giudica Louis De Cartier, uno dei due imputati dichiarati colpevoli nel processo Eternit, che si rifiuta di pagare le provvisionali stabilite dal Tribunale di Torino in favore delle parti civili. E lo condanna. Senza appello. Al contrario di quanto non è stato possibile fare nelle aule di un Tribunale. I morti per amianto, che hanno respirato la polvere killer, la stessa che procura tumori invincibili e che diventa il terzo protagonista sul palcoscenico per il continuo incedere degli effetti scenici, trovano così giustizia. Dopo anni l’opera ritorna in scena. Lo spettacolo intende essere un atto di denuncia con la possibilità di rendere giustizia alle vittime passate e future. Lo spettacolo sarà accolto, questa volta, nella splendida cornice tardo barocca di Ragusa Ibla, al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, nei giorni 10/11 Marzo alle ore 20.30.